venerdì 16 settembre 2016

“Uomo libero sempre avrai caro il mare.” (Charles Baudelaire)






Vi riportiamo così come ci è pervenuto il diario di bordo di Mozzo Joe che ci racconta i passi che lo hanno condotto ad affrontare la sua prima traversata oceanica. Non aggiungiamo di più, potete leggere tutto direttamente dalle sue parole.
Il vento, una vela, il viaggio
Un vecchio spot recitava: “Una telefonata ti allunga la vita” e che sia vero o meno, posso affermare che: “Un messaggio può cambiarti la vita”. Dico ciò con assoluta certezza visto dove mi trovo ora mentre scrivo queste righe.
Per conto mio, so di essere abbastanza avventuroso; mi piacciono tutte quelle sfide che, da solo o in compagnia, mi mettono in gioco contro un avversario molto più forte di me. Questo grande avversario, questa volta, è l’Oceano Atlantico ed, ad appena un anno di distanza dal famoso messaggio sopraccitato, il mio sogno è diventato realtà.
I viaggi, belli o brutti che siano, ci insegnano tanto. La prima cosa che ho imparato è stata la differenza tra coraggioso e temerario; ora so che nell’intraprendere questo viaggio sono stato molto temerario, non sapendo realmente come potesse essere l’Oceano.
Il nostro percorso inizia a La Rochelle, splendida città francese, in un periodo che per la navigazione, a detta di tanti, non è dei migliori. Trovo poetico l’andare per mare spinti dal vento e l’arte della vela che ti permette di viaggiare anche controcorrente. 
Moksha, uno splendido catamarano di 13 metri, è la barca che accompagniamo in questo viaggio. Barca a vela e catamarano a vela sono molto diversi tra di loro, simili solo per la capacità di muoversi con il vento. Le barche mono-scafo pendono spinte dal vento e agilmente scivolano tra le onde come creature del mare. Il catamarano invece, è formato da due scafi, sopra i quali si sviluppa un confortevole spazio vivibile che lo avvicina incredibilmente, per le comodità, ad una vera casa. Più goffo ed impacciato tra le onde, potendo pendere solo di pochi gradi, non può sfidare grandi onde senza lanciare lamentose vibrazioni.
Ma cosa è un catamarano senza il suo Capitano se non un corpo senza alcuna vita?  Ma Moksha sprizza vitalità e il suo cuore e comandante si chiama Gerrit, temerario navigatore dalla sinuosa danza caraibica come le sue origini. Da epoche lontane il sangue del suo sangue, naviga per mare. Non credo ci sia migliore persona alla quale affidarsi per questo viaggio oltreoceano che, nel mare dei Caraibi, spero ci vedrà arrivare.
Da quanto siamo partiti, i nostri programmi sono spesso cambiati, così come cambiano le previsioni meteorologiche. Quello che doveva essere un solo “sparo” da La Rochelle all’isola di Madeira, ci ha visti costretti in due tappe forzate causa maltempo. La scusa è buona per visitare due belle città, A Coruňa e Porto.

Oggi è il gran giorno; tra poche ore si parte per il grande viaggio, circa tre settimane di solo Oceano verso Saint Marteen.

Spero che questo racconto diventi una fonte d’ispirazione per te che leggi e che ti porti la curiosità di metterti in gioco e chissà magari, fare un viaggio in barca. (Mozzo Joe

Di Giovanni Mario Loi

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