La
Nuova Sardegna
Sassari,
Nuoro e Cagliari nei primi dieci posti tra le province di tutta Italia. Sanità
al top nell'isola
per cure
e ricettività
di
Claudio Zoccheddu
In
Sardegna si vive bene, lo sanno tutti, grazie a un mix di fattori che fanno
dell'isola un posto tranquillo in cui vale la pena invecchiare. Quello che
invece non tutti sapevano, anche perché è il risultato di un ricerca
recentissima, è che oltre al vivere bene ci sono molte possibilità di stare in
salute. Perlomeno più che nelle altre zone della Penisola, a eccezione del
Trentino Alto Adige. Ma non si tratta della solita solfa legata all'altissima concentrazione
di arzilli centenari che bevono vino rosso e mangiano formaggio fatto in casa.
Questa
volta la palma dell'isola della salute è stata assegnata da una ricerca del
Sole24ore che ha incrociato 12 indicatori legati al mondo della sanità
assegnando un punteggio ad ogni rilevazione.
Risultato: tre delle cinque province sarde hanno raggiunto la top 10 dell'Indice della salute. La città sarda che ha ottenuto il punteggio maggiore è Nuoro,
terza in Italia dopo Bolzano e Pescara, seguita da Sassari, quarta. Al sesto posto c'è la città metropolitana di Cagliari, unica zona
densamente popolata in grado di scalare la classifica in compagnia di Milano e Firenze.
Ma se praticamente
tutte le province dell'isola brillano, anche la Sardegna ha la
sua pecora nera: si tratta di Oristano, 73esima e in evidente ritardo
rispetto a tutte le altre province sarde, compreso il Sud Sardegna
che invece ha strappato un 28esimo posto che comunque la colloca
nella prima metà della graduatoria.
Gli indicatori.
Le rilevazioni sono propedeutiche alla costruzione della classifica che misura
la qualità della vita ma hanno fornito una fotografia ad alta definizione dello
stato di salute della sanità sarda. L'indagine
si è mossa
seguendo e indagando tre filoni: i fenomeni socio-demografici, le malattie croniche e l'accesso ai
servizi sanitari. Dalla prima traccia sono stati ricavati dodici indicatori che hanno fornito i dati necessari all'indagine. Si parte dall'aumento
della speranza di vita, che
misura l'incremento dell'età attesa alla nascita dal 2002 al 2017 dove, però, non figurano province sarde
tra i primi dieci posti ma nemmeno negli ultimi. L'incremento
dell'aspettativa di vita non ha raggiunto picchi significativi.
Stessa
storia per il tasso di mortalità, ovvero il rapporto tra il numero dei decessi durante un periodo di tempo e la quantità della
popolazione media dello stesso periodo, che è stato standardizzato su un campione di 10mila persone e che non ha ottenuto risultati
significativi quando è stato rapportato alle province sarde.
Diverso
il discorso legato a una delle inarrestabili piaghe dei nostri tempi, la morte causata dai tumori. L'indagine
ha misurato il numero di decessi tra il 2012 e il 2016 rapportandolo a un campione di mille
abitanti. E la provincia in cui il cancro miete meno
vittime è Sassari, prima in Italia con "appena" 10,3 morti causate
dai tumori. Anche Nuoro ha ottenuto un ottimo risultato: sesta con 11,9 decessi. Non
si può dire altrettanto di Cagliari che è l'ultima provincia sarda e una delle ultime tra le 107 censite con 18,4 decessi.
La
graduatoria di quelli che sono stati definiti "fenomeni
socio-demografici" si chiude con un altro "successo" per la
sanità sarda: Sassari, infatti, è la città italiana in cui sono morte meno
persone per colpa di infarti miocardici acuti, 1,3 decessi per ogni mille abitanti in un
periodo di tempo compreso tra
il 2012 e il 2016. A seguire, come accaduto nel precedente indicatore, c'è Nuoro all'ottavo posto
con 1,8 decessi causati da infarto.
Malattie
croniche. In questo caso il risultato è sorprendente,
al punto che i più sospettosi potrebbe immaginare che qualcosa non sia andato
nel verso giusto. Oppure, molto più semplicemente, la provincia del Sud Sardegna è una sorta di isola felice dove malattie come il diabete,
l'asma, l'ipertensione e la broncopneumopatia cronica (Bpco) non attaccano. Il Sud Sardegna, è l'area italiana in cui vengono distribuite le minori
quantità di medicinali legati a queste patologie. Per quanto riguarda il
diabete, il Sud Sardegna è seconda solo all'area di Bolzano dove si consumano 23,4
unità minime pro capite contro i 24 della area meno colpita dell'isola. Anche Sassari entra nella top ten dei consumi minimi dei farmaci, con una media di 33,7 unità minime
censite nel 2018.
Ma se
il consumo di medicinali legati al diabete è
basso, quello per l'asma e la Bpco è
addirittura bassissimo con appena 4,3 unità minime all'anno che equivalgono al
consumo minimo registrato in Italia. Stesso identico discorso per l'ipertensione: il Sud Sardegna è la provincia italiana in cui viene utilizzata la minor
quantità di farmaci, ovvero 94,5 unità minime pro capite all'anno. Anche
Sassari entra nella zona alta della classifica, al sesto posto, con 124,5 unità
minime di farmaci consumate in media da ogni paziente nel 2018.
L'accesso
ai servizi. La terza sezione degli indicatori utilizzati per misurare l'indice
della salute mette in evidenza una spaccatura tra le possibilità offerte
dall'isola. Ci sono aree dove trovare un pediatra, ad esempio, è piuttosto semplice ma ce
ne sono altre dove invece è probabile quasi quanto un bel terno al Lotto. Le separazioni in questo caso sono nette, con tanto di
protagonisti seriali. Nella città metropolitana di Cagliari e nella provincia di Nuoro i servizi ospedalieri sono accessibili e
numericamente più che sufficienti. Anche i medici specialisti sono ben distribuiti. Al contrario, nel Sud Sardegna e in provincia di Oristano sono
stati registrati numeri opposti,
servizi insufficienti e medici specialisti introvabili.
L'esempio
arriva dal numero di pediatri disponibili per un campione di mille abitanti di
età compresa tra gli 0 e i 15 anni: a
Cagliari, prima
città in Italia, sono 4,9. A Nuoro, ottava città in Italia, sono 2,7. Nel Sud Sardegna, 104esima su 107,
i pediatri sono appena 1,3. Anche il
conteggio dei professionisti che si occupano di medicina generale mette in
evidenza lo stesso problema.
Nuoro e Cagliari sono, rispettivamente,
prima (1,4 medici ogni mille abitanti) e quarta (1,3) mentre il Sud Sardegna e Oristano
abitano i quartieri bassi e hanno a disposizione 0,7 e 0,6 medici ogni mille abitanti. E si fatica anche a trovare un geriatra dato che entrambe le
province ne hanno a disposizione
uno ogni 10mila abitanti mentre Cagliari ne conta uno ogni 5mila residenti. Il capoluogo, poi,
è terzo nella la classifica dei posti letto ogni mille abitanti: 5,6 contro l'1,6 del Sud Sardegna.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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