Libe.r.u. stigmatizza e
denuncia la gravissima responsabilità dello Stato italiano nella morte del
presidente di Meris, Doddore Meloni. Quanto accaduto ha avuto sin dalle fasi
iniziali i connotati di un accanimento giudiziario nei confronti di una persona
che, avendo anche una età avanzata, è stata costretta, come purtroppo centinaia
di altre persone anziane nelle carceri italiane, a subire un regime detentivo
assolutamente non necessario e piuttosto raro in base al reato per cui era
stato condannato.
Evidentemente per
Meloni è stato usato un peso e una misura ben diversa da quella che si usa
abitualmente nei confronti delle migliaia di evasori, anche multimilionari, che
in Italia vedono il carcere molto raramente. La vicenda legata allo sciopero
della fame, portato avanti fino alla morte, mette a nudo un atteggiamento da
parte del Ministero, dell’autorità giudiziaria, dell’amministrazione penitenziaria
e dei responsabili sanitari che ha pochi riscontri in Paesi che si possono
definire civili.
Di fronte alle
reiterate richieste da parte dell’ avvocato di Meloni per la concessione degli
arresti domiciliari dovuti al suo stato di salute in continuo peggioramento, le
risposte sono state quelle di un ferreo e continuo rifiuto, con un continuo
rimpallo di responsabilità burocratiche, fino alle vicende più eclatanti: in
occasione del primo ricovero Meloni venne fatto oggetto, da parte di personale
medico, di scherno e derisione per una supposta finzione da parte sua sulla
gravità delle sue condizioni, per essere poi rimandato in carcere in quanto le
sue condizioni vennero ritenute idonee al regime carcerario.
Il 20 giugno, infine,
una nuova risposta del magistrato di sorveglianza riteneva, in base a parere
medico, che non dovessero essergli assegnati gli arresti domiciliari in quanto
le sue condizioni di salute continuavano ad essere compatibili col regime
carcerario. A questa situazione di assoluta chiusura si affianca la sordità del
Ministero davanti ad interrogazioni parlamentari inerenti il pericolo di vita
del detenuto.
Dopo una decina di
giorni dalla attestazione di idoneità al regime carcerario da parte di
magistrati e medici, Meloni entrava in coma e, ormai tardivamente ricoverato,
moriva. Libe.r.u. ritiene la morte di Meloni un omicidio di Stato, una palese
violazione dei diritti essenziali del detenuto e una manifesta violazione dei
diritti umani. La barbara uccisione di Meloni, che purtroppo si inserisce in un
quadro generale di violenza e violazione dei diritti tipico delle carceri
italiane, dimostra che lo Stato italiano non è e non può essere considerato un
Paese civile, dimostra che vige un sistema di diseguaglianza e di soprusi che
tratta in maniera ben diversa i cittadini anche in barba alle stesse leggi
italiane e al diritto internazionale.
Libe.r.u. chiede che
venga fatta piena luce sulle pesanti responsabilità delle diverse istituzioni
sulla vicenda che ha portato alla morte di Meloni, affinché gli venga resa
giustizia e affinché fatti come questo non si ripetano mai più.
Libe.r.u. – Lìberos Rispetados Uguales
Nessun commento:
Posta un commento