Ritengo che l'ordinamento
dello stato italiano sia il più stabile e ben fatto d'europa. Il bicameralismo
perfetto permette di far passare leggi in modo veloce ma anche ragionato, un
vero sistema di autodifesa della democrazia.
Il Senato come è stato
concepito dal governo è un ibrido, le cui funzioni sono confuse. Non c'è
semplificazione se si passa da 1 a 10/12 iter per la approvazione di una legge.
La scelta doveva essere tra abolirlo del tutto o lasciarlo così com'è. La
velocità dell'approvazione di una legge non indica un miglioramento della
qualità della stessa, è sempre la volontà politica dei parlamentari a far sì
che una legge passi velocemente o no. Siamo uno dei paesi europei che approva
più leggi in un anno e, per fare un esempio, la sciagurata legge fornerò passò
in soli 10 giorni.
Ritengo che persone elette
per fare il consigliere regionale o il sindaco non debbano lavorare su altro se
non per i ruoli per cui sono stati scelti. Ritengo che sia sbagliato che questi
nominati possano avere voce su questioni importanti come i trattati
internazionali, i rapporti con l'Unione Europea e l'elezione del presidente
della Repubblica. ritengo che solo persone elette per fare il senatore debbano
occuparsi di ciò.
Non sono le istituzioni ad
essere sbagliate ma gli uomini che le comandano. Ritengo che questa riforma
deformi la repubblica e la partecipazione democratica alla vita istituzionale.
ritengo buona la certezza della discussione delle leggi di iniziativa popolare,
ma non concordo assolutamente con l'innalzamento della quota di firme da
raggiungere, stessa cosa per il referendum: buona l'introduzione dei referendum
propositivi ma insensato aumentare la quota di firme da raggiungere in cambio
di un sconto sul quorum.
Non mi sono mai
interessati i costi delle istituzioni, o almeno non come a tanti, e sono
convinto che non è il numero dei parlamentari a misurare la qualità di un
parlamento ma la qualità degli uomini e delle donne che siedono in quei banchi.
Di certo sono estremamente
contrario al fatto di ridurre i diritti degli elettori per risparmiare qualche
milione di euro, le elezioni non sono e non saranno mai un costo. Il voto è una
conquista di questo paese, avuta a costi altissimi, toglierla, anche se per un
solo ramo del parlamento, è gravissimo. A chi dice "almeno si
cambia qualcosa" rispondo che cambiamento non significa migliorare (almeno
non sempre), anzi. Con questa riforma si cambia, è vero, ma in peggio.
Ultima, ma non per
importanza, considerazione. Questa riforma è appoggiata da quella JP Morgan
(banca tra le responsabili della crisi del 2007/2008) che tempo addietro disse
che le costituzioni antifasciste andavano cambiate perché troppo
"socialiste". Basterebbe questo motivo per essere contrari a questa
riforma.
L'onorevole Paolo Emilio
Taviani, deputato della Costituente, è stato il principale promotore
dell'articolo 41, che regola l'iniziativa economica privata, e disse
chiaramente che quell'articolo introduceva nella nostra Costituzione il ripudio
del liberismo. Non sarà forse questo, in un'era pregna di iper liberismo, a dar
così fastidio? Per ora non è stato cambiato, ma credo che se passasse il Sì non
dovremo attendere troppo tempo. L'articolo già non è ampiamente rispettato, ma
toglierlo significherà la sconfitta di quella Costituente. La nostra Costituzione è
la nostra identità. Può cambiare, nessuno dice il contrario, ma che siano
cambiamenti dettati dall'estensione dei diritti, non dalla loro restrizione.
Per questo voto e farà votare NO il 4 Dicembre-.
Di Nicolò Monti
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