giovedì 13 giugno 2019

Pensioni ai consiglieri, è scontro aperto sulla nuova legge.


L’Unione Sarda

IL CASO. La norma presentata ai capigruppo. Pensioni ai consiglieri, è scontro aperto sulla nuova legge. Pais: «È un obbligo». Riformatori contrari. Protestano Zedda (Pd) e Manca (M5S)

La bozza della legge è stata illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais e la prossima settimana arriverà in Commissione Bilancio per la discussione. Tecnicamente riguarda “Norme in materia di indennità differita”, in pratica si tratta di pensioni dei consiglieri. «È un obbligo di legge, tagliamo i vitalizi», chiarisce il capo dell'assemblea legislativa. «È una spesa in più di chi pensa solo ai privilegi», attacca l'ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Il nodo è lo stanziamento di 5.749.920 euro (1.149.948 all'anno) che il Consiglio spenderà per cinque anni per integrare i contributi che ognuno dei 60 onorevoli verserà per la pensione al compimento dei 65 anni.

L'attacco di Zedda. Il primo a polemizzare è Massimo Zedda. «La prima proposta di legge della maggioranza leghista e sardista riguarda il ripristino, comunque lo si voglia giustificare e definire, degli assegni vitalizi da riconoscere ai consiglieri regionali, illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio regionale. Non la continuità territoriale, non la vertenza latte, non il porto canale di Cagliari, ma dopo tre mesi la prima legge è per le pensioni dei consiglieri regionali», polemizza l'ex sindaco di Cagliari.

La replica di Pais. «Nessun euro in più ai consiglieri regionali», replica Pais. «La legislazione statale impone che anche il Consiglio regionale della Sardegna approvi entro il 30 giugno la legge che riaffermi il principio di diritto in base al quale qualunque lavoratore, e quindi anche il politico, debba ricevere un trattamento previdenziale in funzione a quanto versato. L'applicazione di tale principio contributivo porta alla riduzione dei vitalizi, finora sganciati da quanto effettivamente versato e che grazie a tale provvedimento verranno anche drasticamente ridotti». Zedda ribatte: «Pais tenta di fare passare il concetto che non si spende un euro di soldi pubblici in più invece il provvedimento costerà quasi sei milioni nel corso della legislatura a tutti i sardi. Quindi il presidente o è scarso in matematica o ha problemi con la verità».

L'ira del Movimento. Per il Movimento 5Stelle, la legge è «una truffa, una balla, una vergogna ed un insulto ai cittadini perché fa finta di tagliare i vitalizi ma in realtà ne introduce di nuovi», polemizza la capogruppo Desirè Manca. «Forza Italia e Lega vogliono introdurre la cosiddetta “indennità differita” alla Regione. In pratica stanno solo cercando di regalarsi una bella pensione, alla faccia dei cittadini sardi e dei loro sacrifici. Noi questa legge non la voteremo».

Riformatori contrari «Massimo Zedda e la sinistra si ergono oggi a paladini dell'etica, contro i privilegi della casta, ma dimenticano che quando ne hanno avuto l'opportunità si sono messi di traverso davanti ai referendum che volevano abolire ogni forma di privilegio. E oggi sono in prima linea sul fronte che vuole ridare linfa alle Province», è l'opinione di Michele Cossa, capogruppo dei Riformatori, che non ha firmato la proposta di legge. «Per fortuna non tutti hanno la memoria corta e il 2012 non è poi così lontano per ricordare come quella stessa sinistra si mise di traverso. Un riconoscimento a posteriori dell'impegno dei Riformatori, che lascia comunque l'amaro in bocca».

Fabio Manca

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Federico Marini
skype: federico1970ca



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