La
Nuova
Italicum, Cuperlo firma Si spacca la
minoranza Pd
ROMA Gianni Cuperlo firma l’intesa
sull’Italicum con Renzi ma spacca la minoranza del Pd che conferma il suo No al
referendum. E accusa: l’intesa è solo una presa in giro, per
cambiare l’Italicum bastava presentare un disegno di legge in Parlamento. Nel
secondo giorno della settima Leopolda, Matteo Renzi incassa il via libera di
uno dei leader della sinistra interna sulle modifiche alla legge elettorale.
Il documento, firmato dal vice segretario
dem Guerini, dal presidente Orfini, dai capigruppo Rosato e Zanda oltre che da
Cuperlo, prevede (forse) il premio alla colazione e non più alla lista, la
elezione dei futuri deputati nei collegi e il superamento del ballottaggio.
Tutte modifiche che però saranno discusse dopo il 4 dicembre, a urne chiuse. E
che prima dovranno essere approvate dalla direzione e dall’Assemblea nazionale
del Pd.
Il documento «non guarisce la ferita
aperta, serve una nuova legge non una traccia di intenti ambigua e generica»,
accusa Roberto Speranza che come Pier Luigi Bersani è impegnato attivamente nella
campagna elettorale per il No alla Riforma della Costituzione. Il testo non
assume infatti nessun impegno sulla possibilità di assegnare il premio di
maggioranza non alla lista, come previsto ora, ma alla coalizione, come
chiedono a gran voce i piccoli partiti. Ma come cambierebbe l’Italicum secondo
le modifiche indicate dalla commissione Pd? L’attuale è un sistema proporzionale
con sbarramento al 3% e premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che
supera il 40%. Se nessuno lo raggiunge, si decide il vincitore in un ballottaggio
tra i due partiti più votati.
Il documento indica invece la possibilità
che con un premio che assicuri la governabilità, si possa archiviare il
ballottaggio dell’Italicum. Ma non viene indicata l’entità del premio né se
sarà assegnato alla lista o alla coalizione.
L’Italicum prevede liste con capolista
bloccato e la contesa tra gli altri con le preferenze. La commissione Dem
indica invece la «preferenza» per la scelta di un «sistema di collegi». Ma,
nota il bersaniano Federico Fornaro, che critica il documento, non si indica «se i collegi siano uninominali
maggioritari (candidato di coalizione) oppure uninominali proporzionali
(candidato di partito)». In ogni caso per il segretario premier che sul
referendum si gioca il suo futuro aver incassato il Sì di Cuperlo è una
vittoria.
Intanto dimostra che nel Pd c’è una parte
(Bersani oltre che l’odiato D’Alema) che è pregiudizialmente contro. Poi perché
gli ultimi sondaggi non sono affatto rassicuranti. Il No continua ad essere in
netto vantaggio nel Mezzogiorno e tra i giovani. Recuperare a sinistra è fondamentale.
(m.b.)
Unione
Sarda
Il premier lo firmerà in Sardegna il 16 o
il 17. Italicum, sì di Cuperlo Renzi: sì al patto per Cagliari Scontri
fuori dalla Leopolda,
FIRENZE Il patto per Cagliari verrà
firmato a metà novembre, il 16 o il 17. Lo ha annunciato il premier Matteo
Renzi, ieri a Firenze, mentre a Palazzo Vecchio siglava l'intesa col sindaco
Nardella. «Noi siamo pronti a firmare patti con tutte le grandi città da Torino
a Roma fino a Cagliari, come abbiamo già fatto con Milano, Napoli e Firenze»,
ha detto il presidente del Consiglio annunciando la firma per i progetti
strategici pensati per il capoluogo della Sardegna.
LA CARICA DELLA POLIZIA Nella giornata
dell'accordo su un documento condiviso per la modifica dell'Italicum, con le
firme di Guerini, Orfini, Zanda, Rosato e Gianni Cuperlo, alla Leopolda di
Firenze arriva l'eco degli scontri fra le forze dell'ordine e i manifestanti che
protestano contro le politiche del governo Renzi e la riforma costituzionale.
Nel pomeriggio i manifestanti, che da piazza San Marco volevano raggiungere la
sede della kermesse del Pd, hanno tentato di forzare il blocco col lancio di
fumogeni, pietre, petardi. Tre le cariche delle forze dell'ordine che hanno
utilizzato i lacrimogeni. Negli scontri sono rimasti feriti tre poliziotti,
diversi i manifestanti fermati.
L'INTESA Mentre fuori vengono esplosi i
lacrimogeni, sul palco della Leopolda - dove la giornata è stata aperta dal
premier Matteo Renzi - il ministro Maria Elena Boschi smonta,
affiancata dal deputato Matteo Richetti e da alcuni costituzionalisti,
«le bufale sulla riforma» presentando i video con i rappresentanti del No. Sul
megaschermo compaiono via via clip di Marco Travaglio, Alessandro Di Battista, Luigi
Di Maio e Massimo D'Alema.
SFERZATA IRONICA Dalla platea partono i
fischi. «Non fischiamo nessuno ha detto Boschi, mentre il viso di D'Alema
campeggia sullo schermo, Con grande rispetto cerchiamo di dimostrare che non si
può fare una riforma costituzionale in sei mesi, ma penso lo abbia già
dimostrato lui negli anni...».
L'OK AL DOCUMENTO Durante la kermesse
arriva a sorpresa la notizia dell'intesa raggiunta dalla commissione
del Pd per la modifica dell'Italicum. Il documento è stato firmato oltre che da
Guerini, Orfini, Rosato e Zanda, anche da Gianni Cuperlo. Una firma, quella dell'ex
presidente del Pd esponente della minoranza dem, con cui di fatto si allontana dalle posizioni di
Bersani e Speranza, arroccati sul No. Il testo sarà sottoposto all'assemblea e
alla direzione del Pd e ai gruppi parlamentari. «Ho sottoscritto il documento
della commissione perché contiene un passo in avanti su alcuni punti che io stesso avevo indicato nella discussione di
questi mesi», ha scritto in una nota il deputato della minoranza Pd Gianni
Cuperlo.
Ieri a Cagliari l'incontro fra Zedda,
Pizzarotti e il presidente nazionale dell'Anci Antonio Decaro I sindaci
d'Italia firmano l'alleanza: «Il governo dovrà darci ascolto»
Il partito dei sindaci? Non ha colore e
nemmeno una sigla, ma già esiste: comprende tutti i 7998 primi cittadini
d'Italia. Il presidente dell'Anci, Antonio Decaro (Pd), gioca un po' sulla
formula utilizzata, ma il senso non cambia: «Al Governo abbiamo chiesto di
liberarli, solo così le comunità potranno respirare e l'Italia tornare a
volare». E del resto il titolo del convegno organizzato ieri a Cagliari da Sel Sardegna
è inequivocabile: “Dal buongoverno delle città le idee per superare la crisi e far rinascere il
Paese”.
LA SQUADRA Decaro arriva in ritardo ma
centra subito il punto: «Siamo una squadra indipendentemente dal posizionamento
geografico e politico, incontrarci significa mettere le esperienze positive a confronto»,
spiega nella sua doppia veste, dopo che sono già intervenuti gli altri
protagonisti dell'appuntamento, Massimo Zedda e il sindaco di Parma Federico
Pizzarotti, e prima ancora il consigliere regionale di Sel, Francesco Agus, e
il presidente della Giunta elezioni del Senato, Dario Stefano.
La notizia è che «vogliamo costruire
un'agenda urbana nazionale dove poter scrivere i temi che il governo deve
tenere in considerazione per fare le sue scelte». I sindaci vogliono contare,
insomma, «e non essere consultati solo in occasione delle manovre finanziarie».
Parlare di partito dei sindaci si può, dunque. Peraltro non è la prima volta
che accade: è vicina l'esperienza dei sindaci arancioni (tra cui lo stesso
Zedda) guidati da Giuliano Pisapia e che nel 2011 riempivano piazze e puntavano
alla costituzione di un movimento.
GLI OBIETTIVI Contare, per Decaro,
significa incidere su politiche importanti come quelle sui rifiuti o sui
trasporti pubblici. L'idea è quella di «creare una sorta di patto tra lo Stato
e i Comuni, all'interno del quale dovremmo essere noi a fare le proposte».
Perché, insiste Decaro, «i Comuni possono diventare il motore della ripresa del
nostro Paese». Si riparte dalle città, allora. «Dal buongoverno alle idee per
la politica nazionale?», chiede il moderatore del dibattito, l'editorialista di
Repubblica Stefano Folli. «E a che punto è arrivata questa importante
evoluzione?».
L'ASSENZA DEI PARTITI «Si ricomincia dai
tanti esempi di buongoverno che abbiamo, dalla volontà di mettere di nuovo i
Comuni nelle condizioni di migliorare i servizi», interviene il padrone di casa
e sindaco di Cagliari, Massimo Zedda (Sel). Tutto qui? E la carica dei sindaci?
«C'è un mondo di amministratori, di persone impegnate in politica che non hanno
più partiti di riferimento, e c'è un universo di giovani che non si riconosce
in nessuna forza politica esistente - fa notare - portarli a ragionare con noi
sui temi ci permette di dare una speranza per il futuro. Se da ciò nasce un
movimento politico che aggrega, ben venga».
Ma per il momento nessuna etichetta.
«Almeno - precisa l'ex M5S Pizzarotti - le intenzioni dell'incontro di oggi
sono altre, ma appuntamenti come questo possono scatenare comunque reazioni a
catena: il 19 a Parma organizziamo un incontro sullo stesso filone».
LA LINEA UNITARIA Detto ciò, «noi
rappresentiamo l'ultimo livello politico, quello in cui i cittadini si rivedono
e a cui rivolgono i propri problemi. Il sindaco è colui che prende meno in giro
dal punto di vista politico». E una cosa è certa: «C'è un filone comune che ci lega
a prescindere da tutto e che dobbiamo avere la voglia di sviluppare».
Roberto Murgia
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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