MACOMER
«È
pomeriggio inoltrato, siamo nelle campagne di Magomadas e quello che sta per
accadere è di una gravità inaudita». La voce è quella di Mauro Pili, ex
deputato e leader di Unidos, che commenta un video girato nelle campagne di
Magomadas, in Planargia, a poca distanza dall'impianto di recupero di rifiuti
speciali non pericolosi autorizzato dalla Regione nel 2017 alla società
"Ecoricicla Srl", che nel 2018 è divenuta "Geco Srl" e che
ha avviato la sua nuova attività a luglio.
Le immagini mostrano un escavatore e
un camion in un terreno agricolo intenti a sversare del materiale che Pili
identifica come "fango putrido fognario che arriva dal
continente, dai collegamenti tra la Campania, la Puglia e la Sardegna, via
mare, da Olbia e da Cagliari". Trascorrono poche ore e sempre Pili
diffonde un altro video. Questa volta è lui il cameraman che riprende "un accampamento
che dovrebbe trattare 80mila tonnellate di fanghi di depurazione fognaria che
arrivano dal resto d'Italia".
È l'impianto della "Geco",
che può trattare fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua o
dal trattamento delle acque reflue urbane ma anche quelli prodotti dal
trattamento biologico dei reflui industriali. I mezzi sono al lavoro per
depositare nei vasconi interrati i fanghi arrivati sui rimorchi dei camion. Tutto prosegue tranquillamente sino a quando gli operai si accorgono
dell'estraneo a ridosso della recinzione.
La reazione
è singolare: «In quel momento tutto il cantiere si blocca», commenta Pili. I
mezzi si fermano e i camion si preparano a lasciare il sito. Pili non molla la presa e
li segue sino a Macomer, su una strada stretta e tortuosa per mezzi di quelle
dimensioni. Poco dopo Tir imboccano la 131 in direzione Cagliari. Uno si fermerà
a Villanovaforru, staccando il rimorchio e lasciandolo nello spiazzo di un
distributore. Una mossa che consente all'ex deputato di prelevare un campione
del materiale rimasto incastrato all'esterno del cassone e di allertare le
forze dell'ordine.
Una
testimonianza, quella di Mauro Pili, che riaccende i riflettori su una vicenda
rimasta finora sottotraccia ma che già da qualche mese agita i paesi di
Magomadas, Flussio e Tresnuraghes, dove si è costituito anche un
comitato di cittadini. L'attività dell'impianto, realizzato in un'area vicina
alle abitazioni, ha creato diversi disagi tra la popolazione, per la continua
movimentazione di mezzi ma soprattutto per i cattivi odori.
Il
materiale trattato dalla "Geco" non è locale e arriva dalla Puglia, compiendo
un lungo viaggio via mare e via terra. Il sindaco di Magomadas Emanuele
Cauli, eletto nel giugno di quest'anno dopo due anni di commissariamento del
comune, non nasconde la complessità della situazione: «L'attività è ripresa da
poco - dice il primo cittadino - dopo il blocco disposto dalle autorità
competenti a seguito di un sopralluogo di Arpas, Provincia, Noe e Forestale.
Abbiamo registrato il malcontento dei cittadini e come amministrazione, per
quanto di competenza, stiamo monitorando costantemente la situazione e continueremo
a farlo con attenzione».
di
Giulia Carta
Articolo
tratto da “La Nuova Sardegna” del 18.12.2019
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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