Sabato
dalle ore 21:00 alle 23:30
Casa Saddi, Via Enrico Toti alle
23:30
Casa Saddi 24, Pirri, Sardegna
Teatro d’Autore
Direzione artistica Rita Atzeri
12 ottobre – 28 dicembre 2019, Cagliari
Quella di “Teatro d’Autore” è una rassegna storica de Il crogiuolo, pensata da Mario Faticoni già agli esordi de Il crogiuolo, per la programmazione del glorioso Teatro dell’Arco, che citiamo non a caso e a breve ne capirete il motivo.
Direzione artistica Rita Atzeri
12 ottobre – 28 dicembre 2019, Cagliari
Quella di “Teatro d’Autore” è una rassegna storica de Il crogiuolo, pensata da Mario Faticoni già agli esordi de Il crogiuolo, per la programmazione del glorioso Teatro dell’Arco, che citiamo non a caso e a breve ne capirete il motivo.
Teatro d’Autore, nasce per rendere omaggio al protagonismo artistico di quelli interpreti che oltre ad essere attori o registi di razza, sono anche autori dell’opera che portano in scena. Il Teatro d’Autore è la cornice di un’urgenza narrativa del nostro contemporaneo.
La rassegna si svolgerà a Cagliari, ma non in un solo luogo deputato, sarà una rassegna itinerante in diversi luoghi cittadini, questa volta non una scelta narrativa ma una scelta obbligata dall’attuale situazione del centro culturale La Vetreria a Pirri. E qui il parallelo con il Teatro dell’Arco.
Lo storico spazio di via portoscalas
è chiuso dal 2001, iniziarono dei lavori di ristrutturazione mai terminati per
mancanza di fondi. Sono stati fatti due bandi pubblici per la gestione e
l’ultimazione dei lavori stessi, ma questi, non rispecchiando minimamente una
conoscenza del settore teatrale, sono stati disertati da professionisti ed
incautamente accolti da imprenditori che poi hanno dovuto gettare la spugna.
La città di Cagliari ridonda di spazi chiusi e non agibili. Molti di questi sono di proprietà del comune, che pure al suo interno dovrebbe avere le competenze per prevenire il crearsi di situazioni che portino alla morte dei luoghi.
Ci auguriamo cha la sorte del centro culturale La Vetreria, individuato come a vocazione teatrale per stessa delibera comunale, non debba essere questa e diamo piena disponibilità alla cittadinanza, al pubblico di Vetreria, a lavorare per evitare che ciò accada, a prescindere dalla nostra futura presenza o meno nello spazio.
Protagonisti di questa nostra stagione saranno dunque altri spazi, sempre a Pirri Casa Saddi, che ospita proprio lo spettacolo d’apertura della stagione, con appuntamenti tra ottobre e dicembre del 2019, poi Villa Vivaldi Pasqua, per il cui utilizzo ringraziamo la famiglia Cao – Cillocco, il TOff, l’Arco Studio e la Galleria Comunale d’Arte di Cagliari.
Il
cartellone
Ma veniamo alla programmazione che si
compone interamente di ospitalità nazionali e regionali, una scelta dettata dal
forte impegno produttivo della compagnia in lavori che vedranno il debutto
entro l’anno. Novità assoluta l’impegno nella realizzazione di uno spettacolo
in residenza, a distanza di quasi un decennio dall’operazione con Maria Paiato
e Pierpaolo Sepe per “L’Erodiade” di Giovanni Testori, prodotta dopo il primo
studio siglato Il crogiuolo, dall’Eliseo di Roma ed i seminari proposti dagli
artisti di fuori.
Primo appuntamento il 12 ottobre, ore 21 a Casa Saddi, via Enrico Toti 24, Pirri, con la prima regionale di “CARILLON” di Andrea Fazzari e Simone Schinocca, con Andrea Fazzari, regia Simone
Primo appuntamento il 12 ottobre, ore 21 a Casa Saddi, via Enrico Toti 24, Pirri, con la prima regionale di “CARILLON” di Andrea Fazzari e Simone Schinocca, con Andrea Fazzari, regia Simone
Schinocca,
produzione Tedacà
Cosa significa desiderare nelle parole di chi vive situazioni al limite. Lo spettacolo racconta la storia di un uomo che affronta un lungo viaggio a piedi per tornare dalla propria famiglia, dopo aver vissuto un’imprecisata situazione di orrore.
Cosa significa desiderare nelle parole di chi vive situazioni al limite. Lo spettacolo racconta la storia di un uomo che affronta un lungo viaggio a piedi per tornare dalla propria famiglia, dopo aver vissuto un’imprecisata situazione di orrore.
Carillon racconta la storia di diversi personaggi. C’è la nonna che sogna cose che poi si avverano. C’è il nonno, ineguagliabile brontolone che non crede alle parole della nonna. C’è Tizio che, scappato dall’orrore, sta tornando a casa con un lungo viaggio. A piedi. E fischietta in quel modo così caratteristico, alla stessa maniera di suo padre, e davanti a ogni ostacolo ripete la frase: “Quanto vorrei che Dio esistesse”.
E parla con le persone, con la natura
e con le cose, forse perché anche lui ha dei poteri magici, oppure perché ha
perso la testa durante il viaggio, o magari perché tutti potremmo parlare con
le persone, la natura e le cose, se solo ci provassimo. Carillon è una favola
con una drammaturgia originale, nata da interviste a persone che hanno
affrontato percorsi al limite dell’esistenza, uomini e donne che hanno donato
al testo parole, sguardi, silenzi e desideri. Le loro storie hanno dato a Tizio
il coraggio per affrontare il suo viaggio, in bilico fra la fantasia
dell’immaginazione e il cinismo della realtà.
Carillon oscilla fra la dimensione onirica e reale, possiede elementi narrativi caratteristici delle favole, come la presenza di oggetti magici, ma si basa su interviste a persone che hanno affrontato momenti concreti di difficoltà, quali situazioni di precarietà, malattia, pregiudizio a causa della provenienza geografica o dell’identità di genere, o che hanno scelto di votare la propria esistenza a un ideale etico e spirituale.
Villa Verde, grazie alla collaborazione con il Consorzio Due Giare, nel suo , spazio MTB, sarà invece sede della residenza artistica della compagnia Tedacà di Torino, che durante questa permanenza sarda dall’11 al 20 ottobre, porterà avanti una parte di prove de “Sotto lo sguardo delle mosche”, il cui debutto in prima nazionale avverrà allo Stabile di Torino.
Una restituzione della compagnia alla comunità locale avverrà in data 19 ottobre, ore 19, a Villa Verde appunto, dove “SOTTO LO SGUARDO DELLE MOSCHE” (Sous le Regard des Mouches) di M. M. Bouchard, traduzione Valentina Aicardi, con Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Elio D’Alessandro, Antonella Delli Gatti, Andrea Fazzari, Fabio Marchisio, regia Simone Schinocca, andrà in scena sotto forma di primo studio
Vincent torna nella casa natale con l’intenzione di presentare Dolcezza, la sua nuova fidanzata, ai propri familiari. Il giovane è consapevole che non si tratta di un ritorno semplice: ha da poco lasciato quella casa e lo strascico della sua presenza è ancora fresco.
Così tornano alla luce le dinamiche
relazionali che scandivano la sua vita precedente: l’apprensività di una madre
perennemente preoccupata per qualcosa, il dispotismo rozzo e goliardico del
cugino, perennemente in disaccordo con tutti. Così come emergono nel
protagonista anche i segni di un malessere non ben precisato che si manifesta
in forti mal di pancia.
Davanti a tutto questo, Dolcezza
sembra una spettatrice passiva, le relazioni fra i personaggi della casa si
materializza davanti ai suoi occhi, come una quotidianità che torna a ripetersi
dopo essere stata interrotta, come un carillon che propone sempre la stessa
melodia e aveva bisogno solamente di essere aperto per riprendere a suonare,
continuando a proporre la melodia di sempre. In questo contesto la ragazza
comprende gradualmente quanto l’amore che Vincent prova per lei sia l’unica
ancora di salvezza da quel pantano familiare che rischia nuovamente di
risucchiarlo.
Sous le Regard des Mouches (Sotto lo sguardo delle mosche) è la storia di una famiglia dove il fascino per la morte e il desiderio di sopravvivenza hanno come sfondo la noia. Le dinamiche familiari sono descritte dall’autore con una visione cinica, punzecchiata da un’ironia a volte liberatoria e spesso tagliente.
“Lo spettacolo morboso si offre a noi con una spudoratezza sempre più insopportabile. Il confine tra la denuncia e la valorizzazione è sottile. Il nuovo tribalismo virtuale non ha niente di rassicurante: “autopsie in diretta, crimini in diretta, scontri automobilistici in diretta, condanne a morte in diretta.” I mercanti di morte fanno profitti.
Michel Marc Bouchard
Il 9 novembre, ore 21, ci si sposta al TOff via Narario Sauro, dove andrà in scena “VOGLIO FARVI PIANGERE” di e con Elio Turno Arthemalle, produzione Teatro Impossibile.
La pièce racconta il male di vivere e l’alienazione della società contemporanea attraverso lo sguardo di un uomo disincantato e ormai consapevole del proprio fallimento e della fine delle sue ambizioni e dei sogni d’artista in un mondo insensibile alla bellezza e affronta il tema della solitudine e della crisi della famiglia, con il coinvolgimento diretto del pubblico e la rottura della “quarta parete”. Il protagonista si rivolge direttamente agli spettatori per formulare un ultimo desolato appello – una provocazione intellettuale e artistica – quasi un simbolico “grido”, una richiesta d’auto, ovvero una sfida prima di scomparire nell’ombra e di cedere alla disperazione, rassegnandosi all’inevitabile destino – del resto, si sa, nemo propheta in patria.
Un’opera in nero intrisa d’umorismo e amarezza per un grottesco affresco della civiltà dell’apparire, in cui la chiave del successo non risiede nella bravura e neppure nel talento ma nell’abilità di sedurre le masse e conquistare e conservare la popolarità: raramente i due aspetti coincidono e l’artista deve suscitare simpatia, o almeno – come sembrerebbe emergere da una sorta di paradossale “auto da fé”, una (s)confessione in pubblico – destare pietà. Raffinato e poliedrico interprete, Elio Turno Arthemalle si affida al suo talento istrionico non disgiunto dall’innegabile e nota vis comica che qui declina nel grottesco, per dar voce a figure di emarginati, vittime in primis di antiche e nobili aspirazioni oltre che di un’esasperata sensibilità – ridotti in una condizione estrema quasi ai confini con la follia.
Sarà invece la Galleria Comunale d’Arte di Cagliari, il 24 novembre, ore 18, ad ospitare
“Istòs”, testo Virginia Garau, regia Maria Assunta Calvisi, con Rossella Faa, Giulia Giglio, Daniela Melis, Massimo Perra, Carmen Porcu, produzione Effimero Meraviglioso – Tragodia Teatro
L’iniziativa performativa vuole essere un omaggio al mondo della tessitura ed in particolare a Maria Lai. L’operazione può collegarsi idealmente alla mostra “Opera Sola” dalla Galleria allestita per celebrare la figura della grande artista di Ulassai e si potrebbe configurare come una sua appendice.
La manifestazione proposta si ispira alla leggenda riportata da Salvatore Cambosu nel suo libro “Miele amaro” dal titolo “Il cervo in ascolto” dove sono presenti elementi fantastici attraverso i quali si racconta la nascita della tessitura in Sardegna e come si è propagata nelle varie zone assumendo colori e raffigurazioni tipici differenziati.
La performance è incentrata sulla storia di una madre che nel momento in cui apprende la notizia della morte del marito a caccia del cervo, mette al mondo tre figlie femmine che, nel corso della rappresentazione, crescono attraversando le fasi dell'infanzia, della adolescenza fino alla maturità di donne così da poter intraprendere un percorso che le porterà a diffondere l'arte della tessitura e a vivere autonomamente e pienamente la loro vita.
Nel corso dell’evento si snodano le
filastrocche, i giochi, i racconti della madre (eternamente giovane a
sottolineare la natura irreale e quasi mitica di questo personaggio), le
invenzioni di storie giocose delle figlie, il sogno di un amore atteso e
vagheggiato. La figura del cervo che irrompe a tratti nella scena, misterioso e
ambiguo, a tratti sensuale o minaccioso, presente o evocato a rappresentare
quello che in Sardegna si racconta anche attraverso il carnevale: legame
stretto fra la vita e la morte, Eros e Thanatos.
Le musiche originali sono di Rossella Faa, la penna grafica che sottolinea le varie espressioni artistiche della tessitura di Carol Rollo. A sottolineare momenti salienti l percussioni di Massimo Perra.
Villa Vivaldi Pasqua, in vico XII San Giovanni, ospita il 30 novembre, ore 21,“LO STRONZO”, spettacolo selezionato come semifinalista a In-Box blu 2018, selezionato dall’edizione 2018 del Torino Fringe Festival per il cartellone 18-19 dal Teatro Stabile di Torino, di e con Andrea Lupo, produzione Teatro delle Temperie.
E’ la sera del decimo anniversario di matrimonio di Luca e Lilli, la coppia è pronta per andare a festeggiare… una parola sbagliata… una reazione scomposta… lei si spaventa… si allontana… sbatte una porta… ci si chiude dietro sembra definitivamente… e a nulla servono le imprecazioni prima e le preghiere poi per farle aprire quella maledetta porta e farla tornare. Da qui comincia un difficile percorso per Luca alla ricerca di una chiave che possa aprire quella porta e restituirgli la sua relazione. In scena troneggia al centro un’enorme porta chiusa volutamente anonima a simboleggiare tutte le porte, mentali, sociali, culturali o reali che separano il maschile dal femminile. In scena Luca solo… in affanno… sperduto… rabbioso… in gabbia… chiuso dentro o lasciato fuori… escluso… rifiutato… incapace…
Il 7 dicembre si torna a Villa Vivaldi Pasqua dove, alle ore 21, andrà in scena “Anche oggi mi sento proprio bene”, con Rossella Faa e Luigi Tontoranelli, di Nino Nonnis, regia Maria Assunta Calvisi, coproduzione Effimero Meraviglioso Teatro del Segno.
Uno spettacolo che vorremmo far viaggiare sull’onda della leggerezza e dell’ironia mai banale e a tratti pensosa, sorridente e sgangherata, ritagliando quadri, momenti, attimi, flash di fotografie che compongono un album bizzarro come è bizzarra la vita...
Ci concediamo il lusso di spiare dallo spioncino e sorridere (con affetto però) sull’uomo innamorato abbandonato, sul grande amatore che abbandona, sul torero concentrato nell’ultimo estremo sforzo, sullo stile inimitabile di Charlie Bistrussu e Sesetto Damico, sulla donna che si teneva bene, sulla coppia dentro la curva dell’amore, dentro le grandezze e le miserie quotidiane e sul poeta, il grande poeta, che scrive poesie proprio come è scritto che debbano essere scritte.
E’ la variopinta umanità che tutti conosciamo e della quale anche noi siamo parte. Un’umanità fissata in una serie di istantanee colte al volo nella vita di tutti i giorni, quando i soggetti non si aspettano di essere fotografati, non si mettono in posa, non si atteggiano, ma parlano e agiscono come sono veramente.
Ci si sposta all’Arco Studio di via portoscalas 17, il 22 dicembre, dove alle ore 21, andrà in scena “RICORDI. concerto per attrice al microfono”, testi e canzoni da Pier Paolo Pasolini e Claudio Lolli.
L’attrice cantante Elena Pau porta in scena un repertorio tratto dai due concerti-spettacolo LUNA DI GIORNO e ZINGARI FELICI, rispettivamente dedicati all’immenso Pier Paolo Pasolini e allo straordinario cantautore Claudio Lolli.
Il direttore musicale Ennio Atzeni ha curato gli arrangiamenti musicali, originariamente pensati per un ensemble di cinque elementi, rivisitandoli in una versione per voce e pianoforte che ne mantenga la stessa forza e liricità drammaturgica.
I due concerti sono una coproduzione La Fabbrica Illuminata e Puntila Associazione Culturale
Ultimo appuntamento 29 dicembre, ore 18, a Casa Saddi con “FUGA DALL’ASINARA”, commedia in tre atti – italiano/sassarese, di Mario Lubino, regia Alfredo Ruscitto, con, in ordine di apparizione, Teresa Soro, Michelangelo Ghisu , Mario Lubino, Marta Pedoni, Emanuele Floris, , Alfredo Ruscitto, Alessandra Spiga, Pasquale Poddighe,
Paolo
Colorito
Al centro della vicenda un camorrista, Felice Capone, che riesce a fuggire dalla colonia penale. Viene avvistato a Santa Teresa di Gallura mentre sta per prendere il traghetto per Bonifacio, in Corsica. In realtà si trova al centro storico di Sassari. Irrompe in un appartamento sito in Via delle Muraglie e sequestra un’intera famiglia e tutti coloro che per qualsivoglia motivo frequentano la casa. Equivoci, colpi di scena, scambi di persona, si susseguono con un crescendo vertiginoso, che rende quest’opera ricca di una comicità che trascende l’ambiente. Grazie alla meticolosità con cui sono costruiti i personaggi, ognuno con la propria storia, le proprie debolezze e fallimenti, il tessuto della commedia è farcito di innumerevoli gags dall’esito esilarante.
Al centro della vicenda un camorrista, Felice Capone, che riesce a fuggire dalla colonia penale. Viene avvistato a Santa Teresa di Gallura mentre sta per prendere il traghetto per Bonifacio, in Corsica. In realtà si trova al centro storico di Sassari. Irrompe in un appartamento sito in Via delle Muraglie e sequestra un’intera famiglia e tutti coloro che per qualsivoglia motivo frequentano la casa. Equivoci, colpi di scena, scambi di persona, si susseguono con un crescendo vertiginoso, che rende quest’opera ricca di una comicità che trascende l’ambiente. Grazie alla meticolosità con cui sono costruiti i personaggi, ognuno con la propria storia, le proprie debolezze e fallimenti, il tessuto della commedia è farcito di innumerevoli gags dall’esito esilarante.
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