Unione
Sarda
Riforme
e province, prima battaglia nel nuovo Consiglio
Aspro
botta e risposta tra Lai e Tunis
La
revisione dello Statuto e le autonomie locali infiammano il
dibattito
sull'agenda Solinas
Settant'anni
sono molti o pochi a seconda dei punti di vista e delle situazioni: dopo una
vita di lavoro giustificano ampiamente la pensione, ma le leggi invecchiano
seguendo altre regole. Lo Statuto speciale sardo li ha compiuti l'anno scorso,
a ogni legislatura ci si ripromette di riscriverlo ma sta ancora lì. Ora
Christian Solinas ci vuole riprovare, lo ha detto una settimana fa nelle sue
dichiarazioni programmatiche, e allora è inevitabile che il primo vero
dibattito in Consiglio regionale riparta da lì.
Lo
“sconsiglio”. Per esempio secondo Roberto Deriu (Pd) non è il caso di aprire
quel cantiere: «Non si imbarchi nella revisione dello Statuto», dice al governatore, «la cui longevità può essere letta come prova di adattabilità». Lo «sconsiglio»
dell'esponente dem nasce dal timore che il passaggio dell'eventuale riforma nel Parlamento italiano comporti una restrizione, anziché un ampliamento,
dei poteri locali, per via dei «ripetuti assalti del centralismo».
Invece
la proposta Solinas raccoglie il via libera della Lega, ed è significativo
perché arriva da Pierluigi Saiu, presidente della commissione Autonomia che si
occuperà, guarda caso, delle riforme. «Prima ancora che l'età dello Statuto -
dice - è il suo sostanziale logoramento a imporre una revisione». Che punti a
«una nuova autonomia fondata sulla sovranità del nostro popolo, e apra il
percorso verso una riforma in senso federale dello Stato».
Ci si
divide anche sullo strumento per riscrivere lo Statuto («non siamo
necessariamente contrari alla Costituente proposta dal governatore - spiega dal
Pd Valter Piscedda - ma bisogna discuterne»). Roberto Li Gioi (5Stelle) reclama «la
riforma degli enti e agenzie regionali, comode poltrone da assegnare a seconda degli esiti elettorali». E poi si parla molto del riordino degli enti locali: tra l'altro in
maggioranza i Riformatori restano contrari all'idea, ventilata da Solinas, di
restituire un ruolo di rilievo alle Province, come ricorda Aldo Salaris. «Ma su questo
- aggiunge, conciliante - siamo
pronti a confrontarci».
A
parole, in realtà, chi non si apre al confronto? Neppure gli oppositori, e
infatti - per tornare ai Cinquestelle - c'è la garanzia di essere «al fianco
del presidente se porterà avanti soluzioni condivisibili». Ma «nel suo
programma non c'è abbastanza per i giovani», osserva Elena Fancello, mentre
Carla Cuccu trova carente la parte per la famiglia.
Le azioni
di governo. È la leghista Annalisa Mele a ribadire la volontà di cambiare rotta
sulla sanità, dopo «la dissennata opera degli anni passati che ha portato a una
riduzione dei servizi. Dal governo dovremo rivendicare più libertà su spesa e modelli
organizzativi». Nico Mundula (Fratelli d'Italia) definisce «un fallimento la gestione del Piano di sviluppo rurale». Stefano Schirru (Psd'Az) parla
di urbanistica ma senza iscriversi
al partito del cemento: «La Sardegna ha più case che abitanti, impensabile costruirne di
nuove. Meglio una politica di restauro secondo gli schemi della bioarchitettura».
Propositi
che non convincono la minoranza: è di Eugenio Lai l'intervento più duro con
Solinas, «troppa confusione, troppe proposte fumose. E manca del tutto il
problema energetico: frasi generiche sulle fonti alternative ma nessuna
soluzione pratica». Gli risponde, altrettanto duramente, Stefano Tunis (Sardegna 20Venti): «Suggerisco prudenza al centrosinistra, che ha governato cinque anni senza intervenire sulle questioni cruciali
dell'economia e anzi cianciando di una crescita che il popolo sardo non ha percepito».
Rapide
schermaglie, in un confronto in realtà assai pacato nei toni. Forse si
inaspriranno domani, alla ripresa del dibattito, quando parleranno anche i
capigruppo e replicherà Solinas. A quel punto le danze rituali di inizio
quinquennio saranno ultimate, e il Consiglio potrà iniziare a lavorare davvero.
Giuseppe
Meloni
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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