Unione Sarda
Faccia a faccia
tra i due candidati dopo l'esclusione della sinistra. Pd, un summit
Sanna-Cucca per evitare il flop primarie
Dieci anni fa alle primarie del Pd sardo votarono
in 120mila. Per il prossimo giro le previsioni parlano di un'affluenza ridotta
a un decimo. O poco più. Specie dopo che la sinistra interna ha annunciato una
sorta di scissione dolce, per il no dei garanti nazionali a una nuova
candidatura alla segreteria regionale, al posto del ritirato Yuri Marcialis. È
forse il timore di un flop di partecipanti che sta agitando i due candidati
rimasti in campo, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca. Chi vince rischia di
governare le macerie di un partito che era nato «a vocazione maggioritaria»
(Veltroni, 2007). E allora si rende necessario un vertice tra i due rivali,
un'analisi approfondita della situazione.
IL SUMMIT Cucca e Sanna si vedranno tra oggi e
domani: incontro informale, ci tengono a precisare, niente di clamoroso. Però
non dev'essere routine, a giudicare come lo stesso Sanna l'ha annunciata ieri
su Facebook. «Ho chiesto a Giuseppe Luigi Cucca, che si è reso disponibile, di
esaminare insieme le nuove condizioni politiche in cui
si svolge il congresso del Pd sardo», ha postato
il deputato: il tutto per «consentire il massimo coinvolgimento di tutti i
democratici che vogliano prendervi parte attivamente e di rendere più facile l'emersione
di temi e proposte per la Sardegna».
Le «nuove condizioni» sono appunto quelle create
dalla commissione nazionale di garanzia, che ha respinto la
richiesta della Sinistra autonomista-federalista e della Traversata (le aree
pro-Marcialis) di riaprire i termini delle candidature, per poter proporre un
altro nome. «È antidemocratico precludere a una minoranza la partecipazione al
congresso», ha protestato Tore Cherchi, «la vuota forma fa strame della
sostanza». E così «si compie un danno anzitutto al Pd sardo, che avendo
infilato due sconfitte consecutive alle amministrative e avendo avuto il dato
più negativo in Italia al referendum, avrebbe necessità di raccogliere le forze
e non di perderne altre».
SCENARI Ma non è chiaro come ora Cucca e Sanna
possano ricucire lo strappo. Le aree della sinistra dicono che non
presenteranno liste per l'assemblea regionale, perché ogni lista deve
essere apparentata con un candidato segretario. E loro non intendono unirsi a
nessuno dei due. Il ritiro di entrambi per azzerare il congresso, già proposto
da Sanna e rifiutato da Cucca, dopo il verdetto dei garanti è ancor più impraticabile.
Resta il dubbio su Francesco Sanna. Si è
ipotizzato un ritiro unilaterale: evenienza non esclusa (pare che lo voglia una
parte dei suoi sostenitori), ma non sembra che si siano ancora create le condizioni.
Servirebbe forse uno scatto di fantasia e una convergenza piena, anche sui
programmi, per comprendere almeno una parte degli spunti cari alla sinistra
esclusa. Qualche «formula ampia». Non è semplice. Ma del resto, se fosse
semplice non sarebbe il Pd.
Giuseppe Meloni
La Nuova Sardegna
Pd,
trattative per il candidato unico
Esclusa
la Sinistra, primarie da reinventare. L’addio di Paolo Zedda
ai
Rossomori
CAGLIARI È ufficiale: saranno due i
candidati alla segreteria del Pd,
anche se alla fine potrebbe essere
uno solo. La commissione congresso
ha preso atto della decisione del
vertice romano del partito, che ha
negato alla Sinistra Dem la
possibilità di presentare un nuovo
candidato. La corrente era rimasta
orfana del portabandiera dopo il
recente passaggio di Yuri Marcialis
nel movimento degli scissionisti
del Pd. La sentenza della
commissione di garanzia nazionale, come si
sa, non è stata accolta bene dagli
esclusi. E ieri Anna Crisponi,
portavoce della corrente La
Traversata, che fa parte dei bocciati, ha
rilanciato la polemica su Facebook:
«La Sinistra del partito è stata
esclusa dal congresso solo per un
cavillo burocratico, ma non può
finire così».
Nel frattempo i due candidati rimasti
in corsa –
Giuseppe Luigi Cucca per i renziani
e gli ex Diesse e Francesco Sanna
presentato dai soriani – sarebbero
pronti a rivedere le loro
strategie. A fare il primo passo è
stato ancora una volta Sanna, che
ha inviato a Cucca la richiesta – è
stata accolta – di riaprire un
confronto «alla luce della decisione
della commissione di garanzia».
Secondo alcune indiscrezioni, questa
mossa sarebbe un altro tentativo
per arrivare, il 30 aprile, a votare
un candidato unitario. È
l’ipotesi intorno a cui le
diplomazie del Pd non hanno smesso di
lavorare in queste settimane
soprattutto dopo l’ormai sicuro accordo
fra Cucca e i popolari riformisti
dell’area Cabras-Fadda, che non ha
un suo candidato. Intanto, c’è stato
un piccolo terremoto fra i
Rossomori in Consiglio. Dopo essere
stato contestato dalla direzione
del partito per aver aderito al
gruppo Sdp (gli ex Sel), Paolo Zedda
ha tagliato definitivamente i ponti
con la lista che l’aveva eletto
nel 2014.
Unione Sarda
L'adesione
a Sdp
Consiglio,
i Rossomori scomunicano Paolo Zedda
Il consigliere regionale Paolo Zedda
«non parla in alcun modo per il
Partito dei Rossomori»: lo afferma
la nota diffusa ieri dal segretario
Marco Pau, dopo che Zedda (eletto
nelle liste dei Rossomori con Emilio
Usula) ha formato insieme agli ex
Sel il nuovo gruppo “Sinistra per la
democrazia e il Progresso”. «A
fronte delle dichiarazioni di Paolo
Zedda non prive di ambiguità», si
legge nella nota, «Rossomori
ribadisce la propria linea di ferma
opposizione all'attuale Giunta e
alle politiche sostenute dalle forze
di maggioranza». L'adesione di
Zedda al nuovo gruppo, precisa Pau,
«è l'esito di una sua iniziativa
personale rispetto alla quale mai il
partito è stato coinvolto e mai
ha dato (e avrebbe dato) l'assenso».
Perciò le sue posizioni pubbliche
sono da considerare «a titolo
personale».
Definizione che Zedda accetta,
spiegando che «come da me più volte
dichiarato in maniera per niente
ambigua, non ho condiviso la scelta
di Rossomori di abbandonare
maggioranza. Nei modi, perché presa da un
consiglio nazionale non legittimato,
e nella sostanza, perché sono
convinto che sia nostro dovere
raggiungere gli obiettivi per i quali
gli elettori ci hanno conferito
questo incarico». Si conferma quindi
l'impegno per «una prospettiva
indipendentista e progressista».
COMUNE.
I conti devono essere approvati entro il 31 marzo: «Si può fare»
Fadda
di Martino al Bilancio Tempi stretti per il documento
A 16 giorni dalla scadenza per il
bilancio il sindaco affida la delega
a Roberto Fadda di Martino. Da
neanche un mese è entrato in Giunta con
le deleghe a Turismo e Attività
produttive e ieri Stefano Delunas gli
ha affidato quelle a Bilancio e
Tributi proprio nei giorni caldi di
preparazione al rush finale: il
bilancio di previsione 2017-2019 deve
essere approvato entro il 31 marzo.
«Si può fare», assicura Fadda di
Martino, «il compito non è semplice
ma stiamo lavorando bene con i
dirigenti e si può arrivare insieme al
risultato». Stefano Delunas aveva
sempre mantenuto la delega al
Bilancio ma il modo in cui Roberto
Fadda di Martino ha gestito i conti
dei suoi assessorati in queste
settimane lo ha portato ad affidargli
le chiavi della cassa. «Nei primi 23
giorni ho fatto un'accurata
verifica di tutte le voci di
bilancio dei miei settori di competenza,
si tratta di un passaggio
fondamentale per capire com'è la situazione
e avere un quadro preciso», spiega
il neo assessore al Bilancio. «Le
risorse sono poche ma si possono
trovare.
Grazie alla collaborazione
dei dirigenti abbiamo recuperato 45
mila euro con quasi il dieci per
cento spendibile subito, già in
questo bilancio - aggiunge - vuol dire
potersi confrontare con gli
operatori con una buona base di partenza,
penso per esempio alla riapertura
del centro informazioni turistiche».
I tempi per il bilancio sono stretti
e il Comune rischia di trovarsi
per l'ennesima volta nella lista dei
cattivi col fiato sul collo della
Regione. Dal punto di vista tecnico
non è semplice sistemare i conti
entro fine mese, l'assessore è
fiducioso ma nella conferenza dei
capigruppo di questa mattina non
sarà ancora possibile inserire
l'approvazione del bilancio
all'ordine del giorno.
Ma i problemi non mancano neanche
dal punto di vista politico con la
maggioranza che rischia di non avere
i numeri per garantirsi la
sopravvivenza. La seduta di martedì
sera si è chiusa in anticipo
perché l'opposizione ha approfittato
dei posti vuoti tra i banchi dei
responsabili per far mancare il
numero legale. Una mossa che ha
scatenato la reazione della
maggioranza che sottolinea «l'inopportuno
atteggiamento dei consiglieri del
Partito democratico che hanno
abbandonato l'Aula e fatto mancare
il numero legale proprio quando,
dopo che la Giunta aveva risposto
alle interpellanze presentate
dall'opposizione, si era pronti ad
approvare la delibera riguardante
la modifica di destinazione d'uso
dell'ex immobile Esmas». La pratica
sull'ex asilo che dovrà diventare
sede del nuovo commissariato è stata
comunque chiusa ieri in seconda convocazione.
Marcello Zasso
SASSARI.
Salta il Consiglio
Crisi
in Comune, in Giunta pronto un nuovo addio
Niente Consiglio comunale oggi,
ovviamente annullato dopo la bufera
che ha investito il sindaco Nicola
Sanna, sempre più in bilico ormai
sulla sua poltrona di primo
cittadino. Le dimissioni dell'assessore
Gianni Carbini, già vicesindaco,
hanno aperto una crisi senza
precedenti e per questa mattina è
atteso pure l'addio di un altro
componente di Giunta, l'assessore
allo Sport Vittoria Casu, sostenuta
dal gruppo Città Futura.
Le voci, per la verità, circolavano
insistentemente fin da martedì
scorso, rafforzate in qualche modo
dalla proposta di Nicola Sanna che,
forse in maniera strategica, le
aveva servito su un piatto d'argento
la poltrona di vicesindaco ormai
libera: offerta respinta al mittente.
Stamattina la resa dei conti. Il Pd
si riunirà per decidere il da
farsi, con il sindaco, i consiglieri
e il segretario provinciale.
Entro la fine di marzo c'è da
approvare il Bilancio, uno scoglio che
attualmente appare insormontabile.
Il documento contabile dovrà essere
licenziato in tempi stretti e la
Giunta, anche ieri, si è riunita per
questo.
Dall'opposizione, intanto, fanno
pressing per le dimissioni immediate.
Accuse feroci arrivano anche da quei
consiglieri di minoranza che
avevano cercato di collaborare, per
il bene della città. Come
l'avversaria di Sanna per la fascia
tricolore alle ultime elezioni.
«Critico fortemente questa
amministrazione che dipende troppo da
giochi politici di bassa lega - dice
Rosanna Arru capogruppo di
Progetto Comune - e che sta tenendo
in scacco questa città senza avere
la possibilità di affrontare quella
famosa ripresa che ci era stata
promessa». ( c. fi )
La Nuova Sardegna
Città
Futura pronta a ufficializzare l’appoggio esterno al sindaco.
L’assessora
annuncia: a quel punto farò un passo indietro
Crisi
comunale, Casu verso le dimissioni di Giovanni Bua
SASSARI L’assessora alle Politiche
educative Vittoria Casu è pronta a
lasciare. Lo ha annunciato ieri
mattina ai colleghi assessori e al
sindaco a margine della riunione di
giunta dedicata all’approvazione
del bilancio, sottolineando che se
il suo gruppo di riferimento (la
civica Città Futura) annuncerà come
da programma l’appoggio esterno al
sindaco Sanna lei, inevitabilmente e
comunque ribadendo la sua
autonomia di scelta e di giudizio,
rassegnerà le sue dimissioni.
Probabilmente tra lunedì e martedì.
Fino ad allora farà le funzioni,
per un semplice automatismo legato
all’anzianità, di vice sindaco.
Carica che dunque non le è stata
offerta e non ha rifiutato. Nella
sostanza poco cambia. Quel che conta
è che la lista, molto vicina al
presidente del consiglio regionale
Gianfranco Ganau, fa un deciso
passo di lato. Che renderà ufficiale
probabilmente già questa mattina
in un incontro con la stampa in
programma alle 11 a Palazzo Ducale,
aggiungendo un bel carico da novanta
all’ordine del giorno
dell’incontro di gruppo con i
segretari provinciale e cittadino del Pd
in calendario in via Mazzini alle
18.
Un appoggio esterno che potrebbe
far precipitare definitivamente la
situazione verso le elezioni
anticipate, ma che lascia però
alcuni margini di manovra per un
accordo difficile ma ancora
possibile. Il messaggio infatti è chiaro:
il partito, o almeno parte di esso,
vuole commissariare il sindaco.
Senza forzare su eventuali elezioni
anticipate ma distinguendo
chiaramente i destini del primo
cittadino da quelli dei Dem cittadini.
Per poter preparare con calma le
elezioni del 2018, magari agevolati
da un passaggio medio-lungo di un
commissario, che ricucia alcuni
strappi con la città che i
maggiorenti democratici giudicano
attualmente insanabili con Sanna in
sella. Un logoramento lento da cui
Nicola Sanna potrebbe sfuggire solo
tuffandosi dentro la finestra
elettorale aperta fino a metà
aprile, con voto entro il primo luglio.
Ma che, a quanto (poco) è dato
sapere, nessun altro cercherà di
imboccare. Difficile capire cosa
voglia fare il primo cittadino. Ieri
mattina, dopo aver preso atto che il
“patto sul bilancio” sancito solo
48 ore prima era saltato, con alcuni
assessori che hanno detto che non
c’erano più le condizioni per votare
il documento, Sanna ha lasciato
la giunta, rimandando la pratica
side die. E sconvocato il consiglio
in programma per oggi. L’iter del documento
contabile insomma,
nonostante mesi di preparazione, è
ripreso da capo. E il neo assessore
Simone Campus ha dato la
disponibilità per un esame bilaterale dei
conti, soprattutto con i due
assessori più “perplessi”: Fabio Pinna e
Monica Spanedda. E proprio sul
Bilancio alla fine si potrebbe decidere
di giocare la definitiva partita.
In attesa di capire come si
comporteranno i quattro consiglieri
di area Manca-Carbini (anche
Sassari Bella dentro potrebbe essere
tentata dall’appoggio esterno,
più complicata la posizione dei due
Pd Pala e Taras) Sanna potrebbe
decidere di forzare, riportando il
documento in giunta, commissione e
poi consiglio prima che si trovi un
eventuale nuovo accordo. E a quel
punto fare una conta ufficiale dei
voti da cui per tutti, in caso di
bocciatura, sarebbe difficile
tornare indietro. Ad evitare il corpo a
corpo potrebbe provare la segreteria
del partito. Non tanto
nell’incontro di gruppo di oggi, ma
in quello con i big, ancora non in
agenda, ma che non dovrebbe arrivare
non più tardi dell’inizio della
prossima settimana. Quel che è certo
è che in entrambi gli
schieramenti in lotta non mancano i
fan del ritorno prima del termine
alle urne, ben sapendo che una fine
anticipata della giunta di Nicola
Sanna porterebbe a una spaccatura
nella “ditta” e alla probabile
presentazione di una civica del
sindaco. Un cupio dissolvi al quale il
Pd, non solo sassarese, sembra
incapace di resistere.
Il
sindaco si potrebbe dimettere, ma c’è anche l’opzione “all’algherese”
Tutti
i modi per andare alle urne
SASSARI Sono due i possibili modi
con cui Sassari potrebbe tornare
alle urne nel 2017. Il primo è lo
scioglimento del consiglio comunale,
il secondo sono le dimissioni del
sindaco. È bene ricordare, in
maniera preliminare, che la finestra
elettorale 2017 prevede che le
elezioni nei comuni sardi si debbano
tenere in una data compresa tra
il 15 aprile e il 1 luglio. In caso
di dimissioni presentate dal
sindaco, le stesse diventano
irrevocabili trascorso il termine di
venti giorni da quando vengono
protocollate. Passati quelli si procede
allo scioglimento del consiglio
comunale, con contestuale nomina di un
commissario nominato dalla Regione,
che condurrà il Comune fino alla
prima finestra elettorale utile.
Per pescare quella del 2017 le
dimissioni devono essere
perfezionate 55 giorni prima delle elezioni,
tempo minimo per la presentazione
delle liste e l’indizione dei
comizi, quindi nella ipotesi più
larga entro i primi di maggio (quindi
presentate entro la metà di aprile).
Se però il sindaco decidesse di
non dimettersi c’è un altro modo in
cui si potrebbe tornare alle urne,
lo stesso con cui ad Alghero il
consiglio comunale fece fuori nel
novembre del 2013 il sindaco Lubrano
(e nel 2011 Tedde). La
maggioranza dei consiglieri dovrebbe
andare dal notaio e firmare le
dimissioni, per poi protocollarle
certificando lo scioglimento
immediato di giunta e consiglio. In
quel caso il commissario sarebbe
nominato dal prefetto e non dalla
Regione. Se ci sono i termini per
votare si tornerebbe alle urne, o,
entro 90 giorni verrebbe nominato
un commissario. (g.bua)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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