venerdì 17 marzo 2017

Rassegna stampa 17 Marzo 2017

Unione Sarda

Stadio, dubbi della Regione  ma il Comune rassicura

I tempi stringono, il nuovo campionato è alle porte ma lo stadio provvisorio rischia di non esser pronto. Almeno secondo l'assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda che ha portato la questione in Giunta. «A oggi al Genio civile non è pervenuta alcuna documentazione, è fondamentale che la società e il Comune presentino le carte».

Riflettori puntati sull'area adiacente al settore Distinti dell'attuale Sant'Elia, dove nascerà lo stadio temporaneo: struttura in acciaio con oltre sedicimila posti. E ancora: main stand al coperto, quattro spogliatoi, palestra, bar, punti vendita dedicati al merchandising ufficiale del club e dieci Sky box. Tutto studiato nel dettaglio, e pronto a essere smantellato non appena vedrà la luce il nuovo stadio (quello definitivo).

Ciò che preoccupa sono i tempi. «È apprezzabile la preoccupazione dell'onorevole Maninchedda ma non mi risulta ci sia alcun ritardo», replica Gianni Chessa, assessore comunale ai Lavori pubblici.

«L'amministrazione sta facendo tutto ciò che è di sua competenza, nel rispetto dei termini richiesti dalle varie Istituzioni. La società ha presentato i documenti al Suap che a breve li inoltrerà al Genio civile. Sarà mia premura verificare che tutto stia procedendo regolarmente».

Sa. Ma.

La Nuova Sardegna

SASSARI-Il sindaco perde anche l’assessore Casu
E i consiglieri di Città Futura lasciano le presidenze di commissione
e annunciano un appoggio esterno più netto e critico
di Luigi Soriga

SASSARI Il nome tecnico è appoggio esterno, ma tradotto nel concreto
significa non essere più costretti ad alzare la manina destra mentre
con la sinistra ci si tura il naso. Non dover quindi votare pratiche
indigeste per onorare impegni di coalizione, ma essere liberi di dire:
no, questa roba non mi piace e io te la boccio. D’ora in avanti, come
già annunciato nei giorni scorsi, i tre esponenti della civica Città
Futura Efreem Carta, Francesca Arcadu e Lalla Careddu, prendono le
distanze dal sindaco Nicola Sanna e annunciano un sostegno con
riserva. E dal momento che questo freddo distacco non sarebbe
possibile con un assessore di riferimento seduto in giunta a fianco
del primo cittadino, ecco che Vittoria Casu lascia ufficialmente la
sua poltrona allo Sport.

«La decisione presa dal mio gruppo mi porta
necessariamente a fare un passo indietro – dice l’ex assessora
Vittoria Casu – è una questione di correttezza reciproca: da una parte
i consiglieri di Città Futura devono poter rapportarsi con il sindaco
senza alcun tipo di condizionamento, e dall’altra il sindaco deve
avere la possibilità di interagire con Città Futura come meglio crede,
perché il governo della città va fatto con il dialogo sereno con il
Consiglio comunale». E sempre per sgomberare il campo e mantenere
piena autonomia, Lalla Careddu lascia la presidenza della commissione
Affari Generali e Francesca Arcadu rinuncia alla guida della
commissione Pari opportunità e disabilità. «Questa nuova collocazione
mi consentirà di esprimere la mia opinione personale, già ribadita in
varie occasioni di dissenso, in maniera ancora più netta» dice
Francesca Arcadu. «Abbiamo sempre operato nel segno della correttezza
e della lealtà in maggioranza – dice Efreem Carta – pur non facendo
mai mancare il nostro punto di vista.

Ora però c’è una situazione di
difficoltà sotto gli occhi di tutti, mal gestita dall’amministrazione.
Non c’è stata una reazione all’altezza da parte del sindaco. Noi
preferiamo resettare, e ci vogliamo collocare in maniera autonoma
rispetto a questo processo politico in corso. Si sta perdendo feeling
con la città». E proprio sullo sfilacciamento con gli elettori si
sofferma Lalla Careddu: «La partecipazione e la trasparenza sono state
le colonne portanti della nostra azione politica. Il nostro lavoro sul
forum dei quartieri e sulla consulta degli stranieri ne sono prova.
Sentiamo l’obbligo verso i cittadini di fermarci un attimo e cercare
di capire cosa sta succedendo e a cosa si sta andando incontro, perché
se abbiamo difficoltà noi a mettere a fuoco gli scenari politici, che
siamo degli addetti ai lavori, mi chiedo cosa possa percepire e capire
uno sguardo esterno».

Se la corrente di Manca-Dettori non indicherà un successore in giunta
sarà impossibile proseguire
Ricucitura? Carbini sarà l’ago della bilancia

SASSARI Ora che due assessori si sono fatti da parte, e Città Futura
si è tirata fuori dalla maggioranza, la gestione della crisi è tutta
nelle mani del Partito democratico. Il dilemma che si pone è questo:
quanto conviene far durare la legislatura di Nicola Sanna? Perché
ormai è solo una questione di sopravvivenza politica: infatti
sull’operato dell’amministrazione e del sindaco anche all’interno del
Pd c’è molto malumore. A cominciare dal suo alleato di ferro Gianni
Carbini, che ha lasciato la giunta sbattendo la porta.

Ora per ricucire questo strappo occorreranno molte acrobazie, ma la politica è
fatta anche di giochi di prestigio. Gavino Manca e Bruno Dettori, in
questa fase, dovranno superare loro stessi. Perché senza il sostegno
di questa area del Pd, è impossibile ricostruire un governo. E qui il
problema: come convincere Carbini, che dai toni delle sue dimissioni
doveva averne fin sopra i capelli, a fare un nome per un suo
successore in giunta? Perché rientrare in gioco senza un accordo con
Carbini, equivarrebbe a liquidare le sue dimissioni come uno scatto
d’ira irresponsabile. E Manca, e soprattutto Dettori, non
azzopperebbero mai un “cavallino” pronto per le regionali. Quindi
questo è il primo nodo da sciogliere.

Dopodiché il Pd è diviso anche
sul futuro prossimo di Palazzo Ducale. Ci sono i favorevoli a
prolungare l’agonia dell’amministrazione e c’è chi vorrebbe staccare
subito la spina. C’è chi pensa che andare ad elezioni subito
equivarrebbe a un suicidio di massa: l’immagine del Pd è in caduta
libera, non ci sono i tempi per ricompattare il partito, organizzare
delle primarie e andare alle urne con un solo candidato. Quindi
saltare la parentesi elettorale di giugno significherebbe guadagnare
tempo, smaltire molte scorie e provare a riguadagnare qualche punto
con l’elettorato e magari cavalcare l’onda delle politiche nazionali.
Su questa linea sta ad esempio il gruppo di Salvatore Demontis e
dell’assessore Piu.

Invece più pragmatico è il gruppo di Silvio Lai,
che sembra più preoccupato della erosione di consensi provocati dalle
continue crisi comunali, piuttosto che dall’eventuale responso delle
urne. Della serie, se si continua di questo passo, più si va avanti e
peggio sarà. Se dovesse prevalere questa linea, la sentenza per Nicola
Sanna arriverebbe o con la bocciatura del Bilancio oppure con le
dimissioni di qualche altro assessore. Poi c’è l’altro alleato di
ferro del sindaco, Monica Spanedda, che assieme a Gianni Carbini aveva
sancito la triplice intesa elettorale. Ma col passare del tempo il suo
rapporto con Sanna si è sfilacciato ed è molto più vicino ai malumori
di Carbini. Non piace il decisionismo del primo cittadino, la sua
scarsa capacità di gestire il dissenso, di comunicare con la città e
certe scelte su assessori (vedi Simone Campus) e sulle ciclabili.
Quanto alla corrente di Spissu, la mancanza di feeling era evidente
sin dall’anatema post insediamento: «Non arriverai a fine
legislatura». E anche l’area dell’ex sindaco Ganau non sprizza certo
entusiasmo. Quindi basterebbe una sola spallata per far cadere un
capitano senza truppe fedeli. Ma è un azzardo e una scommessa
politicamente pericolosa. E il Pd lo sa bene. (lu.so.)

MOVIMENTO CINQUE STELLE «La poltrona di un sindaco vale quanto la vita
della città?»

SASSARI «Sassari è in agonia per una guerra di poltrone: io sono
prontissima ad andare a casa se questo dovesse portare nuova linfa
vitale alla mia città, alla vita dei cittadini». Desirè Manca,
portavoce in Consiglio comunale del Movimento Cinque Stelle, richiama
tutti ad una responsabilità amministrativa. «C’è un bilancio da
studiare, ragionare e approvare. C’è anche un piano finanziario da
discutere, e da approvare. E ci sono tante proposte portate in
Consiglio che attendono di essere discusse: fra le tante quella
relativa alle richieste, rifiutate, del contributo d’affitto.

C’è la
vita di una comunità in ballo, eppure tutto è mestamente fermo. Il
tempo in realtà scorre per le vie della città, nelle case dei
cittadini del centro e delle periferie. Il tempo si è fermato solo per
le Istituzioni, ma la gente attende. C’è un sindaco che invece non
vuol lasciare una poltrona che, è sotto gli occhi di tutti, non gli
appartiene più - dice -. E allora mi domando: una poltrona, i giochi
politici, valgono più della vita stessa delle persone?».

In pochi salvano la giunta Sanna. Volontariato e Camera di commercio:
«Non c’è tempo da perdere» I cittadini: «Crollo della politica»

di Luca Fiori wSASSARI Le accuse sono sempre le stesse. Sembra quasi
di sentire un disco rotto, una tiritera che da via Roma al Corso,
passando per piazza d’Italia e piazza Castello, fino alle periferie,
non trova il modo di fermarsi. Ma più della giunta Sanna e le critiche
per le piste ciclabili, il centro abbandonato a se stesso e i
quartieri dimenticati, la vera sconfitta, a sentire l’umore della
gente tra i tavolini dei bar del centro, è la politica in cui nessuno
crede più. «Mi viene difficile trovare qualcosa da salvare in questi
anni di amministrazione - spiega Antonio Mura, pensionato - credo sia
giusto che quelli che ci sono ora vadano a casa e lascino il posto a
qualcuno che dimostri più amore per la città.

Chi potrebbe
sostituirli? Anche se mi sforzo non mi viene in mente nessuno». Tra le
battaglie più aspre tra amministrazione e cittadini negli ultimi mesi
c’è stata quella per la pista ciclabile che ha diviso la città prima
per il colore e poi per il tragitto e i lavori interminabili. «È
un’opera che non serviva - dice Claudio Ibba, barman che lavora in uno
dei bar di via Roma - avrebbero dovuto investire quei soldi per il
rilancio di Platamona che è dimenticata da anni. E poi rivitalizzare
il centro storico - aggiunge - che è sempre più abbandonato a se
stesso». Ma sulla pista ciclabile c’è anche chi sta dalla parte di
Palazzo Ducale. «I sassaresi sono molto bravi a criticare - dice
Francesca Ruiu, medico del pronto soccorso - io vivo e lavoro in viale
Italia e trovo la pista un’opera importante per una città che vuole
proiettarsi verso il futuro. Ho un bambino piccolo e non vedo l’ora di
caricarmelo sulla bici - conclude - mi sembra che ultimamente sia di
moda criticare tutto a prescindere, senza neanche avere le competenze
per farlo». Anche Antonello Labelli, tassista, non giudica la pista in
maniera del tutto negativa.

«Forse si poteva fare meglio - spiega il
dipendente della cooperativa Cts - magari facendola passare in via dei
Mille, ma è un’opera che andava fatta. Come giudico questa giunta? Non
credo che lascerà un segno - conclude - ma non mi sembra che abbia
fatto peggio delle giunte precedenti». Chi conosce bene gli umori
della città, di quella che fa più fatica ogni giorno a sbarcare il
lunario è Aldo Meloni, anima della “Casa della Casa della Fraterna
Solidarietà” che quotidianamente distribuisce 300 pacchi con generi
alimentari a famiglie in difficoltà. «Questa giunta - viene subito al
sodo Meloni - non è stata e non è peggiore delle altre - per quello
che vediamo ogni giorno noi volontari l’appello che faccio alla
politica è uno solo: c’è tanta povertà in città e la politica deve
prendersi più responsabilità nei confronti dei cittadini». Lo stesso
appello arriva da Gavino Sini presidente della Camera di commercio:
«Le crisi fanno parte della politica - spiega - ma si trovino
soluzioni in tempi brevi perché la città non può più aspettare».

L’istantanea scattata durante i “Martedì dell’Archivio” ritrae una
città smarrita Una comunità in crisi di identità

di Antonio Meloni wSASSARI Mai come in questi giorni la ricorrenza dei
settecento anni degli Statuti Sassaresi offre la possibilità di
riflettere sul declino di una città alla spasmodica ricerca di una
propria dimensione urbana. Lo hanno fatto l’altra sera lo storico
Antonello Mattone e il presidente del consiglio comunale, Esmeralda
Ughi, durante il primo appuntamento dei “Martedì dell’Archivio”,
iniziativa organizzata nella sala a piano terra dello storico
palazzotto di via dell’Insinuazione.

L’istantanea scattata durante la
conversazione tra lo storico e la rappresentante del Comune,
restituisce, anche alla luce della crisi politica in corso,
un’immagine impietosa di una città in profonda crisi di identità.
Quella che un tempo era considerata la culla della politica nazionale,
in cui sono nati e cresciuti capi di stato, leader politici, ministri
e sottosegretari ha perso la rappresentanza e il ruolo guida di un
territorio martoriato dalla crisi economica e diviso dalle lotte
intestine. L’ultimo episodio che ha segnato la fine ideale di questo
travagliato percorso è la perdita di una partita importante, quella
giocata con l’atavica rivale Cagliari per la conquista della “Città
metropolitana”. Una sconfitta cocente che non ha solo dirottato i
finanziamenti sul capoluogo regionale, ma, per dirla con le parole di
Antonello Mattone, facendo ricorso a una colorita metafora storica,
«ha rappresentato la Caporetto della politica sassarese e stravolto la
tradizionale divisione tra capo di sopra e capo di sotto che fino a
quel momento aveva retto, in qualche modo, i destini dell’isola». Lo
stravolgimento di quell’equilibrio geopolitico, secondo la valutazione
dello storico, «ha ridimensionato il peso regionale e nazionale della
politica sassarese e ciò è avvenuto paradossalmente - ha rimarcato
Mattone - proprio mentre a Cagliari governa un presidente della
Regione che arriva da Sassari».

Diverso il giudizio di Esmeralda Ughi
che ha interpretato la sconfitta sulla contesa della Città
metropolitana come l’esito di un problema affrontato male perché in
quell’occasione sarebbe venuta meno la coesione con Olbia, altra città
forte del Nord Sardegna, «Con il risultato - ha spiegato la presidente
dell’assemblea civica - che comunque entrambe siamo diventate città
satellite che gravitano intorno a Cagliari proprio nel momento in cui
il dibattito che ne è seguito avrebbe potuto, invece, rappresentare
l’occasione buona per superare le divisioni».

«Di questa crisi anche
identitaria avrebbero risentito - secondo Antonello Mattone - le
amministrazioni che si sono avvicendate in questi anni, costantemente
alle prese con una realtà sfilacciata in cui l’impoverimento delle
campagne, il declino del commercio e dell’industria hanno fatto
registrare pesanti ricadute sull’economia e sulla società». Sta di
fatto che Sassari, in un arco di tempo relativamente breve, ha perso
quel ruolo trainante che ne ha caratterizzato le vicende almeno dalla
nascita degli Statuti quando, da comune pazionato, mantenne e difese
strenuamente una certa autonomia nella gestione della cosa pubblica.

Ma la crisi ha investito anche le istituzioni, tecnicamente
impreparate a gestire il cambiamento perché, per dirla con Raffaella
Sau, assessore alla Cultura di Palazzo Ducale - intervenuta
all’incontro - «l’apparato istituzionale in base al quale amministrano
i Comuni ricalca schemi pensati in sede europea che non rispondono più
alle logiche delle realtà locali». Al primo incontro, preceduto da una
breve introduzione di Paolo Cau - direttore dell’Archivio e promotore
dell’iniziativa - farà seguito il secondo, previsto per martedì
prossimo.

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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