Ho
atteso qualche giorno, prima di scrivere queste righe, nella vana speranza che
dalla mia città salisse un moto d’orgoglio, una indignazione generalizzata, una
ferma presa di posizione pubblica da parte delle autorità politiche e religiose
e dalla società civile. Ebbene, al di là di qualche sporadico dissenso di cittadini
su face book nulla si è mosso in merito al vergognoso redazionale comparso
sull’ultimo numero de L’Ortobene, settimanale della diocesi di Nuoro con una
tiratura di diecimila copie, firmato da Francesco Mariani.
L’editoriale
“Cercansi “pidores” per avere dignità”, apre col disagio provato dal sacerdote
nell’entrare in chiesa nei giorni della novena delle Grazie perché ha dovuto
attraversare un cordone di questuanti che chiedevano l’elemosina. Questi
mendicanti, a suo dire, lo guardavano con “sguardo feroce” per non aver voluto
dare loro l’elemosina e gli avrebbero rivolto “commenti non certo benevoli” in
idiomi che confessa di non conoscere. Come capisca i commenti espressi in
idiomi che non conosce, rimane un mistero. Da qui parte subito accusando i mendicanti in questione di
essere gli stessi membri di un “clan di zingari” (chiedendosi “come li devo
chiamare?”) che avrebbero inquinato nel centro di accoglienza a Pratosardo e li
presenta come impegnati a “strattonare gli anziani” davanti alla chiesa.
Preso
dalla verve polemica, dimentica di avercela con i mendicanti rom davanti alla
chiesa e cambia scenografia, continuando con lo stesso registro ma protagonista
diverso. La nuova scena infatti descrive un extracomunitario che al
supermercato gli chiede l’euro del carrello. Siccome il suo era lo scontrino n°
403 ne deduce che, pari pari, il mendicante deve aver guadagnato quanto otto
operai. E visto che c’è, arriva a dire di essere al corrente di istituti di
credito che hanno dovuto chiudere i conti degli extracomunitari – “ospiti di
centri di accoglienza” precisa - a causa della difficile tracciabilità delle
“migliaia di euro” sui loro conti. “Accattonaggio, droga e prostituzione
c’entrano, eccome!”, aggiunge con sicurezza di infallibile detective.
Trattando
di centri di accoglienza si ferma un attimo sull’argomento, descrivendoli come
popolati da persone dedite a risse e altri reati pure gravi, ma evidentemente
immuni dalla legge visto che “al cittadino comune costerebbero la
carcerazione”. Per non farsi mancare niente cede alla retorica degli
extracomunitari a cui lo Stato darebbe “35 euro al giorno per alloggio, vitto,
vestiario, ricariche telefoniche e sigarette”. Difficile che una persona colta
come don Mariani non sappia che quei soldi non vengono dati dallo Stato ma
dall’UE e che ignori il fatto che buona parte di quelli che ne beneficiano sono
proprio cooperative legate alla Chiesa cattolica. La balla che invece vengano
spesi per ricariche telefoniche e sigarette non so da chi l’ha sentita, ma
un’idea ce l’avrei.
Il
fondo di tanto incontrollato astio arriva quando esprime indignazione per il
fatto che questi extracomunitari vadano a “chiedere da mangiare alle mense
della Caritas”. Intanto è bene precisare che, a quanto ne sappiamo, le mense
della Caritas dovrebbero avere proprio la missione di sfamare chi va a chiedere
da mangiare. Ma al di là di ciò resta perlomeno singolare che, questi che vanno
a mangiare alla Caritas, siano appena stati accusati di essere gli stessi che
consumano anche il vitto nei centri di accoglienza. E quanto mangiano questi
qua?! Ma, a
scanso di equivoci, il sacerdote mette subito le mani avanti e precisa: “Non
sono razzista ma…”. La classica premessa di chi parla di certi argomenti in
certi modi. L’articolo si conclude con una chiamata di volontari per
andare a fare i mendicanti davanti al Comune, la Prefettura e la Questura per
mostrare il disagio a coloro i quali sono implicitamente accusati di non
intervenire davanti a cotanto crimine.
Insomma
diciamo che don Mariani se non avesse fatto il prete sarebbe stato un valido
concorrente di Salvini, se non per l’originalità delle idee almeno per la
veemenza con cui le manifesta. Stendo un velo pietoso non solo su questo editoriale ma
anche, e forse soprattutto, sulla codarda indifferenza della Chiesa nuorese e
della politica cittadina davanti a una simile operazione di becera propaganda
politica, rifilata nelle case di migliaia di cittadini convinti di essere
abbonati a un settimanale diocesano. Chiudo
riportando un brano di quella bibbia che, dopo aver passato il sagrato
assediato dai feroci mendicanti, l’autore di tale articolo legge a voce alta
all’interno della chiesa: “[…] io ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete
ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e
siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti
abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo
dato da bere? Quando
ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e
siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni
volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più
piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano
da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per i diavoli e per i suoi angeli. Perché
ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete
dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete
vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora
risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o
forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma
egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose
a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se
ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.
Di Pier Franco Devias
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