venerdì 2 agosto 2019

02 Agosto 1980. La strage di Bologna


"Siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia". (Sandro Pertini)

(02 agosto 1980) Bologna. Alle 10:25, esplode una bomba col timer nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione. L’ordigno esplode causando la morte di ottantacinque persone e il ferimento di altre duecento. In seguito si appurerà che l'ordigno fu realizzato con 23 kg di esplosivo composto da una miscela di 5 chili di tritolo e T4 potenziata da 18 kg nitroglicerina a uso civile; un esplosivo di fabbricazione militare collocato in una valigia, poi sistemata su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala Ovest che crolla: l'onda d'urto investe anche il treno Ancona -Chiasso in sosta sul primo binario.

Molti cittadini prestano soccorso alle vittime contribuendo ad estrarre le persone sepolte dalle macerie. Per il gran numero di feriti il trasporto verso gli ospedali fu effettuato anche usando auto private, taxi e autobus (in particolare quello della linea 37, che insieme all'orologio fermo alle 10.25 diventa uno dei simboli della strage).

Imponenti le manifestazioni di sdegno da parte della popolazione, con accese proteste nei confronti dei rappresentanti del governo presenti il 6 agosto ai funerali delle vittime nella Basilica di San Petronio. Gli unici applausi furono rivolti a Sandro Pertini arrivato in elicottero a Bologna il giorno stesso della strage alle; il presidente della Repubblica in lacrime disse ai giornalisti: "Siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".

Le indagini si indirizzarono quasi subito sulla pista neofascista, ma dopo un travagliato iter giudiziario e numerosi depistaggi (per cui furono condannati Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza), la sentenza finale del 1995 condannò Valerio Fioravanti e la Mambro «come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l'attentato di Bologna» e per aver «fatto parte del gruppo che sicuramente quell'atto aveva organizzato», mentre nel 2007 si aggiunse anche la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca dei fatti.

Gli ipotetici mandanti sono rimasti sconosciuti, ma furono rilevati collegamenti con la criminalità organizzata ed i servizi segreti deviati, un'ombra nera su tutte le stragi avvenute in Italia durante il periodo ribattezzato "Strategia della tensione" (con questo termine, si vuole indicare una strategia stragista operata da poteri occulti presenti anche all’interno dello Stato, volta ad indirizzare lo stesso Stato verso forme di governo autoritarie). In una fase dell'iter giudiziario, Cossiga chiese che dalla stele fosse tolta la frase che imputava ai fascisti la strage. I bolognesi si opposero, e la richiesta del Presidente della Repubblica restò inascoltata.

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