Più affonda le sue radici nel territorio e più il politico
locale diventa uomo di potere. Quando intreccia le
radici con le radici di altri uomini di potere nasce il gruppo di potere. In
realtà, la metafora “verde” è stupida. L’uomo di potere è un cancro per il
territorio e il gruppo di potere è la sua metastasi, una via obbligata e senza
uscite.
Gruppo di potere. Solo uomini, le donne non sono
ammesse. Uomini al governo locale da dieci, venti, trent’anni: è il tempo che
serve alle radici per approfondirsi, se non in presenza di ascendenti che hanno
già frequentato i municipi e preparato il terreno ai rampolli giovani. Non
contano nulla colore e ideologia. Non contano istruzione e
competenze. Conta molto essere in maggioranza. Poi, compiuta l’ascesa, è tollerabile
passare in minoranza. In maggioranza si
accumulano crediti: spingere la nomina per un ufficio, dare gambe a una pratica
che non cammina, affidare un lavoro in più del giustificabile, chiudere un
occhio su un servizio malfatto. In minoranza si esigono i crediti e si vive di
rendita.
L’uomo di potere
accentra, è capace, sfrutta con talento le circostanze. Ma non crescerebbe se non
incontrasse consimili impegnati nella stessa gara, che oggi danno qualcosa e
rinunciano al proprio perché domani prenderanno e saranno gli altri a
rinunciare. Il gruppo di potere matura così: la regola è nota e accettata.
Perciò lasciano il tempo che trovano gli insulti in virgolettato e a mezzo
stampa. Sono capaci di dirsene di tutti i colori, in faccia e alle spalle. Ma
quando serve eccoli di nuovo insieme, rossi e neri, maggioranza e minoranza, a
difendere l’interesse comune: il potere.
Chi è dentro non può uscirne: si tengono per le palle a
vicenda. Chi stringe più forte è il più potente. È anche quello che appare di
meno. Analfabeti dei social, maestri degli appalti. L’opera
pubblica è la causa e l’effetto del gruppo di potere. Smuovere soldi, soddisfare aziende,
aprire cantieri. Chiuderli è un altro discorso. Un altro discorso ancora è
trasformare quelle opere pubbliche in sviluppo. Chimere, se manca il disegno
totale. Intanto, il gruppo di potere prospera. Tra mal di pancia e favori da
rendere, ma prospera. La politica fatta in questo modo non cambia niente. È
potere per il potere. È malattia profonda: delle coscienze e del territorio
Di
Maurizio Onnis
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