Unione Sarda
L'intervista su Videolina
Monitor, Pigliaru si confessa: «Due anni duri»
Passato, presente e futuro dell'era Pigliaru al
governo della Sardegna. In mezz'ora il presidente della Regione si
racconta alla trasmissione Monitor, condotta da Nicola Scano, andata in
onda ieri sera su Videolina. Nel 2014 Matteo Renzi, allora ancora
solo segretario del Pd, sottolineò che Pigliaru «magari non sa
raccontare le barzellette, ma è una persona seria e capace».
Dopo due anni e mezzo di legislatura il presidente
ammette di «non aver fatto progressi con le barzellette», ma del tempo
ricorda «una campagna
elettorale fatta in fretta e con pochi soldi». Poi
l'attività legislativa, fatta di «musi lunghi che in politica sono
normali» e rapporti da mantenere dentro la Giunta all'interno della
quale convivono visioni spesso diverse. «Con Maninchedda magari non
abbiamo una visione comune della Sardegna fra 50 anni, ma sul medio
periodo sì».
Durante la puntata si parla di scuola, agricoltura,
sanità e migranti, tema sul quale il presidente ricorda la necessità
di «rispettare i limiti». Passato, presente: e il futuro? Pigliaru
ha sempre detto di non volersi ricandidare: «Adesso abbiamo molti oneri
e pochi onori, per il futuro c'è tempo. Vedremo». (m. s.)
La Nuova
Dal Moro: Pd, assemblea il 7 novembre Il garante
del partito ha incontrato prima i 18 consiglieri, poi il governatore
Pigliaru. Accordo vicino
CAGLIARI Il litigioso Pd sardo da qui al congresso
straordinario, sarà a febbraio, non ha bisogno di parole per ritrovare la
pace interna. Servono e serviranno solo i fatti. Senza dirlo, perché per
adesso ha schivato con garbo taccuini e telecamere, il garante arrivato da
Roma non crede che la sua missione sia calcare chissà quante e quali passerelle
più o meno importanti. Gianni Dal Moro, presidente della commissione
nazionale di garanzia del partito, ha capito che per rimettere assieme i
cocci di una diatriba fra le correnti dovrà soprattutto lavorare di
fino.
Ha cominciato a farlo la settimana scorsa, a
Roma, con i parlamentari sardi, ha continuato a seguire la stessa
strategia 24 ore fa. Prima ha incontrato i 18 consiglieri regionali del Pd
e tutti hanno risposto presente all’appello, poi è
stata la volta del governatore Francesco Pigliaru. Sono
stati due vertici decisivi e in cui forse Dal Moro è riuscito a centrare
un primo obiettivo: chiedere e ottenere il massimo impegno da chi è
stato eletto nella prossima campagna referendaria.
«Abbiamo avuto un incontro o costruttivo con un
grande motivatore», è stato il commento di Rossella Pinna. E forse il Pd
dilaniato, più nella struttura che nel gruppo in Consiglio, ha bisogno
proprio di questo: essere motivato e riportato fra la gente. Concetto che
Dal Moro riproporrà il 7
novembre, quando si presenterà all’assemblea
regionale, e sarà anche il giorno in cui i delegati eleggeranno il
coordinamento che lo
affiancherà nell’operazione di riappacificazione. Da
maggio senza più un segretario dopo le dimissioni di Renato Soru
all’indomani della condanna per evasione fiscale ma in effetti già
dilaniato da molto prima, il Pd oggi ha bisogno di qualcuno che lo guidi
senza strafare.
«Non ci ha proposto ricette – ha detto il capogruppo
Pietro Cocco – e noi gli abbiamo detto che gran parte della responsabilità
di questa situazione è nostra. Insieme vogliamo intraprendere un
percorso condiviso in cui la ragione riprenda il sopravvento sullo
scontro». Gianni Dal Moro – ha aggiunto Piero Comandini – «è oggi un
risorsa in più per il Pd sardo» e il vicecapogruppo Roberto Deriu l’ha
ribadito:
«Andrà nei territori perché solo dal confronto con la
base può ricominciare una nuova stagione». All’ordine del giorno non
c’era soltanto il referendum, ma anche questioni più interne, una su
tutte: è indispensabile una forte unità d’intenti fra il centrosinistra
in Consiglio e la Giunta per «rilanciare subito l’azione di governo».
È stato proprio questo l’argomento cardine dell’incontro avuto poi
dal garante col presidente Pigliaru. Sulle due ore di faccia a faccia
non è trapelato molto se non che la politica ha sempre più un
dovere: risolvere i problemi della gente. Così sono stati affrontati i
prossimi passi della Giunta per risolvere ad esempio
lo spopolamento delle zone interne: «Abbiamo pronto un master plan – ha
detto il governatore – che sarà decisivo per dare un segnale forte
nella seconda parte della legislatura».
Ultima annotazione: pare che nei vertici non si
sia parlato apertamente di rimpasto e neanche delle cariche in Consiglio
regionale da rinnovare. Perché? Perché prima «c’è un referendum da
vincere», ha detto Gavino Manca.
Unione Sarda
Primo incontro di Dal Moro con i consiglieri
regionali. Poi un vertice con il governatore. Il garante striglia il
Pd sardo: «Tutti al lavoro per il referendum»
Tutte le strade (del Pd) devono portare alla vittoria
del Sì al referendum sulla riforma costituzionale. Il garante Gianni Dal
Moro ha avuto da Roma un mandato che non lascia spazio a molti voli
pindarici. Il Partito democratico sardo deve ingoiare le divisioni e
lavorare da qui al 4 dicembre per garantire la vittoria del “Sì”. Certo,
prima o poi il rimpasto e la preparazione al congresso del prossimo
26 febbraio saranno questioni da affrontare ma, soprattutto per
il rimpasto, tenendo d'occhio l'unità dei democratici per la
consultazione.
GLI INCONTRI Ieri mattina Dal Moro ha chiamato a
raccolta i 18 consiglieri regionali nella sede cagliaritana dei
democratici. Subito dopo è andato a Villa Devoto per incontrare il
presidente Pigliaru. Impossibile sapere dalla viva voce del garante
l'esito delle due riunioni, l'unica cosa che si sa è che Dal Moro la
settimana prossima sarà di nuovo in Sardegna per proseguire il giro di
incontri.
I TEMI Pigliaru e Dal Moro si sono incontrati a porte
chiuse, il presidente ha detto di «avere la stessa visione di politica che
ha Dal Moro, ossia quella della concretezza». Di assetti si è parlato,
il rimpasto sarà un tema da affrontare ma soprattutto «ho ribadito
che serve lavorare sulla fiducia reciproca, perché la politica è fatta
per affrontare i problemi e risolverli».
I CONSIGLIERI In mattinata i consiglieri regionali del
Pd sono tutti attorno a Dal Moro, compreso il presidente dell'assemblea,
Gianfranco Ganau. E visto che la Sardegna è una delle regioni con il
risultato più in bilico, ecco che la prima pietra miliare portata in dote
dal garante è che il futuro del partito è legato all'esito del
referendum. Quindi tutto il lavoro che il partito dovrà fare, anche a
livello politico-amministrativo, sarà finalizzato ad aumentare l'indice
di gradimento per alzare le quotazioni del “sì”. Nei prossimi giorni
verranno nominati i componenti del direttorio, in
rappresentanza delle diverse anime dei democratici che lavoreranno con il
garante.
«UN MOTIVATORE» È l'aggettivo più utilizzato dai
consiglieri per definire in una parola il garante. Sebbene siano tutti
d'accordo sull'impegno per il referendum, c'è la volontà di non trascurare
sia il rimpasto che il congresso. Tesi sostenuta da Lorenzo Cozzolino
che, durante la riunione, ha ribadito la necessità di «affrontare tutti
gli impegni contemporaneamente. Un'accelerazione sull'azione politica
va data al più presto».
La situazione necessita di una riflessione,
soprattutto all'interno di una maggioranza di centrosinistra in cui le
posizioni sul referendum non sono compatte. Dunque, significa che bisogna
portare avanti una trattativa fatta per garantire i rapporti e gli
equilibri anche in Giunta. Il presidente Ganau apprezza «l'esperienza di
chi sa ricucire», ma poi ammette che «se non ci fossero state le scadenze,
si sarebbe potuto risolvere tutto nelle sedi congressuali».
Il capogruppo, Pietro Cocco, assicura la «piena collaborazione
del direttorio», mentre Cesare Moriconi commenta: «Un confronto utile. Il
garante ha trovato un gruppo consiliare compatto sulle
questioni politiche e sulla disponibilità alla leale collaborazione».
Matteo Sau
Forma, Pd: tempi rapidi. Il gruppo Meglio in due: è
indispensabile
Preferenza di genere, doppia sfida.
CAGLIARI Solo quattro donne in Consiglio regionale: è
un’offesa per la Sardegna. Con la prossima legge elettorale – ancora da
approvare –
«questo scandalo dovrà essere cancellato». È questo
l’appello alla civiltà e alla parità di genere lanciato, in due diverse
iniziative, dalla consigliera regionale del Pd Daniela Forma e
dall’associazione.
«Meglio in due» vicina al movimento dei Riformatori.
Dentro l’Aula. È stata Daniela Forma a manifestare «forte imbarazzo per
ritardi che hanno fatto finire nel dimenticatoio gli impegni presi
dalla maggioranza di centrosinistra sull’introduzione della
doppia preferenza di genere nella prossima legge elettorale». Un anno e
mezzo fa, ricorda Daniela Forma, «la coalizione ha presentato una
proposta di legge per modificare la Statutaria e allora tutti dissero
convinti: sono maturi i tempi per consentire alle donne di dare il
loro contributo nel Parlamento dei sardi». Invece, l’amara
constatazione della consigliera regionale, «quella ventata di forte novità
è finita chissà dove» ed ecco perché «lancio un appello ai consiglieri
della
maggioranza e al presidente della commissione riforme
del Consiglio
per riprendere con determinazione un cammino
interrotto». La risposta del presidente Francesco Agus (Sel) è arrivata
subito: «Sin dalla prossima settimana – ha scritto – la sottocommissione
riprenderà a lavorare per arrivare a una sintesi delle proposte
presentate.
Questo Consiglio non può permettersi di rimanere
fermo sulla necessità della rappresentanza di genere. Se lo facesse, non
farebbe che riproporre le
stesse inaccettabili storture dell’attuale
legislatura». Il che vuol dire: i tempi di quella che potrebbe essere
definita l’istruttoria preliminare della legge dovranno ritornare a essere
veloci. Fuori dall’Aula. A prendere l’iniziativa, con una lettera inviata
al presidente del Consiglio, è stata l’associazione «Meglio in
due», coordinata da Lucia Tidu, Elena Secci e Carla Poddana.
Oltre alla richiesta di un incontro, il gruppo
chiede che «la legge elettorale
per la doppia preferenza di genere sia approvata entro
novembre». Va risolta – è scritto in un comunicato – «un’evidente
emergenza
democratica, perché non è possibile che alla donne sia
ancora precluso l’accesso alle cariche più importanti della nostra
Regione». Sono 103 i Comuni che da subito hanno aderito alla proposta
dell’associazione
«Meglio in due», costituita da uomini e donne, e
«altri sono pronti a sostenere nei Consigli comunali le nostre
iniziative». La conclusione
del comunicato è molto chiara: «Sono trascorsi due
anni e mezzo dall’inizio della legislatura e la questione non è stata
ancora risolta. Per questo, oggi più che mai, è indispensabile che la
nuova legge elettorale sia approvata in tempi rapidi».
Unione Sarda
SELARGIUS. Lilliu (Pd) potrebbe sfidare Concu (Pd). In
campo Tonino Melis?
Sindaco, Pulli anticipa tutti Incertezza nelle
coalizioni
Il toto sindaco ha inizio. Da una parte il
centrodestra, con il vicesindaco Gigi Concu , dall'altra il segretario
provinciale del Pd, Francesco Lilliu . A sorpresa salta fuori la prima
lista civica, che si piazza - almeno secondo gli intenti - esattamente al
Centro, ed è guidata da Giovanni Pulli (noto Nanni), figlio del grande
artista originario di Sassari Claudio Pulli scomparso anni fa. La corsa
per la poltrona dorata parte in netto anticipo: in vista delle Comunali
di maggio 2017 la campagna elettorale anticipa pure il Natale.
LISTA CIVICA Il ceramista Pulli, con una sfilza di ex
in curriculum (capogruppo di Forza Italia, presidente del Consiglio
comunale,
vicesindaco, assessore ai Lavori pubblici e ai Servizi
Tecnologici nella Giunta Ilario Contu ) è già uscito allo scoperto. Con
cinque punti chiave: «La riqualificazione delle assistenti Sociali;
portare al Comune il servizio Informa Giovani, che non può essere
nascosto, se l'obiettivo principale deve essere dare opportunità ai nostri
giovani; far diventare il centro servizi della zona industriale incubatore
di start up che accompagnino e ricerchino le imprese intenzionate
a investire nel territorio; dare gli spazi pubblici ai
commercianti gratis e mantenerli gratuiti in cambio di occupazione;
mettere le aree pubbliche a norma per permettere all'organizzazione dello
Sposalizio Selargino di avere spazi fruibili, gestire il Polo Museale e
gli
eventi che ricoprano l'arco dell'intero anno e non
solo poche date specifiche».
CENTRODESTRA La coalizione sembra intenzionate a
giocare la pedina - a
detta di molti - vincente, che risponde al nome di
Gigi Concu. Sembra
essre lui l'uomo di punta del centrodestra, forte del
record di
preferenze incassate nelle scorse elezioni. Secondo
indiscrezioni
potrebbe scendere in campo anche Gabriella Mameli ,
presidente
dell'Assemblea. Tra i papabili anche la
consiglieraVanessa Vargiu
(Udc), dello stesso partito del sindaco Gian Franco
Cappai , al
secondo mandato.
CENTROSINISTRA Il Pd è pronto a regalare una sfida a
tre: ambiscono allo scranno dorato Ivan Caddeo , con due legislature alle
spalle, Lilliu e Giorgia Porcu , entrambi alla prima esperienza in
Consiglio, ma a quanto pare intenzionati ad andare avanti. Resta
l'incognita di Sel, che stando alle voci di corridoio, punterebbe su
Andrea Melis . E poi ci potrebbe essere Tonino Melis , che nonostante i
suoi 78 anni pare pronto a sbaragliare la concorrenza.
INCOGNITA GRILLINA Dopo gli strappi all'interno del
movimento selargino, con tanto di sito internet oscurato e una prolungata
uscita di scena, c'è chi assicura che l'aspirante primo cittadino sarà
Francesco Mameli .
Sara Marci
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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