La Nuova
L’ex minoranza PD: impegno massimo per il
referendum costituzionale A novembre vertice con il garante
CAGLIARI È ufficiale: lunedì 7 novembre
forse a Cagliari ci sarà il primo confronto del garante con l’assemblea
regionale del Pd. La convocazione è sicura – a giorni sarà
pubblicata sul sito del partito –ma mancano ancora alcuni dettagli a cominciare
dal luogo che stavolta non dovrebbe essere a Oristano e neanche a Tramatza.
Quel giorno il garante Gianni Dal Moro
dovrebbe chiedere all’assemblea anche di eleggere i componenti del direttorio
che dovrebbero affiancarlo fino al 26 febbraio, data del congresso
straordinario. Intanto dopo i vertici con parlamentari e consiglieri regionali,
oggi Dal Moro incontrerà i segretari provinciali del Pd. Referendum e rimpasto.
L’ex minoranza del Pd, come scontato, ha
dichiarato il suo «pieno e forte sostegno alla campagna referendaria a favore
del Sì», ma allo stesso tempo «avvia una riflessione profonda sul partito in vista
del congresso regionale straordinario di febbraio». È la strategia scelta dalla
corrente che nel 2014 sosteneva per la segreteria il senatore Ignazio Angioni
contro la candidatura poi vincente di Renato Soru. Ora i renziani, gli ex
Diesse ed ex Popolari sono una delle quattro correnti, le altre sono i
popolari-riformisti, i soriani e gli ex civatiani – con cui dovrà dialogare il
garante.
L’assemblea. Lunedì 200 iscritti e
simpatizzanti dell’ex minoranza si sono incontrati nel centro congressi di
Santa Cristina e l'assemblea si è conclusa con l'approvazione di un
documento in cui il punto forte, oltre alla campagna referendaria, è «il
partito deve ritornare nei territori facendosi carico dei
problemi reali delle persone». Per proseguire con un appello alla giunta
Pigliaru: «Dopo trenta mesi di
riforme importanti, è arrivato il momento
di renderle operative».
Per concludere con uno sguardo alle
prossime elezioni regionali: «Dobbiamo costruire una coalizione che si candidi
a vincere di nuovo nel 2019 ma quell’appuntamento va preparato a partire da
adesso, col rilancio del programma e la costruzione di un’alleanza ancora più
ampia».
Unione Sarda
PALAZZO BACAREDDA. Minoranza critica
Linee programmatiche del sindaco Zedda
all'esame del Consiglio
Il dibattito sulle linee programmatiche
del sindaco Massimo Zedda ha impegnato il Consiglio comunale di ieri. In attesa
di esaminare gli altri punti all'ordine del giorno,
comprese le risposte a diverse interrogazioni (tra le ultime quelle di
Alessandro Sorgia su piazza Italia a Pirri, di Federico Ibba sullo
«stato di grave degrado urbano e sociale nell'area del polo universitario
giuridico-economico di viale Sant'Ignazio» e di Loredana Lai sulla richiesta di
creare «un protocollo d'interesse pubblico e privato» per scongiurare «il pericolo
di cessazioni di attività o fallimenti delle imprese» per il «protrarsi del
lavori di sistemazione del bastione Saint Remy e piazza Garibaldi»), l'Aula ha affrontato
l'analisi delle dichiarazioni programmatiche per il mandato 2016-2021 con gli
interventi critici -dieci minuti previsti per ogni consigliere
- dell'opposizione e propositivi della maggioranza. Loredana Lai è stata la
prima a parlare.
(affrontati diversi temi delle linee
programmatiche, dal patrimonio agli impianti sportivi, dai lavori pubblici al
turismo e alle deleghe per la municipalità di Pirri), sono poi
seguiti gli interventi di Peppino Calledda (dalla Città metropolitana al Puc e
all'inquinamento acustico), Rita Polo (idee per le politiche sociali),
Pierpaolo Vargiu («dichiarazioni disarmanti, manca un'idea forte per il
futuro»).
Davide Carta («lavoro bene avviato sugli
obiettivi primari: crescita sociale e politiche di sviluppo»), Pierluigi Mannino
(«un compitino»), Fabrizio Marcello («Zedda ragiona come
sindaco dei 17 Comuni della Città metropolitana»), Matteo Lecis Cocco Ortu
(«impensabile che sia la parte pubblica a soddisfare tutte le
esigenze»), Marco Benucci («periferie considerate come una risorsa e non come
un problema»), Antonello Floris («alcuni passaggi
incomprensibili»), Rosanna Mura («nelle linee si trovano un bilancio e uno
sguardo rivolto al futuro»), Andrea Dettori («apprezzabile riferimento alle
nuove generazioni»), Roberto Tramaloni («richiamato lo spirito identitario»).
Il dibattito prosegue oggi dalle 17. (p. p.)
Tribunale - Tiscali, Soru a processo
È cominciato con una raffica di eccezioni
preliminari il processo per false comunicazioni sociali che vede
imputato il patron di Tiscali Renato Soru assieme ad altre sette persone
coinvolte nell'inchiesta sulla vendita di un ramo d'azienda di
Tiscali.
Oltre all'ex governatore della Sardegna, -
assente in aula – si trovano a processo Mario Rosso, ex amministratore delegato
dell'azienda di Sa Illetta, Romano Fischietti, dirigente incaricato di predisporre i documenti contabili, e i
consiglieri d'amministrazione Ernesto Fara, Salvatore Pulvirenti, Luca
Scano, Andrea Podda e Roberto Lai. Nell'udienza di 24 ore fa, gli avvocati di
alcuni degli imputati hanno eccepito la nullità del capo
d'imputazione. Ma solo il 14 febbraio, data della prossima udienza, i giudici
scioglieranno la riserva sul punto. (v. n.)
ASSEMINI. Parla l'unico esponente del M5S:
«Nessuna rivalità tra noi»
Consiglio metropolitano, è Carta il più
giovane.
«Un anno fa stavo per lasciare Assemini e
il Consiglio comunale per andare a lavorare all'estero». Poi la vita
ha preso un'altra piega e ora Simone Carta è il più giovane consigliere della
Città metropolitana, unico grillino e unico asseminese. Nato nell'89, assieme
al Caf di Craxi, Andreotti e Forlani, nel 2014 ha conquistato Assemini col M5S di cui è stato anche
capogruppo e domenica è entrato nel Consiglio metropolitano al termine di una
tornata elettorale in vecchio stile, coi partiti impegnati a ordire strategie
trasversali e i consiglieri dei 17 Consigli comunali della Grande Cagliari
impegnati a votarsi da soli.
«Il Movimento è contro la Città
metropolitana e queste elezioni di secondo grado, ma abbiamo deciso lo stesso
di partecipare». Quella dei grillini può sembrare una contraddizione, e ha
infatti creato malumori tra gli attivisti, ma anche questa sembra un'azione
politica di vecchio stampo.
Avete deciso se siete favorevoli o
contrari? «La legge Del Rio che avrebbe dovuto riformare gli enti locali con la
soppressione delle Province, in realtà le ha solo commissariate e ora ci
ritroviamo con Città metropolitana e Provincia del Sud Sardegna».
Quindi siete contrari? «Nel 2014 ci furono
votazioni sul blog di Beppe Grillo e il Movimento decise di partecipare alle
elezioni perché ci sono competenze tali, come trasporti, ambiente e fondi
europei per i Comuni, che sarebbe stato sbagliato restare fuori».
Quindi siete favorevoli, ma alle prime
votazioni di aprile non c'eravate.
«Non avevamo i numeri, ma dopo le Comunali
siamo arrivati a 29
consiglieri del Movimento nell'area
metropolitana e abbiamo guadagnato il nostro spazio».
Dalle Regionali alle Amministrative
principali, passando per le dissidenti asseminesi, vi siete sempre tagliati le
gambe da soli: feriti e contusivi anche per arrivare alla sua candidatura?
«Ci siamo riuniti tra portavoce e ne
abbiamo parlato, molti si sono
chiamati subito fuori perché erano stati
appena eletti e non si sentivano pronti per un impegno doppio di questo
livello».
Alla fine hanno puntato su di lei, che ha
battuto la concorrenza di
Stefania Sanna di Sinnai e Guido Sbandi di
Quartu.
«Nessuna sfida e nessuna rivalità».
Difficile crederci, anche perché lei ha
più esperienza di loro dentro il Palazzo, ma tra un anno e mezzo finirà il
mandato.
«In questo arco di tempo sono sicuro che
Stefania, arrivata seconda,
si farà trovare pronta per prendere il mio
posto». Il più giovane e l'unico grillino, non si sente un pesce troppo piccolo
in mezzo agli squali?
«Anche ad Assemini sono riuscito a
instaurare buoni rapporti con i più scafati, ho un grande spirito di
collaborazione».
Marcello Zasso
La
Nuova
Sanità, qualità dei servizi: l’isola tra
le regioni in coda
CAGLIARI Non solo costosissima, ma anche
di scarsa qualità. La sanità nell’isola viene bocciata da una ricerca fatta
dall’università Tor Vergata di Roma. Uno studio che mette insieme diversi
parametri. E in questa gara tra le regioni la sanità sarda ne esce con le ossa
rotte.
Solo cinque regioni fanno peggio del
servizio sanitario sardo. Sicilia, Molise, Puglia, Calabria e Campania chiudono
la classifica dietro l’isola. Ma la Sardegna fa parte della zona critica delle ultime
nove regioni. In vetta ci sono la Provincia autonoma di Trento, la Toscana e il
Piemonte, che hanno una performance superiore al 57%. Seguono Friuli, Provincia
autonoma di Bolzano, Lombardia, Basilicata, Umbria, Emilia Romagna, Marche e
Lazio con prestazioni intorno al 50 per cento.
Poi la zona rossa di cui fa parte la
Sardegna. Per il nuovo manager della Asl Unica Fulvio Moirano un doppio
compito. Non solo tagliare la spesa sanitaria, che supera i 3 miliardi di euro
e ha sforato anche il tetto di spesa per il 2016. Una classifica che rende il
clima intorno alla sanità ancora più incandescente.
La protesta dei territori dopo la
razionalizzazione del servizio e delle strutture sul territorio non accenna a
diminuire. La polemica politica, anche dopo la riforma delle Asl, continua a
restare rovente. Le scelte della politica ora dovranno rivelarsi adeguate. E la
grande scommessa è proprio quella della Asl Unica. La giunta intanto ha
stanziato altri fondi per le Asl per il piano di comunicazione istituzionale dell'immagine
del Servizio sanitario regionale. 130 mila euro per quattro campagne di
altrettante Asl.
All’azienda di Nuoro 35 mila euro, a
quella di Lanusei 30 mila, all’Aou di Cagliari 25 mila, all’Asl di Olbia 15
mila, a quella di Cagliari 25 mila euro. Ancora su proposta dell'assessore
Arru, sono state rettificate le delibere sui tetti di spesa per la
specialistica ambulatoriale e per le prestazioni di riabilitazione globale per
il triennio 2016-2018.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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