Unione Sarda
Stadio, dubbi
della Regione ma il Comune rassicura
I tempi stringono, il nuovo campionato è alle
porte ma lo stadio provvisorio rischia di non esser pronto. Almeno secondo
l'assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda che ha portato la questione
in Giunta. «A oggi al Genio civile non è pervenuta alcuna documentazione, è
fondamentale che la società e il Comune presentino le carte».
Riflettori puntati sull'area adiacente al settore
Distinti dell'attuale Sant'Elia, dove nascerà lo stadio temporaneo: struttura in
acciaio con oltre sedicimila posti. E ancora: main stand al coperto, quattro
spogliatoi, palestra, bar, punti vendita dedicati al merchandising ufficiale
del club e dieci Sky box. Tutto studiato nel dettaglio, e pronto a essere
smantellato non appena vedrà la luce il nuovo stadio (quello definitivo).
Ciò che preoccupa sono i tempi. «È apprezzabile la
preoccupazione dell'onorevole Maninchedda ma non mi risulta ci sia alcun
ritardo», replica Gianni Chessa, assessore comunale ai Lavori pubblici.
«L'amministrazione sta facendo tutto ciò che è di
sua competenza, nel rispetto dei termini richiesti dalle varie Istituzioni. La
società ha presentato i documenti al Suap che a breve li inoltrerà al Genio civile.
Sarà mia premura verificare che tutto stia procedendo regolarmente».
Sa. Ma.
La Nuova Sardegna
SASSARI-Il
sindaco perde anche l’assessore Casu
E
i consiglieri di Città Futura lasciano le presidenze di commissione
e
annunciano un appoggio esterno più netto e critico
di
Luigi Soriga
SASSARI Il nome tecnico è appoggio
esterno, ma tradotto nel concreto
significa non essere più costretti
ad alzare la manina destra mentre
con la sinistra ci si tura il naso.
Non dover quindi votare pratiche
indigeste per onorare impegni di
coalizione, ma essere liberi di dire:
no, questa roba non mi piace e io te
la boccio. D’ora in avanti, come
già annunciato nei giorni scorsi, i
tre esponenti della civica Città
Futura Efreem Carta, Francesca
Arcadu e Lalla Careddu, prendono le
distanze dal sindaco Nicola Sanna e
annunciano un sostegno con
riserva. E dal momento che questo
freddo distacco non sarebbe
possibile con un assessore di
riferimento seduto in giunta a fianco
del primo cittadino, ecco che
Vittoria Casu lascia ufficialmente la
sua poltrona allo Sport.
«La decisione presa dal mio gruppo
mi porta
necessariamente a fare un passo
indietro – dice l’ex assessora
Vittoria Casu – è una questione di
correttezza reciproca: da una parte
i consiglieri di Città Futura devono
poter rapportarsi con il sindaco
senza alcun tipo di condizionamento,
e dall’altra il sindaco deve
avere la possibilità di interagire
con Città Futura come meglio crede,
perché il governo della città va
fatto con il dialogo sereno con il
Consiglio comunale». E sempre per
sgomberare il campo e mantenere
piena autonomia, Lalla Careddu
lascia la presidenza della commissione
Affari Generali e Francesca Arcadu
rinuncia alla guida della
commissione Pari opportunità e
disabilità. «Questa nuova collocazione
mi consentirà di esprimere la mia
opinione personale, già ribadita in
varie occasioni di dissenso, in
maniera ancora più netta» dice
Francesca Arcadu. «Abbiamo sempre
operato nel segno della correttezza
e della lealtà in maggioranza – dice
Efreem Carta – pur non facendo
mai mancare il nostro punto di
vista.
Ora però c’è una situazione di
difficoltà sotto gli occhi di tutti,
mal gestita dall’amministrazione.
Non c’è stata una reazione
all’altezza da parte del sindaco. Noi
preferiamo resettare, e ci vogliamo
collocare in maniera autonoma
rispetto a questo processo politico
in corso. Si sta perdendo feeling
con la città». E proprio sullo
sfilacciamento con gli elettori si
sofferma Lalla Careddu: «La
partecipazione e la trasparenza sono state
le colonne portanti della nostra
azione politica. Il nostro lavoro sul
forum dei quartieri e sulla consulta
degli stranieri ne sono prova.
Sentiamo l’obbligo verso i cittadini
di fermarci un attimo e cercare
di capire cosa sta succedendo e a
cosa si sta andando incontro, perché
se abbiamo difficoltà noi a mettere
a fuoco gli scenari politici, che
siamo degli addetti ai lavori, mi
chiedo cosa possa percepire e capire
uno sguardo esterno».
Se
la corrente di Manca-Dettori non indicherà un successore in giunta
sarà
impossibile proseguire
Ricucitura?
Carbini sarà l’ago della bilancia
SASSARI Ora che due assessori si
sono fatti da parte, e Città Futura
si è tirata fuori dalla maggioranza,
la gestione della crisi è tutta
nelle mani del Partito democratico.
Il dilemma che si pone è questo:
quanto conviene far durare la
legislatura di Nicola Sanna? Perché
ormai è solo una questione di
sopravvivenza politica: infatti
sull’operato dell’amministrazione e
del sindaco anche all’interno del
Pd c’è molto malumore. A cominciare
dal suo alleato di ferro Gianni
Carbini, che ha lasciato la giunta
sbattendo la porta.
Ora per ricucire questo strappo
occorreranno molte acrobazie, ma la politica è
fatta anche di giochi di prestigio.
Gavino Manca e Bruno Dettori, in
questa fase, dovranno superare loro
stessi. Perché senza il sostegno
di questa area del Pd, è impossibile
ricostruire un governo. E qui il
problema: come convincere Carbini,
che dai toni delle sue dimissioni
doveva averne fin sopra i capelli, a
fare un nome per un suo
successore in giunta? Perché
rientrare in gioco senza un accordo con
Carbini, equivarrebbe a liquidare le
sue dimissioni come uno scatto
d’ira irresponsabile. E Manca, e
soprattutto Dettori, non
azzopperebbero mai un “cavallino”
pronto per le regionali. Quindi
questo è il primo nodo da
sciogliere.
Dopodiché il Pd è diviso anche
sul futuro prossimo di Palazzo
Ducale. Ci sono i favorevoli a
prolungare l’agonia
dell’amministrazione e c’è chi vorrebbe staccare
subito la spina. C’è chi pensa che
andare ad elezioni subito
equivarrebbe a un suicidio di massa:
l’immagine del Pd è in caduta
libera, non ci sono i tempi per
ricompattare il partito, organizzare
delle primarie e andare alle urne
con un solo candidato. Quindi
saltare la parentesi elettorale di
giugno significherebbe guadagnare
tempo, smaltire molte scorie e
provare a riguadagnare qualche punto
con l’elettorato e magari cavalcare
l’onda delle politiche nazionali.
Su questa linea sta ad esempio il
gruppo di Salvatore Demontis e
dell’assessore Piu.
Invece più pragmatico è il gruppo di
Silvio Lai,
che sembra più preoccupato della
erosione di consensi provocati dalle
continue crisi comunali, piuttosto
che dall’eventuale responso delle
urne. Della serie, se si continua di
questo passo, più si va avanti e
peggio sarà. Se dovesse prevalere
questa linea, la sentenza per Nicola
Sanna arriverebbe o con la
bocciatura del Bilancio oppure con le
dimissioni di qualche altro
assessore. Poi c’è l’altro alleato di
ferro del sindaco, Monica Spanedda,
che assieme a Gianni Carbini aveva
sancito la triplice intesa
elettorale. Ma col passare del tempo il suo
rapporto con Sanna si è sfilacciato
ed è molto più vicino ai malumori
di Carbini. Non piace il
decisionismo del primo cittadino, la sua
scarsa capacità di gestire il
dissenso, di comunicare con la città e
certe scelte su assessori (vedi
Simone Campus) e sulle ciclabili.
Quanto alla corrente di Spissu, la
mancanza di feeling era evidente
sin dall’anatema post insediamento:
«Non arriverai a fine
legislatura». E anche l’area dell’ex
sindaco Ganau non sprizza certo
entusiasmo. Quindi basterebbe una
sola spallata per far cadere un
capitano senza truppe fedeli. Ma è
un azzardo e una scommessa
politicamente pericolosa. E il Pd lo
sa bene. (lu.so.)
MOVIMENTO
CINQUE STELLE «La poltrona di un sindaco vale quanto la vita
della
città?»
SASSARI «Sassari è in agonia per una
guerra di poltrone: io sono
prontissima ad andare a casa se
questo dovesse portare nuova linfa
vitale alla mia città, alla vita dei
cittadini». Desirè Manca,
portavoce in Consiglio comunale del
Movimento Cinque Stelle, richiama
tutti ad una responsabilità
amministrativa. «C’è un bilancio da
studiare, ragionare e approvare. C’è
anche un piano finanziario da
discutere, e da approvare. E ci sono
tante proposte portate in
Consiglio che attendono di essere
discusse: fra le tante quella
relativa alle richieste, rifiutate,
del contributo d’affitto.
C’è la
vita di una comunità in ballo,
eppure tutto è mestamente fermo. Il
tempo in realtà scorre per le vie
della città, nelle case dei
cittadini del centro e delle
periferie. Il tempo si è fermato solo per
le Istituzioni, ma la gente attende.
C’è un sindaco che invece non
vuol lasciare una poltrona che, è
sotto gli occhi di tutti, non gli
appartiene più - dice -. E allora mi
domando: una poltrona, i giochi
politici, valgono più della vita
stessa delle persone?».
In
pochi salvano la giunta Sanna. Volontariato e Camera di commercio:
«Non
c’è tempo da perdere» I cittadini: «Crollo della politica»
di Luca Fiori wSASSARI Le accuse
sono sempre le stesse. Sembra quasi
di sentire un disco rotto, una
tiritera che da via Roma al Corso,
passando per piazza d’Italia e
piazza Castello, fino alle periferie,
non trova il modo di fermarsi. Ma
più della giunta Sanna e le critiche
per le piste ciclabili, il centro
abbandonato a se stesso e i
quartieri dimenticati, la vera
sconfitta, a sentire l’umore della
gente tra i tavolini dei bar del centro,
è la politica in cui nessuno
crede più. «Mi viene difficile
trovare qualcosa da salvare in questi
anni di amministrazione - spiega
Antonio Mura, pensionato - credo sia
giusto che quelli che ci sono ora
vadano a casa e lascino il posto a
qualcuno che dimostri più amore per
la città.
Chi potrebbe
sostituirli? Anche se mi sforzo non
mi viene in mente nessuno». Tra le
battaglie più aspre tra
amministrazione e cittadini negli ultimi mesi
c’è stata quella per la pista
ciclabile che ha diviso la città prima
per il colore e poi per il tragitto
e i lavori interminabili. «È
un’opera che non serviva - dice
Claudio Ibba, barman che lavora in uno
dei bar di via Roma - avrebbero
dovuto investire quei soldi per il
rilancio di Platamona che è
dimenticata da anni. E poi rivitalizzare
il centro storico - aggiunge - che è
sempre più abbandonato a se
stesso». Ma sulla pista ciclabile
c’è anche chi sta dalla parte di
Palazzo Ducale. «I sassaresi sono
molto bravi a criticare - dice
Francesca Ruiu, medico del pronto
soccorso - io vivo e lavoro in viale
Italia e trovo la pista un’opera
importante per una città che vuole
proiettarsi verso il futuro. Ho un
bambino piccolo e non vedo l’ora di
caricarmelo sulla bici - conclude -
mi sembra che ultimamente sia di
moda criticare tutto a prescindere,
senza neanche avere le competenze
per farlo». Anche Antonello Labelli,
tassista, non giudica la pista in
maniera del tutto negativa.
«Forse si poteva fare meglio -
spiega il
dipendente della cooperativa Cts -
magari facendola passare in via dei
Mille, ma è un’opera che andava
fatta. Come giudico questa giunta? Non
credo che lascerà un segno -
conclude - ma non mi sembra che abbia
fatto peggio delle giunte
precedenti». Chi conosce bene gli umori
della città, di quella che fa più
fatica ogni giorno a sbarcare il
lunario è Aldo Meloni, anima della
“Casa della Casa della Fraterna
Solidarietà” che quotidianamente
distribuisce 300 pacchi con generi
alimentari a famiglie in difficoltà.
«Questa giunta - viene subito al
sodo Meloni - non è stata e non è
peggiore delle altre - per quello
che vediamo ogni giorno noi
volontari l’appello che faccio alla
politica è uno solo: c’è tanta
povertà in città e la politica deve
prendersi più responsabilità nei
confronti dei cittadini». Lo stesso
appello arriva da Gavino Sini
presidente della Camera di commercio:
«Le crisi fanno parte della politica
- spiega - ma si trovino
soluzioni in tempi brevi perché la
città non può più aspettare».
L’istantanea
scattata durante i “Martedì dell’Archivio” ritrae una
città
smarrita Una comunità in crisi di identità
di Antonio Meloni wSASSARI Mai come
in questi giorni la ricorrenza dei
settecento anni degli Statuti
Sassaresi offre la possibilità di
riflettere sul declino di una città
alla spasmodica ricerca di una
propria dimensione urbana. Lo hanno
fatto l’altra sera lo storico
Antonello Mattone e il presidente
del consiglio comunale, Esmeralda
Ughi, durante il primo appuntamento
dei “Martedì dell’Archivio”,
iniziativa organizzata nella sala a
piano terra dello storico
palazzotto di via dell’Insinuazione.
L’istantanea scattata durante la
conversazione tra lo storico e la
rappresentante del Comune,
restituisce, anche alla luce della
crisi politica in corso,
un’immagine impietosa di una città
in profonda crisi di identità.
Quella che un tempo era considerata
la culla della politica nazionale,
in cui sono nati e cresciuti capi di
stato, leader politici, ministri
e sottosegretari ha perso la
rappresentanza e il ruolo guida di un
territorio martoriato dalla crisi
economica e diviso dalle lotte
intestine. L’ultimo episodio che ha
segnato la fine ideale di questo
travagliato percorso è la perdita di
una partita importante, quella
giocata con l’atavica rivale Cagliari
per la conquista della “Città
metropolitana”. Una sconfitta
cocente che non ha solo dirottato i
finanziamenti sul capoluogo
regionale, ma, per dirla con le parole di
Antonello Mattone, facendo ricorso a
una colorita metafora storica,
«ha rappresentato la Caporetto della
politica sassarese e stravolto la
tradizionale divisione tra capo di
sopra e capo di sotto che fino a
quel momento aveva retto, in qualche
modo, i destini dell’isola». Lo
stravolgimento di quell’equilibrio
geopolitico, secondo la valutazione
dello storico, «ha ridimensionato il
peso regionale e nazionale della
politica sassarese e ciò è avvenuto
paradossalmente - ha rimarcato
Mattone - proprio mentre a Cagliari
governa un presidente della
Regione che arriva da Sassari».
Diverso il giudizio di Esmeralda
Ughi
che ha interpretato la sconfitta
sulla contesa della Città
metropolitana come l’esito di un
problema affrontato male perché in
quell’occasione sarebbe venuta meno
la coesione con Olbia, altra città
forte del Nord Sardegna, «Con il
risultato - ha spiegato la presidente
dell’assemblea civica - che comunque
entrambe siamo diventate città
satellite che gravitano intorno a
Cagliari proprio nel momento in cui
il dibattito che ne è seguito
avrebbe potuto, invece, rappresentare
l’occasione buona per superare le
divisioni».
«Di questa crisi anche
identitaria avrebbero risentito -
secondo Antonello Mattone - le
amministrazioni che si sono
avvicendate in questi anni, costantemente
alle prese con una realtà sfilacciata
in cui l’impoverimento delle
campagne, il declino del commercio e
dell’industria hanno fatto
registrare pesanti ricadute
sull’economia e sulla società». Sta di
fatto che Sassari, in un arco di
tempo relativamente breve, ha perso
quel ruolo trainante che ne ha
caratterizzato le vicende almeno dalla
nascita degli Statuti quando, da
comune pazionato, mantenne e difese
strenuamente una certa autonomia
nella gestione della cosa pubblica.
Ma la crisi ha investito anche le
istituzioni, tecnicamente
impreparate a gestire il cambiamento
perché, per dirla con Raffaella
Sau, assessore alla Cultura di
Palazzo Ducale - intervenuta
all’incontro - «l’apparato
istituzionale in base al quale amministrano
i Comuni ricalca schemi pensati in
sede europea che non rispondono più
alle logiche delle realtà locali».
Al primo incontro, preceduto da una
breve introduzione di Paolo Cau -
direttore dell’Archivio e promotore
dell’iniziativa - farà seguito il
secondo, previsto per martedì
prossimo.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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