(ANSA) - CAGLIARI, 3 NOV - La Sardegna
rischia di rimanere senza i suoi tre senatori a causa della riforma costituzionale:
o meglio l'Isola potrebbe mandare a Roma solo un sindaco e forse solo uno di un
comune con meno di 10mila abitanti, mentre gli altri due seggi, quelli dei
consiglieri-senatori, rimarrebbero vuoti.
A denunciare il 'guazzabuglio' del
combinato disposto tra l'art. 17 dello Statuto speciale dell'Isola e l'art. 57
della Costituzione modificato dalla riforma, è il costituzionalista Andrea
Pubusa con una lettera aperta al presidente Francesco Pigliaru, pubblicata sul
blog democraziaoggi.it. Un tema ripreso anche dal Comitato Facebook per il no
al referendum, nato lo scorso maggio su iniziativa dell'Osservatorio
Antiplagio.
"Lo Statuto sardo dispone che
'l'ufficio di consigliere regionale è incompatibile con quello di membro di una
delle Camere o di un altro Consiglio regionale o di un sindaco di un Comune con
popolazione superiore a diecimila abitanti, ovvero di membro del Parlamento
europeo' - scrive Pubusa al governatore - Come la mettiamo? In virtù dell'art.
17 tu e tutti i consiglieri regionali sardi non potete essere eletti o nominati
senatori. E, come ben sai, lo Statuto sardo è legge costituzionale, è un pezzo
di Costituzione; per di più, trattandosi di una legge speciale, per la Sardegna
prevale sulla legge generale. Non lo hai detto tu stesso che il titolo V come
disciplina generale non si applica alla Sardegna, per la quale vale lo Statuto speciale?".
Secondo il costituzionalista, inoltre, la
carica di sindaco di un comune con popolazione superiore a 10mila abitanti è incompatibile
con la carica di consigliere regionale e quindi "non può essere
senatore". "L'unica soluzione è modificare lo Statuto - indica Pubusa
- ma mentre prima si cercava si evitare il cumulo delle funzioni, oggi si sta
andando verso questo pasticcio".
A fronte di queste considerazioni il
Comitato sorto su Fb sottolinea che "nell'attesa della modifica dello
Statuto sardo, qualora vincesse il Sì, la riforma contenuta nel ddl Boschi
partirebbe già con un conflitto da dirimere ed un Senato incompleto".
(ANSA).
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