(23 Giugno 1980) E' il 23
giugno quando i Nar uccidono Mario Amato, sostituto procuratore della Repubblica
di Roma. I Nuclei Armati
Rivoluzionari (NAR) sono stati la più letale organizzazione terroristica
italiana d'ispirazione neofascista, nata a Roma e attiva dal 1977 al 1981.
Teorici dello spontaneismo armato nazional-rivoluzionario, i NAR segnarono un punto
di svolta nell'ambito dell'eversione nera, preferendo la totale rottura con i
loro "padri" politici.
Attraverso un disconoscimento del passato golpista e
stragista dei vecchi fascisti (Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, Ordine
Nero, ecc...) e di un allontanamento dalle logiche del neofascismo missino di
sterile contrapposizione ai giovani militanti di sinistra, i
NAR impugnarono (per la prima volta nella destra eversiva) apertamente le armi
contro lo Stato proponendo, altresì, una comunanza di intenti con elementi
della sinistra armata anti-borghese: un'alleanza operativa, cioè, fra gruppi ideologicamente
diversi che, però, avevano come unico denominatore comune la
lotta contro la borghesia capitalista e l'imperialismo sia sovietico che
americano.
Negli anni settanta, la contiguità sia temporale che fisica
tra gli ambienti dell'eversione politica di destra e del comune crimine
organizzato fece sì che, tra le parti in causa, cominciò a farsi strada la
possibilità di ricercare un terreno comune di reciproco beneficio. I
NAR collaborarono con la Banda della Magliana a Roma (il cui leader, Franco
Giuseppucci, aveva dichiarate simpatie per il ventennio), con la banda
Turatello a Milano, e con la Mala del Brenta in Veneto.
Nei primi mesi del 1978, grazie all'ambigua figura di Massimo
Carminati (che ritroveremo nel
recente processo di "Mafia Capitale"), criminale milanese
trasferitosi a Roma, e da sempre divisosi tra la malavita comune e l'eversione
di destra, i NAR presero i primi contatti con alcuni componenti della Banda
della Magliana.
Attraverso la frequentazione del bar Fermi, nella zona di
Ponte Marconi, dove spesso si ritrovavano molti dei componenti della banda, Carminati
entrò in contatto con i boss Danilo Abbruciati e Franco Giuseppucci, ed iniziò
ad affidare loro i proventi di alcune rapine di autofinanziamento effettuate
dai NAR, in modo da poter
riciclare il denaro in altre attività illecite quali l'usura o lo spaccio di
droga. Come sappiamo, per il riciclaggio, la Banda della Magliana poteva
contare sul Banco Ambrosiano (gestito dal poi suidato Calvi) e dello IOR,
guidato dallo spregiudulicato Marcinkus (tuttavia su questo punto le opinioni
non sempre sono condivise).
Durante questo periodo,
Carminati ottenne addirittura il controllo congiunto, per conto dei NAR, del
deposito segreto di armi della Banda, nascosto negli scantinati del Ministero
della Sanità, all'EUR. La sua scoperta, il 25
novembre 1981, portò all'arresto di due dipendenti ministeriali, Alvaro Pompili
e Biagio Alesse legati alla Banda.
Anche per diretta ammissione di pentiti quali Claudio
Sicilia e Maurizio Abbatino, in regime di reciproco scambio di favori, la
stessa Banda, usava di tanto in tanto commissionare ai giovani fascisti lavori
di manovalanza come riscossione di crediti dell'usura, trasporto di
quantitativi di droga oltre che esecuzioni su commissione, come nel caso del
tabaccaio romano Teodoro Pugliese, ucciso da Carminati (con ad Alibrandi e Claudio
Bracci) con tre colpi di pistola calibro 7,65, perché d'intralcio nel traffico
di stupefacenti gestito da Giuseppucci.
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