Il sogno dell'Impero è
finito miseramente, dal cielo un rombo continuo, a terra suonano le sirene, chi
può scappa, recandosi in luoghi sino a ieri sdegnosamente rifiutati. Il
bombardamento ha creato paure, cercare rifugio in paesini lontani dal centro è d'uopo,
per il bene e la sopravvivenza delle famiglie si emigra dove si può.
Luoghi di vacanza diventano possibili rifugi, le scuole vengono
chiuse, il Governo si appresta a nuove misure, si parla di assunzioni nella
sanità anche in dispregio delle norme sino a quel momento applicate. In aggiunta a tutto questo, si
cercano palliativi per le aziende, "rischiano il fallimento", dopo il
fiume di danaro dato alle banche, un sacrificio in più non cambierà la vita del
popolino.
I duri e puri del
profondo Nord uniti ai littori romani invocano ed imprecano, c'è chi è più a
nord di loro, chi è protezionista come loro. Il flusso dei
"barconi" è passato in secondo piano, un traffico di panfili viene subito fermato dalla
guardia costiera, i treni hanno viaggiato a pieno carico negli ultimi viaggi
notturni. Le leggi fasciste ora si ritorcono verso gli stessi estensori, la
nemesi storica ripete il suo percorso.
Controlli attivati, la
scenetta alla "non ci resta che piangere" diventa quotidianità,
"quanti siete, da dove venite, dove andate, un fiorino". Il dorso di
Cecità appare tra gli altri libri, da qualche parte il brusio di La peste, La
pelle, La storia, voci che raccontano il dolore e la risurrezione. In ognuna di
quelle narrazioni qualcosa che riconduce al presente.
Manca, e si vede, il senso di comunità, mancano idee precise sul
come salvarsi. Il casus belli è
utilizzato per una resa dei conti, cambiano gli scenari prospettati e tutto
viene addebitato al virus, guai a parlare di recessione. Le soluzioni
"taglieremo le tasse", "bandiremo la Legge Fornero",
appaiono in tutta la loro pochezza, viene evidenziata la
carenza di progetti politici. Tanto al Governo e peggio ancora all'opposizione.
Riconquistare il
diritto ad essere cittadini, partecipare, dare contributi, e spodestare gli
autoproclamati capi e le loro controfigure è l'unica possibilità che ci resta.
Se non avessimo già vissuto situazioni simili, resterebbe solo l'angoscia
metropolitana.
Di Toto Dessopiu
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