Unione
Sarda
Pd, l'era
Cucca porta la pace Pulga presidente all'unanimità. Debutto senza liti: il neo
segretario abbraccia il rivale Sanna e applaude Soru.
Al primo appuntamento importante il
Partito democratico prova a dare un segnale di unità. Rispetto ai pronostici
dei giorni scorsi, ieri ad Arborea al debutto dell'assemblea regionale la
minoranza soriana è riuscita a ottenere la presidenza dell'organismo, affidata
a Laura Pulga. La sindaca uscente di Quartucciu è stata eletta all'unanimità.
Un accordo raggiunto a pochi minuti
dall'inizio della riunione, ufficializzato dal via libera dei
popolari-riformisti che fino all'ultimo reclamavano il ruolo. Il lasciapassare
comprende l'intesa per nominare un solo vicesegretario: dovrebbe essere scelto
proprio all'interno dell'area Cabras-Fadda e il favorito sembra Pietro Morittu,
già consulente dell'assessore ai Trasporti Massimo Deiana. Una pratica che però
è strettamente legata alla nomina del presidente dell'Autorità portuale della
Sardegna (forse già questa settimana): se fosse lo stesso Deiana, resterebbe
libero il suo posto in Giunta. Morittu è in corsa anche per quell'incarico: ma,
se gli toccherà il ruolo di vicesegretario, il favorito diventerà il gallurese
Carlo Careddu.
TRATTATIVE Il segretario Giuseppe
Luigi Cucca supera indenne il primo appuntamento ufficiale, ottiene il
riconoscimento dal suo diretto avversario, Francesco Sanna, e sigla la pace nel
Pd con il benvenuto a Renato Soru. «Dobbiamo ricordarci che siamo un'unica squadra»,
esordisce il neo leader, «abbiamo personalità diverse ma siamo tutti del
Partito democratico». Le ore che hanno preceduto
l'assemblea, però, hanno messo a dura prova le diplomazie del partito. Il passo
indietro fatto dai popolari-riformisti va, certo, nella direzione di un segnale
di unità, ma prevede anche delle garanzie. Il ruolo del vicesegretario unico assumerà
grande importanza, visti anche gli impegni di Cucca in Senato.
La segreteria, che dovrebbe essere
composta da dieci persone, sarà bilanciata tra le tre componenti del partito,
con tre esponenti per ciascuno. Perciò, motivo prima di ufficializzare un nome,
la corrente Cabras-Fadda prende tempo. Anche in attesa di capire come si chiuderà
la partita per l'eventuale sostituzione di Deiana. Il nome del 38enne Morittu è
circolato insieme a quello del consigliere regionale Antonio Solinas e del già
citato Careddu. Ma sugli aspetti “esterni” all'assemblea è lo stesso Cucca che
frena: «Non è un tema all'ordine del giorno, ne parleremo quando sarà il momento
con il presidente della Regione». Il segretario, poi, fissa un paletto perché
«l'assessorato è del Pd e penso che spetti al partito».
LA NOMINA Quando viene pronunciato
il nome di Laura Pulga, unica candidata alla presidenza dell'assemblea, in sala
parte l'applauso e questo segnale vale più di ogni
votazione. Il regolamento, però, impone il passaggio per alzata di mano e la
platea non tradisce le aspettative. Insieme a Laura Pulga vengono nominati
anche i due vicepresidenti: in quota renziani ed ex Ds è eletto il sindaco
uscente di Oristano, Guido Tendas, mentre per i popolari-riformisti tocca
all'ex consigliere regionale Dino Pusceddu. La presidente deve subito prendere
in mano gli aspetti tecnici dell'assemblea, ma trova comunque il tempo per sottolineare
«l'orgoglio per un ruolo importante e impegnativo». Dopo i ruoli dell'assemblea viene
definita anche la direzione regionale, composta da 75 elementi:
dieci scelti dal segretario, sessanta eletti dall'assemblea e cinque che
entrano di diritto. Farà parte della direzione anche Renato Soru, accolto dal
segretario e dalla sala con un applauso.
I TEMI Per le dichiarazioni
programmatiche Cucca rimanda tutto a «una giornata in cui ci confronteremo su
diverse questioni». Ma il discorso introduttivo lascia presagire quella che
sarà la linea scelta dal segretario che punta decisamente a saldare (nei limiti
del possibile) le correnti del partito e «dimostrare all'esterno che siamo in
grado di governare». Uno degli argomenti, però, sul quale
il senatore si è soffermato maggiormente riguarda la legge elettorale,
soprattutto per la parità di genere. «Ho già parlato con il presidente
Pigliaru, è necessario modificare la legge elettorale e faccio un appello ai
consiglieri regionali per trovare l'accordo su un unico testo. È inconcepibile
che ci siano cinque proposte diverse».
ONORE DELLE ARMI La chiusura
dell'assemblea è per l'avversario di Cucca alle primarie. Francesco Sanna sale
sul palco chiamato proprio dal segretario, convinto che «per rendere migliore
il partito sia necessario il supporto di tutti». Con la presidenza
dell'assemblea in tasca, Sanna risponde all'appello confermando «l'impegno per
un partito unito che sappia discutere e confrontarsi». L'assemblea si chiude in
questo modo, in attesa degli altri nodi e di nuove prove di diplomazia.
Matteo Sau
La Nuova Sardegna
Nell’assemblea
di Arborea accordo sull’ex sindaco di Quartucciu, area soriana
Il
segretario Giuseppe Luigi Cucca riesce nella missione di ricucire i Dem
Il
Pd sardo trova l’unità Pulga eletta presidente
di
Umberto Aime
INVIATO AD ARBOREA Non è Lourdes,
sarebbe stato pretendere fin troppo
da chissà quale dio della politica,
ma per fortuna non è neanche la
solita Tramatza, da sempre luogo
grigio, maledetto e jellato. È solo
un resort di campagna ad Arborea
eppure anche questa è diventata
all’improvviso terra di miracoli e
apparizioni. O almeno il Pd prova a
far credere che sia così, perché al
«Country club» è riuscito
nell’impresa di smetterla con le
risse e di farsi del male. A venti
giorni dalle primarie e dalla
vittoria di Giuseppe Luigi Cucca nella
corsa per la segreteria regionale,
l’invocata voglia di mettere fine
gli scontri interni ha retto con
successo alla prova della verità:
l’assemblea del partito.
Con un accordo studiato a tavolino,
in un
battibaleno le tre correnti hanno
messo su un nuovo (resisterà?) gioco
di squadra. Se il segretario è un
renziano, lo sarà anche la nuova
presidente del partito. È Laura
Lalla Pulga, 64 anni, sindaco uscente
di Quartucciu ed ex assessore al
bilancio della Provincia di
Cagliari.. Designata dalla corrente
di Renato Soru e Francesco Sanna,
lo sconfitto alle primarie, è stata
accolta da tutti per acclamazione.
Con un minuto abbondante di applausi
a scena aperta, anche dall’ex
minoranza Renzi-Ds, che dopo il
congresso di fine aprile è diventata
maggioranza, con 57 delegati, e dai
popolari-riformisti dell’area
Cabras-Fadda, anche loro sostenevano
Cucca e seconda forza in campo
con 53 eletti e infine è ovvio anche
dalla nuova minoranza, i soriani.
Ma ormai – stando all’aria che tira
– questi numeri da pallottoliere
impazzito, dovrebbero contare poco
all’indomani del ritrovato “tutti
assieme appassionatamente”.
Che ha portato all’elezione sempre
all’unanimità anche dei due
vicepresidenti: Guido Tendas, sindaco
uscente di Oristano, per i
renziani-ds, e l’ex consigliere regionale
Dino Pusceddu, in quota
popolari-riformista. È certo è una presidenza
unitaria, ma letta l’età media degli
eletti, sono tutti e tre oltre i
60 anni, dov’è il rinnovamento?
Forse non era necessario in quello che
nei fatti solo un autorevole ufficio
di rappresentanza, lo dovrà
esserlo però nella futura segreteria
che affiancherà Cucca. Tant’è che
il prossimo vicesegretario unico
dovrebbe essere un quarantenne:
Pietro Morittu, ora nello staff
dell’assessore ai trasporti Massimo
Deiana, è in uscita verso l’Autorità
portuale, e quindi anche lui
dell’area Cabras-Fadda.
Viste le premesse, il patto del
magico Country
poi è stato applicato dappertutto:
nella direzione, seppure calcolata
in base ai voti delle primarie, e
nella prossima segreteria (ancora da
eleggere) dove anche qui le correnti
avranno due componenti a testa.
Meglio di così non poteva andare al
Pd, che fino al 30 aprile sembrava
un terreno di battaglia, ma ora
deciso a presentarsi al mondo come un
campo fiorito. Che sarebbe andata a
finire così era stato abbastanza
chiaro al momento del rimpasto della
giunta Pigliaru, tre mesi fa, ed
è diventata una certezza subito dopo
le primarie, con il partito
almeno come delegati, uscito dai
gazebo con un sostanziale pareggio
fra le correnti, a parte la
maggioranza che ha eletto Cucca. Il resto
del collante l’hanno messo dovunque
gli onnipresenti capicorrente e in
prima persona il neo segretario.
Il senatore l’aveva dichiarato alla
vigilia del voto d’aprile e ha
mantenuto la promessa: «Il mio
obiettivo è l’unità e, in futuro,
dovremo essere capaci di stare
assieme». Cucca c’è riuscito al
primo colpo e gli altri l’hanno
seguito nella nuova avventura. Per
sapere se ci sarà o meno un lieto
fine non c’è molto da aspettare:
tutti sanno che le elezioni comunali
dell’11 giugno saranno il secondo
banco di prova per il Partito
democratico, quello della pace a
forma di bilancino.
Per
il senatore è fondamentale mantenere il timone della coalizione e
aprirsi
all’area sardista. Cucca: siamo la guida della maggioranza
ARBOREA Nel discorso d’insediamento
Giuseppe Luigi Cucca è andato a
braccio, ma è stato sempre chiaro
nel dire quale sarà la sua stella
polare: l’unità del partito. Quello
stare insieme che s’è detto pronto
a difendere con i denti, perché
«tutti – sono state le sue parole –
dobbiamo ritrovare l’orgoglio di
essere del Pd. Siamo noi la guida
della maggioranza che governa la
Regione e dobbiamo dialogare meglio
con la giunta, gli alleati e anche
capaci di allargare i confini della
coalizione verso l’area sardista».
Con tono pacato, è una sua
caratteristica e forse proprio per
questo è stato eletto, ha celebrato
la liturgia della riappacificazione.
Tanto da invocare più volte
l’applauso per questo o quello, ma
soprattutto a favore di Renato
Soru, che «con orgoglio ha
dimostrato di essere estraneo a tutte le
accuse che gli erano state mosse».
Poi ha parlato di una sola squadra:
«Lo siamo e dobbiamo cominciare a
dimostrarlo ogni giorno, anche
quando la strada può sembrarci
stretta». E presto potrebbe esserla
visto che all’orizzonte ci sono
diversi incarichi da assegnare e, come
sempre accade, le poltrone in palio
fanno più danni delle parole. Ma
il segretario s’è dichiarato
ottimista: «Dobbiamo imparare a guardarci
negli occhi, a parlarci senza
retropensieri e vedrete che trovare
l’unità non sarà difficile».
Al partito ha sollecitato un nuovo
senso
di responsabilità: «Dovete darmi una
mano. Mai ho creduto nella forza
dell’uomo solo al comando e ancora
meno posso crederci oggi». Per
andare subito dopo più sulla
strategia politica, ha aggiunto: «Aprirò
subito il confronto col presidente
della Regione, ma spinto da uno
spirito di collaborazione di cui
tutti abbiamo bisogno». Lo stesso
obiettivo lo vuole raggiungere con
il gruppo pd in Consiglio
regionale, che «deve affrontare
subito il problema storico della legge
elettorale e votare la parità di
genere. Se fra noi ci sono delle
divisioni sulla riforma, dobbiamo
superarle di slancio». Punterà allo
stesso obiettivo anche sulla sanità,
il partito è ancora diviso su
come dovrà essere la
riorganizzazione della rete ospedaliera, e
sull’urbanistica, altro possibile
campo di scontro interno.
«Nonmvoglio certo – ha detto – che
la discussione non ci sia ma dobbiamo
essere capaci di presentare proposte
il più possibile unitarie». Per
chiudere il discorso, interrotto più
volte dagli applausi, con questo
richiamo: «Riapriamo le porte alla
gente, ritorniamo a stare in mezzo
alla gente. Vogliamo riconquistare
la fiducia dei giovani ed evitare
che siamo attratti dal populismo
dilagante». Infine da senatore della
Repubblica più che da segretario ha
chiuso: «La Sardegna merita più
considerazione a Roma ma a sua volta
dev’essere meno subalterna». (ua)
A
giorni l’assessore ai Trasporti sarà nominato al vertice della Port authority
Il
dopo Deiana: Careddu o Solinas
ARBOREA La sostituzione di Massimo
Deiana all’assessorato ai trasporti
sarà il primo nodo da risolvere per
questo Pd in armistizio obbligato
e controllato. La nomina del
professore cagiaritano all’Autorità
portuale regionale è davvero
questione di giorni. La lettera
d’incarico è pronta, il ministro
Graziano Delrio aspetta solo l’ultimo
via libera del presidente della
Regione Francesco Pigliaru. Forse il
governatore ha preso ancora una
settimana di tempo, per chiudere prima
dell’addio di Deiana la partita del
cambio in corsa in una delle
poltrone della sala giunta, a Villa
Devoto. Il posto in discussione
dovrebbe rimanere un dominio della
corrente dei popolari-riformisti
dell’aria Cabras-Fadda.
I tentativi di rimettere in gioco la
delega
pare sia fallito sul nascere e
nonostante qualche mugugno, le altre
due correnti si sono adeguate.
Perché se per questa successione si
fosse scatenata la guerra intestina,
«state tranquilli – ha commentato
un saggio del partito – la pace di
Arborea non sarebbe stata neanche
possibile e invece oggi siamo tutti
qui a festeggiarla». Se non ci
saranno colpi di mano
dell’ultim’ora, esclusi da chiunque, a essere in
lizza per l’assessorato ai trasporti
saranno in due: il consigliere
regionale Antonio Solinas, eletto a
Oristano, e l’avvocato Carlo
Careddu, uscito sconfitto come
candidato-sindaco nelle elezioni
amministrative di Olbia del 2016,
battuto dal centrodestra. C’era
anche un terzo papabile per la
delega che sarà lasciata libera da
Deiana: Pietro Morittu, ora nello
staff dell’assessore in uscita, ma
la corrente dei popolari-riformisti
l’avrebbe proposto a Cucca come
vicesegretario regionale unico e non
dovrebbero esserci ostacoli
perché diventi lui il delfino del
senatore.
La scelta fra Solinas e
Careddu non sarà facile per gli
uomini del duo Cabras-Fadda. Il primo
ha l’esperienza giusta, è stato per
anni presidente della commissione
trasporti in Consiglio regionale, e
poi Oristano è l’unica provincia a
non avere un assessore in giunta. Se
la scelta dovesse ricadere su
Solinas è scontato che dovrà
dimettersi da consigliere regionale, ma
il diretto interessato è pronto a
fare il passo richiesto. Careddu ha
dalla sua invece i natali galluresi
e la corrente pare sia decisa a
controbilanciare, nello stesso
collegio, l’arrivo in giunta da
febbraio di Pierluigi Caria
all’agricoltura, designato però dai
renziani. Lasciare quel fronte
libero, con le elezioni politiche alla
porte, è un rischio che i
popolari-riformisti non vogliono correre. Ma
il segretario Cucca ha messo le mani
avanti: «Oggi questo non è ancora
un tema all’ordine del giorno del
partito e quando verrà il momento di
sicuro sarò il primo ad affrontarlo
col presidente Pigliaru. Per ora
dico soltanto: è un assessorato del
Pd e credo che debba spettare
ancora a noi». (ua)
Unione Sarda
CONSIGLIO.
L'assessore in commissione Sanità. Truzzu: niente analisi ai fabici
Asl
unica, Arru difende la riforma: «Decisiva per tagliare gli sprechi»
La riforma delle aziende sanitarie,
che ha portato all'accorpamento
delle precedenti otto Asl nell'unica
Ats (Azienda per la tutela della
salute), è stata una scelta
necessaria «per definire un nuovo quadro
di regole a garanzia della qualità e
dell'appropriatezza di servizi e
prestazioni»: lo ha affermato
l'assessore Luigi Arru durante il
confronto con la commissione Sanità
del Consiglio regionale, sulle
linee guida degli atti aziendali per
la stessa Ats, per l'azienda
Brotzu di Cagliari e per le Aziende
ospedaliero-universitarie.
Arru ha sottolineato la difficoltà
di «mettere a punto uno schema
coerente» per il riassetto del
servizio sanitario: «È stato
particolarmente difficile in una
realtà complessa come la nostra, dove
non c'erano dati disponibili
anteriori al 2014 sui Lea (livelli
essenziali di assistenza), sul
rispetto degli indicatori scientifici e
delle procedure amministrative». Non
si facevano gare da tre anni, ha
aggiunto, e questo ha prodotto
«costi maggiori del 30% rispetto alla
media nazionale».
RISPARMIO E QUALITÀ La svolta decisa
dalla Giunta regionale con
l'unificazione delle Asl nasce
proprio dall'esigenza di adottare un
sistema più efficace per ridurre gli
sprechi del sistema, garantendo
al tempo stesso l'appropriatezza
degli interventi e una migliore
qualità dei servizi assicurati ai
cittadini. «Abbiamo predisposto un
rapporto sulla sanità sarda con i
dati disponibili prima del 2014 - ha
aggiunto Arru - e formulato proposte
sulla base del quadro normativo
tracciato dal decreto ministeriale
70, all'interno del quale ci sono
comunque spazi significativi per la
Regione».
L'approvazione delle linee guida, ha
concluso il responsabile della
sanità in Giunta, «rappresenta
perciò un passaggio fondamentale per
consentire alle aziende di operare e
al tempo stesso una necessità per
far partire concretamente la
riforma, senza per questo voler limitare
le prerogative sia della commissione
che del Consiglio regionale». Nel
corso dell'audizione i componenti
della commissione, guidata dal
socialista Raimondo Perra, hanno
espresso delle valutazioni sul
documento, con osservazioni critiche
e perplessità su alcuni punti, e
anche con proposte e suggerimenti di
integrazioni e miglioramenti.
Stamattina alle 10 sarà sentito
invece il direttore generale dell'Ats,
Fulvio Moirano.
IL CASO E sempre a proposito di Asl
unica, il consigliere regionale di
Fratelli d'Italia-An Paolo Truzzu
attribuisce proprio alla nascita
dell'Asl unica (e al collocamento a
Sassari dei suoi uffici centrali)
alcuni disagi che si registrano nei
presìdi sanitari del sud Sardegna:
«Non è possibile effettuare alcuni
tipi di analisi di laboratorio per
la mancata fornitura dei reagenti,
fra questi quelli per il favismo,
proprio nel periodo di massima
necessità stagionale», denuncia il
consigliere, segnalando la mancanza
dei reagenti per la ricerca della
tossina Clostridium e, appunto, per
il dosaggio G6PDH.
«Continuano e sono sempre più gravi
gli episodi di disorganizzazione e
cattiva gestione seguiti alla
nascita dell'Asl unica a Sassari»,
continua Truzzu: «Arru e Pigliaru,
troppo impegnati a distribuire
incarichi e trasformare in
stipendificio la sanità sarda, dimenticano
ciò che è veramente importante per
garantire la salute dei cittadini e
la corretta amministrazione della
cosa pubblica».
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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