Unione
Sarda.
I
vitalizi, privilegi intoccabili Ganau: «C'è una proposta di legge per
rivederli». Ma è ferma in commissione da anni Sono 310 le pensioni pagate agli
ex consiglieri e ai loro eredi.
L'unica misura adottata è stata
quella di bloccare l'adeguamento all'inflazione, nessun ritocchino al rialzo
per gli assegni degli ex onorevoli, dunque, ma per il resto nulla è cambiato. I
vitalizi pagati dal Consiglio regionale della
Sardegna sono vivi, vegeti e intoccabili, a dispetto di tante promesse e
proposte di legge fatte negli ultimi tre anni.
IL BILANCIO La spinosa questione -
esplosa alla fine della scorsa legislatura quando grazie a un'inchiesta
dell'Unione Sarda tra le altre cose saltò fuori che in base a regolamenti
consiliari l'ex presidente dell'Assemblea Claudia Lombardo, in “pensione”,
iniziava a percepire oltre 5000 euro netti al mese a 41 anni - è riemersa
martedì scorso in Aula durante l'approvazione della Finanziaria e del Bilancio interno
dell'organo legislativo.
I vitalizi pesano sulle casse pubbliche dell'Isola per
17,7 milioni l'anno, circa 1 milione e mezzo di euro al mese, ne paghiamo 310
(ai consiglieri non più in carica o ai loro eredi) mentre, per dire, le
indennità attuali costano 8 milioni, ci trasciniamo un passato infinitamente
più gravoso del presente. «È una spesa storica, che ormai non
è neppure più finanziata in parte dai versamenti», spiega il segretario
generale del Palazzo di via Roma Marcello Tack. «Per le previsioni dei prossimi
anni, la somma sarà più o meno la stessa, è un calcolo a spanne, considerando
chi ne avrà diritto e chi non ci sarà più».
IL PRESIDENTE GANAU Il presidente
del Consiglio Gianfranco Ganau riassume: «La Regione, come è noto, ha abolito i
vitalizi, e i consiglieri regionali eletti per la prima volta in questa
legislatura, una volta terminato l'incarico non percepiranno alcun vitalizio. Esiste
una proposta di legge a disposizione del Consiglio che è la sintesi elaborata
sulla base di un documento approvato dalla Conferenza dei presidenti delle
assemblee legislative delle regioni e delle province autonome che stabilisce
misure minime sul diritto all'assegno vitalizio.
Siamo in attesa di norme nazionali
che indirizzino gli atti del legislatore regionale su una materia complessa,
come dimostrano i numerosi contenziosi in atto, si tratta infatti di
intervenire su diritti acquisiti individuali. La normativa nazionale deve
costituire la base giuridica per un intervento organico legislativo di
carattere strutturale». Aggiunge: «Ricordo che in questa legislatura si è
provveduto con apposita delibera dell'Ufficio di Presidenza a bloccare
l'incremento Istat dei vitalizi attualmente in erogazione, rinnovato pochi giorni
fa e sino a giugno del 2019».
TRE ANNI FA Di questa proposta di
legge citata da Ganau si è sentito parlare per la prima volta a ottobre 2014.
Dunque, c'era stato lo scandalo , rimbalzato a livello nazionale, e
un'indignazione collettiva popolare con la raccolta di decine di migliaia di
firme per chiedere l'abolizione dei privilegi. In quei giorni i consiglieri regionali
fecero a gara per ergersi a difensori degli interessi e dei sentimenti dei
cittadini sardi. C'era chi preparava mozioni, chi chiedeva autorevoli pareri a
luminari della materia, chi studiava usi e costumi di altri Paesi, e da questo
grande fermento nacquero e furono depositate diverse proposte di legge.
Quattro, cinque, con sfumature varie e un obiettivo condiviso: ristabilire un
minimo di equilibrio tra i politici e i comuni mortali.
LA CONFERENZA Poi, a ottobre 2014 a
Roma, alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative, a cui
partecipò anche Ganau, si stabilirono una serie di misure - in sintesi: età
minima 65 anni per i futuri percettori; prelievo forzato e provvisorio di tre
anni con aliquote crescenti calcolate sull'età per chi già incassava - «parametri
minimi e comuni a cui tutte le regioni italiane dovranno fare riferimento per
una definizione omogenea di norme che definiscano il diritto all'assegno
vitalizio». Molte regioni quella riduzione temporanea poi l'hanno adottata (è appena
scaduta, e gli assegni sono tornati come prima) la Sardegna no.
E quelle proposte di legge
presentate allora sono state ritirate (tranne una, di Anna Maria Busia del
Centro democratico), d'altronde si attendeva quella unica del presidente, di
cui però nel frattempo si sono tutti dimenticati. «Era una bozza, si è arenata
in commissione», sottolinea Pietro Pittalis (Forza Italia), «ci sono
provvedimenti che si fermano, non è il solo, è la maggioranza che determina i
tempi, comunque si trattava di eliminare alcune evidenti storture e sarebbero bastati
degli atti amministrativi. Risolleverò la questione nella prossima conferenza
dei capigruppo». Cristina Cossu.
La
Nuova
Centrosinistra
- Parisi: «Bene la lista Insieme ma non ne faccio parte»
SASSARI Arturo Parisi non partecipa
alle riunioni pre elettorali né si
candida con la lista
"Insieme". L'ex ministro della Difesa, uno dei
padri dell'Ulivo, pur apprezzando la
decisione di socialisti, verdi e
ulivisti di costituire una lista al
fianco del Partito democratico,
non sarà della partita. Ma allo
stesso tempo prende le distanze da chi
ha deciso di abbandonare il Pd, e il
centrosinistra, per costituire
un'alternativa nello stesso campo.
Chiaro il riferimento ai Liberi e
Uguali di Grasso, Bersani e D'Alema.
«Non prenderò parte a nessuna
riunione della lista Insieme col Pd
- afferma Parisi -.
Questo a prescindere dalla simpatia
e dalla stima personale verso Angelo
Bonelli, Riccardo Nencini e Giulio
Santagata che, a differenza
purtroppo di altri del nostro stesso
campo, hanno condiviso la
decisione di rappresentare nella
prossima competizione elettorale le
ragioni del centrosinistra: in autonomia
ma Insieme col Pd. Una
decisione che, pur a partire da una
posizione distinta, non posso che
apprezzare».
Il faccia
faccia a Roma Vertice fra il Pd e i sardisti
Verso Le
Elezioni
di Umberto Aime
L'incontro è stato anticipato di un
giorno, ma c'è stato. La
segreteria nazionale del Pd e il
Psd'Az si sono visti nella sede
romana in via del Nazareno.
All'ordine del giorno un solo argomento:
la possibile alleanza per le
elezioni politiche di marzo. È un'ipotesi
di cui si parla da settimane e c'è
stato il primo contatto. Dalla
riunione è trapelato poco nulla, con
un'unica indiscrezione: «Le parti
si sono conosciute, non ci sono
state proposte e offerte», per
chiudere con un diplomatico
«incontro importante ma ancora
interlocutorio». Senza un secondo
appuntamento fissato in agenda e con
l'incarico del Pd al segretario
regionale Giuseppe Luigi Cucca di
«approfondire i contatti nei
prossimi giorni».
Al tavolo. Da una parte
il segretario nazionale del Psd'Az,
Christian Solinas, dall'altra
erano in tre, più Cucca.
Nell'ordine: Lorenzo Guerini, delegato per
gli affari territoriali, Piero
Fassino, ambasciatore ufficiale nelle
trattative con gli alleati, e Luca
Lotti, ministro allo sport e
soprattutto fidatissimo braccio destro
di Matteo Renzi. Alla riunione
era attesto anche l'ex premier, ma
alla fine non si è visto.Il
confronto. I temi trattati sarebbero
stati diversi e tutti sulla
Sardegna. Nel dettaglio è
impossibile entrare, ma pare che la folta
delegazione del Pd abbia confermato
di voler inserire nel programma
elettorale nazionale un capitolo
riservato all'isola e su come in
futuro dovranno essere i rapporti
fra la Regione e un possibile
governo di centrosinistra.
Nel pacchetto discusso i temi sono
molti:
insularità, trasporti aerei e
marittimi, accantonamenti, servitù
militari e altro ancora. Ma su cui
il Psd'Az, all'opposizione in
Consiglio regionale, finora è stato
sempre critico su come finora la
giunta Pigliaru abbia portato avanti
le trattative con Roma
soprattutto sulla vertenza entrate e
sulla continuità territoriale .
Però la campagna elettorale è
un'altra cosa e diverse situazioni
potrebbero cambiare dappertutto dopo
il voto di marzo.L'altro fronte.
Non va neanche dimenticato che il
Psd'Az non ha chiuso il canale col
centrodestra, anche se l'altro
giorno ha disertato il vertice
convocato da Forza Italia in
Consiglio regionale. Detto che la
segreteria nazionale pd non ha
proposto per ora nulla ai sardisti, si
sa che a breve potrebbe esserci
quest'offerta: l'alleanza nella
coalizione di centrosinistra in
tutti i collegi nazionali, con il
simbolo dei Quattro Mori in quelli
proporzionali.
Dunque, la
possibilità di un'elezione sicura
alla Camera e forse anche un posto,
con un esito però meno certo, nella
lista regionale in Sardegna per il
Senato. Si sa che il centrodestra
avrebbe già rilanciato la proposta
consegnata settimane fa nelle mani
del segretario sardista. A questo
punto per la scelta con chi andare,
oppure non andare con nessuno,
sarà decisiva la riunione del
Consiglio nazionale del Psd'Az in
programma il 13 gennaio.Voglia
d'autonomia. Seppure la strada della
trattativa col Partito dei sardi si
sia fatta molto stretta, anche se
il segretario regionale del Pd
Giuseppe Luigi Cucca ha detto «nulla è
ancora perduto», dentro i Dem
aumentano le richieste di riprendere il
dialogo con tutte le forze
autonomiste in campo.
Lo ha scritto anche
il deputato uscente Emanuele Cani,
capolista alla Camera nel 2013. «La
politica è fatta di collegialità e
pluralità all'interno di progetti
condivisi. E più che di steccati e
fossati, servono ponti. Per questo
- ha scritto in un comunicato - è
necessario lavorare e adoperarsi
affinché possa riprendere il dialogo
e la discussione, finalizzata a
un progetto che riconnetta il
Partito democratico a quelle forze
autonomiste con l'unico obiettivo di
mettere i sardi al primo posto».
Per concludere: «Nell'affrontare
questi temi ognuno di noi, dentro e
fuori il Pd, deve dimostrare di
avere un grande senso di
responsabilità. Prima i sardi e la
Sardegna».
L'ex
sindaco di Nuoro è nella rosa. In campo anche Potere al popolo:
Rc più i
collettivi antimilitaristi
Mario
Zidda candidato per Liberi e Uguali
CAGLIARI
Alla sinistra del Pd è il momento
delle scelte. Liberi e Uguali ha
consegnato nella mani del garante
nazionale, il senatore friulano
Carlo Pegorer, la rosa dei possibili
candidati per le Politiche: sono
una trentina, almeno nove in più dei
ventuno necessari. Chi è in
dirittura d'arrivo è anche Potere al
popolo, la coalizione in cui sono
confluiti Rifondazione, Partito
comunista italiano, sindacati di base
e gran parte dei collettivi
antimilitaristi.
Dopo una doppia riunione
a Sassari e una a Nuoro, oggi sarà
la volta dei delegati cagliaritani,
mentre domani è in programma
l'assemblea regionale per decidere i
candidati.Liberi e Uguali. Le novità
nella rosa sono diverse.
Confermati i nomi pubblicati l'altro
giorno, a Nuoro dovrebbe scendere
in campo l'ex sindaco Mario Zidda,
uno dei primi a lasciare il Pd
senza aspettare la nascita di
Articolo1-Mdp. Un altro nuorese in corsa
dovrebbe essere l'ex segretario
provinciale dem Domenico Cabula, anche
lui netto nello strappo col partito
e poi deciso nel passaggio al
gruppo capeggiato da Grasso, Bersani
e Speranza. Per la Gallura
inserite nella rosa ci sono
l'architetta di Olbia Cristina Dessole e
l'avvocatessa, con studio a Ozieri,
Antonella Chirigoni. Nel
Sulcis-Iglesiente potrebbe
candidarsi Sara Marrocu, assessore ai
lavori pubblici di Portoscuso.
A Sassari sono in aumento le
quotazioni
del segretario regionale di Sinistra
italiana, Antonello Licheri, che
guida il coordinamento di Liberi e
Uguali, insieme a Thomas Castangia
(Possibile di Civati) e
all'assessore comunale di Cagliari Yuri
Marcialis (Mdp), che invece
dovrebbero candidarsi a Cagliari, uno
nell'uninominale, l'altro capolista
nel proporzionale. Il deputato
uscente Michele Piras dovrebbe
guidare la lista di LeU nel collegio
unico regionale per il Senato. Resta
da capire quale sarà il ruolo dei
quattro consiglieri regionali
Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai
e Paolo Zedda. Lai sembra essere il
più deciso, anche se l'elezione
del vicepresidente del Consiglio
potrebbe creare più di un problema
alla giunta Pigliaru.
Al suo posto, come prima dei non
eletti dovrebbe
entrare Claudia Zuncheddu,
coordinatrice di Sardigna libera, e da
sempre avversaria del centrosinistra
al governo. Mentre avrebbe già
fatto un passo indietro l'assessore
regionale alla cultura Giuseppe
Dessena.Potere al popolo. La
coalizione di Rifondazione e dei
collettivi antimilitaristi si
presenterà in tutti i collegi
uninominali, sono nove fra Camera e
Senato, e nei tre proporzionali
fra Montecitorio e Palazzo Madama.
Nei giorni scorsi ad aver scelto la
rosa sono stati i gruppi di Sassari
e Nuoro, oggi sarà la volta del
Sud, con un'assemblea a Cagliari.
Giovannino Deriu, segretario di
Rifondazione, conferma che «Potere
al popolo sarà presente in tutta
l'isola, con una campagna elettorale
porta a porta». La lista
definitiva sarà decisa domani in
un'assemblea convocata a Cagliari.
Poi ci sarà il confronto col
coordinamento nazionale e a fine mese
l'ultimo atto: il deposito delle
liste. (ua)
Unione
Sarda
Alessandra
Zedda: «Pronta per Roma» Ma studia da governatrice
La
vicecapogruppo di Forza Italia potrebbe candidarsi alle Politiche
Alessandra Zedda è pronta a
candidarsi per un posto in Parlamento «se
il partito me lo dovesse chiedere»,
ma nessuno parli di una scelta per
venire incontro alla regola sulla
parità di genere. Infatti, la
consigliera regionale di Forza
Italia, punta lo sguardo verso Roma,
sicura di «aver maturato
l'esperienza» per mettersi a disposizione del
partito, ma soprattutto «della mia
gente». Un'ambizione che si
affianca alla suggestione di una
donna alla guida della Regione:
«Possono essere ottime
governatrici».
Ottimista per i prossimi
appuntamenti elettorali?
«Direi piuttosto realista. C'è un
vento di cambiamento e noi politici
dobbiamo essere in grado di
riportare la gente alle urne, spiegando
loro cosa vogliamo fare e con quali
tempi».
Forza Italia si presenta unita?
«Mi auguro di sì. È già da tempo che
il partito lavora a un progetto
di rilancio. L'obiettivo non sono
soltanto le politiche, ma anche le
regionali. Per questo è importante
salvaguardare il rapporto con gli
alleati».
Il rapporto con i partiti
autonomisti è un corteggiamento in piena
regola. Un atteggiamento eccessivo?
«È un elemento dal quale non si può
prescindere se, in Sardegna, una
coalizione vuole interpretare al
meglio le necessità dei cittadini. Le
forze identitarie e autonomiste sono
interlocutori fondamentali».
Il suo partito, però, ha il nome e
la bandiera dell'Italia.
«È vero, ma sostengo con decisione
la specialità. Giusto per fare un
esempio, la zona franca non è
un'utopia o un argomento da campagna
elettorale, ma una necessità».
Sarà tra i candidati alle prossime
Politiche?
«Nel momento in cui il partito me lo
chiede sono a totale
disposizione. Anche perché la legge
elettorale prevede un' importante
presenza femminile e le donne non
devono abdicare».
Sarebbe dispiaciuta se scoprisse che
l'hanno scelta solo per mettere
in salvo la rappresentanza di
genere?
«Molto, anche perché ripensando alla
mia storia politica credo di aver
maturato una discreta esperienza da
mettere a disposizione del partito
ma soprattutto della mia gente».
E la sua gente cosa si dovrebbe
aspettare?
«Che io lavori con tutto l'impegno
per aiutare la Sardegna a uscire
dall'isolamento e dalla crisi».
Sempre con il via libera di
Berlusconi. Decide sempre lui?
«Il presidente è il leader in tutti
i sensi. Sicuramente è un uomo in
grado di capire le reali esigenze
locali e sarà disponibile a
ragionare insieme su chi rappresenta
meglio il partito in Sardegna».
Nel collegio uninominale il
candidato deve cercare voti e metterci la
faccia, con un posto blindato nel
listino del proporzionale basta
sperare che il partito vada bene.
Differenze che creeranno malumori?
«Credo di no. Sono convinta che si
debbano candidare le persone
migliori nell'interpretare le
esigenze della Sardegna. Penso a
politici e persone della società
civile che abbiano esperienza nelle
istituzioni. Di sicuro i candidati
di Forza Italia non saranno scelti
con qualche clic su internet».
Una bacchettata al Movimento 5
stelle. Pensa che faranno l'exploit?
«Credo che abbiano qualche problema
di identità perché non sanno se
essere movimento o partito. Ma
soprattutto sarei curiosa di conoscere
almeno una cosa di cui si sono fatti
carico i parlamentari sardi per
l'Isola, anche essendo minoranza».
A seconda del risultato, le elezioni
di marzo saranno un avviso di
sfratto per il governo regionale?
«No perché il centrosinistra lo ha
già ricevuto con il risultato
disastroso del referendum
costituzionale. L'avviso di sfratto è nelle
cose di tutti i giorni e mi
riferisco al malcontento e alle lamentele,
al di là dei pochi beneficiati, di
tutti i sardi».
Ha detto che il vostro obiettivo
sono sia le Politiche che le
Regionali: si vede di più
parlamentare o presidente della Regione?
«Rappresentare la Sardegna in
Parlamento sarebbe motivo di grande
orgoglio e sarei determinata a
difenderne i diritti in materia di
entrate, servitù militari e
trasporti. Il presidente della Regione ha
la possibilità di agire sul
territorio, sempre mantenendo il confronto
con Roma, ma sicuramente può
incidere molto di più».
Quindi la Regione potrebbe avere una
guida femminile la prossima legislatura?
«Non lo so. Certo è che le donne
possono essere ottime governatrici».
Che giudizio dà dell'attuale Giunta?
«Non ha saputo interpretare la crisi
in corso ed è stata troppo
arrendevole, un esempio fra tutti la
rinuncia ai ricorsi. Non mi
riferisco alla qualità delle
persone, ma all'incapacità politica.
Infine, noto che soltanto
nell'ultimo periodo, ormai fuori tempo
massimo, sono diventati più realisti
su temi come l'immigrazione e i
rapporti col governo».
Matteo Sau
Liberi e
Uguali, 30 aspiranti onorevoli
Da ieri
sul tavolo del garante nazionale la lista dei nomi dei
possibili
candidati al Parlamento
Trenta nomi degli aspiranti
candidati sardi di Liberi e Uguali alle
politiche del 4 marzo: la rosa è sul
tavolo del garante nazionale, il
senatore del Friuli Venezia Giulia
Carlo Pregorer. I territori
dell'Isola avevano tempo fino a ieri
per presentare le indicazioni.
I due nomi più citati sono quelli
del deputato uscente Michele Piras
(Mdp) e del segretario regionale di
Mdp, Yuri Marcialis .
Il primo con ogni probabilità sarà
capolista nel collegio unico proporzionale del
Senato. Per Marcialis si profila la
stessa posizione nel collegio
proporzionale del sud Sardegna per
la Camera. Della rosa fanno parte -
per ora - anche i 4 consiglieri
regionali di Art 1 Sdp: Eugenio Lai,
Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo
Zedda . Il regolamento di LeU non
prevede candidature di chi ricopre
cariche incompatibili, ma in casi
eccezionali potrebbero essere
concesse deroghe. Quello di Eugenio Lai
potrebbe essere uno, mentre gli
altri consiglieri potrebbero decidere
di rinunciare alla corsa. Secondo
indiscrezioni, però, alla presidenza
della Regione l'ipotesi di
dimissioni di Lai desterebbe qualche
preoccupazione: gli subentrerebbe in
Consiglio regionale Claudia
Zuncheddu (Sardigna Libera) che ha
manifestato posizioni molto diverse
da quelle della Giunta Pigliaru.
Ecco gli altri nomi, che si
aggiungono a quelli del segretario
regionale di Possibile, Thomas
Castangia , e di SI, Antonello
Licheri . Dal Cagliaritano vengono
proposti il giornalista Ottavio
Olita (SI), la consigliera ad Elmas,
Maria Laura Orrù (Possibile),
l'assessora a Portoscuso, Sara Marrocu
(Possibile). Da Oristano Bruno
Palmas , coordinatore provinciale di
Mdp, ed Eleonora Casula (SI). Dal
Medio Campidano l'ex sindaco di
Sardara, Peppe Garau (Mdp). Dal
Nuorese: l'ex sindaco del capoluogo
della Barbagia, Mario Zidda (Mdp), e
Domenico Cabula , ex segretario
provinciale del Pd. Dalla Gallura:
Cristina Desole (architetta). Da
Sassari: Angelo Cossu (Sinistra
Italiana), Pasquale Lubinu ,
coordinatore provinciale Mdp, Franco
Dore (Si), Salvatore Multinu
(Si), Marco Cossu (Possibile),
Gavinuccia Arca (Mdp), Danilo
Idda(Mdp).
Roberto Murgia
Psd'Az,
vertice romano col Pd
Solinas
da Cucca e Fassino: nessuna novità
Primo incontro Pd-Psd'Az a Roma per
chiudere un'alleanza elettorale in
vista delle Politiche del 4 marzo.
Ieri al tavolo sedevano il
segretario regionale del Pd,
Giuseppe Luigi Cucca, il mediatore dem
Piero Fassino, il ministro Luca
Lotti e il deputato Lorenzo Guerini.
Per il Psd'Az, il segretario
nazionale e consigliere regionale
Christian Solinas. Il vertice è
stato interlocutorio. Solinas ha già
fatto sapere che sulle ipotesi percorribili
riferirà al consiglio
nazionale il 13 gennaio.
Sono tre le pregiudiziali poste dal
Psd'Az a tutti gli interlocutori.
Anzitutto «un impegno formale a
portare nei primi 100 giorni del
prossimo Parlamento una legge di
riforma dello Statuto speciale, che
introduca la tutela linguistica e
storico-culturale sul modello
valdostano e altoatesino, la
competenza primaria su bellezze naturali
e beni culturali con
regionalizzazione delle sovrintendenze, il
passaggio della finanza locale con
riduzione degli accantonamenti, il
passaggio di competenze e risorse
per la continuità territoriale
marittima, l'immediata attivazione
dei punti franchi, l'adozione di un
nuovo piano di rinascita».
In secondo luogo, spiega Solinas,
«il riconoscimento del valore
politico, storico e morale del
sardismo attraverso la dichiarazione
della pari dignità tra i
sottoscrittori dell'accordo e la presenza del
nostro simbolo sulle schede
elettorali». Infine, «candidature alla
Camera e al Senato su posizioni
eleggibili che consentano di riportare
nostri rappresentanti in
Parlamento». (ro. mu.)
Progres
vicino al Pds - Gelo invece col polo indipendentista
Difficilmente il Partito dei sardi e
il Progetto Autodeterminatzione
costruiranno un percorso comune per
i prossimi appuntamenti
elettorali. L'incontro previsto ieri
pomeriggio è slittato e, almeno
per ora, le posizioni sono distanti.
Nel frattempo, però, il Pds
continua a dialogare con alcune
forze della galassia indipendentista
per cercare di realizzare il
progetto comune. Tra i partiti pronti al
dialogo c'è Progres che, attraverso
le parole del segretario Gianluca
Collu, ha fatto intendere di credere
in un progetto di convergenza
nazionale.
Davanti a un interesse decisamente scarso
per le elezioni politiche,
il segretario di Progres apre al
confronto con i partiti sardi che
condividono alcuni valori e
obiettivi. Tra questi «il riconoscimento
della nazione sarda, il diritto di
decidere del nostro popolo e una
ridefinizione dei rapporti con lo
Stato italiano, attraverso la
riscrittura dello Statuto». Temi
cari in casa del Partito dei sardi
che da tempo predica
l'indipendentismo di governo e si confronta anche
con altre forze, come ad esempio i
Riformatori, su temi come fisco e
insularità. (m. s.)
E
settantatré onorevoli sono in lista d'attesa
Busia
(Cd): bisogna intervenire. Carta (Psd'Az): ricalcolo col metodo
contributivo
I vitalizi sono stati cancellati, ma
solo per i consiglieri regionali
eletti per la prima volta nell'attuale
legislatura, nel 2014. Dunque,
il lista d'attesa ci sono 73
onorevoli, tra consiglieri attualmente in
carica (al secondo mandato o più),
parlamentari che sono stati
consiglieri (ne avranno diritto
quando non ricopriranno più il ruolo)
e chi non ha ancora raggiunto l'età
(almeno 65 anni per chi è stato
eletto dopo il Duemila). «Al singolo
consigliere si applica la
disciplina in vigore al momento
della sua prima elezione,
conseguentemente i vitalizi
attualmente assegnati agli ex consiglieri
variano a seconda della legislatura
in cui sono stati eletti per la
prima volta», spiegano gli uffici.
«Il consigliere regionale versava
mensilmente una quota della propria
indennità lorda che veniva
accantonata per il pagamento degli
assegni, come previsto da appositi
regolamenti. La quota, che era
inizialmente dell'8,60%, è stata
portata, nel 2007, al 15% e, dal 26
maggio 2012 fino alla fine della
XIV legislatura, al 22% (pari a
2.038,03 euro)».
Le proposte di legge per cambiare le
cose in un modo o nell'altro (per
esempio per la riduzione, per il
ricalcolo come per le pensioni
normali, per abolire la
reversibilità) sono state tutte ritirate,
tranne una, firmata da Anna Maria
Busia del Centro democratico. Che
oggi dice: «È sempre valida, e la
porterò alla prossima conferenza dei
capigruppo. Dobbiamo intervenire,
d'altronde se i “diritti acquisiti”
sono stati ampiamente superati per i
lavoratori non si capisce perché
non lo possano essere anche per i
consiglieri».
Intanto a luglio scorso Angelo
Carta, capogruppo del Psd'Az, ha
presentato una legge per “una nuova
disciplina sui trattamenti
pensionistici dei membri del
Consiglio regionale della Sardegna” che -
spiega - «si propone di rivedere i
vitalizi col metodo contributivo,
copiata pari pari da quella di Matteo
Richetti», il deputato Pd che ha
firmato un decreto di tagli agli
assegni di deputati e senatori,
decreto ucciso nella culla a
dicembre in commissione al Senato. (cr.
co.)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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