La scorsa estate riportammo all'attenzione dell’opinione
pubblica la grave situazione del Sarcofago dei Veleni sulla 131, nel tratto di
strada tra Sardara e Sanluri. Con una manifestazione a cui parteciparono diversi movimenti
ecologisti e indipendentisti denunciammo a gran voce la pericolosità delle
sostanze che sono state interrate sotto il manto stradale, ricordando che ad
ogni pioggia si formano fiumi di veleni che invadono i campi del
Campidano, irrigando foraggio per il bestiame, ortaggi, campi di grano e alberi
da frutto.
Abbiamo chiesto all’assessorato all’Ambiente e
all’assessorato alla Sanità, oltre che naturalmente a Pigliaru, di rassicurare
i cittadini, di spiegare a tutti quale è la reale dimensione di questo problema
e di dichiarare pubblicamente ciò che intendessero fare per rimediare a questo
disastro ecologico. Da allora c’è stato solo silenzio: nessuno ha ritenuto
opportuno commentare niente, lasciando intatta una situazione gravissima. Tempo fa la giunta ha pomposamente inaugurato la prima tranche delle bonifiche
di Santu Miali a Furtei, trascurando completamente questo tratto di strada
costruito su montagne di veleni portati proprio da quella miniera.
Nei giorni scorsi le piogge hanno inzuppato nuovamente il
terreno e, come succede da anni, hanno ricominciato a portare fiumi di
arsenico, cadmio, piombo e altri veleni e metalli pesanti verso i campi e verso
i bacini di irrigazione che si snodano per tutto il Campidano.
Il veleno che viene sparso sui prodotti della terra con
l’irrigazione poi finisce sulle tavole di tutti i Sardi. Chiediamo ancora una
volta a Pigliaru, all’Assessora Spano e all’Assessore Arru che si pronuncino pubblicamente
dichiarando quale è la reale consistenza del problema ecologico e sanitario,
spiegando quali sono le misure immediate e urgenti che la giunta intende porre
in essere per arginare e risolvere questo gravissimo problema che da tanti anni
sta lentamente avvelenando tutti i Sardi.
Libe.r.u. – Lìberos
Rispetados Uguales
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