LA
NUOVA
Reddito d’inclusione, è polemica. Tedde, Fi: «La giunta si è dimenticata dei
400mila poveri isolani». Reddito d’inclusione, è polemica
SASSARI Marco Tedde striglia la giunta sul
reddito di cittadinanza. «Poco più di 33 milioni di euro restano fermi nelle
casse della Regione anziché essere pagati sotto forma di reddito d'inclusione
ai 400mila sardi che si trovano in condizioni
di povertà». Il Consiglio, ricorda il vicecapogruppo di Forza Italia, ha
approvato ad agosto una legge con la quale viene introdotta in Sardegna una
misura di sostegno a tutte quelle famiglie, anche di fatto o formate da una
sola persona, che versano in condizioni di povertà.
La legge prevede che entro 60 giorni dalla
sua pubblicazione la giunta regionale adotti una deliberazione con la quale
vengono definite le regole di attuazione.
«Ad oggi, dopo oltre 60 giorni dalla
pubblicazione – attacca Tedde – la giunta Pigliaru non ha ancora adottato
quella delibera. E pensare che la maggioranza aveva raccomandato al
Consiglio regionale di fare in fretta perché il quadro sardo è grave e
allarmante. Dov'è finita la preoccupazione per le 147mila famiglie sulla soglia
della povertà? È questa la considerazione per i 400mila sardi ai quali è
necessario garantire risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente
alla dignità umana?».
Il capogruppo in Consiglio Giuseppe
Masala: «Sono accuse confuse e infondate Sulle politiche ambientali siamo
avanti rispetto al programma, i risultati ci sono»
Il Pd difende la giunta dagli attacchi del
M5S
di Vincenzo Garofalo
SASSARI «Confuse, imprecise e infondate».
Il Pd respinge le critiche del Movimento 5 stelle sull’attività della giunta
comunale, critiche affidate alle relazioni annuali dei due vicepresidenti delle
commissioni consiliari Bilancio e Ambiente, Maurilio Murru e Desirè Manca,
sull’attuazione delle linee programmatiche del sindaco.
Relazioni che hanno contestato ritardi e
falle nell’azione di governo
a Palazzo Ducale. La reazione del Partito
democratico a quelle relazioni arriva per mano del capogruppo in Consiglio
comunale, Giuseppe Masala, che si scaglia in particolare contro le affermazione
della consigliera Manca: «Durante i lavori
della commissione ambiente la vice presidente Manca ha presentato si una
relazione critica e aspra nei confronti delle attività svolte dagli assessori e
dalla giunta nel suo insieme, evidenziandone, a suo dire ritardi e manchevolezze;
tale relazione è stata respinta dall'intero Pd e da tutta la maggioranza»,
precisa Masala. «La bocciatura della relazione della pentastellata è avvenuta
in maniera decisa e inequivocabile, non solo perché non conteneva alcun
elemento ponderato e chiaro di contestazione, ma soprattutto perché è apparsa
confusa nella conclusione e poco chiara nelle tesi contrarie espresse nel
merito delle tematiche trattate», continua il capogruppo Pd, prima di difendere
l’operato della giunta, almeno per quanto riguarda le politiche ambientali.
«Ribadiamo quanto di positivo è stato
fatto dal Settore Ambiente nel corso dell'ultimo anno di lavoro, ritenendolo
non solo coerente con il programma di mandato, ma ben più avanti rispetto a
quanto potessero far immaginare le più rosee aspettative di qualche mese fa.
Fra i più apprezzati certamente sono stati proprio i risultati sulle
percentuali di raccolta differenziata registrati per tutto l'anno, la rinnovata
e più pressante campagna di sensibilizzazione ambientale e la prossima
conclusione dei lavori del centro di riuso».
Masala è implacabile con la vicepresidente
della commissione Ambiente, ma è più compiacente con il capogruppo del M5S e vicepresidente
della commissione Bilancio, Maurilio Murru: «Ritengo
invece apprezzabile nel rispetto del ruolo
che un’opposizione seria e
costruttiva deve svolgere, quanto
riportato nelle conclusioni del consigliere Murru. Per questo ha ricevuto il
sostegno del voto della maggioranza, che ci stimola “a fare di più” (e non solo
nell'ordinaria amministrazione) pur riconoscendo apprezzabile l’operato
dell’ultimo anno di sindaco e giunta per i settori presi in analisi nella commissione
da lui presieduta nell'occasione».
MATER OLBIA - A RISCHIO L'APERTURA A
DICEMBRE
Lucio Rispo all’attacco: «Il Qatar ha
fatto tutto quello che era di sua competenza, ma ora la burocrazia italiana
frena»
Il manager della qfe Governo italiano e
Regione devono rispettare i patti stabiliti Per poter continuare con
il cronoprogramma serve l’accreditamento di Enrico Gaviano
OLBIA L’apertura del Mater Olbia sembra
essere una specie di traguardo impossibile da raggiungere. Il 27 aprile la
visita del Ceo di Qatar Foundation Endowment, Rashid Al Naimi, e del presidente
della Regione Francesco Pigliaru, e il 2 giugno quella di Graziano Delrio,
ministro dei trasporti e delle infrastrutture, avevano rivelato un cantiere in stato
avanzato e un cronoprogramma preciso: primi reparti aperti alla fine dell’anno,
quindi, snocciolati nell’arco del 2017 l’avvio di tutte le altre specialità. Ma
sembra invece che si debba registrare un nuovo intoppo.
È quanto rivelano le parole di Lucio
Rispo, braccio destro operativo in Italia della Qatar Foundation endowement. La
burocrazia frena. «Aspettiamo ancora delle risposte», dice al telefono Lucio
Rispo quando gli si chiede a che punto è la situazione. Il manager di Qfe non è
molto allegro. «Sin dall’antichità si diceva che pacta sunt servanda, i patti
vanno rispettati – dice ancora Rispo – ma qui evidentemente c’è più di un
problema. La burocrazia frena e stiamo ancora aspettando che gli altri facciano
la loro parte» La Qatar foundation sostiene infatti di essere a posto sul suo
versante.
«Abbiamo rispettato il cronoprogramma e la
parte della struttura che deve essere pronta a partire a dicembre – dice Rispo
– è nelle condizioni di poterlo fare. Ma, evidentemente, altri non hanno fatto lo
stesso. E mi fa specie. Ricordo che in questo accordo ci sono in mezzo non solo
il Qatar con la società e l’impegno dei vertici nazionali, ma anche il governo
italiano e la Regione Sardegna».
Accreditamento. Il problema sembra
risiedere nei permessi che devono essere rilasciati. Il cosiddetto
accreditamento, cioè il numero di posti letto per ciascun reparto, che viene
concesso dalla Regione dopo aver verificato che gli ambienti siano idonei a
ospitare una struttura ospedaliera.
«Noi abbiamo fatto tutto quello che ci
spettava – insiste Rispo –, ma dall’altra parte invece c’è silenzio.
Aspettiamo, ma andando avanti di questo passo si rischia di dover far slittare
ancora tutto. Perché, lo ricordo per chi si fosse distratto, occorre anche fare
le assunzioni del personale medico, paramedico e di tutte le altre figure
necessarie al funzionamento dell’ospedale. Ma se manca il via libera delle
autorità italiane competenti, noi non possiamo che star fermi».
Specialità. Il Mater Olbia, una volta a
regime, avrà reparti di livello internazionale nel campo di pediatria,
oncologia, diabetologia, neurochirurgia, oculistica e medicina dello sport. E a
progetto completato ci sarà anche spazio per la ricerca. Con la collaborazione
di esperti di fama internazionale e la rete di collegamenti con ospedali di
prim’ordine di tutto il mondo.
Licenziamenti. All’interno di questa
situazione si innesta anche quella relativa alle persone che lavorano nel
cantiere del Mater Olbia. Il cantiere va avanti a pieno ritmo, con circa
120-130 persone all’interno: operai specializzati, muratori, carpentieri, elettricisti,
idraulici, tutto quello che serve per completare il Mater Olbia. Ma in questi
giorni sembra che almeno una settantina di persone siano state rispedite a casa
e non riassunte. Il meccanismo infatti prevede dei contratti a termine, scaduti
i quali, si fa firmare al lavoratore un nuovo contratto. Ora invece è scattato l’allarme
lanciato da alcuni dei lavoratori che sono rimasti a casa in questi giorni e
che non sanno se saranno richiamati.
Federico Marini
skype: federico1970ca
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