giovedì 31 gennaio 2019

Il vero nodo sarà la nuova rete ospedaliera


Unione Sarda

IL CASO. A metà del guado
Ma il vero nodo sarà la nuova rete ospedaliera

Non sarà soltanto l'Asl unica a impegnare il prossimo governo regionale. La riforma sanitaria avviata nell'attuale legislatura non è ancora totalmente applicata, specie la parte sulla rete ospedaliera e le cure territoriali. Nel primo caso, dopo il sì del Consiglio regionale, il nuovo assetto ha tardato a entrare a regime, tanto che ancora devono essere completati i passaggi per adeguare le strutture alla nuova classificazione, ottenuta dopo la riforma. Infatti, il principio che ha guidato la nuova mappa delle cure in Sardegna è quello di dare vita a una rete formata da strutture ad alta specializzazione e altre con funzioni o livelli inferiori.

Cagliari e Sassari hanno ottenuto i due poli di secondo livello, reclamato anche da Nuoro che inizialmente aveva ottenuto un primo livello rinforzato con reparti ad alta specializzazione. A stabilire questo criterio sono i parametri di popolazione di riferimento, previsti anche dal Decreto ministeriale 70. Il Consiglio regionale (così come previsto dal documento del governo) ha derogato, concedendo ad alcune strutture qualche funzione e applicando qualche deroga.

C'è ancora da portare a termine il rapporto con il ministero della Salute che ha sollevato dubbi su alcune scelte fatte dal Consiglio regionale, anche se la ministra, Giulia Grillo, ha assicurato che non ci sarà nessuna chiusura di ospedali. L'assessore alla Sanità Luigi Arru ha comunque inviato le controdeduzioni della Regione. Alla rete ospedaliera dovrà essere affiancata quella delle cure territoriali che permetteranno alla popolazione dei centri più periferici di accettare con minor preoccupazione l'assenza di reparti negli ospedali del territorio. Il passaggio in Consiglio regionale non è stato semplice, anche perché la rete ospedaliera ha dovuto fare i conti con le proteste da parte dei territori. (m. s.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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