Unione
Sarda.
CAGLIARI Tavoli
di bar e ristoranti al posto del traffico automobilistico. Le perplessità della
Confesercenti. Via Roma sarà una grande piazza. Area pedonale nel lato portici:
in agosto il via alla sperimentazione
Molto più di un'idea. Via Roma lato
portici sarà chiusa alle auto e diventerà una grande piazza a disposizione di
cagliaritani e turisti. Al posto della strada a quattro corsie sorgerà un'area
pedonale con fioriere e tavolini di bar e ristoranti. Si partirà ad agosto, nei
fine settimana. «Una sperimentazione», ha spiegato il sindaco Massimo Zedda,
che potrebbe andare avanti fino a metà settembre. I dettagli verranno definiti
nei prossimi giorni in una riunione tecnica tra i vari assessorati coinvolti
nell'iniziativa. «Valuteremo come procedere», ha aggiunto il primo cittadino,
«grazie al ragionamento avviato con residenti e
commercianti. Abbiamo una panoramica delle opportunità e delle problematiche:
serviranno per arrivare a un progetto definitivo». Gli ostacoli (parcheggi e
nuove norme sulla sicurezza) non mancano.
L'IPOTESI Se non ci saranno
clamorose novità, si potrebbe iniziare la sera di venerdì 4 agosto. Fino a
domenica 6 agosto il tratto di via Roma dal largo Carlo Felice a piazza
Amendola sarà chiuso al traffico. Da sotto i portici spariranno tavolini e
sedie, trasferiti nelle attuali quattro corsie della strada.
Fioriere e altre barriere proteggeranno la grande piazza. E così sarà per tutti
i weekend di agosto e delle prime settimane di settembre. «Sulla sicurezza», ha
ricordato ancora il sindaco, «ci sarà grande attenzione dopo quanto
accaduto recentemente a Torino e
nelle zone pedonali di alcune grandi città europee con gli attacchi
terroristici».
I PARCHEGGI Residenti e commercianti
hanno evidenziato il problema dei parcheggi. Troppo pochi per i residenti della
Marina e per chi deciderà di raggiungere via Roma chiusa al traffico. «Saremo
molto attenti», ha garantito Zedda, «nel fornire spazi alternativi agli abitanti della zona». Per questo il
sindaco ha già avviato un confronto con le ferrovie (per poter potenziare il
numero dei posti auto nei parcheggi della stazione di piazza Matteotti). In
campo altre ipotesi, con aree di proprietà della Regione che potrebbero essere messe
a disposizione delle auto.
LE REAZIONI Durante l'incontro in
municipio (presenti, insieme al sindaco, la vice Luisa Anna Marras e le
assessore Marzia Cilloccu e Claudia Medda) non sono mancate le osservazioni al
progetto. «Siamo favorevoli alle aree pedonali», ha detto Emanuele Frongia,
vice presidente provinciale di Confesercenti, «ma ci sono alcune perplessità.
Non solo l'assenza di parcheggi. Serviranno controlli per evitare l'abusivismo
selvaggio e per garantire la sicurezza in una zona con diversi episodi di micro
criminalità».
Il presidente regionale, Roberto Bolognese, ha
aggiunto: «Servirà anche un nuovo progetto di trasporto pubblico. Perché dalle
passate esperienze di pedonalizzazione, vedi Villanova, bisogna imparare
qualcosa». Sulla necessità di predisporre un adeguato controllo sul fenomeno dell'abusivismo
commerciale è intervenuto anche Emanuele Garzia, di Confcommercio: «Serviranno
servizi seri e continuativi. Il sindaco su questo punto ci ha rassicurato». Ma
ci sono altre perplessità: «I titolari di bar e ristoranti dovranno sistemare
tavolini e sedie sulla pavimentazione di via Roma facendo un investimento.
Quali indicazioni dovranno seguire? Come potranno creare le indispensabili zone
d'ombra?
Oppure si procederà solo nelle ore
serali e notturne? Su questi punti serviranno risposte ben precise».
Alessandro Murgia, residente della Marina e titolare del ristorante
Seventyfive, ha alcune perplessità: «L'idea è ottima. Sarà però necessario
creare aree verdi, zone per i bambini e iniziative che portino cagliaritani e
turisti nella grande piazza. Inoltre i negozi dovranno aprire anche il fine
settimana. Altrimenti il progetto non decollerà».
Matteo Vercelli
UIL
- Il Banco: «Bonifici anomali»Il caso Uil e i versamenti di denaro all'estero
dalle agenzie di Villanova e Putifigari La conferma dell'istituto: c'è
un'indagine di polizia giudiziaria
Sui bonifici sospetti che ruotano
intorno alla Uil sarda e sul ruolo
avuto dalla segretaria generale e
dalla tesoriera del sindacato indaga
la polizia giudiziaria. In attesa
dei risultati degli investigatori,
per la prima volta da quando è
esplosa la bomba interviene il Banco di
Sardegna.
LA VICENDA «A seguito delle notizie
riportate dalla stampa riguardo
bonifici a favore di istituzioni
estere disposti nella filiale di
Villanova Monteleone e in quella di
Putifigari su conti correnti
intrattenuti da alcuni clienti», il
Banco di Sardegna spiega che «alla
fine dell'anno passato il direttore
della filiale di Villanova
Monteleone segnalò alcune anomalie
nelle procedure per le operazioni
sopra descritte. Gli accertamenti
ispettivi hanno rilevato che le
anomalie erano state importanti e
gravi tali da provocare il
procedimento disciplinare definito
con il licenziamento dell'impiegato
autore dei bonifici. Contro questo
provvedimento non è stata proposta
opposizione alcuna nei termini
previsti dalla legge».
INFORMATA BANKITALIA Aggiunge in una
nota l'istituto di credito:
«Naturalmente, nel rispetto della
vigente normativa antiriciclaggio,
il Banco di Sardegna ha proceduto a
effettuare le doverose
segnalazioni e, a tutela
dell'interesse generale, ha ritenuto
assolutamente indispensabile
presentare un esposto alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di
Sassari con la descrizione
circostanziata e documentata di
quanto emerso dalle verifiche
ispettive. Nell'esposto è assente
qualsiasi tipo di giudizio,
valutazione o accusa nei confronti
di privati o di istituzioni. Il
Banco di Sardegna rimane in attesa
dei risultati dell'indagine di
Polizia giudiziaria attualmente in
corso».
I PRIMI SOSPETTI La denuncia alla
magistratura - firmata dal direttore
generale del Banco, Giuseppe
Cuccurese - è datata 20 dicembre 2016. I
movimenti bancari considerati
ambigui partono da due piccole agenzie
del Banco di Sardegna, destinazione
Ginevra e Bratislava. Dai conti
correnti della Uil e della
segretaria generale Francesca Ticca
sarebbero partiti dei bonifici su
conti in Svizzera e in Slovacchia.
Le operazioni sono state eseguite da
Achille Antonio Cadeddu, allora
dipendente della filiale di
Villanova Monteleone, in seguito
licenziato dall'istituto di credito.
La vicenda è raccontata nel corposo
esposto alla magistratura. Dieci
bonifici esteri per un importo
complessivo di poco superiore ai 300
mila euro, e in questa somma anche
76 mila euro depositati nel conto
“Uil Sardegna - Emergenza 2013”, che
potevano essere destinati alle
popolazioni colpite da Cleopatra. È
stato Emanuele Cugusi, direttore
dell'agenzia di Villanova
Monteleone, il primo a insospettirsi e a
chiedere spiegazioni al collega che
aveva firmato le transazioni. Poi,
la segnalazione alla direzione
generale della banca, che avvia i
controlli e in seguito si vede
costretta a licenziare l'impiegato che
aveva eseguito i bonifici.
SOLDI IN SVIZZERA Dalle ispezioni
interne è emerso che dal conto “Uil
Sardegna - Emergenza 2013”, in tre
distinte operazioni sono stati
trasferiti i fondi sul conto della
Lobrano e da qui, su quello della
“Premier Relations ltd” nella Cim
Bank di Ginevra, Svizzera. In
Procura massimo riserbo. Nessuna
comunicazione su chi è stato iscritto
nel registro degli indagati e sulle
ipotesi di reato.
LA DIFESA Francesca Ticca ha fatto
sapere di aver presentato a gennaio
scorso una denuncia contro Achille
Antonio Cadeddu e che sua moglie,
Angela Lobrano (la tesoriera della
Uil) ha fatto altrettanto. Inoltre
- secondo la segretaria generale - i
fondi di quel conto chiamato
“Emergenza 2013” non servivano per
aiutare i sardi colpiti dal
ciclone, ma per sostenere iscritti
in difficoltà o per altre
situazioni difficili in cui il
sindacato può eventualmente trovarsi.
Secondo l'avvocato di Ticca e
Lobrano, Nanni Campus (studio a Sassari)
la responsabilità della vicenda
sarebbe tutta dell'impiegato infedele
della banca, che avrebbe svuotato
conti correnti e trasferito il
denaro in Svizzera e in Slovacchia.
(cr. co.)
La
segretaria generale: «È necessario capire se è stata una polpetta avvelenata»
Dimissioni
della Ticca? Decidono i vertici nazionali
«Se in qualche modo ho creato delle
situazioni che hanno danneggiato
il sindacato sono pronta a farmi da
parte, ma le mie eventuali
dimissioni non le decide la stampa,
ma i vertici della Uil, e la mia
coscienza». Per il momento, la segretaria
generale Francesca Ticca
aspetta. Non raccoglie l'invito che
le hanno fatto, non ufficialmente,
diversi componenti del sindacato,
chiedendole di autosospendersi in
attesa degli esiti dell'inchiesta
della Procura.
Lunedì si è tenuta una riunione fiume
dell'esecutivo del sindacato,
poi sospesa fino a nuova
convocazione. «Siamo a metà percorso, non si
è espresso neppure un terzo
dell'esecutivo, ci riuniremo di nuovo
prossimamente, il problema è
verificare se si è trattato della
classica polpetta avvelenata», dice.
Ticca, leader della Uil sarda da
undici anni (il suo mandato scade nel
2018), ha chiesto al segretario
generale nazionale di avviare
un'indagine interna. «Caro Carmelo,
vista la situazione che si è
creata ti chiedo una verifica da
parte dell'Organizzazione e della
Tesoreria sull'operato della
sottoscritta e sui passaggi svolti fino
alla data odierna.
Rimango a disposizione
dell'Organizzazione, convinta come sono di aver
operato oggi e sempre nell'interesse
e salvaguardia della Uil e della
Uil Sardegna». Risponde Barbagallo:
«La segreteria nazionale della Uil
ha predisposto una verifica di tutti
gli atti e di tutte le operazioni
a cui si fa riferimento. Ciò al fine
di avere i necessari chiarimenti
sull'operato posto in essere dai
dirigenti di quel territorio. Sulla
base di questi elementi di chiarezza
si potranno poi assumere
decisioni corrette e coerenti».
Nel sindacato c'è parecchio
malumore, ma ancora nessuno è uscito con
nome e cognome per chiedere la testa
della segretaria. «Se ho
sbagliato, sono fuori, se invece
l'organizzazione riterrà di darmi
fiducia resto», prosegue. «Sia
chiaro, nella vita posso fare anche
altro, mi piace fare sindacato, non
mi piacciono invece i muretti a
secco». (cr. co.)
Gara
flop, fuga di Alitalia «Condizioni insostenibili»
Solo
quattro offerte per sei tratte. Rimane scoperto lo scalo di Elmas
Il bando era già in pista di
rullaggio. Motori caldi, cinture
allacciate, tavolini ripiegati sullo
schienale. E invece tutti di
nuovo a terra. Per gestire le rotte
della nuova continuità
territoriale, quella che dovrebbe
decollare a novembre, si presentano
solo due compagnie: Meridiana - che
punta a mantenere il suo feudo di
Olbia - e la rumena Blue Air,
interessata ai voli di Alghero. Nessuna
offerta per le tratte di Cagliari,
che da sole rappresentano il 60 per
cento del ponte aereo tra la
Sardegna e la Penisola. È lo schiaffo di
Alitalia, che decide di disertare la
gara d'appalto della Regione,
facendo piombare mezza Isola nel
panico: tra quattro mesi, quando
terminerà il contratto attualmente
in vigore, l'aeroporto di Elmas
potrebbe rimanere senza collegamenti
con Roma e Milano. La Regione
rassicura tutti e annuncia una
proroga, ma nulla è scontato.
NUOVO BANDO Di sicuro ci sarà
bisogno di un secondo bando, dedicato
solo alle rotte cagliaritane. La
procedura però non si concluderà
prima della prossima primavera,
mentre gli accordi con Alitalia
scadranno a fine ottobre. Sarà
necessario un piano d'emergenza:
«Attiveremo un affidamento d'urgenza
che potrà avere validità fino a
sette mesi. Nessuno resterà a
terra», ripete l'assessore ai Trasporti
Massimo Deiana. Nella migliore delle
ipotesi, l'ex compagnia di
bandiera (o un'altra concorrente)
continuerà a volare su Cagliari alle
stesse condizioni di adesso. Cioè
con frequenze decisamente inferiori
a quelle individuate dal nuovo
bando. Per dire: ora si arriva un
massimo di 10 voli quotidiani tra
Elmas e Fiumicino, invece con il
sistema immaginato dalla Regione si
arriverà a 18 collegamenti al
giorno nel 2018 e addirittura a 21
nel 2020.
SERVIZI A DUE VELOCITÀ Il rischio,
che rasenta la certezza, è di avere
per almeno sei mesi una continuità
territoriale a due velocità: a
Olbia e Alghero sarà in vigore un
sistema - con un maggior numero di
posti, tariffe più economiche e
garanzie più forti per i passeggeri -
mentre a Cagliari rimarrà il modello
conosciuto fin qui, con tutti i
suoi limiti. Ai nastri di partenza,
il prossimo novembre, dovrebbero
presentarsi solo Meridiana e Blue
Air. La compagnia olbiese vorrebbe
gestire le tratte dell'aeroporto
Costa Smeralda verso Roma e Milano: i
due plichi firmati dal presidente
Marco Rigotti sono stati i primi a
essere aperti dalla commissione
aggiudicatrice della gara, presieduta
dal direttore generale degli Enti
locali Antonella Giglio. I
componenti esamineranno nei prossimi
giorni le offerte per verificare
che le società rispettino i
requisiti richiesti dall'assessorato ai
Trasporti.
LE COMPAGNIE Perché nessuna offerta
per i voli cagliaritani? Troppi
voli da garantire e pochi soldi
(circa 31 milioni di euro all'anno) a
disposizione. È la stessa Alitalia a
spiegarlo: «Il bando prevedeva
condizioni in forte discontinuità
rispetto a quelle esistenti», fa
sapere la compagnia, che sottolinea
le richieste «non compatibili con
il presupposto della sostenibilità
economica». Una drastica inversione
di rotta: il commissario
straordinario Luigi Gubitosi, lo scorso 19
maggio (con la gara già pubblicata),
disse in commissione Trasporti
alla Camera: «Sulla continuità
territoriale siamo molto attivi. Stiamo
partecipando al bando per la
Sardegna, dove già gestiamo Cagliari».
Ora la compagnia attende «i prossimi
passi dei soggetti istituzionali
preposti, fiduciosa nel fatto che
possano essere trovate soluzioni
idonee in tempi rapidi».
Il giudizio è simile a quello di
Meridiana,
che era interessata alle rotte
cagliaritane ma «di fronte all'evidenza
dei numeri, però, non è stato
possibile partecipare» alla gara, dicono
dall'ufficio stampa. La società
olbiese però potrebbe atterrare a
Elmas nel caso di un affidamento d'emergenza.
Perché non è scontato
che la gestione temporanea dei voli,
da novembre fino
all'aggiudicazione di un nuovo
bando, vada ad Alitalia. Meridiana è in
corsa come le altre e avverte: «Non
vorremmo vedere la nostra
posizione pregiudicata rispetto agli
altri concorrenti».
Michele Ruffi
Il
manager Bolla: «Vogliamo consolidarci in Italia»
Spunta
Blue Air, sede a Bucarest 30 Boeing e 1200 dipendenti
È il nome che nessuno si aspettava.
Qualcuno sperava in un'offerta di
Ryanair e EasyJet, le due low cost più
radicate negli aeroporti sardi,
e invece ecco Blue Air: sede a
Bucarest, nata nel 2004, collega da
qualche mese Alghero con Torino,
dove ha l'hub principale in Italia. E
proprio nello scalo Riviera del
Corallo si candida a gestire la
continuità territoriale con Roma e
Milano.
IL MANAGER «Vogliamo continuare a
investire sul mercato italiano. Fino
ad ora abbiamo trasportato circa
60mila passeggeri sulla linea
Torino-Alghero, con grande
soddisfazione dei passeggeri sardi», spiega
Mauro Bolla, manager della compagnia
che ieri era a Cagliari per
assistere all'apertura delle buste
con le offerte.
IL RUOLO DI F2I Dietro
l'interessamento c'è sicuramente il pressing di
F2i, il fondo che dall'inizio del
2017 controlla l'aeroporto
algherese. Bolla aggiunge: «È vero,
esiste un ottimo rapporto con lo
scalo di Alghero e c'è la volontà di
consolidare la nostra posizione
in Italia». Blue Air ha a
disposizione 30 Boeing 737, alcuni di
proprietà e altri in leasing. Nei
prossimi mesi la flotta verrà
ampliata con l'arrivo di 6 nuovi
Boeing Max 8, la nuova generazione di
737. Il personale non manca: la
società dichiara circa 1.200
dipendenti. Circa un centinaio sono
assunti con contratti italiani:
quasi tutti lavorano nella base di
Torino dove la compagnia assicura
19 rotte e 105 voli settimanali.
L'INTERESSE PER CAGLIARI Il manager
non esclude che in futuro venga
presentata un'offerta per gestire i
voli cagliaritani, fino ad ora
rimasti senza un pretendente:
«Cagliari ci interessa ma in questo
momento stiamo ancora valutando: è
uno scalo importante ma l'impegno
sarebbe molto oneroso. Stiamo
facendo i calcoli con attenzione», dice
Bolla.
Anche per Blue Air vale lo stesso
discorso fatto da Alitalia e
Meridiana: le frequenze e i posti
richiesti dalla Regione richiedono
un impegno sproporzionato alle
compensazioni economiche offerte.
Quindi la compagnia rimarrà alla
finestra, per capire se e come verrà
modificato il bando.
LE CONDIZIONI Ad Alghero la
compagnia dovrà garantire fino a dodici
voli al giorno nel primo anno di
continuità territoriale: dai 3 ai 7
collegamenti con Fiumucino (a
seconda del giorno della settimana e del
periodo dell'anno) e da 1 a 5 con
Linate. Secondo le proiezioni
dell'assessorato ai Trasporti chi
gestirà i voli nella Riviera del
Corallo dovrà trasportare oltre
900mila passeggeri all'anno, per
superare il milione nel 2020-2021.
(m. r.)
Ora
Deiana approda all'autorità portuale
Quella di oggi sarà l'ultima
riunione di Giunta per Massimo Deiana:
all'ordine del giorno nessuna
delibera, solo i saluti finali prima di
approdare - entro l'inizio della
prossima settimana - alla presidenza
dell'autorità portuale del Mar di
Sardegna. Il bilancio di tre anni e
mezzo all'assessorato ai Trasporti:
«Lascio un grande lavoro. Forse
avrei potuto far meglio, ma abbiamo
incontrato troppe criticità», dice
Deiana, che tra gli obiettivi
raggiunti cita «il salvataggio
dell'aeroporto di Alghero, la
soluzione del pasticcio Saremar, la
vertenza dei crediti dell'Arst e i
nuovi investimenti, i miglioramenti
del trasporto su ferro».
Le critiche non sono mancate: «Ho
affrontato tanti momenti in cui ho
pensato di tornare all'università, a
causa della sovraesposizione
mediatica e dell'effervescenza
politica», spiega. Il rapporto con
Pigliaru: «Certe cose non le ho non
condivise. C'è di buono che con
lui si può avere una dialettica
anche molto spinta, ma l'approccio è
sempre intelligente». All'autorità
portuale, dove potrebbe guadagnare
tra i 230 e i 240mila euro lordi
all'anno («non lo so e non mi sono
ancora interessato») dovrà
affrontare nuovi problemi, come la crisi
del porto canale. La sede sarà a
Cagliari ma «verrà data adeguata
rappresentanza a tutti gli scali».
Al suo posto in Regione dovrebbe
arrivare Carlo Cadeddu, già
vicesindaco a Olbia. «Questo non è un
assessorato conveniente. Ha una
forte dose di tecnicismi,
difficilmente compresi dalla gente,
e io ho faticato a capirlo». E
dopo il porto? «Vorrei tornare
all'università: mi manca il rapporto
con gli studenti». (m. r.)
Oggi
vertice di maggioranza con Pigliaru e Arru. Cucca (Pd): «Tema delicato»
Rete
ospedaliera, il Pd frena
Troppe
tensioni dai territori, la riforma ora scricchiola
La corsa verso l'approvazione della
nuova rete ospedaliera subisce una
brusca frenata. A schiacciare il
pedale sono i consiglieri regionali
del Pd che hanno percepito il clima
rovente attorno a un provvedimento
che ha scatenato le proteste di
sindaci, lavoratori e associazioni.
Così si fa sempre più nitida
l'ipotesi che la nuova rete arrivi in
aula direttamente a settembre.
I RAPPORTI Tempo utile per cercare
di riallacciare i rapporti con gli
enti locali e ricompattare quelli
all'interno del partito dove non
tutte le posizioni vanno nella
stessa direzione. Insomma la nuova
geografia degli ospedali sardi è
sempre di più una pentola in
ebollizione e così si corre ai
ripari. Lo fa il segretario del Pd,
Giuseppe Luigi Cucca, che chiama a
raccolta i dem convocando due
incontri lunedì prossimo. Di mattina
con i consiglieri regionali e nel
pomeriggio, a Oristano, la direzione
del partito: «Sono temi delicati
- dice - che necessitano di una
grande attenzione e di un confronto
aperto».
IL FRENO Il primo segnale è la
richiesta di far slittare di due giorni
la scadenza per presentare gli
emendamenti. Il nuovo limite è domani
alle 16 e, sino ad allora, si
cercherà di arrivare a un accordo per
evitare che dentro il Pd si vada in
ordine sparso. Per fare in modo
che lo stesso fenomeno non riguardi
anche tutta la maggioranza, questa
mattina il presidente Pigliaru e
l'assessore, Luigi Arru,
incontreranno i capigruppo della
coalizione e i rappresentanti del
centrosinistra della commissione
Sanità. E proprio il presidente del
parlamentino, Mondo Perra (Psi)
prende atto della frenata: «Visti i
tempi tecnici il mio timore è che il
provvedimento slitti a
settembre».
IL PD Due incontri fondamentali per
evitare le divisioni interne.
Dentro il Partito democratico la
sensazione è che in ballo ci sia una
grande fetta di consenso e nessuno
vuole rischiare lo strappo con i
territori. Lunedì il segretario
Cucca incontrerà prima i consiglieri
regionali, poi di sera, a Oristano,
la direzione ossia l'organismo del
partito che decide la linea
politica. «La rete ospedaliera è una delle
nostre priorità», dice Cucca, «è
normale che il partito debba
confrontarsi». Questo significa che
dopo il confronto le fughe
solitarie in avanti non saranno
gradite.
IL SINDACATO Una richiesta di stop
arriva anche dal segretario
regionale della Cisl, Ignazio Ganga,
convinto che per l'esecutivo
sarebbe «inopportuno e infelice
ignorare la manifestazione dello
scorso 6 luglio». Il riferimento è
allo sciopero che ha portato a
Cagliari oltre 2.000 persone per
protestare contro la riforma
sanitaria. Il peccato originale
della riorganizzazione progettata
dalla Giunta riguarda il fatto di
«non aver tenuto in seria
considerazione le sensibilità
espresse dai territori».
Matteo Sau
L'INCHIESTA.
Sarebbero numerosi gli indagati finiti nel mirino della
Procura
di Oristano
Assunzioni
Asl, nuovi interrogatori
Quelle assunzioni di tipo interinale
erano diventate ormai una
consuetudine alla Assl oristanese e
non solo. In diverse circostanze i
sindacati avevano sollevato il
problema anche perché quel genere di
assunzione consente di non ricorrere
alle graduatorie e ai concorsi e
quindi di poter gestire e
controllare il meccanismo del reclutamento
dei dipendenti a tempo scegliendo
chi assumere. L'inchiesta avviata
dalla Procura di Oristano ha
l'obiettivo di fare luce sui meccanismi
che regolano questo tipo di
assunzione. Gli inquirenti proseguono gli
interrogatori e gli accertamenti per
acquisire ulteriori elementi
utili alle indagini.
«Purtroppo non ci sono limiti entro
i quali si deve stare nelle
assunzioni dei lavoratori
interinali» aveva spiegato Rosa Setzu, Cgil,
che recentemente aveva sollevato il
problema, sollecitando la Asl a
bandire concorsi per coprire la
carenza di personale di tipo
amministrativo ma anche nel comparto
degli operatori sanitari. E
sembrerebbe che proprio la mancanza
di una norma regionale ben precisa
sia stato un aspetto affrontato nel
lungo colloquio che si è svolto
nei giorni scorsi in Procura fra il
pm Mammone e il presidente della
Regione Francesco Pigliaru, sentito
come persona informata sui fatti.
Un lungo interrogatorio andato
avanti tutta la mattinata.
L'inchiesta, affidata agli uomini
del Nucleo polizia tributaria della
Guardia di finanza di Oristano, è
partita mesi fa in seguito ad alcuni
esposti depositati dai sindacalisti.
Poi a maggio scorso, il blitz
degli inquirenti negli uffici
oristanesi della Assl dove sono stati
acquisiti documenti proprio sulle assunzioni
a tempo determinato che
avvengono attraverso le agenzie
interinali.
Un meccanismo che viene regolarmente
adottato anche in altre zone
della Sardegna dalle aziende
sanitarie. Per questo motivo sarebbero
numerosi i nomi già finiti nel
registro degli indagati. ( p. m.)
SASSARI.
La ricetta dei vertici del Pd per scongiurare il commissariamento
Sindaco
e Giunta: prove di sopravvivenza
Domani verrà posta la parola fine
alla crisi della giunta comunale?
Meglio non sbilanciarsi ma
finalmente, da quando hanno rassegnato le
dimissioni Monica Spanedda e Fabio
Pinna (gli ultimi due del gruppo di
sei assessori che ha abbandonato il
sindaco) c'è un clima più sereno.
Ora la parola passerà al primo
cittadino cui è già pervenuto il
documento programmatico sul governo
della città approvato dalla
direzione del Pd venerdì scorso. Per
comprenderne l'importanza,
qualcuno dei democratici ha voluto
ricordare che si tratta del primo
documento sulla politica cittadina
emesso negli ultimi tre anni.
È frutto di una serie di
considerazioni, osservazioni e critiche che
ciascun partito della coalizione, Pd
compreso, ha voluto far emergere
per ricercare le cause della crisi.
La fetta più grande è stata
riservata a Nicola Sanna, l'altra
all'incapacità complessiva
dell'Esecutivo di operare
congiuntamente per il bene della città. Il
Pd è stato tentato più volte di
lasciare andare a fondo il sindaco,
accusato di seguire strade diverse
da quelle tracciate nel 2014 quando
nacque la giunta. Tra l'uomo e il
partito non c'è mai stato feeling
così come Sanna non gode della
simpatia e dell'apprezzamento della sua
squadra (6 dimissionari su 10) e ora
della città.
Sei mesi, quando si dimisero i primi
assessori, il sindaco venne
accusato dal suo stesso partito di
"incapacità relazionale".
Se domani Sanna condividerà il
documento del suo partito potrà andare
oltre e formare una nuova squadra di
governo. Ci saranno uomini
d'esperienza politico-amministrativa
del Pd e alcuni degli assessori
dimissionari. Fuori dai giochi pare
Gianni Carbini, il vice sindaco
che lasciò la giunta con un duro
atto d'accusa. Nicola Sanna non l'ha
certo dimenticato.
Gibi Puggioni
La Nuova
Va deserto il bando più ricco:
quello per Cagliari. Si riproverà a settembre
La Regione assicura: non ci saranno
disagi. E ipotizza l'affidamento diretto
Alitalia: nessuna offerta
Ok per Alghero e Olbia
di Umberto AimewCAGLIARIOlbia e
Alghero sì, Cagliari no. Meridiana
c'è, insieme alla sorpresa Blue Air,
manca - ed è clamoroso -
Alitalia. Il bando per la prossima
continuità territoriale aerea verso
Roma e Milano si è chiuso così. Per
due gare su tre - Olbia e Alghero
- a presentare le offerte sono state
Meridiana e Blue Air. Quella per
Cagliari è andata deserta fino a
essere disertata persino dall'ex
compagnia di bandiera ora
commissariata e in attesa di un compratore.
Stando alle buste e alle future
assegnazioni dal 9 novembre due tratte
saranno coperte, la terza, quella
più affollata e ricca come
compensazioni, no. Anche se dalla
Regione si affrettano a dire: «I
voli da Cagliari partiranno lo
stesso.
Non ci saranno disagi adesso e
neanche in futuro. A settembre
pubblicheremo un secondo bando e nel
frattempo, se fosse necessario,
potremmo affidare la Ct1 cagliaritana,
in via d'urgenza, con una trattativa
privata e al massimo per sette
mesi, a una compagnia aerea
affidabile». La soluzione dunque ci
sarebbe, almeno così sostiene la
Regione, che aveva messo nel conto
una o più gare deserte, ma il resto
del mondo non è d'accordo. C'è chi
parla di mezzo fallimento, anche fra
i partiti del centrosinistra al
governo, altri - soprattutto
dall'opposizione - di fallimento
totale.Olbia. Per i voli
dall'aeroporto Costa Smeralda verso
Roma-Fiumicino e Milano-Linate, a
presentare l'offerta è stata solo
Meridiana. Per dieci mesi l'anno -
sempre che la proposta sia
accettata dalla commissione
presieduta da Antonella Giglio, direttore
generale della Regione - Meridiana
dovrà garantire questi prezzi a
residenti e non residenti: 37 euro,
tasse escluse, Roma e viceversa,
47 euro sempre al netto delle tasse
per Milano e viceversa.
A luglio e
ad agosto solo per i non residenti
potrà aumentare il prezzo ma non
più del doppio. In cambio riceverà
una compensazione per le due tratte
di 32 milioni e 645mila euro
spalmati in quattro anni (tanto durerà il
contratto, sono poco più di 8
milioni ogni dodici mesi) meno qualcosa
visto che l'offerta presentata è al
ribasso.Alghero. Anche in questo
caso a partecipare è stata una sola
compagnia, la Blue Air, per tutte
e due le rotte Roma e Milano. I
prezzi dei biglietti dovranno essere
gli stessi previsti per Olbia e
anche in questo caso è prevista la
clausola dei 10 mesi di tariffa
unica e di due estivi aumentati
massimo del doppio per i non
residenti. La compensazione prevista sarà
in tutto di 47 milioni e 100mila
euro, sempre da dividere per quattro,
e quindi di 11 milioni e 770mila
euro l'anno, meno il ribasso
dell'offerta.Cagliari.
Non ci sono state offerte, in questo
caso, per
i voli in Ct1 verso Roma e Milano.
Eppure la compensazione complessiva
era la più alta, 125 milioni in
quattro, e tra l'altro sono questi i
due voli che da soli valgono il 60
per cento del traffico aereo da e
per la Sardegna. Ma si vede che le
condizioni previste dal bando sono
state ritenute inaccettabili da
qualunque compagnia e soprattutto da
Alitalia.Presenti e assenti. La
partecipazione di Meridiana ai voli da
e per Olbia era scontata e così è
stato, anche se poi farà sapere:
«Siamo interessati a Cagliari, ma
devono cambiare le richieste della
Regione». Blue Air è la vera
sorpresa: è una quasi low cost, da
Alghero garantisce già un volo per
Torino e ha partecipato alla gara
per questo motivo: «Siamo una
compagnia in espansione e molto
interessati alla Sardegna», dirà il
direttore commerciale. Poi c'è il
doppio colpo di scena: nessuna low
cost ha presentato offerte,
qualcuno s'era illuso sperando in
Ryanair, e poi l'assenza di Alitalia
dalle gare e soprattutto da quella
cagliaritana.
A maggio i tre
commissari, in un'audizione alla
Camera, avevano giurato:
«Parteciperemo ai bandi per la Ct1»,
così non è stato. Perché? La
risposta ufficiale è questa: «La
Sardegna continua per noi a essere
strategica, però il bando prevedeva
condizioni molto più gravose
rispetto al precedente». In altre
parole, le richiesta di aumento dei
voli e delle frequenze non sarebbero
state coperte «dall'incremento
modesto delle compensazioni - è un
altro passaggio del comunicato
della compagnia area - se
confrontato con quanto previsto finora dal
vecchio contratto» e quindi - è la
conclusione - sarebbe stata
«un'operazione in cui avremo perso
molti milioni a stagione». Ma forse
la verità è un'altra: in attesa di
essere comprata, Alitalia ha
preferito non caricare a priori sul
possibile acquirente un «contratto
non conveniente», secondo la
direzione della compagnia. Alla faccia
dei giuramenti, ma quando ci sono i
soldi di mezzo anche Alitalia,
alla fine, ha girato la faccia
altrove.
La
compagnia non ha aerei e fondi per puntare su Cagliari
Ma
tra sei mesi con i nuovi soci lo scenario può cambiare
Meridiana
per ora punta tutto su Olbia Aspettando il Qatar
di Guido Piga
OLBIA
Su Olbia, per difendere il passato.
Lontano da Cagliari, in attesa di
un futuro migliore. Immersa nei suoi
tanti (troppi) rebus, Meridiana
si è trovata costretta a risolverne
uno - quello della continuità
territoriale - senza possibilità di
rinviare la decisione e senza
poter bluffare. Ha dovuto giocare le
sue carte scegliendo il male
minore e cercando di farsi il meno male
possibile. Ha presentato le
offerte da Olbia, sua base
d'armamento e suo feudo cinquantennale, per
Roma e Milano, nonostante i soldi
pubblici a disposizione siano pochi,
pochissimi: poco più di 32 milioni
in quattro anni. Ha disertato le
rotte da Alghero (ed era scontato) e
quelle da Cagliari (ed era meno
ovvio). Su quest'ultima scelta -
fatta anche da Alitalia - ha pesato
il mancato accordo con Qatar
Airways.
Per volare dall'aeroporto di
Cagliari verso quelli di Fiumicino e
Linate servono risorse
finanziarie e aerei; due cose che
Meridiana ora non ha. Alcuni numeri
aiutano a capire perché la compagnia
dell'Aga Khan, ora come ora, dopo
otto anni di bilanci in perdita, per
oltre 700 milioni bruciati, non
potesse correre il rischio di volare
da Cagliari. La nuova continuità
territoriale, che partirà il
prossimo 1 novembre, prevede un numero
altissimo di voli da Elmas: dai 9 ai
10 al giorno per Roma; dai 6 ai 7
per Milano; e questo anche d'inverno
Tanti, tantissimi. Nonostante su
quelle rotte viaggino molti passeggeri
- 935 mila tra Cagliari e Roma,
582 mila tra Cagliari e Linate, dati
dell'Enac per il 2016 - le
compensazioni pubbliche sono state
ritenute insufficienti da
Meridiana.
Troppo scarsi, secondo le compagnia,
i 47 milioni in
quattro anni per la rotta su Linate
e i 78 milioni su quella per
Fiumicino. Secondo i calcoli dei
tecnici, la compagnia sarebbe andata
ancora di più in perdita. Ma c'è
anche un altra ragione: nella nuova
continuità territoriale, la Regione
ha imposto l'uso di due aerei:
l'Airbus 319/320 o il Boeing
737/800. Due problemi - i pochi soldi e i
nuovi aerei - per Meridiana
attualmente insormontabili, senza
l'ingresso di Qatar Airways nel suo
capitale. Solo la potente
compagnia aerea avrebbe potuto
garantire a quella olbiese i fondi
sufficienti ad affrontare il
"massacro" delle rotte da Cagliari e,
soprattutto, gli aerei per farli,
quei voli. Adesso, bilanci
disastrosi a parte, Meridiana non ha
infatti neanche la flotta
sufficiente: ha 15 aerei, fra cui 4
Md80 destinati a essere rottamati
proprio a ottobre. In queste
condizioni, Meridiana ha potuto fare e
può fare solo due cose: difendere la
sua posizione a Olbia (ha le
rotte per Roma e Milano già
assegnate, non essendo arrivate altre
offerte) e sperare che l'intesa con
Qatar Airways si chiuda presto.
Paradossalmente, il vuoto su
Cagliari dal 1 novembre - che sarà
chiamato a gestire un nuovo
assessore regionale ai Trasporti, Carlo
Careddu, olbiese - potrebbe favorire
i passeggeri da una parte e
Meridiana dall'altra.
Dall'autunno su Cagliari per Linate
e Fiumicino,
in attesa di un nuovo bando sulla
continuità, potrebbero volare
liberamente tutte le compagnie,
anche le low cost. Potrebbe essere un
test per capire se la continuità ha
ancora senso, così come è: i
passeggeri potrebbero avere meno
diritti (gli orari fissi, il rimborso
dei biglietti) ma anche più chance
(più voli a basso costo).
Meridiana, poi, nel caso in cui
venga presto acquistata da Qatar
Airways- a dispetto dei fatti, nella
palazzina di Olbia e a Parigi,
sede dell'Aga Khan, che ieri ha
festeggiato i 60 anni da guida degli
ismailiti, sarebbe tornato
l'ottimismo sulla conclusione
dell'operazione - potrebbe
partecipare al nuovo bando,
obbligatoriamente più ricco come
contributi pubblici e pronto fra sei
mesi, in posizione di forza. Avrebbe
un piano, avrebbe gli aerei e
potrebbe vedere quel milione e mezzo
di passeggeri che viaggia sulle
rotte della continuità non come una
sicura perdita, ma come una certa
possibilità di business
Massimo
Deiana: «Vado via soddisfatto»
Lascia
scivolare le critiche. Fra una settimana guiderà l'Autorità
portuale.
Al suo posto Carlo Careddu
CAGLIARI
L'addio poteva essere certo più
festoso, l'Alitalia gli ha giocato un
brutto scherzo, l'ennesimo, ma
Massimo Deiana non fa un passo
indietro. Neanche questa volta e
neppure davanti a un'altra ondata di
polemiche, c'è abituato, scatenata
dai soliti nemici ma anche da un
robusto fuoco amico. «Vado comunque
via soddisfatto per il lavoro
svolto in questi tre anni. Ho
ricevuto molte critiche ma diverse
ingiustificate anche da chi, solo
dopo diverso tempo averle sparate,
ha capito che le scelte invece erano
quelle giuste».
Oggi presenterà
le dimissioni dalla giunta Pigliaru,
ritornerà per qualche giorno
all'Università di Cagliari, poi
dalla settimana prossima prenderà
possesso del nuovo incarico:
l'Autorità portuale regionale della
Sardegna. Ha fatto i bagagli,
ritornerà in assessorato solo per il
passaggio di consegne con Carlo
Careddu - è della sua stessa corrente
del Pd, i popolari-riformisti - che
gli subentrerà. All'avvocato
gallurese lascerà la patata bollente
di una Ct1 zoppa, ma lui dice
sicuro: «Nessun sardo resterà a
terra. Mai». Il 20 luglio parteciperà
alla prima riunione a Roma dei
presidenti delle Authority del mare e
sa già che la sua prima gatta da pelare
sarà la sede della presidenza
del Mar di Sardegna: Cagliari o
Olbia? «Non sarò io a decidere - è la
risposta - per adesso la legge di
riforma dice Cagliari. Poi qualche
opzione in più buona per tutti la
troveremo presto». Più che al futuro
guarda al recente passato: «Come in
tutte le vicende umane, avrei
potuto fare di più. Ho affrontato
spesso anche troppe criticità
insieme, però lascio un sistema in
evoluzione e che presto darà i suoi
buoni frutti dalle ferrovie al
trasporto locale e anche nella Ct1».
Non si preoccupa di chi, in questi
anni, gli ha sparato contro: «Ho
sempre agito in piena scienza e
coscienza.
È vero, in qualche
occasione, ho pensato di lasciare
l'assessorato per ritornare
all'università, dove rientrerò nel
2021 quando scadrà il mio primo
mandato da presidente sempre che non
me lo rinnovino per atri altri
quattro anni». Sì, ha pensato di
lasciare quando s'è reso conto di
essere troppo sovraesposto - ha
detto così - «a causa delle forti
effervescenze politiche intorno a un
tema sensibilissimo come quello
dei trasporti e per l'esagerata
esposizione mediatica». Però non ha
mollato, perché «continuo a essere
convinto, lo dico senza arroganza,
di aver dato tutto me stesso
nell'incarico affidatomi dal presidente
Pigliaru. Col quale «ho avuto un
confronto dialettico e laico anche se
spesso siamo partiti da posizioni
diverse. Ma ripeto: insieme e in
giunta, abbiamo trovato sempre le
soluzioni migliori possibili» Da
primo presidente dell'Autorità
portuale guadagnerà oltre mille euro in
più al mese rispetto allo stipendio
da assessore (da 6mila e 300 euro
a 7mila e 800) ma non è una
questione di soldi: «I porti della
Sardegna vanno rilanciati per
diventare strategici in Europa. Mi
aspetta un'altra sfida e anche
questa volta vorrei vincerla». Ma c'è
già chi lo aspetta al varco. (ua)
Rinvio
per la commissione che deve esaminare il testo. La maggioranza non c'è
Rete
ospedaliera, stop alla riforma
CAGLIARI La riorganizzazione degli
ospedali slitta ancora. Quando
sembrava essere in dirittura
d'arrivo, almeno in commissione sanità,
il Pd ha chiesto e ottenuto un
rinvio di due giorni - da ieri a domani
- per la presentazione degli
emendamenti alla proposta della giunta
che risale al 2016. È stata la
conferenza dei capigruppo a dare il via
libera alla richiesta del Pd, ma la
domanda è questa: perché il
partito di maggioranza relativa ha
avuto bisogno di far slittare la
scadenza? La risposta è fin troppo
semplice: sono ancora troppe le
divisioni interne sulla rete
ospedaliera. Confermata anche dal
capogruppo Pietro Cocco: «Dopo una
riunione, ci siamo resi conto che
era necessario continuare a
confrontarci prima degli emendamenti e
soprattutto del voto in
commissione».
Che la tensione sia alta è
confermata da altre due notizie:
oggi, in Consiglio regionale, il
governatore Francesco Pigliaru ha
organizzato un vertice di
maggioranza sulla sanità, potrebbe
essere decisivo - e lunedì Giuseppe
Luigi Cucca, segretario regionale
del Pd, ha convocato una direzione
straordinaria del partito nel
tentativo di trovare una linea comune
interna che ora non c'è. Ma che i
Dem devono raggiungere comunque in
tempi molto stretti se vogliono
tenere fede a quanto annunciato a metà
giugno dopo un altro vertice di
maggioranza: «Il Consiglio approverà
la rete ospedaliera entro luglio». Ipotesi
oggi già messa a rischio
dallo spostamento della scadenza per
gli emendamenti. Questione di
numeri. C'è dell'altro: per lo
spostamento di un consigliere della
minoranza da un gruppo all'altro -
Gennaro Fuoco è passato dal Misto
al Psd'Az -, la maggioranza rischia
di non avere più neanche i numeri
necessari per garantire il numero
legale indispensabile in ogni
riunione della commissione.
O peggio ancora: potrebbe finire
sotto in
caso di votazione. È un problema
tecnico su cui sono impegnate le
diplomazie della coalizione -
servirebbe il passaggio di un
consigliere da un gruppo di partito
al Misto per non correre il
rischio - ma che da sola conferma
ancor di più quanto la maggioranza
sia in bilico su un tema sensibile
come quello della sanità. La
minoranza. In questa situazione il
centrodestra ha schierato da tempo
i fucilieri. Forza Italia da sola ha
presentato 1500 emendamenti e il
resto dell'opposizione ha fatto o
farà altrettanto. «Andremo avanti a
testa bassa - ha fatto sapere Pietro
Pittalis, capogruppo di Fi -
Sulla riorganizzazione degli
ospedali, daremo battaglia fino
all'ultimo. La proposta della giunta
è piena di storture che
penalizzano soprattutto la qualità
dell'assistenza nelle periferie
lontane dai poli di Cagliari e
Sassari. È forte il rischio che presto
ci siano sardi garantiti da una
sanità di prima fascia almeno sulla
carta e altri invece costretti ad
accontentarsi di servizi inferiori.
È una scelta per noi inaccettabile e
visto che abbiamo due giorni in
più, presenteremo altri emendamenti».
Con un'altra carta pesante da
giocare in aula al momento
opportuno: il voto segreto che fa paura al
centrosinistra. (ua)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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