Vi riportiamo così come ci è pervenuto il diario di bordo di Mozzo Joe che ci racconta i passi che lo hanno condotto ad affrontare la sua prima traversata oceanica. Non aggiungiamo di più, potete leggere tutto direttamente dalle sue parole.
Il vento, una vela, il viaggio
Un vecchio spot recitava: “Una telefonata ti allunga
la vita” e che sia vero o meno, posso affermare che: “Un messaggio può
cambiarti la vita”. Dico ciò con assoluta certezza visto dove mi trovo ora
mentre scrivo queste righe.
Per conto mio, so di essere abbastanza avventuroso; mi
piacciono tutte quelle sfide che, da solo o in compagnia, mi mettono in gioco
contro un avversario molto più forte di me. Questo grande avversario, questa
volta, è l’Oceano Atlantico ed, ad appena un anno di distanza dal famoso messaggio
sopraccitato, il mio sogno è diventato realtà.
I viaggi, belli o brutti che siano, ci insegnano
tanto. La prima cosa che ho imparato è stata la differenza tra coraggioso e
temerario; ora so che nell’intraprendere questo viaggio sono stato molto temerario,
non sapendo realmente come potesse essere l’Oceano.
Il nostro percorso inizia a La Rochelle, splendida
città francese, in un periodo che per la navigazione, a detta di tanti, non è
dei migliori. Trovo poetico l’andare per mare spinti dal vento e l’arte della
vela che ti permette di viaggiare anche controcorrente.
Moksha, uno splendido catamarano di 13 metri, è la
barca che accompagniamo in questo viaggio. Barca a vela e catamarano a vela
sono molto diversi tra di loro, simili solo per la capacità di muoversi con il
vento. Le barche mono-scafo pendono spinte dal vento e agilmente scivolano tra
le onde come creature del mare. Il catamarano invece, è formato da due scafi,
sopra i quali si sviluppa un confortevole spazio vivibile che lo avvicina
incredibilmente, per le comodità, ad una vera casa. Più goffo ed impacciato tra
le onde, potendo pendere solo di pochi gradi, non può sfidare grandi onde senza
lanciare lamentose vibrazioni.
Ma cosa è un catamarano senza il suo Capitano se non
un corpo senza alcuna vita? Ma Moksha sprizza vitalità e il suo cuore e
comandante si chiama Gerrit, temerario navigatore dalla sinuosa danza caraibica
come le sue origini. Da epoche lontane il sangue del suo sangue, naviga per
mare. Non credo ci sia migliore persona alla quale affidarsi per questo viaggio
oltreoceano che, nel mare dei Caraibi, spero ci vedrà arrivare.
Da quanto siamo partiti, i nostri programmi sono
spesso cambiati, così come cambiano le previsioni meteorologiche. Quello che
doveva essere un solo “sparo” da La Rochelle all’isola di Madeira, ci ha visti
costretti in due tappe forzate causa maltempo. La scusa è buona per visitare
due belle città, A Coruňa e Porto.
Oggi è il gran giorno; tra poche ore si parte per il
grande viaggio, circa tre settimane di solo Oceano verso Saint Marteen.
Spero che questo racconto diventi una fonte
d’ispirazione per te che leggi e che ti porti la curiosità di metterti in gioco
e chissà magari, fare un viaggio in barca. (Mozzo Joe
Di Giovanni Mario Loi
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