mercoledì 12 luglio 2017

Rassegna stampa 12 Luglio 2017

Unione Sarda.

CAGLIARI Tavoli di bar e ristoranti al posto del traffico automobilistico. Le perplessità della Confesercenti. Via Roma sarà una grande piazza. Area pedonale nel lato portici: in agosto il via alla sperimentazione

Molto più di un'idea. Via Roma lato portici sarà chiusa alle auto e diventerà una grande piazza a disposizione di cagliaritani e turisti. Al posto della strada a quattro corsie sorgerà un'area pedonale con fioriere e tavolini di bar e ristoranti. Si partirà ad agosto, nei fine settimana. «Una sperimentazione», ha spiegato il sindaco Massimo Zedda, che potrebbe andare avanti fino a metà settembre. I dettagli verranno definiti nei prossimi giorni in una riunione tecnica tra i vari assessorati coinvolti nell'iniziativa. «Valuteremo come procedere», ha aggiunto il primo cittadino, «grazie al ragionamento avviato con residenti e commercianti. Abbiamo una panoramica delle opportunità e delle problematiche: serviranno per arrivare a un progetto definitivo». Gli ostacoli (parcheggi e nuove norme sulla sicurezza) non mancano.

L'IPOTESI Se non ci saranno clamorose novità, si potrebbe iniziare la sera di venerdì 4 agosto. Fino a domenica 6 agosto il tratto di via Roma dal largo Carlo Felice a piazza Amendola sarà chiuso al traffico. Da sotto i portici spariranno tavolini e sedie, trasferiti nelle attuali quattro corsie della strada. Fioriere e altre barriere proteggeranno la grande piazza. E così sarà per tutti i weekend di agosto e delle prime settimane di settembre. «Sulla sicurezza», ha ricordato ancora il sindaco, «ci sarà grande attenzione dopo quanto
accaduto recentemente a Torino e nelle zone pedonali di alcune grandi città europee con gli attacchi terroristici».

I PARCHEGGI Residenti e commercianti hanno evidenziato il problema dei parcheggi. Troppo pochi per i residenti della Marina e per chi deciderà di raggiungere via Roma chiusa al traffico. «Saremo molto attenti», ha garantito Zedda, «nel fornire spazi alternativi agli abitanti della zona». Per questo il sindaco ha già avviato un confronto con le ferrovie (per poter potenziare il numero dei posti auto nei parcheggi della stazione di piazza Matteotti). In campo altre ipotesi, con aree di proprietà della Regione che potrebbero essere messe a disposizione delle auto.

LE REAZIONI Durante l'incontro in municipio (presenti, insieme al sindaco, la vice Luisa Anna Marras e le assessore Marzia Cilloccu e Claudia Medda) non sono mancate le osservazioni al progetto. «Siamo favorevoli alle aree pedonali», ha detto Emanuele Frongia, vice presidente provinciale di Confesercenti, «ma ci sono alcune perplessità. Non solo l'assenza di parcheggi. Serviranno controlli per evitare l'abusivismo selvaggio e per garantire la sicurezza in una zona con diversi episodi di micro criminalità».

 Il presidente regionale, Roberto Bolognese, ha aggiunto: «Servirà anche un nuovo progetto di trasporto pubblico. Perché dalle passate esperienze di pedonalizzazione, vedi Villanova, bisogna imparare qualcosa». Sulla necessità di predisporre un adeguato controllo sul fenomeno dell'abusivismo commerciale è intervenuto anche Emanuele Garzia, di Confcommercio: «Serviranno servizi seri e continuativi. Il sindaco su questo punto ci ha rassicurato». Ma ci sono altre perplessità: «I titolari di bar e ristoranti dovranno sistemare tavolini e sedie sulla pavimentazione di via Roma facendo un investimento. Quali indicazioni dovranno seguire? Come potranno creare le indispensabili zone d'ombra?

Oppure si procederà solo nelle ore serali e notturne? Su questi punti serviranno risposte ben precise». Alessandro Murgia, residente della Marina e titolare del ristorante Seventyfive, ha alcune perplessità: «L'idea è ottima. Sarà però necessario creare aree verdi, zone per i bambini e iniziative che portino cagliaritani e turisti nella grande piazza. Inoltre i negozi dovranno aprire anche il fine settimana. Altrimenti il progetto non decollerà».

Matteo Vercelli

 UIL - Il Banco: «Bonifici anomali»Il caso Uil e i versamenti di denaro all'estero dalle agenzie di Villanova e Putifigari La conferma dell'istituto: c'è un'indagine di polizia giudiziaria

Sui bonifici sospetti che ruotano intorno alla Uil sarda e sul ruolo
avuto dalla segretaria generale e dalla tesoriera del sindacato indaga
la polizia giudiziaria. In attesa dei risultati degli investigatori,
per la prima volta da quando è esplosa la bomba interviene il Banco di
Sardegna.

LA VICENDA «A seguito delle notizie riportate dalla stampa riguardo
bonifici a favore di istituzioni estere disposti nella filiale di
Villanova Monteleone e in quella di Putifigari su conti correnti
intrattenuti da alcuni clienti», il Banco di Sardegna spiega che «alla
fine dell'anno passato il direttore della filiale di Villanova
Monteleone segnalò alcune anomalie nelle procedure per le operazioni
sopra descritte. Gli accertamenti ispettivi hanno rilevato che le
anomalie erano state importanti e gravi tali da provocare il
procedimento disciplinare definito con il licenziamento dell'impiegato
autore dei bonifici. Contro questo provvedimento non è stata proposta
opposizione alcuna nei termini previsti dalla legge».

INFORMATA BANKITALIA Aggiunge in una nota l'istituto di credito:
«Naturalmente, nel rispetto della vigente normativa antiriciclaggio,
il Banco di Sardegna ha proceduto a effettuare le doverose
segnalazioni e, a tutela dell'interesse generale, ha ritenuto
assolutamente indispensabile presentare un esposto alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Sassari con la descrizione
circostanziata e documentata di quanto emerso dalle verifiche
ispettive. Nell'esposto è assente qualsiasi tipo di giudizio,
valutazione o accusa nei confronti di privati o di istituzioni. Il
Banco di Sardegna rimane in attesa dei risultati dell'indagine di
Polizia giudiziaria attualmente in corso».

I PRIMI SOSPETTI La denuncia alla magistratura - firmata dal direttore
generale del Banco, Giuseppe Cuccurese - è datata 20 dicembre 2016. I
movimenti bancari considerati ambigui partono da due piccole agenzie
del Banco di Sardegna, destinazione Ginevra e Bratislava. Dai conti
correnti della Uil e della segretaria generale Francesca Ticca
sarebbero partiti dei bonifici su conti in Svizzera e in Slovacchia.
Le operazioni sono state eseguite da Achille Antonio Cadeddu, allora
dipendente della filiale di Villanova Monteleone, in seguito
licenziato dall'istituto di credito.

La vicenda è raccontata nel corposo esposto alla magistratura. Dieci
bonifici esteri per un importo complessivo di poco superiore ai 300
mila euro, e in questa somma anche 76 mila euro depositati nel conto
“Uil Sardegna - Emergenza 2013”, che potevano essere destinati alle
popolazioni colpite da Cleopatra. È stato Emanuele Cugusi, direttore
dell'agenzia di Villanova Monteleone, il primo a insospettirsi e a
chiedere spiegazioni al collega che aveva firmato le transazioni. Poi,
la segnalazione alla direzione generale della banca, che avvia i
controlli e in seguito si vede costretta a licenziare l'impiegato che
aveva eseguito i bonifici.

SOLDI IN SVIZZERA Dalle ispezioni interne è emerso che dal conto “Uil
Sardegna - Emergenza 2013”, in tre distinte operazioni sono stati
trasferiti i fondi sul conto della Lobrano e da qui, su quello della
“Premier Relations ltd” nella Cim Bank di Ginevra, Svizzera. In
Procura massimo riserbo. Nessuna comunicazione su chi è stato iscritto
nel registro degli indagati e sulle ipotesi di reato.

LA DIFESA Francesca Ticca ha fatto sapere di aver presentato a gennaio
scorso una denuncia contro Achille Antonio Cadeddu e che sua moglie,
Angela Lobrano (la tesoriera della Uil) ha fatto altrettanto. Inoltre
- secondo la segretaria generale - i fondi di quel conto chiamato
“Emergenza 2013” non servivano per aiutare i sardi colpiti dal
ciclone, ma per sostenere iscritti in difficoltà o per altre
situazioni difficili in cui il sindacato può eventualmente trovarsi.
Secondo l'avvocato di Ticca e Lobrano, Nanni Campus (studio a Sassari)
la responsabilità della vicenda sarebbe tutta dell'impiegato infedele
della banca, che avrebbe svuotato conti correnti e trasferito il
denaro in Svizzera e in Slovacchia. (cr. co.)

La segretaria generale: «È necessario capire se è stata una polpetta avvelenata»
Dimissioni della Ticca? Decidono i vertici nazionali

«Se in qualche modo ho creato delle situazioni che hanno danneggiato
il sindacato sono pronta a farmi da parte, ma le mie eventuali
dimissioni non le decide la stampa, ma i vertici della Uil, e la mia
coscienza». Per il momento, la segretaria generale Francesca Ticca
aspetta. Non raccoglie l'invito che le hanno fatto, non ufficialmente,
diversi componenti del sindacato, chiedendole di autosospendersi in
attesa degli esiti dell'inchiesta della Procura.

Lunedì si è tenuta una riunione fiume dell'esecutivo del sindacato,
poi sospesa fino a nuova convocazione. «Siamo a metà percorso, non si
è espresso neppure un terzo dell'esecutivo, ci riuniremo di nuovo
prossimamente, il problema è verificare se si è trattato della
classica polpetta avvelenata», dice.

Ticca, leader della Uil sarda da undici anni (il suo mandato scade nel
2018), ha chiesto al segretario generale nazionale di avviare
un'indagine interna. «Caro Carmelo, vista la situazione che si è
creata ti chiedo una verifica da parte dell'Organizzazione e della
Tesoreria sull'operato della sottoscritta e sui passaggi svolti fino
alla data odierna.

Rimango a disposizione dell'Organizzazione, convinta come sono di aver
operato oggi e sempre nell'interesse e salvaguardia della Uil e della
Uil Sardegna». Risponde Barbagallo: «La segreteria nazionale della Uil
ha predisposto una verifica di tutti gli atti e di tutte le operazioni
a cui si fa riferimento. Ciò al fine di avere i necessari chiarimenti
sull'operato posto in essere dai dirigenti di quel territorio. Sulla
base di questi elementi di chiarezza si potranno poi assumere
decisioni corrette e coerenti».

Nel sindacato c'è parecchio malumore, ma ancora nessuno è uscito con
nome e cognome per chiedere la testa della segretaria. «Se ho
sbagliato, sono fuori, se invece l'organizzazione riterrà di darmi
fiducia resto», prosegue. «Sia chiaro, nella vita posso fare anche
altro, mi piace fare sindacato, non mi piacciono invece i muretti a
secco». (cr. co.)


Gara flop, fuga di Alitalia «Condizioni insostenibili»
Solo quattro offerte per sei tratte. Rimane scoperto lo scalo di Elmas

Il bando era già in pista di rullaggio. Motori caldi, cinture
allacciate, tavolini ripiegati sullo schienale. E invece tutti di
nuovo a terra. Per gestire le rotte della nuova continuità
territoriale, quella che dovrebbe decollare a novembre, si presentano
solo due compagnie: Meridiana - che punta a mantenere il suo feudo di
Olbia - e la rumena Blue Air, interessata ai voli di Alghero. Nessuna
offerta per le tratte di Cagliari, che da sole rappresentano il 60 per
cento del ponte aereo tra la Sardegna e la Penisola. È lo schiaffo di
Alitalia, che decide di disertare la gara d'appalto della Regione,
facendo piombare mezza Isola nel panico: tra quattro mesi, quando
terminerà il contratto attualmente in vigore, l'aeroporto di Elmas
potrebbe rimanere senza collegamenti con Roma e Milano. La Regione
rassicura tutti e annuncia una proroga, ma nulla è scontato.

NUOVO BANDO Di sicuro ci sarà bisogno di un secondo bando, dedicato
solo alle rotte cagliaritane. La procedura però non si concluderà
prima della prossima primavera, mentre gli accordi con Alitalia
scadranno a fine ottobre. Sarà necessario un piano d'emergenza:
«Attiveremo un affidamento d'urgenza che potrà avere validità fino a
sette mesi. Nessuno resterà a terra», ripete l'assessore ai Trasporti
Massimo Deiana. Nella migliore delle ipotesi, l'ex compagnia di
bandiera (o un'altra concorrente) continuerà a volare su Cagliari alle
stesse condizioni di adesso. Cioè con frequenze decisamente inferiori
a quelle individuate dal nuovo bando. Per dire: ora si arriva un
massimo di 10 voli quotidiani tra Elmas e Fiumicino, invece con il
sistema immaginato dalla Regione si arriverà a 18 collegamenti al
giorno nel 2018 e addirittura a 21 nel 2020.

SERVIZI A DUE VELOCITÀ Il rischio, che rasenta la certezza, è di avere
per almeno sei mesi una continuità territoriale a due velocità: a
Olbia e Alghero sarà in vigore un sistema - con un maggior numero di
posti, tariffe più economiche e garanzie più forti per i passeggeri -
mentre a Cagliari rimarrà il modello conosciuto fin qui, con tutti i
suoi limiti. Ai nastri di partenza, il prossimo novembre, dovrebbero
presentarsi solo Meridiana e Blue Air. La compagnia olbiese vorrebbe
gestire le tratte dell'aeroporto Costa Smeralda verso Roma e Milano: i
due plichi firmati dal presidente Marco Rigotti sono stati i primi a
essere aperti dalla commissione aggiudicatrice della gara, presieduta
dal direttore generale degli Enti locali Antonella Giglio. I
componenti esamineranno nei prossimi giorni le offerte per verificare
che le società rispettino i requisiti richiesti dall'assessorato ai
Trasporti.

LE COMPAGNIE Perché nessuna offerta per i voli cagliaritani? Troppi
voli da garantire e pochi soldi (circa 31 milioni di euro all'anno) a
disposizione. È la stessa Alitalia a spiegarlo: «Il bando prevedeva
condizioni in forte discontinuità rispetto a quelle esistenti», fa
sapere la compagnia, che sottolinea le richieste «non compatibili con
il presupposto della sostenibilità economica». Una drastica inversione
di rotta: il commissario straordinario Luigi Gubitosi, lo scorso 19
maggio (con la gara già pubblicata), disse in commissione Trasporti
alla Camera: «Sulla continuità territoriale siamo molto attivi. Stiamo
partecipando al bando per la Sardegna, dove già gestiamo Cagliari».
Ora la compagnia attende «i prossimi passi dei soggetti istituzionali
preposti, fiduciosa nel fatto che possano essere trovate soluzioni
idonee in tempi rapidi».

Il giudizio è simile a quello di Meridiana,
che era interessata alle rotte cagliaritane ma «di fronte all'evidenza
dei numeri, però, non è stato possibile partecipare» alla gara, dicono
dall'ufficio stampa. La società olbiese però potrebbe atterrare a
Elmas nel caso di un affidamento d'emergenza. Perché non è scontato
che la gestione temporanea dei voli, da novembre fino
all'aggiudicazione di un nuovo bando, vada ad Alitalia. Meridiana è in
corsa come le altre e avverte: «Non vorremmo vedere la nostra
posizione pregiudicata rispetto agli altri concorrenti».
Michele Ruffi

Il manager Bolla: «Vogliamo consolidarci in Italia»
Spunta Blue Air, sede a Bucarest 30 Boeing e 1200 dipendenti

È il nome che nessuno si aspettava. Qualcuno sperava in un'offerta di
Ryanair e EasyJet, le due low cost più radicate negli aeroporti sardi,
e invece ecco Blue Air: sede a Bucarest, nata nel 2004, collega da
qualche mese Alghero con Torino, dove ha l'hub principale in Italia. E
proprio nello scalo Riviera del Corallo si candida a gestire la
continuità territoriale con Roma e Milano.

IL MANAGER «Vogliamo continuare a investire sul mercato italiano. Fino
ad ora abbiamo trasportato circa 60mila passeggeri sulla linea
Torino-Alghero, con grande soddisfazione dei passeggeri sardi», spiega
Mauro Bolla, manager della compagnia che ieri era a Cagliari per
assistere all'apertura delle buste con le offerte.

IL RUOLO DI F2I Dietro l'interessamento c'è sicuramente il pressing di
F2i, il fondo che dall'inizio del 2017 controlla l'aeroporto
algherese. Bolla aggiunge: «È vero, esiste un ottimo rapporto con lo
scalo di Alghero e c'è la volontà di consolidare la nostra posizione
in Italia». Blue Air ha a disposizione 30 Boeing 737, alcuni di
proprietà e altri in leasing. Nei prossimi mesi la flotta verrà
ampliata con l'arrivo di 6 nuovi Boeing Max 8, la nuova generazione di
737. Il personale non manca: la società dichiara circa 1.200
dipendenti. Circa un centinaio sono assunti con contratti italiani:
quasi tutti lavorano nella base di Torino dove la compagnia assicura
19 rotte e 105 voli settimanali.

L'INTERESSE PER CAGLIARI Il manager non esclude che in futuro venga
presentata un'offerta per gestire i voli cagliaritani, fino ad ora
rimasti senza un pretendente: «Cagliari ci interessa ma in questo
momento stiamo ancora valutando: è uno scalo importante ma l'impegno
sarebbe molto oneroso. Stiamo facendo i calcoli con attenzione», dice
Bolla.

Anche per Blue Air vale lo stesso discorso fatto da Alitalia e
Meridiana: le frequenze e i posti richiesti dalla Regione richiedono
un impegno sproporzionato alle compensazioni economiche offerte.
Quindi la compagnia rimarrà alla finestra, per capire se e come verrà
modificato il bando.

LE CONDIZIONI Ad Alghero la compagnia dovrà garantire fino a dodici
voli al giorno nel primo anno di continuità territoriale: dai 3 ai 7
collegamenti con Fiumucino (a seconda del giorno della settimana e del
periodo dell'anno) e da 1 a 5 con Linate. Secondo le proiezioni
dell'assessorato ai Trasporti chi gestirà i voli nella Riviera del
Corallo dovrà trasportare oltre 900mila passeggeri all'anno, per
superare il milione nel 2020-2021. (m. r.)

Ora Deiana approda all'autorità portuale

Quella di oggi sarà l'ultima riunione di Giunta per Massimo Deiana:
all'ordine del giorno nessuna delibera, solo i saluti finali prima di
approdare - entro l'inizio della prossima settimana - alla presidenza
dell'autorità portuale del Mar di Sardegna. Il bilancio di tre anni e
mezzo all'assessorato ai Trasporti: «Lascio un grande lavoro. Forse
avrei potuto far meglio, ma abbiamo incontrato troppe criticità», dice
Deiana, che tra gli obiettivi raggiunti cita «il salvataggio
dell'aeroporto di Alghero, la soluzione del pasticcio Saremar, la
vertenza dei crediti dell'Arst e i nuovi investimenti, i miglioramenti
del trasporto su ferro».

Le critiche non sono mancate: «Ho affrontato tanti momenti in cui ho
pensato di tornare all'università, a causa della sovraesposizione
mediatica e dell'effervescenza politica», spiega. Il rapporto con
Pigliaru: «Certe cose non le ho non condivise. C'è di buono che con
lui si può avere una dialettica anche molto spinta, ma l'approccio è
sempre intelligente». All'autorità portuale, dove potrebbe guadagnare
tra i 230 e i 240mila euro lordi all'anno («non lo so e non mi sono
ancora interessato») dovrà affrontare nuovi problemi, come la crisi
del porto canale. La sede sarà a Cagliari ma «verrà data adeguata
rappresentanza a tutti gli scali». Al suo posto in Regione dovrebbe
arrivare Carlo Cadeddu, già vicesindaco a Olbia. «Questo non è un
assessorato conveniente. Ha una forte dose di tecnicismi,
difficilmente compresi dalla gente, e io ho faticato a capirlo». E
dopo il porto? «Vorrei tornare all'università: mi manca il rapporto
con gli studenti». (m. r.)

Oggi vertice di maggioranza con Pigliaru e Arru. Cucca (Pd): «Tema delicato»
Rete ospedaliera, il Pd frena
Troppe tensioni dai territori, la riforma ora scricchiola

La corsa verso l'approvazione della nuova rete ospedaliera subisce una
brusca frenata. A schiacciare il pedale sono i consiglieri regionali
del Pd che hanno percepito il clima rovente attorno a un provvedimento
che ha scatenato le proteste di sindaci, lavoratori e associazioni.
Così si fa sempre più nitida l'ipotesi che la nuova rete arrivi in
aula direttamente a settembre.

I RAPPORTI Tempo utile per cercare di riallacciare i rapporti con gli
enti locali e ricompattare quelli all'interno del partito dove non
tutte le posizioni vanno nella stessa direzione. Insomma la nuova
geografia degli ospedali sardi è sempre di più una pentola in
ebollizione e così si corre ai ripari. Lo fa il segretario del Pd,
Giuseppe Luigi Cucca, che chiama a raccolta i dem convocando due
incontri lunedì prossimo. Di mattina con i consiglieri regionali e nel
pomeriggio, a Oristano, la direzione del partito: «Sono temi delicati
- dice - che necessitano di una grande attenzione e di un confronto
aperto».

IL FRENO Il primo segnale è la richiesta di far slittare di due giorni
la scadenza per presentare gli emendamenti. Il nuovo limite è domani
alle 16 e, sino ad allora, si cercherà di arrivare a un accordo per
evitare che dentro il Pd si vada in ordine sparso. Per fare in modo
che lo stesso fenomeno non riguardi anche tutta la maggioranza, questa
mattina il presidente Pigliaru e l'assessore, Luigi Arru,
incontreranno i capigruppo della coalizione e i rappresentanti del
centrosinistra della commissione Sanità. E proprio il presidente del
parlamentino, Mondo Perra (Psi) prende atto della frenata: «Visti i
tempi tecnici il mio timore è che il provvedimento slitti a
settembre».

IL PD Due incontri fondamentali per evitare le divisioni interne.
Dentro il Partito democratico la sensazione è che in ballo ci sia una
grande fetta di consenso e nessuno vuole rischiare lo strappo con i
territori. Lunedì il segretario Cucca incontrerà prima i consiglieri
regionali, poi di sera, a Oristano, la direzione ossia l'organismo del
partito che decide la linea politica. «La rete ospedaliera è una delle
nostre priorità», dice Cucca, «è normale che il partito debba
confrontarsi». Questo significa che dopo il confronto le fughe
solitarie in avanti non saranno gradite.

IL SINDACATO Una richiesta di stop arriva anche dal segretario
regionale della Cisl, Ignazio Ganga, convinto che per l'esecutivo
sarebbe «inopportuno e infelice ignorare la manifestazione dello
scorso 6 luglio». Il riferimento è allo sciopero che ha portato a
Cagliari oltre 2.000 persone per protestare contro la riforma
sanitaria. Il peccato originale della riorganizzazione progettata
dalla Giunta riguarda il fatto di «non aver tenuto in seria
considerazione le sensibilità espresse dai territori».
Matteo Sau

L'INCHIESTA. Sarebbero numerosi gli indagati finiti nel mirino della
Procura di Oristano
Assunzioni Asl, nuovi interrogatori

Quelle assunzioni di tipo interinale erano diventate ormai una
consuetudine alla Assl oristanese e non solo. In diverse circostanze i
sindacati avevano sollevato il problema anche perché quel genere di
assunzione consente di non ricorrere alle graduatorie e ai concorsi e
quindi di poter gestire e controllare il meccanismo del reclutamento
dei dipendenti a tempo scegliendo chi assumere. L'inchiesta avviata
dalla Procura di Oristano ha l'obiettivo di fare luce sui meccanismi
che regolano questo tipo di assunzione. Gli inquirenti proseguono gli
interrogatori e gli accertamenti per acquisire ulteriori elementi
utili alle indagini.

«Purtroppo non ci sono limiti entro i quali si deve stare nelle
assunzioni dei lavoratori interinali» aveva spiegato Rosa Setzu, Cgil,
che recentemente aveva sollevato il problema, sollecitando la Asl a
bandire concorsi per coprire la carenza di personale di tipo
amministrativo ma anche nel comparto degli operatori sanitari. E
sembrerebbe che proprio la mancanza di una norma regionale ben precisa
sia stato un aspetto affrontato nel lungo colloquio che si è svolto
nei giorni scorsi in Procura fra il pm Mammone e il presidente della
Regione Francesco Pigliaru, sentito come persona informata sui fatti.
Un lungo interrogatorio andato avanti tutta la mattinata.
L'inchiesta, affidata agli uomini del Nucleo polizia tributaria della
Guardia di finanza di Oristano, è partita mesi fa in seguito ad alcuni
esposti depositati dai sindacalisti. Poi a maggio scorso, il blitz
degli inquirenti negli uffici oristanesi della Assl dove sono stati
acquisiti documenti proprio sulle assunzioni a tempo determinato che
avvengono attraverso le agenzie interinali.

Un meccanismo che viene regolarmente adottato anche in altre zone
della Sardegna dalle aziende sanitarie. Per questo motivo sarebbero
numerosi i nomi già finiti nel registro degli indagati. ( p. m.)


SASSARI. La ricetta dei vertici del Pd per scongiurare il commissariamento
Sindaco e Giunta: prove di sopravvivenza

Domani verrà posta la parola fine alla crisi della giunta comunale?
Meglio non sbilanciarsi ma finalmente, da quando hanno rassegnato le
dimissioni Monica Spanedda e Fabio Pinna (gli ultimi due del gruppo di
sei assessori che ha abbandonato il sindaco) c'è un clima più sereno.
Ora la parola passerà al primo cittadino cui è già pervenuto il
documento programmatico sul governo della città approvato dalla
direzione del Pd venerdì scorso. Per comprenderne l'importanza,
qualcuno dei democratici ha voluto ricordare che si tratta del primo
documento sulla politica cittadina emesso negli ultimi tre anni.
È frutto di una serie di considerazioni, osservazioni e critiche che
ciascun partito della coalizione, Pd compreso, ha voluto far emergere
per ricercare le cause della crisi.

La fetta più grande è stata
riservata a Nicola Sanna, l'altra all'incapacità complessiva
dell'Esecutivo di operare congiuntamente per il bene della città. Il
Pd è stato tentato più volte di lasciare andare a fondo il sindaco,
accusato di seguire strade diverse da quelle tracciate nel 2014 quando
nacque la giunta. Tra l'uomo e il partito non c'è mai stato feeling
così come Sanna non gode della simpatia e dell'apprezzamento della sua
squadra (6 dimissionari su 10) e ora della città.
Sei mesi, quando si dimisero i primi assessori, il sindaco venne
accusato dal suo stesso partito di "incapacità relazionale".
Se domani Sanna condividerà il documento del suo partito potrà andare
oltre e formare una nuova squadra di governo. Ci saranno uomini
d'esperienza politico-amministrativa del Pd e alcuni degli assessori
dimissionari. Fuori dai giochi pare Gianni Carbini, il vice sindaco
che lasciò la giunta con un duro atto d'accusa. Nicola Sanna non l'ha
certo dimenticato.
Gibi Puggioni

La Nuova

Va deserto il bando più ricco: quello per Cagliari. Si riproverà a settembre
La Regione assicura: non ci saranno disagi. E ipotizza l'affidamento diretto
Alitalia: nessuna offerta
Ok per Alghero e Olbia

di Umberto AimewCAGLIARIOlbia e Alghero sì, Cagliari no. Meridiana
c'è, insieme alla sorpresa Blue Air, manca - ed è clamoroso -
Alitalia. Il bando per la prossima continuità territoriale aerea verso
Roma e Milano si è chiuso così. Per due gare su tre - Olbia e Alghero
- a presentare le offerte sono state Meridiana e Blue Air. Quella per
Cagliari è andata deserta fino a essere disertata persino dall'ex
compagnia di bandiera ora commissariata e in attesa di un compratore.
Stando alle buste e alle future assegnazioni dal 9 novembre due tratte
saranno coperte, la terza, quella più affollata e ricca come
compensazioni, no. Anche se dalla Regione si affrettano a dire: «I
voli da Cagliari partiranno lo stesso.

Non ci saranno disagi adesso e
neanche in futuro. A settembre pubblicheremo un secondo bando e nel
frattempo, se fosse necessario, potremmo affidare la Ct1 cagliaritana,
in via d'urgenza, con una trattativa privata e al massimo per sette
mesi, a una compagnia aerea affidabile». La soluzione dunque ci
sarebbe, almeno così sostiene la Regione, che aveva messo nel conto
una o più gare deserte, ma il resto del mondo non è d'accordo. C'è chi
parla di mezzo fallimento, anche fra i partiti del centrosinistra al
governo, altri - soprattutto dall'opposizione - di fallimento
totale.Olbia. Per i voli dall'aeroporto Costa Smeralda verso
Roma-Fiumicino e Milano-Linate, a presentare l'offerta è stata solo
Meridiana. Per dieci mesi l'anno - sempre che la proposta sia
accettata dalla commissione presieduta da Antonella Giglio, direttore
generale della Regione - Meridiana dovrà garantire questi prezzi a
residenti e non residenti: 37 euro, tasse escluse, Roma e viceversa,
47 euro sempre al netto delle tasse per Milano e viceversa.

A luglio e
ad agosto solo per i non residenti potrà aumentare il prezzo ma non
più del doppio. In cambio riceverà una compensazione per le due tratte
di 32 milioni e 645mila euro spalmati in quattro anni (tanto durerà il
contratto, sono poco più di 8 milioni ogni dodici mesi) meno qualcosa
visto che l'offerta presentata è al ribasso.Alghero. Anche in questo
caso a partecipare è stata una sola compagnia, la Blue Air, per tutte
e due le rotte Roma e Milano. I prezzi dei biglietti dovranno essere
gli stessi previsti per Olbia e anche in questo caso è prevista la
clausola dei 10 mesi di tariffa unica e di due estivi aumentati
massimo del doppio per i non residenti. La compensazione prevista sarà
in tutto di 47 milioni e 100mila euro, sempre da dividere per quattro,
e quindi di 11 milioni e 770mila euro l'anno, meno il ribasso
dell'offerta.Cagliari.

Non ci sono state offerte, in questo caso, per
i voli in Ct1 verso Roma e Milano. Eppure la compensazione complessiva
era la più alta, 125 milioni in quattro, e tra l'altro sono questi i
due voli che da soli valgono il 60 per cento del traffico aereo da e
per la Sardegna. Ma si vede che le condizioni previste dal bando sono
state ritenute inaccettabili da qualunque compagnia e soprattutto da
Alitalia.Presenti e assenti. La partecipazione di Meridiana ai voli da
e per Olbia era scontata e così è stato, anche se poi farà sapere:
«Siamo interessati a Cagliari, ma devono cambiare le richieste della
Regione». Blue Air è la vera sorpresa: è una quasi low cost, da
Alghero garantisce già un volo per Torino e ha partecipato alla gara
per questo motivo: «Siamo una compagnia in espansione e molto
interessati alla Sardegna», dirà il direttore commerciale. Poi c'è il
doppio colpo di scena: nessuna low cost ha presentato offerte,
qualcuno s'era illuso sperando in Ryanair, e poi l'assenza di Alitalia
dalle gare e soprattutto da quella cagliaritana.

A maggio i tre
commissari, in un'audizione alla Camera, avevano giurato:
«Parteciperemo ai bandi per la Ct1», così non è stato. Perché? La
risposta ufficiale è questa: «La Sardegna continua per noi a essere
strategica, però il bando prevedeva condizioni molto più gravose
rispetto al precedente». In altre parole, le richiesta di aumento dei
voli e delle frequenze non sarebbero state coperte «dall'incremento
modesto delle compensazioni - è un altro passaggio del comunicato
della compagnia area - se confrontato con quanto previsto finora dal
vecchio contratto» e quindi - è la conclusione - sarebbe stata
«un'operazione in cui avremo perso molti milioni a stagione». Ma forse
la verità è un'altra: in attesa di essere comprata, Alitalia ha
preferito non caricare a priori sul possibile acquirente un «contratto
non conveniente», secondo la direzione della compagnia. Alla faccia
dei giuramenti, ma quando ci sono i soldi di mezzo anche Alitalia,
alla fine, ha girato la faccia altrove.

La compagnia non ha aerei e fondi per puntare su Cagliari
Ma tra sei mesi con i nuovi soci lo scenario può cambiare
Meridiana per ora punta tutto su Olbia Aspettando il Qatar

di Guido Piga
OLBIA
Su Olbia, per difendere il passato. Lontano da Cagliari, in attesa di
un futuro migliore. Immersa nei suoi tanti (troppi) rebus, Meridiana
si è trovata costretta a risolverne uno - quello della continuità
territoriale - senza possibilità di rinviare la decisione e senza
poter bluffare. Ha dovuto giocare le sue carte scegliendo il male
minore e cercando di farsi il meno male possibile. Ha presentato le
offerte da Olbia, sua base d'armamento e suo feudo cinquantennale, per
Roma e Milano, nonostante i soldi pubblici a disposizione siano pochi,
pochissimi: poco più di 32 milioni in quattro anni. Ha disertato le
rotte da Alghero (ed era scontato) e quelle da Cagliari (ed era meno
ovvio). Su quest'ultima scelta - fatta anche da Alitalia - ha pesato
il mancato accordo con Qatar Airways.

Per volare dall'aeroporto di
Cagliari verso quelli di Fiumicino e Linate servono risorse
finanziarie e aerei; due cose che Meridiana ora non ha. Alcuni numeri
aiutano a capire perché la compagnia dell'Aga Khan, ora come ora, dopo
otto anni di bilanci in perdita, per oltre 700 milioni bruciati, non
potesse correre il rischio di volare da Cagliari. La nuova continuità
territoriale, che partirà il prossimo 1 novembre, prevede un numero
altissimo di voli da Elmas: dai 9 ai 10 al giorno per Roma; dai 6 ai 7
per Milano; e questo anche d'inverno Tanti, tantissimi. Nonostante su
quelle rotte viaggino molti passeggeri - 935 mila tra Cagliari e Roma,
582 mila tra Cagliari e Linate, dati dell'Enac per il 2016 - le
compensazioni pubbliche sono state ritenute insufficienti da
Meridiana.

Troppo scarsi, secondo le compagnia, i 47 milioni in
quattro anni per la rotta su Linate e i 78 milioni su quella per
Fiumicino. Secondo i calcoli dei tecnici, la compagnia sarebbe andata
ancora di più in perdita. Ma c'è anche un altra ragione: nella nuova
continuità territoriale, la Regione ha imposto l'uso di due aerei:
l'Airbus 319/320 o il Boeing 737/800. Due problemi - i pochi soldi e i
nuovi aerei - per Meridiana attualmente insormontabili, senza
l'ingresso di Qatar Airways nel suo capitale. Solo la potente
compagnia aerea avrebbe potuto garantire a quella olbiese i fondi
sufficienti ad affrontare il "massacro" delle rotte da Cagliari e,
soprattutto, gli aerei per farli, quei voli. Adesso, bilanci
disastrosi a parte, Meridiana non ha infatti neanche la flotta
sufficiente: ha 15 aerei, fra cui 4 Md80 destinati a essere rottamati
proprio a ottobre. In queste condizioni, Meridiana ha potuto fare e
può fare solo due cose: difendere la sua posizione a Olbia (ha le
rotte per Roma e Milano già assegnate, non essendo arrivate altre
offerte) e sperare che l'intesa con Qatar Airways si chiuda presto.
Paradossalmente, il vuoto su Cagliari dal 1 novembre - che sarà
chiamato a gestire un nuovo assessore regionale ai Trasporti, Carlo
Careddu, olbiese - potrebbe favorire i passeggeri da una parte e
Meridiana dall'altra.

Dall'autunno su Cagliari per Linate e Fiumicino,
in attesa di un nuovo bando sulla continuità, potrebbero volare
liberamente tutte le compagnie, anche le low cost. Potrebbe essere un
test per capire se la continuità ha ancora senso, così come è: i
passeggeri potrebbero avere meno diritti (gli orari fissi, il rimborso
dei biglietti) ma anche più chance (più voli a basso costo).
Meridiana, poi, nel caso in cui venga presto acquistata da Qatar
Airways- a dispetto dei fatti, nella palazzina di Olbia e a Parigi,
sede dell'Aga Khan, che ieri ha festeggiato i 60 anni da guida degli
ismailiti, sarebbe tornato l'ottimismo sulla conclusione
dell'operazione - potrebbe partecipare al nuovo bando,
obbligatoriamente più ricco come contributi pubblici e pronto fra sei
mesi, in posizione di forza. Avrebbe un piano, avrebbe gli aerei e
potrebbe vedere quel milione e mezzo di passeggeri che viaggia sulle
rotte della continuità non come una sicura perdita, ma come una certa
possibilità di business

Massimo Deiana: «Vado via soddisfatto»
Lascia scivolare le critiche. Fra una settimana guiderà l'Autorità
portuale. Al suo posto Carlo Careddu

CAGLIARI
L'addio poteva essere certo più festoso, l'Alitalia gli ha giocato un
brutto scherzo, l'ennesimo, ma Massimo Deiana non fa un passo
indietro. Neanche questa volta e neppure davanti a un'altra ondata di
polemiche, c'è abituato, scatenata dai soliti nemici ma anche da un
robusto fuoco amico. «Vado comunque via soddisfatto per il lavoro
svolto in questi tre anni. Ho ricevuto molte critiche ma diverse
ingiustificate anche da chi, solo dopo diverso tempo averle sparate,
ha capito che le scelte invece erano quelle giuste».

Oggi presenterà
le dimissioni dalla giunta Pigliaru, ritornerà per qualche giorno
all'Università di Cagliari, poi dalla settimana prossima prenderà
possesso del nuovo incarico: l'Autorità portuale regionale della
Sardegna. Ha fatto i bagagli, ritornerà in assessorato solo per il
passaggio di consegne con Carlo Careddu - è della sua stessa corrente
del Pd, i popolari-riformisti - che gli subentrerà. All'avvocato
gallurese lascerà la patata bollente di una Ct1 zoppa, ma lui dice
sicuro: «Nessun sardo resterà a terra. Mai». Il 20 luglio parteciperà
alla prima riunione a Roma dei presidenti delle Authority del mare e
sa già che la sua prima gatta da pelare sarà la sede della presidenza
del Mar di Sardegna: Cagliari o Olbia? «Non sarò io a decidere - è la
risposta - per adesso la legge di riforma dice Cagliari. Poi qualche
opzione in più buona per tutti la troveremo presto». Più che al futuro
guarda al recente passato: «Come in tutte le vicende umane, avrei
potuto fare di più. Ho affrontato spesso anche troppe criticità
insieme, però lascio un sistema in evoluzione e che presto darà i suoi
buoni frutti dalle ferrovie al trasporto locale e anche nella Ct1».
Non si preoccupa di chi, in questi anni, gli ha sparato contro: «Ho
sempre agito in piena scienza e coscienza.

È vero, in qualche
occasione, ho pensato di lasciare l'assessorato per ritornare
all'università, dove rientrerò nel 2021 quando scadrà il mio primo
mandato da presidente sempre che non me lo rinnovino per atri altri
quattro anni». Sì, ha pensato di lasciare quando s'è reso conto di
essere troppo sovraesposto - ha detto così - «a causa delle forti
effervescenze politiche intorno a un tema sensibilissimo come quello
dei trasporti e per l'esagerata esposizione mediatica». Però non ha
mollato, perché «continuo a essere convinto, lo dico senza arroganza,
di aver dato tutto me stesso nell'incarico affidatomi dal presidente
Pigliaru. Col quale «ho avuto un confronto dialettico e laico anche se
spesso siamo partiti da posizioni diverse. Ma ripeto: insieme e in
giunta, abbiamo trovato sempre le soluzioni migliori possibili» Da
primo presidente dell'Autorità portuale guadagnerà oltre mille euro in
più al mese rispetto allo stipendio da assessore (da 6mila e 300 euro
a 7mila e 800) ma non è una questione di soldi: «I porti della
Sardegna vanno rilanciati per diventare strategici in Europa. Mi
aspetta un'altra sfida e anche questa volta vorrei vincerla». Ma c'è
già chi lo aspetta al varco. (ua)

Rinvio per la commissione che deve esaminare il testo. La maggioranza non c'è
Rete ospedaliera, stop alla riforma

CAGLIARI La riorganizzazione degli ospedali slitta ancora. Quando
sembrava essere in dirittura d'arrivo, almeno in commissione sanità,
il Pd ha chiesto e ottenuto un rinvio di due giorni - da ieri a domani
- per la presentazione degli emendamenti alla proposta della giunta
che risale al 2016. È stata la conferenza dei capigruppo a dare il via
libera alla richiesta del Pd, ma la domanda è questa: perché il
partito di maggioranza relativa ha avuto bisogno di far slittare la
scadenza? La risposta è fin troppo semplice: sono ancora troppe le
divisioni interne sulla rete ospedaliera. Confermata anche dal
capogruppo Pietro Cocco: «Dopo una riunione, ci siamo resi conto che
era necessario continuare a confrontarci prima degli emendamenti e
soprattutto del voto in commissione».

Che la tensione sia alta è
confermata da altre due notizie: oggi, in Consiglio regionale, il
governatore Francesco Pigliaru ha organizzato un vertice di
maggioranza sulla sanità, potrebbe essere decisivo - e lunedì Giuseppe
Luigi Cucca, segretario regionale del Pd, ha convocato una direzione
straordinaria del partito nel tentativo di trovare una linea comune
interna che ora non c'è. Ma che i Dem devono raggiungere comunque in
tempi molto stretti se vogliono tenere fede a quanto annunciato a metà
giugno dopo un altro vertice di maggioranza: «Il Consiglio approverà
la rete ospedaliera entro luglio». Ipotesi oggi già messa a rischio
dallo spostamento della scadenza per gli emendamenti. Questione di
numeri. C'è dell'altro: per lo spostamento di un consigliere della
minoranza da un gruppo all'altro - Gennaro Fuoco è passato dal Misto
al Psd'Az -, la maggioranza rischia di non avere più neanche i numeri
necessari per garantire il numero legale indispensabile in ogni
riunione della commissione.

O peggio ancora: potrebbe finire sotto in
caso di votazione. È un problema tecnico su cui sono impegnate le
diplomazie della coalizione - servirebbe il passaggio di un
consigliere da un gruppo di partito al Misto per non correre il
rischio - ma che da sola conferma ancor di più quanto la maggioranza
sia in bilico su un tema sensibile come quello della sanità. La
minoranza. In questa situazione il centrodestra ha schierato da tempo
i fucilieri. Forza Italia da sola ha presentato 1500 emendamenti e il
resto dell'opposizione ha fatto o farà altrettanto. «Andremo avanti a
testa bassa - ha fatto sapere Pietro Pittalis, capogruppo di Fi -
Sulla riorganizzazione degli ospedali, daremo battaglia fino
all'ultimo. La proposta della giunta è piena di storture che
penalizzano soprattutto la qualità dell'assistenza nelle periferie
lontane dai poli di Cagliari e Sassari. È forte il rischio che presto
ci siano sardi garantiti da una sanità di prima fascia almeno sulla
carta e altri invece costretti ad accontentarsi di servizi inferiori.
È una scelta per noi inaccettabile e visto che abbiamo due giorni in
più, presenteremo altri emendamenti». Con un'altra carta pesante da
giocare in aula al momento opportuno: il voto segreto che fa paura al
centrosinistra. (ua)



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Federico Marini
skype: federico1970ca


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