Mentre il Pd è ai ferri corti, Lotti si muove nell'ombra. E
fa scouting tra lettiani, dalemiani e franceschiniani. Con l'aiuto di
Denis Verdini. Per scalare il partito. di Alessandro Da Rold | 11 Ottobre
2016
Mentre tra la minoranza del Pd e il premier Matteo Renzi volano
gli stracci in vista del referendum del 4 dicembre, Luca
Lotti, vicesegretario in pectore dei dem, tesse la sua tela per
conquistare il partito e costruirsi la sua corrente, funzionale ai
renziani. Che potrebbe diventare molto utile in vista di possibili
scissioni alla fine dell'anno. Sembrano essere due gli obiettivi del
'Lampadina'. Il primo, nel breve periodo, grazie all'aiuto di Denis
Verdini, è assicurarsi i voti che mancano a Sud per vincere al referendum,
anche ricorrendo a vecchi arnesi della politica tra i vecchi
collettori della Democrazia Cristiana e del Popolo della Libertà.
TEORICO DELLO SFONDAMENTO A DESTRA. Il secondo, nel lungo periodo,
è costruirsi una squadra di fedelissimi, coinvolgendo anche ex uomini
del ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini o dell'ex
presidente del Consiglio Enrico Letta, esponenti politici di peso che
potrebbero riservare sorprese se tra due mesi le cose si mettessero male
per Renzi. In sostanza Lotti, il teorico dello sfondamento a destra,
pesca pure tra dalemiani, veltroniani o fassiniani, costruisce i ponti di
Renzi per il futuro Partito della Nazione, una metamorfosi dei dem
che appare già nei fatti al Nazareno dopo i comizi del presidente
del Consiglio all'Unione degli Industriali di Torino o all'Assolombarda
di Milano.
«L'eredità del Pci sta per essere cancellata, ormai c'è
solo Confindustria, i sindacati non esistono più, Togliatti alla fine
della Seconda guerra mondiale dialogò con i costituenti, Renzi
fa l'opposto», spiega un esponente molto vicino a Pier Luigi Bersani.
LA PESCA TRA DALEMIANI E LETTIANI. Così Lotti esegue. E da bravo boy
scout inizia a vedere i frutti. Dicono gli spifferi di Montecitorio
che sono già in molti a vedere nell'esponente di spicco del Giglio Magico
il futuro della politica di centrosinistra. Tra gli ultimi acquisti
di peso ci sarebbe Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Da sempre
franceschiniano, sta rispondendo sempre di più ai diktat di Lotti e del
ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.
Ma è al Sud che Lotti sta raccogliendo maggiori consensi.
Giovanni Aiello, ex Sinistra e Libertà, insieme con i parlamentari
Ernesto Magorno, Stefania Covello, Bruno Censore e Lugi Lacquaniti
rappresenta l'asse calabro-lottiano. A questi nelle ultime settimane
si è aggiunto pure Nicodemo Oliverio, corrente Franceschini, da sempre
vicino a Rosato. Le trame calabresi portano fino a Carmelo Pujia, ex
andreottiano di ferro, come
raccontato dall'Huffington Post, capace nelle ultime settimane
di creare con un altro ex Dc come Agazio Loiero una rete di raccolta
voti per «abbattere i comunisti».
Da Ascani a Burtone: i dem sempre più vicini a Lotti
Anna Ascani, un tempo vicina a Letta, è ormai da un anno tra le più affiatate
al Giglio Magico. Come lei Lorenzo Beccattini, ex uomo di Walter Veltroni
in Toscana, ma ora lottiano di ferro nonchè ex commissario del Pd a Sesto
Fiorentino. Sergio Boccadutri, ex tesoriere di Rifondazione Comunista, ex
Sinistra e Libertà, è anche lui stato tra i primi a tuffarsi
nell'universo renziano. E ora è tra i più strenui tifosi della
vittoria del 'sì' al referendum. Enrico Borghi, da sempre considerato
vicino a Letta, dopo il trasloco dell'ex premier da Palazzo Chigi ha
saputo subito individuare il carro del vincitore, schierandosi dalla parte
dei fiorentini.
L'UOMO DI MATTARELLA. Tra gli ex lettiani non si può
dimenticare Gianni Dal Moro, deputato che nel suo curriculum ricorda
ancora di come per le primarie del 14 ottobre 2007 venne nominato proprio
dal futuro premier coordinatore nazionale della sua lista “I
democratici per Enrico Letta”: ora sta con Lotti. Marietta Tidei,
figlia di Pietro, una lunga carriera costruita alla
corte di Massimo D'Alema, invece è tra quelle che ha deciso di
tradire il Lìder Maximo per il Giglio Magico. Paola Bragantini,
tutt'ora vicina all'ex sindaco di Torino Piero Fassino, è considerata
dai renziani come «una dei nostri».
Lo stesso vale per Giovanni Mario Salvino Burtone, deputato,
già europarlamentare, uomo vicinissimo al presidente della
Repubblica Sergio Mattarella. Lotti ci parla spesso, anche in
previsione dei contraccolpi che potrebbe sferrare il capo dello Stato
all'indomani della chiusura
delle urne referendarie.
I SONDAGGI IN SICILIA FANNO PAURA. Del resto il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio sta ampliando la sua rete di relazioni
in Sicilia, dove i sondaggi per il 'no' al referendum fanno paura,
anche per le buone prestazioni del Movimento 5 Stelle. Qui l'intesa è
con Davide Faraone, sottosegretario all'Università e alla Ricerca, che
scarrozza Lotti da una parte all'altra dell'isola in cerca di
voti. In Sicilia si muove molto anche Verdini, da sempre alleato
e confidente del Lampadina. Con le truppe cammellate di Saverio
Romano, Denis sta cercando di raccogliere il più possibile voti da portare
al serbatoio del 'sì'. In Trinacria, oltre a Teresa Piccione, è forte
Salvatore Cardinale, una vita per lo Scudo Crociato, mammasantissima dei
dem e padre di Daniela Cardinale, altro deputato piddino: tutta la
famiglia è
fedelissima di Lotti. In Lombardia preoccupa la corrente di Martina
Nelle faide della Sardegna, con Renato Soru che ha abbandonato,
a stare con il Lampadina sono invece i deputati Emanuele Cani e
Romina Mura.
Laura Vennitelli è l'esponente lottiana del Molise. In Abruzzo ci
sono Vittoria D'Incecco e Gianluca Fusilli, da sempre considerato uomo
di Beppe Fioroni. In Campania, data la vicinanza al presidente della
Regione Vincenzo De Luca, le schiere di lottian-renziani sono formate da
Sabrina Capozzolo e Umberto Basso De Caro. Quest'ultimo, in teoria, è
nella squadra di Maurizio Martina e Andrea Orlando, Sinistra e
Cambiamento, i cosiddetti Comunisti per Renzi. In realtà, sarebbe molto
vicino a Lotti.
GIACHETTI CEDE ALLE LUSINGHE? In quel di Avellino si segnalano
pure Luigi Famiglietti e Camilla Sgambato, di Caserta. Tra gli ex fedeli
di Nichi Vendola, durante i bei tempi di Sinistra e Libertà,
vanno ricordati Gennaro Migliore, molto vicino pure alla Boschi,
Alessandro Zan, Martina Nardi. C'è chi scommette poi che Enrico
Carbone, quello del ciaone, la vicesegretaria (non pervenuta) del Pd
Debora Serracchiani o lo stesso ex Radicale Roberto Giachetti, pur
giocando una partita autonoma, alla fine cederanno alle lusinghe
lottiane. Proprio come dovrebbe fare Ermete Realacci, il numero uno di
Symbola, una vita con Veltroni, ma ora folgorato dal nuovo corso renziano.
O come Paolo Coppola, legato alla Serracchiani.
PARTITA PIÙ DIFFICILE AL NORD. Al Nord le cose non vanno così
bene. Lotti può contare su Franco Vazio in Liguria, avvocato e
deputato bipartisan con entrate nel Popolo della Libertà. Su Filippo
Crimì e Sara Moretto in Veneto.
In Lombardia invece, dove la corrente di Martina è molto forte e temuta
in vista di prossimi congressi, l'uomo di Montelupo Fiorentino può contare
su Ivan Scalfarotto e Angelo Senaldi: un po' poco anche se l'intesa con il
sindaco di Milano Beppe Sala è molto forte. Ma oltre ai vari Yoram Gutgeld
o Angelo Rughetti, il vero ultimo acquisto di Lotti è stato Andrea Romano,
ex dalemiano, ex montiano, ora condirettore a L'Unità. È stato il
Lampadina a sceglierlo. La sua corrente ha pure un giornale.
Federco Marini.
Nessun commento:
Posta un commento