mercoledì 22 maggio 2019

(22 Maggio 1988) Muore a Roma Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano


(22 Maggio 1988) Muore a Roma Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano, il partito di destra nato nel dicembre 1946 dalle ceneri del partito fascista. Negli anni ’40, Almirante collabora con la rivista “La difesa della razza,” dove si alimentavano sentimenti antisemiti che avrebbero contribuito a determinare l’olocausto. Durante la guerra, Almirante è arruolato in Africa e, dopo l’armistizio, partecipa alla Repubblica di Salò.

Il 26 dicembre 1946 è tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano. È eletto deputato nel 1948 e lo sarà interrottamente per 10 legislature. Nel 1987, a causa delle sue condizioni di salute, Almirante è costretto ad abbandonare la segreteria del partito, affidandola al suo delfino Gianfranco Fini. La morte di Almirante segue di un giorno quella del suo storico compagno di partito Pino Romualdi, reduce anche lui dalla Repubblica di Salò. Per i due leader missini si svolgono esequie comuni a Roma e Piazza Navona.

Giorgio Almirante apparteneva a una famiglia di origine aristocratica molisana: gli Almirante erano stati dal 1691 duchi di Cerza Piccola (Cercepiccola). Studiò a Torino e qui fece parte del GUF, più tardi divenne redattore del “Tevere,” giornale fascista. Il “Tevere” nacque per sostituire un altro giornale, il “Corriere Italiano”, chiuso in seguito all’arresto del suo direttore Filippo Filippelli, (implicato nel sequestro Matteotti, avendo fornito agli assassini la Lancia Lambda con cui il deputato fu rapito e dunque ucciso). Mussolini stesso chiamò Interlandi con l'ordine di creare un nuovo giornale fascista, più battagliero rispetto al quotidiano ufficiale, Il Popolo d'Italia, e capace di piacere ai fascisti intransigenti vicini a Farinacci.

Almirante, immediatamente fascista entusiasta, durante la guerra fu corrispondente dalla Libia, dunque fu chiamato a collaborare nella Repubblica di Salò. Dopo la guerra divenne membro del MSI. Alla successione del sempre odiato Michelini si aprì il dibattito su chi dovesse succedergli. Si fece l'ipotesi di Giovanni Roberti, leader della Cisnal, ma prevalsero i sostenitori di Almirante che tornò nel 1969 al vertice del partito. A far prevalere la candidatura di Almirante fu il fatto che, pur essendo malvisto all'interno della nuova corrente maggioritaria di Michelini, egli non aveva mai rinunciato a essere il punto di riferimento della base più movimentista ed antisistema.

A seguito della sua elezione alla segreteria rientrarono nel partito parte dei dissidenti del "Centro Studi Ordine Nuovo" guidati da Pino Rauti. Almirante, dopo gli anni d’immobilismo della segreteria Michelini, operò immediatamente un riassetto organizzativo e ideologico che fu definito come la "politica del doppiopetto", restando sempre in bilico tra le rivendicazioni dell'eredità fascista e l'apertura al sistema politico italiano.

Nel 1983 fu ricevuto per la prima volta dal presidente del consiglio incaricato, il segretario PSI Bettino Craxi, in forma ufficiale nel suo giro di consultazioni per la formazione del nuovo governo. Di questo incontro Almirante raccontò poi che Craxi gli aveva espresso la sua contrarietà al perdurare dell'Arco costituzionale e all'emarginazione del MSI.

Il Movimento Sociale sostenne alcuni provvedimenti del Governo Craxi per l'attuazione del decreto-legge per la liberalizzazione del mercato televisivo (che permise l'ascesa e la consolidazione del gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi). Da quel momento in poi, con l'esclusione del Partito comunista italiano, gli altri partiti cominciarono a inviare proprie delegazioni ai congressi del MSI.

Nel giugno del 1984 Almirante sorprese l'intero mondo politico italiano recandosi, insieme con Pino Romualdi, a rendere omaggio alla camera ardente di Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, allestita presso la sede centrale di via delle Botteghe Oscure. Qui si mise in fila insieme con tutti gli altri convenuti finché, notato, fu accolto da Giancarlo Pajetta e accompagnato presso il feretro. Assunta Almirante riferì poi che, alla notizia della morte di Berlinguer, Almirante pianse.

Le sue condizioni di salute lo obbligarono nel 1987 ad abbandonare la segreteria, a favore del suo delfino Gianfranco Fini, già segretario del Fronte della Gioventù. Morì nel 1988: al suo funerale parteciparono diversi esponenti del PCI tra cui Nilde Jotti, allora presidente della Camera.




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