(02 Giugno 1954) Joseph
McCarthy denuncia un’infiltrazione comunista anche nella Cia. È uno degli ultimi atti
dell’ambizioso senatore dello stato americano del Wisconsin, protagonista di
una delle pagine più oscure della recente storia americana. Il
Maccartismo, che da lui prende il nome, rappresenta il momento di più
esasperato anticomunismo del secondo dopoguerra, caratterizzato dalla
cosiddetta “caccia alle streghe”, nel corso della quale vengono compiute “purghe” politiche a
ogni livello e in ogni campo. Ma a partire dai primi mesi del 1954 il potere di
McCarthy diminuisce fino a quando non viene condannato per “condotta contraria
alle tradizioni del Senato.”
Durante i dieci anni nel
senato, McCarthy divenne famoso per le sue accuse “a ruota libera” di
appartenenza al Partito Comunista degli Stati Uniti d'America o di generiche
simpatie comuniste. Queste accuse furono
quasi sempre rivolte a dipendenti del Governo federale, in particolare a
funzionari del Dipartimento di Stato, ma coinvolsero anche molte altre persone,
tra cui numerosi attori, che furono sospettati di simpatizzare per il Partito
Comunista ed invitate a deporre per qualcosa che non pensavano o non avevano
commesso. Spesso erano invitati a denunciare i loro amici i colleghi, pena la
perdita del loro lavoro. In ragione di queste
pratiche, alcuni diventarono dei delatori, altri arrivano a suicidarsi anche in
seguito all’allontanamento dai propri figli.
L’assunto era semplice:
chi non collaborava era accusato di essere una spia sovietica, oppure
sostenitore dell’ideologia comunista. Le indagini furono condotte da numerosi comitati a livello
federale e statale, ma anche da apposite agenzie investigative private. Joseph
McCarthy divenne il volto più noto di questa intensa tendenza anticomunista e,
di conseguenza, il termine maccartismo finí per individuare sia il periodo
(all’incirca tra il 1950 e il 1955) sia le pratiche, identificate con il
senatore.
L’American Heritage
Dictionary definisce il “McCarthyism” come «la pratica di pubblicizzare accuse
di slealtà politica o sovversione con un insufficiente riguardo per le prove» e
«l’uso di metodi sleali d’investigazione e d’accusa per eliminare gli avversari
politici.» Secondo l’opinione di
gran parte degli storici e di molti suoi contemporanei, McCarthy non era spinto
da una reale preoccupazione per il comunismo, ma manipolò le paure pubbliche
per favorire la propria carriera politica.
Nel mondo del cinema, per esempio, le spie furono numerose. Lo
stesso Walt Disney era una spia dell' Fbi per trent' anni. Dal '54 ebbe il grado di
S.A.C. o Agente Speciale per i Contatti. Disney denunciò decine di
colleghi del cinema, forse di più, per attività sovversive o antiamericane,
rovinandone la vita o la carriera. L’opera clandestina di Disney, in incredibile contrasto col
candore e l'umanità dei suoi personaggi, non fu affatto solitaria. Tra
i suoi compagni eccellenti vi fu Ronald Reagan, inquadrato però nell' Fbi con
un rango inferiore: nel '47, quando il
futuro presidente Usa dirigeva il sindacato degli attori, figurava appena come
un S.T.10 o Fonte T 10, cioè informatore di fiducia.
Un altro collaboratore
famoso fu Elia Kazan, Premio Oscar per i film “Fronte del Porto” e “Barriera
Invisibile.” In gioventù Kazan
aveva simpatizzato per i movimenti comunisti, per questo fu messo dinanzi ad
una scelta. O denunciare presunti simpatizzanti (molte denunce furono fatte
verso attori o registi che nulla avevano a che fare col comunismo) oppure vedere
la propria carriera distrutta (in tanti decisero per quest’eventualità, andando
a lavorare all’estero).decisero
per quest’eventualità, andando a lavorare all’estero).
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