Organizzato da Sardegna Palestina
Domani
dalle ore 18:00 alle ore 21:00
Cineteca
Sarda – società umanitaria.
Viale
Trieste 118, Cagliari.
A 35 anni dal massacro di Sabra e
Shatila.
Per non dimenticare.
“Camminammo in lungo e in largo per il campo, trovando ogni volta altri cadaveri, gettati nei fossi, appoggiati ai muri, allineati e uccisi a colpi di mitra. Cominciammo a riconoscere i corpi che avevamo già visto. Laggiù c’era la donna con la bambina in braccio, ecco di nuovo il signor Nuri, disteso sulla spazzatura al lato della strada.
Per non dimenticare.
“Camminammo in lungo e in largo per il campo, trovando ogni volta altri cadaveri, gettati nei fossi, appoggiati ai muri, allineati e uccisi a colpi di mitra. Cominciammo a riconoscere i corpi che avevamo già visto. Laggiù c’era la donna con la bambina in braccio, ecco di nuovo il signor Nuri, disteso sulla spazzatura al lato della strada.
A un certo punto, guardai con
attenzione la donna con la bambina perché mi sembrava quasi che si fosse mossa,
che avesse assunto una posizione diversa.
I morti cominciavano a diventare
reali ai nostri occhi.”
Robert Fisk, Il martirio di una nazione. Il Libano in guerra.
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, nel quartiere di Sabra e nel campo profughi di Shatila, alla periferia ovest di Beirut, le falangi cristiano-maronite, con la complicità di Israele, massacrarono più di 3.500 palestinesi, soprattutto donne e bambini. Non vi è mai stato alcun processo e i colpevoli restano ancora impuniti, anche se il 16 dicembre 1982 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deliberato che il massacro di Sabra e Shatila è stato un atto di genocidio.
L’Associazione Culturale Amicizia Sardegna Palestina vi invita venerdì 15 settembre alle ore 18:00 presso la Cineteca Sarda in viale Trieste 118, a Cagliari, per ricordare Sabra e Shatila con un reading accompagnato dalla proiezione di fotografie. A seguire il documentario “Gaza Hospital”, regia di Marco Pasquini, 2009, 84', vincitore nel 2011 del Premio per il Miglior Documentario della IX Edizione di Al Ard Doc Film Festival.
Sinossi: Il Gaza Hospital era il secondo ospedale più importante del Libano, uno dei principali luoghi di cura dei profughi palestinesi a Beirut, ma anche dei libanesi più poveri e di immigrati dai vicini paesi arabi. Per la sua collocazione urbanistica e per la particolare struttura architettonica è stato soggetto e testimone della drammatica storia di Sabra e Shatila, divenendo metafora della storia dei rifugiati palestinesi in Libano e forte simbolo della resistenza di questo popolo. Struttura voluminosa, il Gaza Hospital domina dalla sua altezza il campo di Shatila.
Robert Fisk, Il martirio di una nazione. Il Libano in guerra.
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, nel quartiere di Sabra e nel campo profughi di Shatila, alla periferia ovest di Beirut, le falangi cristiano-maronite, con la complicità di Israele, massacrarono più di 3.500 palestinesi, soprattutto donne e bambini. Non vi è mai stato alcun processo e i colpevoli restano ancora impuniti, anche se il 16 dicembre 1982 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deliberato che il massacro di Sabra e Shatila è stato un atto di genocidio.
L’Associazione Culturale Amicizia Sardegna Palestina vi invita venerdì 15 settembre alle ore 18:00 presso la Cineteca Sarda in viale Trieste 118, a Cagliari, per ricordare Sabra e Shatila con un reading accompagnato dalla proiezione di fotografie. A seguire il documentario “Gaza Hospital”, regia di Marco Pasquini, 2009, 84', vincitore nel 2011 del Premio per il Miglior Documentario della IX Edizione di Al Ard Doc Film Festival.
Sinossi: Il Gaza Hospital era il secondo ospedale più importante del Libano, uno dei principali luoghi di cura dei profughi palestinesi a Beirut, ma anche dei libanesi più poveri e di immigrati dai vicini paesi arabi. Per la sua collocazione urbanistica e per la particolare struttura architettonica è stato soggetto e testimone della drammatica storia di Sabra e Shatila, divenendo metafora della storia dei rifugiati palestinesi in Libano e forte simbolo della resistenza di questo popolo. Struttura voluminosa, il Gaza Hospital domina dalla sua altezza il campo di Shatila.
Al suo interno un
profondo labirinto di scale e corridoi. Stanze di degenza e corsie sono
divenute case, gli occupanti sempre più numerosi una comunità, l’edificio un
campo profughi in verticale.
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