“Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio.” (Accursio
Miraglia, frase attribuita erroneamente al rivoluzionario Emiliano Zapata)
(04 Gennaio1947) Il segretario della Camera del lavoro di
Sciacca, Accursio Miraglia, viene assassinato da uomini della mafia proprio
davanti alla porta della sua abitazione. Il sindacalista entra nel mirino del
braccio armato dei grandi latifondisti per le sue battaglie per l’assegnazione
a cooperative di contadini delle terre incolte, naturalmente da scorporare dalle
grandi proprietà terriere.
Sulle loro terre i ricchi latifondisti non volevano dei
lavoratori, volevano degli schiavi, e la costituzione delle cooperative erano
per loro dei pericolosi attentati alle loro ricchezze, provenienti senza che
loro dovessero versare una sola goccia di sudore.
In politica, Miraglia fu un forte sostenitore del Comitato
di Liberazione di Sciacca assieme ad un grande uomo saccense, il futuro
senatore della Repubblica Pippo Molinari, creando con lui i comitati d'intesa
democratica. È in questo periodo che Miraglia cominciava a diventare parte
attiva della vita politica sia provinciale che locale, infatti, partecipò alla costituzione
ed alla costruzione del Pci e ne fu dirigente, grazie anche alle sue capacità
organizzative e di trascinatore.
Riuscì a creare e a dirigere la prima Camera del Lavoro
siciliana, nata appunto a Sciacca. La organizzò affinché questa potesse esprimere al massimo lo spirito
comunitario ed i diritti dei lavoratori: la Camera del Lavoro saccense fu un
esempio, così come lo era stato il Comitato Antifascista di Sambuca in Sicilia,
per i nascenti sindacati e sindacalisti che purtroppo avranno un futuro pieno
di lacrime e ingiustizie.
Uomini come Miraglia e Domenico Cuffaro (presidente del
Comitato Antifascista di Sambuca e futuro dirigente della Camera del Lavoro
saccense) crearono i presupposti del risveglio del popolo siciliano, le loro
lotte ebbero eco in tutta la provincia se non oltre.
Uno dei progetti più importanti ideati da Miraglia fu la costituzione
della cooperativa “La
Madre Terra”. Nacque il 5 novembre 1944 ed oggi è un’importantissima realtà che conta oltre
mille associati con una superficie di quasi tremila ettari coltivata a ulivi e più di
200 000 piante nel territorio di Sciacca.
Non approfittò mai della sua posizione, l'ultimo incarico fu
quello di presidente dell'ospedale di Sciacca ed anche lì seppe agire in
maniera indimenticabile. I medici, le suore e gli infermieri, la sera del suo
assassinio, ricambiarono l'affetto permettendo alle sue spoglie di rimanere
intatte per quattro giorni. Le veglie funebri furono due, una organizzata
presso l'ospedale, l'altra presso la sede della Camera del lavoro.
Alla base del monumento dedicatogli dal popolo di Sciacca,
ideato dal noto pittore e scultore Filippo Prestia, vi è una scritta di
Miraglia che richiama questo valore della fratellanza che tanti nella società
odierna non considerano affatto, in quanto non rappresenta più un ideale
raggiungibile in una società dominata dall'individualismo. La frase, riportata
in un lavoro del nipote di Miraglia, dice: «Io non impreco e non chiedo alcuna
punizione. Io che ho tanto amato la vita, chiedo ad essa di vedere pentiti
coloro che ci hanno fatto del male».
“Come tutti gli anni saremo a Sciacca – dice Massimo
Raso, segretario della CGIL Agrigentina – per onorare la memoria di uno
dei dirigenti sindacali più importanti di quella straordinaria stagione di
lotte sindacali che ha visto cadere, sotto il piombo della mafia degli agrari,
altri 42 sindacalisti.
Accursio Miraglia è stato un valoroso dirigente di quel
Movimento ed ancora i suoi compagni e la sua famiglia attendono giustizia,
malgrado fossero evidenti da subito le colpevoli omissioni, le coperture e i
depistaggi degli appartati dello Stato e della Magistratura.
Vincenzo
Maria D’Ascanio.
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