(06 Giugno1985) Vengono
localizzati e riesumati in Brasile i resti del cadavere del criminale di guerra
nazista Josef Mengele, l’ufficiale tedesco delle SS noto per la crudeltà con
cui conduceva esperimenti sui detenuti del campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau. Dopo la fine della
guerra e dopo un periodo di vita trascorso in assoluto incognito in Germania,
Mengele fugge in Sud America, dove trascorre il resto dei suoi giorni
nonostante sia ricercato come criminale di guerra nazista.
Il Mossad, pur non perdendone mai del tutto le tracce, non
riuscirà a catturarlo. Il suo cadavere è stato rintracciato solo nel 1985 e il
test del DNA, effettuato nel 1992 a cura della UNICAMP (Università di Campinas),
ha confermato la sua identità.
Dopo gli studi di medicina orientati sulla morfologia
razziale, nel 1937 divenne assistente di O. Freiherr von Vershuer, specialista
di eugenetica. Nel 1939 Mengele si arruola nell'ispettorato sanitario delle
Waffen-SS, poi destinato (1940-42) all'ufficio per la razza e gli insediamenti
umani, infine sul fronte orientale.
Al rientro, impiegato a Berlino nell'ufficio centrale per la
razza ed impegnato negli studi sulla biologia dei gemelli, Mengele entrò (1943)
nel lager di Auschwitz-Birkenau per approfondire la
sperimentazione su centinaia di migliaia di detenuti ebrei e zingari,
considerati subumani, e in particolare sui gemelli (circa tremila bambini e
adolescenti torturati sino alla morte) e su persone affette da nanismo.
Mengele veniva anche chiamato der weiße Engel (l'angelo
bianco) dai deportati, per l'atteggiamento e per il camice che indossava quando
si apprestava a scegliere le vittime oggetto delle sue ricerche. Più
spesso tuttavia si mostrava crudele, tanto da guadagnarsi l'appellativo di
"angelo della morte"; uccideva senza pietà prigionieri a calci, colpi
di pistola o iniezioni di fenolo.
Disegnò una linea sul muro del blocco dei bambini, alta
circa 150 centimetri, ordinando l'esecuzione nella camera a gas di chi non
raggiungeva tale misura. Quando un capannone venne infestato dal tifo, Mengele decise di
uccidere tutte le 750 deportate che vi risiedevano. Con l'avanzata dell'esercito
sovietico, nel gennaio 1945 Mengele si trasferì a Gross-Rosen (dove fece
esperimenti sui prigionieri russi), poi a Mauthausen, quindi si aggregò a un
ospedale da campo che si spostava verso occidente.
Internato a Weiden in un campo americano, non fu trattenuto
né arrestato, sfuggendo così al processo di Norimberga. Dopo
aver assunto false identità, nel 1949 fu aiutato dalla famiglia a lasciare il
paese, passando attraverso l'Italia: si imbarcò a Genova per Buenos Aires e nell'Argentina
peronista si mise in contatto con i gruppi nazisti espatriati.
Nel momento in cui si sentiva ormai sicuro riacquistando il
suo vero nome, emersero le ricerche che ex internati di Auschwitz avevano
intrapreso: nel 1959 la Germania spiccò un mandato di cattura contro di lui.
Ottenne la cittadinanza in Paraguay e quando nel 1961 scoppiò il caso di K. A.
Eichmann, nascosto in Argentina, Mengele si spostò a San Paolo del Brasile,
assumendo un'altra identità che lo nascose sin dopo la sua morte (1979),
scoperta nel 1985 dopo il test del DNA.
Nessun commento:
Posta un commento