Quindi da ieri c’è in Italia una legge secondo la quale, se
il ministro dell’interno ritiene (così, a sentimento, senza un’ indagine, senza
sapere chi c’è a bordo e senza bisogno di prove) che una nave caricando
naufraghi abbia violato le norme sull’immigrazione clandestina, può impedirle
l’ingresso nelle acque territoriali italiane e può impedirle di attraccare in
un porto.
A quel punto, se il comandante forza il blocco perché una
nave, prima o poi, a terra deve tornare, il comandante sarà
arrestato, la nave confiscata, la
sanzione potrà raggiungere il milione di euro. Salvare vite in mare è diventato pericolosissimo
per la propria libertà e proibitivo sul piano economico.
Allo stesso tempo, molto
pericoloso è diventato partecipare ad una manifestazione, fare resistenza
passiva, anche non violenta, occupando uno spazio pubblico come per esempio una strada o una piazza,
manifestare il proprio dissenso davanti ad un “pubblico ufficiale o un corpo
politico e amministrativo dello stato”.
A scanso di equivoci è stata eliminata pure la possibilità
che, nei processi che ne seguiranno, la resistenza sia valutabile come “di
lieve entità”. Ecco! Come si chiama quel grillino che ha detto di aver votato
si perché “la politica è sangue e merda”? No, non è la politica che
è merda. Sei tu che la fai diventare tale.
Di
Lucia Chessa
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