Da un po' di tempo a sinistra ogni giorno ha il suo scenario post referendum. Se vince il si, se vince il no: si affastellano decine di ricostruzioni e retroscena, tutte ipotetiche e tutte fantasiose. Tutte tese a convincere il popolo della sinistra che la Costituzione non c'entra, perché è solo del gioco della politica che si sta parlando.
Renzi resta, Renzi se ne va, Renzi si dimette ma rimane segretario del partito, la sinistra Pd vincerà il congresso e tornerà la vecchia classe dirigente, Pisapia farà una lista alleata con Renzi se vince il si o forse no, D'Alema farà un nuovo partito o forse no perché resterà con Bersani e Speranza a dare battaglia nel Pd, Grasso si, anzi no, forse Boldrini diventerà premier, ma forse più probabile Padoan, Salvini sarà il vero vincitore e con Berlusconi ricostruiranno il centro-destra o forse no andranno alle elezioni separati e si farà la grande coalizione, Grillo di certo vincerà le elezioni, anzi no, cambierà la legge elettorale e le vincerà Renzi, ma forse no, se vince il si, resterà l'Italicum con buona pace di Cuperlo che avrebbe fatto meglio a votare no...
O forse si torneremo alla coalizione della seconda
Repubblica e allora sono guai per Grillo, ma forse non è così, e De Magistris
farà il leader di una coalizione "populista" di sinistra o forse no,
troveremo un altro leader, più riformista, o forse no saranno più di uno perché
a sinistra non riusciranno mai a mettersi tutti insieme e allora ci saranno
almeno 3 liste a sinistra del Pd, ma forse no perché se vince il si allora la
strada è solo una e spazio per tante divisioni non ce n'è, e se vince il no
sarà il caos e se vince il si sarà il 'fuggi fuggi' e chissà dove a finire
quello in cui hai creduto fino a ieri, intanto se vince il no crollano le
borse, ma poi figurati, solo una settimana e passa tutto e in fine dei conti se
vince il si cambia tutto ma è vero anche che resta tutto com'è ora e si va avanti
esattamente con le stesse politiche del giorno prima, con Alfano e Verdini
tutti contenti a festeggiare.....
Il povero elettore di sinistra è sollecitato in tutte le direzioni, appelli e interviste si susseguono, ognuno con la sua scommessa sullo scenario più probabile, ognuno - così io credo - con l'unico effetto di indurre molti a rinunciare, a stare a casa, a guardare da lontano perché troppa è la confusione sotto il cielo per buttarsi nella mischia.
A dirvi la verità, questo modo di discutere mi fa un po' pena e un po' tristezza. Tanto più quando contagia la sinistra (nelle sue 50 sfumature di rosso), la riduce ai tatticismi, la trasforma in una massa di 'indovini' che scruta i processi politici come se non fosse suo compito mobilitare il paese per aprire nuove strade. E' una sinistra minoritaria e senza ambizioni che non mi rappresenta, è una sinistra della paura e della ridotta, che ragiona per difetto, preferisce subire l'offensiva personalizzante di Renzi e attaccarsi a quel che c'è, o sperare in qualcun'altro che arrivi da chissà dove a fare la famosa mossa del cavallo, invece di rimboccarsi le maniche per dare vita a ciò che non c'è ancora.
Per me è no. In tutti i sensi. Io lavoro per una sinistra emancipata e pensante, un soggetto protagonista e senza retropensieri, un insieme di persone che sappiano prender parola per dire ciò che vogliono, battersi per averlo, lavorare per realizzarlo. E so che c'è un maggioranza che spera che questa sinistra, dopo tante traversie, finalmente torni alla vita. Una maggioranza che non si adatta a quel ragionamento che trasforma un referendum sulla costituzione nel campo di una partitella politica.
I governi cambiano, e pure in fretta, i partiti lo stesso, i leader si bruciano nell'arco di un paio d'anni al giorno d'oggi. Ma la Costituzione resta e il suo testo, che è il patto su cui è fondata la nostra civile convivenza, varrà come regola da rispettare per chi governa oggi (come Renzi) e anche per chi potrebbe governare domani, tra cui ci sono tanti che non ci piacciono affatto. Votare 'si' per salvare Renzi e poi tenersi una Costituzione sbagliata e scritta male è come guardare il dito e non la luna, è guardare il presente e non il futuro. Eppure chi ha a cuore la conquista di diritti che oggi non ci sono e vengono negati, sa che nella storia essi sono sempre stati conquistati guardando la luna, in mille modi diversi e molti altri da inventare. Distesi da soli sotto un albero, dalla catena di montaggio di una fabbrica, dal chiuso di una cella, distogliendo lo sguardo dalle pagine di un libro, da una piazza piena di folla, dalla porta di una sezione, dalla tavola di famiglia, dall'aula del parlamento, dalla scrivania di un ministero, dalla finestra di una cameretta, sulla sella di una bicicletta, sulle assi di un palcoscenico, dalla selva di una montagna: mai, proprio mai, ci siamo arresi alla dittatura del nostro dito. Mai proprio mai scambierei gli articoli di una Costituzione con la sopravvivenza di un governo, anche se fosse il mio, anche se fosse quello che ho votato e sostenuto. #stavoltaNo
Eisabetta Piccotti.
Esecutivo Nazionale Sinistra Italiana
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