Unione
Sarda
VILLASIMIUS.
Il carissimo dissalatore costruito e abbandonato
Costato
due miliardi e mezzo, ha funzionato per due anni
VILLASIMIUS In Israele dissalare
l'acqua era una necessità. Infatti nel Paese, uno dei più aridi del mondo, il
40 per cento dell'acqua da bere arriva dal mare. Così nella drammatica estate
del '90, una delle tante con i bacini a secco, la Regione pensò di realizzare
tre dissalatori a Carloforte, La Maddalena e Villasimius. Li costruirono a tempo
di record, in quattro mesi, e spesero due miliardi e mezzo per ciascuno.
Sembrava la svolta, la soluzione, come in Israele.
COSTI SALATI Invece quello di
Carloforte non venne mai usato. E quelli della Maddalena e Villasimius ebbero vita
breve: due anni. Prima si accorsero che per farli funzionare servivano grandi
gruppi elettrogeni che comportavano un costo energetico enorme; poi si resero
conto che le norme ambientali non consentivano di riversare in mare il sale scartato
durante il processo di lavorazione; infine scoprirono che il costo dei filtri,
da sostituire frequentemente al modico prezzo di 200 milioni a pezzo, non era
sostenibile. Insomma, con quella tecnologia costosa e obsoleta produrre l'acqua
costava cinque volte di più che ottenerla da altre fonti. E l'acqua non era
nemmeno sufficiente per soddisfare il fabbisogno di un paese che già allora
passava dagli abituali 3700 residenti ai 30 mila estivi. Così, visto che nel frattempo
a Villasimius era arrivata la condotta che portava l'acqua dall'invaso di
Simbirizzi, quel progetto venne abbandonato.
ABBANDONATO Oggi a ricordarne la
presenza c'è un cartello arrugginito nella strada per Campulongu. All'interno
dello spazio recintato, tra erbacce e tubature abbandonate, si scorgono due
edifici: quello che contiene i gruppi elettrogeni e l'altro che ospita
l'impianto di dissalazione. «Fu uno dei tanti interventi emergenziali ai quali
sono sempre stato contrario», racconta Tore Sanna, storico sindaco di Villasimius.
«Non ci diedero scelta nonostante in Consiglio comunale fossero emerse altre
soluzioni, peraltro più economiche». I fondi erano quelli stanziati con
la legge 33 del '90: 150 miliardi di lire (con un mutuo al tasso del 13 per
cento da restituire in 15 anni) per «ulteriori interventi immediati per
superare l'emergenza idrica».
BISOGNO IMPROVVISO Luciano Garau,
ingegnere, attuale consigliere comunale di opposizione, non era ancora in
politica ma seguì la vicenda e ricorda quale fu la genesi. «La rete del paese
era alimentata da vari pozzi trivellati», racconta. «Nella primavera del '90 si
accorsero che quelli che si trovavano alla foce del Rio Foxi erano contaminati
dagli scarichi dell'impianto di depurazione e l'acqua da un giorno all'altro
non fu più utilizzabile», racconta. «Fu emergenza vera e venne risolta
rapidamente dalla Giunta guidata da Mario Floris e dall'assessore ai Lavori
pubblici Domenico Pili con la costruzione del dissalatore. Ma i costi
energetici erano troppo elevati e i filtri costavano un patrimonio. Inoltre ci
davano solo circa dieci litri al secondo, pochi per soddisfare le esigenze di tutti,
insediamenti turistici compresi». Negli anni successivi, molti provarono a
riproporne l'uso per scopi sempre diversi. Non se ne fece nulla. Soldi pubblici
sprecati, un'idea potenzialmente vincente che non ha funzionato.
ACQUA DEPURATA Invece ha funzionato,
e bene, il depuratore che sorge accanto al fu dissalatore: un gioiello, uno dei
migliori impianti
dell'Isola grazie al quale il Comune
di Villasimius ha fatto un'operazione intelligente: grazie a un ulteriore
trattamento, l'acqua depurata viene venduta ai privati. L'irrigazione del campo
da golf, ad esempio, arriva da lì così come quella di alcuni resort della zona
e di molte ville. Grazie alla rete di Abbanoa e all'acqua del depuratore,
Villasimius è completamente autosufficiente e da 15 anni non ha restrizioni
idriche. Mai nessun problema, nonostante il fabbisogno idrico sestuplichi
d'estate passando dai 14 litri al secondo ai 92 di agosto. «Il problema è che
la rete di distribuzione, parallela a quella di Abbanoa, non è sufficientemente
diffusa e, per esempio, nel centro del paese non c'è», spiega Garau.
ESEMPIO VIRTUOSO Tore Sanna
evidenzia un altro aspetto. «Quello di Villasimius è un esempio virtuoso. Non
capisco perché altri comuni non trattino e rivendano l'acqua depurata: ne
avrebbero benefici economici e sarebbero più autosufficienti». Del resto usare
l'acqua di Abbanoa per innaffiare è uno spreco. E gli sprechi non ce li
possiamo
permettere.
SASSARI.
Fumata bianca in Comune Ecco la nuova Giunta
Fine
della crisi fra new entry, conferme e grandi rifiuti
E venne il giorno della Giunta Sanna
numero 2. Questa mattina alle 10
il sindaco incontrerà i componenti
del nuovo esecutivo che sarà per
l'ottanta per cento uguale al
precedente.
IL RITORNO La novità più
significativa, per la forte personalità e
notevole esperienza politica, è
rappresentata da Alba Canu, una vita
al servizio del Pd, che ha
rappresentato in diversi esecutivi
dell'amministrazione provinciale.
Avrà la delega alla Cultura. Ci sarà
poi la promozione di Alessandro
Boiano da consigliere eletto nella
lista civica “Sassari bella dentro”
ad assessore, e una terza new
entry non ancora ufficializzata.
CONFERME Sono stati confermati
Amalia Cherchi, Ottavio Sanna, Simone
Campus, Antonio Piu, Fabio Pinna
(segretario cittadino del Pd con
delega all'Ambiente), che si era
dimesso insieme a Monica Spanedda
(Servizi sociali). Pinna e Spanedda
sono gli ultimi due dei sei
assessori che, a partire da
febbraio, avevano lasciato la Giunta
guidata da Nicola Sanna.
Riprenderanno i loro posti nell'esecutivo.
IL GRAN RIFIUTO Tre gli assessori
che hanno confermato la ferma
volontà di non proseguire
l'esperienza amministrativa al fianco del
sindaco che pure avevano sostenuto
nelle vittoriose elezioni del 2014.
Sono Gianni Carbini, vice sindaco e
assessore all'Urbanistica,
Rossella Sau (Cultura e turismo) e
Maria Vittoria Casu (Politiche
educative e giovanili) dimissionari
da alcuni mesi.
PARTO TRAVAGLIATO La nuova Giunta
Sanna è frutto di un parto
travagliato dopo tante divisioni, un
netto calo di consenso del
sindaco fra i suoi collaboratori e
in città, i malumori per la
mediocrità dei risultati ottenuti.
Il Pd ha aspettato che Nicola Sanna
riuscisse a ricomporre la squadra di
governo ma quando ha capito che
non ce l'avrebbe fatta è intervenuto
per sostenerlo evitando di
buttare al vento il governo della
città. Sono cominciati gli incontri
con i rappresentanti della maggioranza
e con il sindaco, per trovare
un accordo di programma per la parte
di legislatura che resta. Un
accordo condiviso, senza se e senza
ma, nella consapevolezza che il Pd
rischiava di bruciare l'esperienza
più importante in Sardegna dopo il
governo regionale.
Alla fine è prevalsa forse non la
soluzione migliore ma quella più
logica. Ciascuno ha fatto uno sforzo
per raggiungere l'obiettivo
finale. Anche Nicola Sanna, pur con
qualche mugugno, ha dovuto fare
delle rinunce. Oggi il sindaco
riceverà gli assessori in pectore poi
verrà convocato il Consiglio
comunale per la presa d'atto della nomina
della nuova giunta. Non ci sarà
molto da festeggiare ma almeno si
tornerà a lavorare.
Gibi Puggioni
La
Nuova Sardegna
I capigruppo
messi alle strette
Francesco
Agus di Cp: troppi veti sulla doppia preferenza di genere
CAGLIARI
Se la doppia preferenza di genere
continua a essere un fantasma nella
legge elettorale regionale è colpa
di troppi veti incrociati. Ma «è
arrivato il momento in cui i partiti
devono dire cosa vogliono fare»,
ha scritto il presidente dalla
commissione riforme del Consiglio,
Francesco Agus di Campo
progressista, in una lettera inviata ai
capigruppo. Nonostante la
sottocommissione avesse deciso d'inserire
subito la correzione per permettere
così, nel 2019, l'elezione di più
donne in Consiglio, ora sono
soltanto quattro, la riforma si è
arenata.
Più che altro perché Pd e Forza
Italia, i partiti guida di
maggioranza e opposizione, non hanno
detto ancora se puntano invece a
rivoluzionare in tutto e per tutto
una legge che dal 2014 in poi è
stata più volte smentita da diverse
sentenze della magistratura
amministrativa. L'invito di Agus è
molto chiaro: spetta a tutti i
capigruppo diventare «promotori, in
tempi brevi, del metodo più
opportuno da adottare, per
permettere alla commissione di riprendere
il percorso e procedere nella
maniera più veloce e più chiara
possibile».
Senza questa decisione, è scritto
fra le righe della
lettera, tutto rischia di rimanere
bloccato e chissà per quanto tempo.
Da più di un anno l'introduzione
della doppia preferenza di genere è
al centro del dibattito politico,
sollecitato prima dal movimento
Meglio in due, poi dalla Rete
Heminas e infine dal segretario del Pd
Giuseppe Luigi Cucca, ma finora
nulla è cambiato. Ora la risposta dei
capigruppo alla lettera sarà
decisiva per capire quali potranno essere
i tempi della riforma elettorale.
Iniziata
la raccolta di firme per la consultazione popolare a ottobre
I
Riformatori: l'insularità decisiva
CAGLIARIUna settimana fa l'annuncio
dell'avvio della raccolta delle
firme, poi il rilancio. Ì
Riformatori hanno chiesto al governatore
Pigliaru di guidare la battaglia per
promuovere un referendum
destinato a inserire l'insularità
nella Costituzione. «Il presidente
ha l'occasione di mettersi alla
testa di questa sfida - ha spiegato
Pietrino Fois, coordinatore
regionale del partito - se non vorrà farlo
andremo avanti anche senza di lui,
perché tutti lo sanno che per la
Sardegna è questa la madre di tutte
le battaglie». L'idea del
referendum regionale nasce sulla
falsa riga di quelli in autunno del
Veneto e della Lombardia.
Il 22 ottobre le due regioni del
Nord
chiederanno maggiore autonomia dallo
Stato. «In pratica - ha
sottolineato il deputato Pier Paolo
Vargiu - a veneti e lombardi sarà
chiesto se sono d'accordo che
maggior parte delle tasse che versano
resti nei loro territori. È chiaro:
sarà un plebiscito a favore del
sì, ma per la Sardegna, che per un
buon quarto campa grazie alla
solidarietà delle regioni più
ricche, le conseguenze sarebbero
devastanti». Da qui l'idea di una
consultazione, lo stesso giorno
anche in Sardegna. «Grazie a quei
due referendum e al nostro abbiamo
l'occasione di portare i problemi
dell'isola all'attenzione
dell'opinione pubblica nazionale»,
ha ribadito il capogruppo Attilio
Dedoni. Il riconoscimento
dell'insularità - ha concluso il consigliere
regionale Michele Cossa -
risolverebbe gran parte dei problemi della
Sardegna anche nei rapporti
finanziari con lo Stato, ed ecco perché
Pigliaru non può tirarsi indietro».
Stamattina
saranno ufficializzati i nuovi assessori
Manca una
casella: il sindaco terrà la delega alla Cultura
Giunta
completa: Boiano e Alba Canu le due new entry
di Luigi SorigawSASSARIIl rebus, a
dirla tutta, non è ancora del tutto
risolto, ma almeno per giovedì le
sedie della giunta non dovrebbero
restare un'altra volta vuote. Questa
mattina il sindaco dovrebbe
chiudere ufficialmente la pratica
del nuovo esecutivo e per la
prossima seduta del consiglio
comunale accanto a lui siederanno 8
assessori. Ne mancherà uno, ovvero
quello alla Cultura, dal momento
che Raffaella Sau ha deciso che non
farà un passo indietro e la
corrente di Silvio Lai non ha
indicato un successore donna.
Quindi problemi con le pari
opportunità e le quote rosa. Nicola Sanna, che
non poteva ancora attendere le
diatribe all'interno del partito, per
ora ha deciso di assumere lui da
delega alla Cultura, (e anche quella
alla Programmazione) in attesa di
successivi sviluppi.Invece
raccoglierà il testimone dell'ex
assessore all'Urbanistica Gianni
Carbini l'attuale consigliere
Alessandro Boiano, sempre dell'area
Gavino Manca e Bruno Dettori.
Il nome era pronto da diversi
giorni, ma
è stato tirato fuori dal cilindro
solo a giochi ormai fatti.L'incarico
all'Urbanistica è confermato mentre
il ruolo di vicesindaco dovrebbe
andare a Fabio Pinna, che rientra
anche come assessore all'Ambiente.
Altra novità sarà l'ingresso di Alba
Canu, ex consigliere provinciale
dell'area Spissu. Prenderà il posto
dell'ex assessora allo Sport Maria
Vittoria Casu della lista civica
Città Futura, che ha preferito un
appoggio esterno all'amministrazione
Sanna, tirandosi fuori dalle
dinamiche di governo.
Città Futura in verità avrebbe
gradito un ruolo
super partes, cioè la presidenza del
Consiglio, ma è tutt'altro che
scontato che il Pd gli conceda la
poltrona di Esmeralda Ughi.Per
quanto riguarda tutte le altre
caselle di giunta, i nomi e le deleghe
dovrebbero essere confermate,
comprese quelle di Antonio Piu
(Mobilità) e di Simone Campus
(Bilancio) che sembravano le più
ballerine. La prima perché il tema
delle ciclabili e del centro
intermodale avevano rappresentato un
punto di grande contestazione
nell'iter amministrativo, e il
cambio di passo nell'esecutivo pareva
scontato. La nomina di Simone Campus
da parte del sindaco invece aveva
rappresentato un momento di rottura
negli equilibri di partito. Infine
rientrano Monica Spanedda ai Servizi
Sociali, Amalia Cherchi agli
Affari Generali e Ottavio Sanna ai
Lavori Pubblici.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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