giovedì 20 ottobre 2016

Partito democratico: Lotti prepara la sua corrente.


Mentre il Pd è ai ferri corti, Lotti si muove nell'ombra. E fa scouting tra lettiani, dalemiani e franceschiniani. Con l'aiuto di Denis Verdini. Per scalare il partito. di Alessandro Da Rold | 11 Ottobre 2016

Mentre tra la minoranza del Pd e il premier Matteo Renzi volano gli stracci in vista del referendum del 4 dicembre, Luca Lotti, vicesegretario in pectore dei dem, tesse la sua tela per conquistare il partito e costruirsi la sua corrente, funzionale ai renziani. Che potrebbe diventare molto utile in vista di possibili scissioni alla fine dell'anno. Sembrano essere due gli obiettivi del 'Lampadina'. Il primo, nel breve periodo, grazie all'aiuto di Denis Verdini, è assicurarsi i voti che mancano a Sud per vincere al referendum, anche ricorrendo a vecchi arnesi della politica tra i vecchi collettori della Democrazia Cristiana e del Popolo della Libertà.

TEORICO DELLO SFONDAMENTO A DESTRA. Il secondo, nel lungo periodo, è costruirsi una squadra di fedelissimi, coinvolgendo anche ex uomini
del ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini o dell'ex presidente del Consiglio Enrico Letta, esponenti politici di peso che potrebbero riservare sorprese se tra due mesi le cose si mettessero male per Renzi. In sostanza Lotti, il teorico dello sfondamento a destra, pesca pure tra dalemiani, veltroniani o fassiniani, costruisce i ponti di Renzi per il futuro Partito della Nazione, una metamorfosi dei dem che appare già nei fatti al Nazareno dopo i comizi del presidente del Consiglio all'Unione degli Industriali di Torino o all'Assolombarda di Milano.

«L'eredità del Pci sta per essere cancellata, ormai c'è solo Confindustria, i sindacati non esistono più, Togliatti alla fine della Seconda guerra mondiale dialogò con i costituenti, Renzi fa l'opposto», spiega un esponente molto vicino a Pier Luigi Bersani.

LA PESCA TRA DALEMIANI E LETTIANI. Così Lotti esegue. E da bravo boy
scout inizia a vedere i frutti. Dicono gli spifferi di Montecitorio che sono già in molti a vedere nell'esponente di spicco del Giglio Magico il futuro della politica di centrosinistra. Tra gli ultimi acquisti di peso ci sarebbe Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Da sempre franceschiniano, sta rispondendo sempre di più ai diktat di Lotti e del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.

Ma è al Sud che Lotti sta raccogliendo maggiori consensi. Giovanni Aiello, ex Sinistra e Libertà, insieme con i parlamentari Ernesto Magorno, Stefania Covello, Bruno Censore e Lugi Lacquaniti rappresenta l'asse calabro-lottiano. A questi nelle ultime settimane si è aggiunto pure Nicodemo Oliverio, corrente Franceschini, da sempre vicino a Rosato. Le trame calabresi portano fino a Carmelo Pujia, ex andreottiano di ferro, come
raccontato dall'Huffington Post, capace nelle ultime settimane di creare con un altro ex Dc come Agazio Loiero una rete di raccolta voti per «abbattere i comunisti».

Da Ascani a Burtone: i dem sempre più vicini a Lotti

Anna Ascani, un tempo vicina a Letta, è ormai da un anno tra le più affiatate al Giglio Magico. Come lei Lorenzo Beccattini, ex uomo di Walter Veltroni in Toscana, ma ora lottiano di ferro nonchè ex commissario del Pd a Sesto Fiorentino. Sergio Boccadutri, ex tesoriere di Rifondazione Comunista, ex Sinistra e Libertà, è anche lui stato tra i primi a tuffarsi nell'universo renziano. E ora è tra i più strenui tifosi della vittoria del 'sì' al referendum. Enrico Borghi, da sempre considerato vicino a Letta, dopo il trasloco dell'ex premier da Palazzo Chigi ha saputo subito individuare il carro del vincitore, schierandosi dalla parte dei fiorentini.

L'UOMO DI MATTARELLA. Tra gli ex lettiani non si può dimenticare Gianni Dal Moro, deputato che nel suo curriculum ricorda ancora di come per le primarie del 14 ottobre 2007 venne nominato proprio dal futuro premier coordinatore nazionale della sua lista “I democratici per Enrico Letta”: ora sta con Lotti. Marietta Tidei, figlia di Pietro, una lunga carriera costruita alla
corte di Massimo D'Alema, invece è tra quelle che ha deciso di tradire il Lìder Maximo per il Giglio Magico. Paola Bragantini, tutt'ora vicina all'ex sindaco di Torino Piero Fassino, è considerata dai renziani come «una dei nostri».
Lo stesso vale per Giovanni Mario Salvino Burtone, deputato, già europarlamentare, uomo vicinissimo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lotti ci parla spesso, anche in previsione dei contraccolpi che potrebbe sferrare il capo dello Stato all'indomani della chiusura
delle urne referendarie.

I SONDAGGI IN SICILIA FANNO PAURA. Del resto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sta ampliando la sua rete di relazioni in Sicilia, dove i sondaggi per il 'no' al referendum fanno paura, anche per le buone prestazioni del Movimento 5 Stelle. Qui l'intesa è con Davide Faraone, sottosegretario all'Università e alla Ricerca, che scarrozza Lotti da una parte all'altra dell'isola in cerca di voti. In Sicilia si muove molto anche Verdini, da sempre alleato e confidente del Lampadina. Con le truppe cammellate di Saverio Romano, Denis sta cercando di raccogliere il più possibile voti da portare al serbatoio del 'sì'. In Trinacria, oltre a Teresa Piccione, è forte Salvatore Cardinale, una vita per lo Scudo Crociato, mammasantissima dei dem e padre di Daniela Cardinale, altro deputato piddino: tutta la famiglia è
fedelissima di Lotti. In Lombardia preoccupa la corrente di Martina

Nelle faide della Sardegna, con Renato Soru che ha abbandonato, a stare con il Lampadina sono invece i deputati Emanuele Cani e Romina Mura.
Laura Vennitelli è l'esponente lottiana del Molise. In Abruzzo ci sono Vittoria D'Incecco e Gianluca Fusilli, da sempre considerato uomo di Beppe Fioroni. In Campania, data la vicinanza al presidente della Regione Vincenzo De Luca, le schiere di lottian-renziani sono formate da Sabrina Capozzolo e Umberto Basso De Caro. Quest'ultimo, in teoria, è nella squadra di Maurizio Martina e Andrea Orlando, Sinistra e Cambiamento, i cosiddetti Comunisti per Renzi. In realtà, sarebbe molto vicino a Lotti.

GIACHETTI CEDE ALLE LUSINGHE? In quel di Avellino si segnalano pure Luigi Famiglietti e Camilla Sgambato, di Caserta. Tra gli ex fedeli di Nichi Vendola, durante i bei tempi di Sinistra e Libertà, vanno ricordati Gennaro Migliore, molto vicino pure alla Boschi, Alessandro Zan, Martina Nardi. C'è chi scommette poi che Enrico Carbone, quello del ciaone, la vicesegretaria (non pervenuta) del Pd Debora Serracchiani o lo stesso ex Radicale Roberto Giachetti, pur giocando una partita autonoma, alla fine cederanno alle lusinghe lottiane. Proprio come dovrebbe fare Ermete Realacci, il numero uno di Symbola, una vita con Veltroni, ma ora folgorato dal nuovo corso renziano. O come Paolo Coppola, legato alla Serracchiani.

PARTITA PIÙ DIFFICILE AL NORD. Al Nord le cose non vanno così bene. Lotti può contare su Franco Vazio in Liguria, avvocato e deputato bipartisan con entrate nel Popolo della Libertà. Su Filippo Crimì e Sara Moretto in Veneto.
In Lombardia invece, dove la corrente di Martina è molto forte e temuta in vista di prossimi congressi, l'uomo di Montelupo Fiorentino può contare su Ivan Scalfarotto e Angelo Senaldi: un po' poco anche se l'intesa con il sindaco di Milano Beppe Sala è molto forte. Ma oltre ai vari Yoram Gutgeld o Angelo Rughetti, il vero ultimo acquisto di Lotti è stato Andrea Romano, ex dalemiano, ex montiano, ora condirettore a L'Unità. È stato il Lampadina a sceglierlo. La sua corrente ha pure un giornale.

Federco Marini.


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