«Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando
a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo, che lavora
nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì
o per un no… » (Primo Levi, primi versi della poesia "Shemà" epigrafe
in "Se questo è un uomo")
(31 Luglio 1919) Nasce a Torino Primo Levi,
scrittore tra i più importanti della letteratura mondiale, testimone del dramma
della persecuzione razziale di cui e’ stato vittima. Nel 1934 Primo Levi si iscrive Liceo D'Azeglio di Torino, istituto noto
per aver ospitato docenti illustri e oppositori del fascismo. Si dimostra un
eccellente studente, uno dei migliori, grazie alla sua mente lucida e razionale.
A questo si aggiunga, come poi dimostreranno i suoi libri, una fantasia fervida
e una grande capacità immaginativa, tutte doti che gli permettono di brillare
sia nella materie scientifiche che letterarie. In prima Liceo, fra l'altro, ha
per qualche mese come professore d'italiano nientemeno che Cesare
Pavese.
E' comunque già evidente in Levi la
predilezione per la chimica e la biologia, le materie del suo futuro
professionale. Dopo il Liceo si iscriverà alla Facoltà di Scienze nella locale Università
e si laurea con lode nel 1941. Un piccolo particolare macchia però
quell'attestato, esso infatti riporta la dicitura "Primo Levi, di razza ebraica". Levi al proposito
commenta: " le leggi razziali furono provvidenziali per me, ma anche per
gli altri: costituirono la dimostrazione per assurdo della stupidità del
fascismo. Si era ormai dimenticato il volto criminale del fascismo (quello del
delitto Matteotti per
intenderci); rimaneva da vederne quello sciocco."
Le leggi razziali ebbero un determinante
influsso indiretto sul suo percorso universitario ed intellettuale. «Nella mia
famiglia si accettava, con qualche insofferenza, il fascismo. Mio padre si era
iscritto al partito di malavoglia ma si era pur messo la camicia nera. Ed io
fui balilla e poi avanguardista. Potrei dire che le leggi razziali restituirono
a me, come ad altri, il libero arbitrio.» Le leggi razziali precludevano
l'accesso allo studio universitario agli ebrei, ma concedevano di terminare gli
studi a quelli che li avessero già intrapresi.
Nel 1943 entra in contatto con un gruppo
di partigiani operante in Val d'Aosta, ma nel dicembre dello stesso anno, è
arrestato dalla milizia fascista. Il 22 febbraio 1944,
Levi ed altri 650 ebrei, donne e uomini, vennero stipati su un treno merci (oltre
50 persone in ogni vagone) e destinati al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia. Levi fu qui registrato
(con il numero 174.517) e subito condotto al campo di Buna-Monowitz, allora
conosciuto come Auschwitz III, dove rimase fino alla liberazione da parte
dell'Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945. Fu uno dei venti sopravvissuti dei 650 ebrei italiani arrivati con
lui al campo.
Il suo romanzo "Se questo è un uomo", racconta le tragiche
esperienze nel lager di sterminio. Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai
campi di concentramento e, quale testimone di tante orrende assurdità , sente
il dovere civile di raccontare quanto aveva avuto la sfortuna di sperimentare
sulla propria pelle. Dopo "Se questo è un uomo", (diventato un
classico della letteratura mondiale) pubblica "La tregua" che vince la prima
edizione del Premio Campiello. Nel 1986 pubblica "I sommersi e i salvati."
Fu trovato morto nell'aprile 1987 alla
base della tromba delle scale della sua casa di Torino, in corso re
Umberto 75, a seguito di una caduta: rimane il dubbio se la caduta, che ne ha
provocato la morte, sia dovuta a cause accidentali o se sia stato un suicidio. Secondo
alcuni, il pensiero ed il ricordo del lager avrebbero, continuato a tormentare
Levi anche decenni dopo la liberazione, sicché egli sarebbe in un qualche modo una vittima ritardata della
detenzione ad Auschwitz. Il suicidio di Levi rimane comunque un'ipotesi contestata da molti,
poiché lo scrittore non aveva dimostrato in alcun modo l'intenzione di
uccidersi e anzi aveva dei piani in corso per l'immediato futuro. Le spoglie dello scrittore riposano presso il campo
israelitico del Cimitero monumentale di Torino.
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