La seconda guerra mondiale, uno dei conflitti a
fuoco più tragici della storia dell’uomo; un momento ancora più terribile per
la città di Cagliari e i suoi abitanti. La capitale dell’isola venne infatti
rasa al suolo per circa 80% con centinaia di morti, cosa che portò gli
anglo-americani a coniare il termine “cagliarized” per indicare una città rasa
al suolo.
Tutto ciò accadde nonostante gli accorgimenti
presi; ricordiamo infatti che erano vietate le luci notturne e per porre
rimedio a ciò si vendevano lampade colorate di blu, la carta appesa ai vetri
delle finestre per poterne impedire la caduta normalmente causata dal riverbero
delle bombe.
Ma parliamo un po' dei fatti citando
particolarmente due date: il diciassette febbraio e il ventotto. Nella prima delle
due date circa 105 aerei tra b17 e caccia pesanti p38 hanno attaccato la città,
alle due del pomeriggio un numero immane di persone rimase accalcato
all’ingresso dei rifugi, particolarmente rilevante fu la situazione della
grotta rifugio di Santa Restituta dove
la gente accalcata a causa della chiusura del rifugio non riuscì ad entrare,
solo in quel giorno si contarono più di duecento morti; da allora si decise di
lasciare i rifugi sempre aperti.
Passando alla seconda delle date citate, il
racconto della tragedia inizia alle 12:55 quando gli aerei alleati arrivarono
così improvvisamente da non dar il tempo alle sirene di suonare. Fu una strage,
alla fine si contarono quasi duemila morti in una città che tra sfollamenti, e
altro aveva perso quasi tutti i suoi 40.000 abitanti.
Di Gian Marco Farci
Presidente associazione Archeo Labor
archeolabor@gmail.com
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