C'è innanzitutto una questione di metodo, nella mia
decisione di votare No. perché il metodo fa sempre la differenza, soprattutto
quando si tratta della Costituzione, cioè della legge fondamentale, non una tra
tante, ma quella che ha il compito di offrire uno spazio in comune, di vita,
esistenza, lavoro, futuro e tutto il resto, a gente che è e la pensa
diversamente per tanti motivi che sappiamo e che l'articolo 3 della medesima
legge fondamentale sintetizza con estrema chiarezza.
Questo significa che la Costituzione è un bene che
appartiene al popolo sovrano o, diciamo meglio, dovrebbe appartenere
esclusivamente a quel tipo di potere sovrano, secondo modalità di esercizio che
sono stabilite dalla stessa Carta (art.1, secondo comma). Oggi però è sempre
meno così, sempre più le decisioni che contano per la nostra vita in comune
sfuggono alla possibilità di gran parte del popolo di contare. Quindi la
battaglia per il no è per me un 'occasione importante per chiarire questo
aspetto e cercar di rimettere un po' in ordine le cose.
Per affermare che la Costituzione non è a
disposizione di un potere esecutivo come il governo, che la modifica a suo
piacimento, e neanche del Presidente della Repubblica, il quale può, se lo
ritiene opportuno. offrire suggerimenti, indicazioni, dosi piccole o grandi di
moral suasion ma non prendere il bastone del comando. Si tratta semplicemente
ma densamente insieme, di materia parlamentare. Ovviamente non nel senso che il
Parlamento alla fine vota, come se fosse un ufficio notarile che mette il bollo
a qualche documento.
Ma nel senso che soltanto il Parlamento, come
istituzione che rappresenta la sovranità del popolo può assumersi la
responsabilità di operare il cambiamento. Come assemblea e non come è successo,
come una maggioranza obbligata a obbedire alle ingiunzioni governative di stare
a un testo di modifica proposto dallo stesso governo.Altrimenti tutti a casa.
Ci sono state modifiche apportate dalle commissioni,
dicono gli sponsor del sì, soprattutto quelli di tipo governativo. che ripetono
il mantra del governo medesimo e non se ne scostano. Ci sono state certo, come
un po' di belletto sulla bruttezza dell'azione. e si è trattato sempre di
minuzie accolte per gentile concessione governativa. Il nuovo testo
costituzionale modifica ben 47 articoli della Costituzione per completa
iniziativa del governo, anzi, per meglio dire, per atto di autorità del capo
del governo e per voto finale di una maggioranza parlamentare obbligata al
voto, che ha spaccato l'assemblea
.
E' questa stessa modalità del procedere che allarma.
Tutto pur di realizzare l'obiettivo significa che c'è nella testa di chi si
muove così e ha in mano il governo del Paese l'idea di avere nelle mani un
potere speciale, un super potere che può non tener conto delle regole pensate
per cercare di tenere insieme non solo quelli che la pensano al modo del
governo in carica ma l'insieme di un Paese, di una comunità di persone che. al
di là di come ognuno la pensa politicamente su tutto, condivide però l'dea di
una sistema democratico fatto in modo di inibire la concentrazione dei poteri e
lo svuotamento delle assemblee elettive. In primis il Parlamento nazionale.
Elettra Deiana.
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