Unione
Sarda
Il Pds
rompe con il Pd: «Parole aggressive e orizzonti differenti»
Pd e Pds non correranno assieme per
le politiche del 4 marzo. Il responso arriva dopo una blindatissima direzione
nazionale del Partito dei Sardi all'hotel Mistral 2 di Oristano. «Il Partito
dei Sardi ritiene che il tempo non sia maturo per una alleanza col Pd alle elezioni
politiche italiane, perché non sono maturate le condizioni per trasformarle in
un evento nazionale sardo», recita il documento redatto alla fine della
riunione.
IL DOCUMENTO Per quanto riconosca al
segretario regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca garbo, metodo e sforzo
dialogante che hanno attenuato precedenti «parole aggressive» del Pd, il Pds
deve constatare «una sproporzione di obiettivi e di orizzonti di grande portata
fra le nostre due forze». Quindi si va avanti con il «dialogo con le forze
indipendentiste e democratiche interessate a far sentire la voce del popolo sardo». E se il
partito guidato da Paolo Maninchedda desiste è anche perché «a fronte della
nostra richiesta di incontrarci su un esplicito mandato che mettesse proprio il
popolo sardo al di sopra di tutto riscontriamo invece che a prevalere è ancora
la logica della fiducia nei Governi italiani».
LA COALIZIONE Cucca si rammarica,
ricorda al Pds che «abbiamo entrambi a cuore gli interessi della Sardegna» e
ribadisce «la volontà a proseguire nel dialogo per trovare un accordo in tempi
brevissimi». Ma di fatto, allo stato attuale la coalizione di centrosinistra comprende,
oltre al Pd, solo Civica Popolare di Beatrice Lorenzin e Lorenzo Dellai - con
referente in Sardegna, Antonio Satta (possibile candidato nel proporzionale del
nord Sardegna) - e dei centristi per l'Europa di Pierferdinando Casini e del
ministro dell'Ambiente Galletti (con referente il consigliere comunale a
Cagliari Federico Ibba , possibile candidato nel proporzionale Cagliari sud
Sardegna). Trattative serrate col Psd'Az, che a per metà settimana potrebbe incontrare
a Roma il mediatore dem Piero Fassino . Da verificare anche la presenza di
Centro Democratico e Più Europa di Emma Bonino, che nell'Isola fanno riferimento
al deputato Roberto Capelli.
IL PARTITO DEMOCRATICO Nel Pd
concorrono per una riconferma Romina Mura , Caterina Pes , Francesco Sanna
,Emanuele Cani , Giampiero Scanu e Giovanna Sanna . Per il Senato cercano la
rielezione Giuseppe Luigi Cucca , Silvio Lai e Ignazio Angioni . Tra le new
entry possibili i consiglieri Gavino Manca , Franco Sabatini e il presidente
del Consiglio Gianfranco Ganau . Si parla anche di nomi forti calati direttamente
da Roma come il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio .
LIBERI E UGUALI Sempre ieri a
Oristano si è tenuta la prima direzione regionale di Liberi e Uguali. Entro
domani l'assemblea regionale produrrà una rosa con i nomi dei candidati alle
politiche, sui quali sarà però la direzione nazionale a prendere una decisione
finale entro lunedì 22 gennaio. Alla direzione convocata nella sede Enrico Berlinguer
di via Canepa a Oristano era presente anche il garante di Liberi e Uguali, il
deputato bersaniano Nicola Stumpo. Tra gli esponenti sardi di Mdp, Possibile e
Sinistra Italiana che aspirano ad entrare alla Camera e al Senato, tra i
papabili c'è sicuramente l'uscente Michele Piras che punta al collegio
proporzionale del Senato. In corsa anche il consigliere regionale Eugenio Lai
per un posto nel proporzionale alla Camera.
IL CALENDARIO E mentre il quadro
elettorale si compone, si avvicinano le prime scadenze. Dalle 8 del 19 gennaio
alle 16 del 21, ogni partito che voglia correre per le elezioni dovrà
depositare simbolo ed eventuali coalizioni al ministero dell'Interno. Meno di
dieci giorni dopo, dalle 8 del 28 gennaio alle 16 del 29 è prevista la presentazione
in ogni circoscrizione delle liste di candidati nei collegi plurinominali
proporzionali e dei candidati nei collegi uninominali maggioritari.
Roberto Murgia
La
Nuova
Il Pds
dice no ai Dem il Psd'Az tratta con Renzi
di Umberto Aime
CAGLIARI
Il Partito dei sardi ha detto no al
Pd: «Non ci sono le condizioni per
un'alleanza alle Politiche di
marzo». Ma nelle stesse ore è arrivata
la conferma di un vertice, in
settimana a Roma, fra il Psd'Az e la
segreteria nazionale del Pd. Con il
centrosinistra che sembrerebbe
essere ogni giorno di più una porta
girevole: gente che va, gente che
viene.Pds. La direzione nazionale
del Partito dei sardi ha deciso: «Il
tempo non è maturo per un'alleanza
con il Pd alle elezioni politiche
italiane, perché non ci sono le
condizioni per trasformarle in un
evento nazionale sardo».
Dunque, lo strappo è consumato:
niente
centrosinistra e invece «pieno
mandato al segretario nazionale Paolo
Maninchedda di continuare nel
dialogo con le forze indipendentiste e
democratiche interessate a far
sentire in Italia la voce del popolo
sardo». A questo punto, il Pds
potrebbe fare due scelte: non
presentarsi alle elezioni di marzo,
improbabile, oppure costruire e
poi guidare una lista tutta sarda.
Di certo col Pd la partita sembra
essere chiusa un volta per tutte e
le spiegazioni della fumata nera
sonno elencate nel documento
approvato in serata dalla direzione
nazionale riunita a Oristano.
Nonostante al segretario regionale
del
Partito democratico, Giuseppe Luigi
Cucca, sia riconosciuto di aver
inviato al Pds una lettera aperta in
cui è evidente «lo sforzo
dialogante» e la presa di distanze
«dalle parole aggressive
pronunciate contro il Pds nell'ultima
direzione del Pd», non è
comunque sufficiente oggi per «avere
degli obiettivi comuni, mentre
esiste ancora una sproporzione
evidente di orizzonti fra le nostre due
forze». Quanto siano diversi
obiettivi e orizzonti è spiegato subito
dopo: «A fronte della proposta del
Partito dei sardi - è scritto nel
documento - d'iscrivere le elezioni
politiche in un percorso verso la
Nazione sarda, la lettera aperta
ribadisce invece lo stretto orizzonte
autonomista del Pd» e che se
applicato oggi «ci riporterebbe
addirittura indietro rispetto anche
al 2014», (è l'alleanza per le
Regionali) e «in cui invece era
stato trovato il punto di mediazione
per un graduale superamento del
continuo delegare all'Italia quanto è
sempre più decisivo per il popolo
sardo».
Per Il Pds così a prevalere
nel Pd è ancora «la logica della
fiducia nei governi italiani» fino a
essere portatore, lo stesso Pd,
persino di «una prossima campagna
elettorale basata sulle cose fatte
dal governo Renzi, mentre su molte
di queste il nostro partito ha
dissentito... e non possiamo certo
ridimensionare la portata dei nostri
valori a una ratifica
dell'operato del governo italiano
uscente». Con una conclusione
perentoria: «Questa non può essere
la battaglia del Partito dei sardi,
che invece punta a una nuova
alleanza, più ampia e diversa del
centrosinistra attuale e ora capace
di chiamare a raccolta le forze
indipendentiste, autonomiste ma
anche progressiste e liberali sotto
una nuova bandiera».
Per essere ancora più diretti: arrivederci
e
grazie. Immediata la replica di
Cucca: «Sono rammaricato però auspico
che il Pds ci ripensi».Psd'Az.
L'alleanza fra sardisti e Pd sarà
decisa in settimana, non a Cagliari
ma a Roma. Per mercoledì la
segreteria nazionale del Psd'Az,
guidata da Christian Solinas avrà un
incontro, in via del Nazareno, con i
vertici del partito di Renzi.
Dovrebbe essere questa l'ultima
occasione per stringere il patto
elettorale. Stando alle
indiscrezioni si sa che il Pds'Az troverà
dall'altra parte del tavolo Lorenzo
Guerini, è il coordinatore della
segreteria, e Piero Fassino, ormai
considerato l'ambasciatore del Pd
quando c'è da trattare con i
possibili alleati.
Alla riunione
dovrebbero partecipare anche Matteo
Renzi e il suo braccio destro Luca
Lotti. La proposta del Pd per i
sardisti dovrebbe essere questa: un
collegio uninominale sicuro nella
penisola, più al Senato che alla
Camera, e la presentazione del
simbolo non solo nel proporzionale in
Sardegna, ma anche in tutte le altre
regioni. Dunque, l'ipotesi sul
tavolo sarà quella di un accordo dal
«respiro nazionale», con la
possibilità che nel programma
politico della coalizione ci sia un
capitolo dedicato proprio alla
Sardegna.
Per forza il Pd dovrà
presentarsi con questo pacchetto di
proposte, perché - lo sanno tutti
- i sardisti sono corteggiati da
settimane dal centrodestra e da Forza
Italia in particolare. Anzi, il Polo
di Berlusconi e più avrebbe già
formalizzato un'offerta: il collegio
uninominale Cagliari-Sulcis al
Senato e almeno un altro ma alla
Camera da scegliere fra il Piemonte e
la Lombardia. Il 13 gennaio a dire
l'ultima parola sulle alleanze sarà
una riunione straordinaria del
consiglio nazionale del Psd'Az.
La
Nuova
L'assemblea
fra oggi e domani dovrebbe sciogliere l'ultima riserva sui collegi
Liberi e
Uguali, rosa di candidati
ORISTANO. Le tre anime di Liberi e
Uguali sono d'accordo sul programma,
quello presentato a Roma dal leader
Pietro Grasso è piaciuto molto
anche in Sardegna, ma sui nomi dei
candidati c'è ancora molto da
lavorare e limare. Articolo 1-Mdp,
Possibile e Sinistra Italiana, come
annunciato, si sono ritrovati lunedì
a Oristano per la prima assemblea
regionale operativa di LeU. Il
confronto è stato acceso ma costruttivo
dall'inizio alla fine, con oltre una
trentina di interventi. Sui punti
forti del programma non ci sono
stati voci contrarie. Anzi, la
proposta arrivata da Roma è stata
salutata più volte con diversi
applausi a scena aperta. Più
complicato è stato il passaggio su come
distribuire le prossime candidature.
Ciascuna area ha presentato le
sue proposte e lo ha fatto coi
coordinatori Yuri Marcialis per Mdp,
Thomas Castangia in rappresentanza
di Possibile e Antonello Licheri
per Sinistra Italiana. Alla fine
l'accordo di massima raggiunto è
stato questo: fra oggi e domani
ciascun gruppo presenterà una rosa di
candidati, poi ci sarà un momento di
sintesi, con un altro passaggio
in assemblea, e infine le liste
definitive saranno inviate alla
direzione nazionale che dovrà
decidere entro l'inizio della prossima
settimana. Stando ad alcune voci le
candidature più probabili
dovrebbero essere queste: il
deputato uscente Michele Piras dovrebbe
guidare la lista proporzionale
regionale per Palazzo Madama.
Mentre alla Camera una delle due
liste per il proporzionale potrebbero avere
come capolista il consigliere
regionale Eugenio Lai, e dovrebbe essere
quella Cagliari-Sulcis-Oristano, e
l'altra potrebbe essere guidata da
una donna. Liberi e Uguali dovrà
riempire anche le nove caselle
dell'uninominale: dai sei collegi
per la Camera ai tre in cui in palio
ci sono altrettanti seggi di Palazzo
Madama. A questo punto saranno
decisivi oggi e domani per conoscere
i candidati sardi di Liberi e
Uguali per le Politiche di Marco.
Col partito ancora accreditato nei
sondaggi di una forchetta che va dal
5 al 6,5 per cento in Sardegna.
(ua)
Civica
popolare col Pd, Noi con l'Italia con Fi. Solo Energie per
l'Italia
resta sola I centristi si sono tutti accasati
CAGLIARI
Una volta c'era questa convinzione:
senza i moderati dalla tua parte,
non si vincono neanche le elezioni
del condominio. È ancora così?
Forse, ma non è detto, perché il
Centro di una volta s'è frantumato e
dovunque, nel centrosinistra e nel
centrodestra, ci sono pezzi più o
meno importanti. Con il Pd. Di
sicuro oggi i Civici popolari del
ministro alla Sanità Beatrice
Lorenzin, dell'ex deputato di Scelta
civica Lorenzo Dellai, e di Pier
Ferdinando Casini presenteranno il
simbolo.
La lista si chiamerà «Civica
popolare», con o senza
Margherita si vedrà e molto
dipenderà da com'è finito in queste ore lo
scontro legale con la proprietà
della vecchia Margherita, quella ai
tempi di Rutelli. Comunque è sicuro
che, nel nord Sardegna, questa
fetta di moderati avrà come uomo
guida Antonio Satta e l'Upc. È lui il
leader storico del movimento
Popolari cristiani e potrebbe scendere in
campo come capolista nel collegio
proporzionale Sassari-Olbia-Nuoro. I
Centristi per l'Europa di Pier
Ferdinando Casini e del ministro
all'ambiente Gian Luca Galletti, che
nel sud Sardegna sono coordinati
dal consigliere comunale di Cagliari
Federico Ibba, fanno parte anche
loro della grande famiglia dei
Civici popolari.
Nel collegio proporzionale
Cagliari-Sulcis-Oristano saranno presenti con una lista
capeggiata proprio da Ibba, che però
non ha sciolto ancora la riserva.
L'accordo col Pd comunque è chiuso
da tempo e della partita dovrebbe
far parte anche quello che è rimasto
dell'Idv.Con Forza Italia. Anche
sul fronte de centrodestra i giochi
sembrano fatti. Seppure esclusa
dal vertice domenicale fra
Berlusconi, Salvini e Giorgia Meloni, la
"quarta gamba" è in
movimento da diverse settimane. In Sardegna, pochi
giorni fa, è stato chiuso l'accordo
fra i Riformatori, che qui
rappresentano Raffaele Fitto di
Direzione Italia, e l'Udc. Insieme
confluiranno, così come nelle altre
regioni, nella lista Noi con l'Italia.
Nella trattativa regionali per i
collegi uninominali, i
centristi avrebbero chiesto due
collegi: uno dovrebbe essere quello di
Oristano, con candidato Attilio
Dedoni, capogruppo dei Riformatori in
Consiglio regionale, e l'altro in
Gallura per il sindaco di Tempio
Andrea Biancareddu dell'Udc. Il più
probabile è quello di Oristano,
mentre Forza Italia non vorrebbe
rinunciare alla Gallura. In ogni
caso, Noi con l'Italia presenterà il
simbolo nel proporzionale sia
alla Camera, uno dei capolista sarà
il deputato uscente Pierpaolo
Vargiu, l'altro potrebbe essere
Biancareddu se non trovasse spazio
nell'uninominale, e al Senato, con
la possibile candidatura di Giorgio
Oppi, leader storico dell'Udc sardo.
Da solo per ora. È il movimento
Energie per l'Italia dell'ex
candidato sindaco di Milano Stefano
Parisi, già delfino del Cavaliere.
Alla richiesta di Berlusconi
«Entrate anche voi nella quarta
gamba», quelli di Epi hanno riposto
picche: «Siamo tutt'altra cosa». Se
lo strappo non dovesse essere
ricucito, il coordinatore regionale
Tore Piana ha annunciato:
«Correremo da soli». Lo faranno in
tutti i collegi uninominali per la
Camera, sono sei, nei due
proporzionali, nel Centro-Nord il capolista
dovrebbe essere Piana, nel
Centro-Sud Giuseppe Cappai, e nei tre col
maggioritario e in quello regionale
per il Senato. (ua)
Unione
Sarda
E il
Psd'Az resta ancora in bilico tra i due poli
Per Forza
Italia in campo molti big. M5S, si attende la data delle parlamentarie
Guardando alle prossime Politiche
del 4 marzo appare più nitida la
situazione del centrodestra, almeno
per quanto riguarda la definizione
della coalizione. A parte Forza Italia,
Fratelli d'Italia e Lega, ne
fanno parte Noi con L'Italia (Udc e
i Riformatori, referenti di
Raffaele Fitto nell'Isola). Resta
l'incognita Psd'Az: sono in corso,
infatti, trattative per alleanze
elettorali anche con il Partito
democratico. «Al termine dell'istruttoria
sulle ipotesi percorribili
riferirò al Consiglio nazionale,
credo il 13 gennaio», ha fatto sapere
già il segretarioChristian Solinas .
Per quanto riguarda Forza Italia,
alla fine sarà come sempre Silvio
Berlusconi ad avere l'ultima parola.
Ad ogni modo, viene data per
certa la candidatura del
coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo
Cappellacci, nel collegio
proporzionale della Camera, Cagliari-Sud
Sardegna. Il consigliere Giuseppe
Fasolino dovrebbe correre nel
collegio uninominale Olbia-Tempio,
Pietro Pittalis nel proporzionale
alla Camera del Nord Sardegna ed
Emilio Floris , senatore uscente, nel
proporzionale del Senato.E poi c'è
il caso Paolo Vella .
Il deputato uscente potrebbe mirare
a
correre nello stesso collegio della
Camera a cui ambisce Pittalis,
oppure nel proporzionale unico al
Senato.
In Fratelli d'Italia resta il nome
del deputato uscente Bruno Murgia e
si aggiunge quello del coordinatore
regionale Salvatore Sasso Deidda .
In Noi con l'Italia, Giorgio Oppi
(Udc) potrebbe essere capolista del
proporzionale unico al Senato e
Pierpaolo Vargiu capolista
proporzionale alla Camera nel
collegio Sud Sardegna.
Nel Movimento Cinquestelle è ancora
da decidere la data delle
parlamentarie. Le autocandidature
sono state circa trecento.
Concorrono tre uscenti su cinque:
Emanuela Corda e Andrea Vallascas
alla Camera e Roberto Cotti al
Senato.
Ro. Mu.
Parla il
pubblicitario che curerà le strategie di Forza Italia nell'Isola
Così i
“big data” aiuteranno i candidati
Alle Politiche del 1976 votò il
93,4% degli elettori. Era la prima
volta con i diciottenni alle urne e
la Dc prevalse di un niente (4
punti) sul Pci. Nel 2013 l'affluenza
era scivolata al 72,25% e il
prossimo 4 marzo è attesa più bassa
di 5-7 punti. Più cresce la
disaffezione degli elettori più
diventa difficile conquistarli,
peraltro con un sistema complesso
come il Rosatellum-bis.
C'è una differenza rispetto al
passato: si chiama Programmatic
advertising . Alessandro Deplano,
amministratore di Gruppo misto
comunicazione, agenzia con oltre
vent'anni di esperienza, ne farà
largo uso nella campagna che sta
pianificando per Forza Italia.
PROFILAZIONE DEGLI ELETTORI Tutto
parte dai dati e dai complessi
algoritmi che analizzano
continuamente i comportamenti online dei
consumatori, estraendo il maggior
numero di dati possibile dai like,
dai post, dalle ricerche su google.
Con i dati si creano i profili dei
consumatori. Questi big data , il
vero tesoro di questi anni, vengono
acquistati dalle aziende o, nella
circostanza, dai partiti o chi per
loro, che così si costruiscono un
preciso target su base sia
demografica e comportamentale.
«Significa che rivolgeremo i
messaggi
di un candidato di Forza Italia a un
potenziale elettore che ha
espresso pareri su temi che
coincidono con il suo programma o segue
persone di un determinato
orientamento politico», spiega Deplano.
«Così si fanno incontrare domanda e
offerta in tempo reale, si dà ciò
che serve nel momento in cui serve.
È come quando cerchiamo un paio di
scarpe on line e per i giorni
successivi ci vediamo piovere sul web
offerte di scarpe del genere che
stiamo cercando da parte di molte
aziende». Il preventivo per Forza
Italia è di circa 75mila euro
e comprende realizzazione di siti
internet, utilizzo dei social, grafica e molto
altro.(f. ma.)
Partiti
con le casse vuote Alle urne con pochi soldi
Quanto
costerà la campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo
Sarà una campagna elettorale low
cost. E non solo perché i partiti
orfani del finanziamento pubblico,
solo in parte compensato dai
proventi del due per mille, non
hanno più un soldo.
Forza Italia, per dire, dopo che
Silvio Berlusconi ha saldato di tasca
sua i 44 milioni di debiti del
partito con le banche, ha tagliato il
90% delle spese elettorali e di
comunicazione. E ora chiede ai
candidati un contributo fra 30 e
40mila euro. Il Pd deciderà nei
prossimi giorni, ma potrebbe
replicare lo schema del 2013 quando
impose a ogni aspirante onorevole di
versare 20mila euro. Certo è che
se prima i partiti sostenevano le
ricche campagne dei candidati ora
sono gli aspuranti parlamentari a
dover pagare la campagna elettorale.
Per loro e per tutti gli altri.
FORME DI FINANZIAMENTO I budget sono
differenti e anche i metodi.
Fratelli d'Italia, come altri
partiti, a livello locale conterà sulle
iniziative di autofinanziamento e
sui contributi volontari, sui quali
fa affidamento, come sempre, anche
il Movimento Cinquestelle.
Nessuno ha ancora definito il budget
anche perché ora le energie di
ciò che resta delle organizzazioni
partitiche (i tagli al personale
sono stati devastanti) sono
indirizzate alla formazione delle liste da
presentare entro il 29 gennaio.
CIASCUNO DARÀ CIÒ CHE PUÒ
«Privilegeremo il contatto diretto con i
cittadini, continuando la missione
nei territori promossa già un anno
fa, e coniugandola con la modernità
dei social-network», spiega il
coordinatore regionale di Forza
Italia Ugo Cappellacci. «Promuoveremo
una serie di iniziative di
auto-finanziamento e ogni candidato sarà
chiamato a dare il proprio
contributo personale in proporzione alle
proprie possibilità. Il partito
nazionale sosterrà gli eventi e gli
strumenti di comunicazione su scala
nazionale mentre le iniziative
territoriali saranno sostenute a
livello locale». Cifre? «È ancora
presto», dice l'ex presidente della
Regione che sarà presente
nell'uninominale. «Per la campagna
elettorale conteremo sui nostri
giovani militanti e sui tanti
simpatizzanti».
PD: 20MILA EURO Il Pd Sardegna oggi
ha una riunione organizzativa in
cui si parlerà anche di questo e
anche al Nazareno si susseguono gli
incontri. «Stiamo stilando il
calendario con tutte le iniziative di
autofinanziamento, poi faremo i
conti», spiega il tesoriere Franco
Pinna. Giuseppe Cucca, senatore
uscente e segretario regionale Dem,
ieri ha preso un aereo per Roma:
appuntamento nella sede del Pd per
ragionare di candidature e budget.
«Il periodo delle vacche grasse è
finito», spiega. «Non so quanti
fondi avremo a disposizione ma non è
escluso che il partito chiederà a
tutti i candidati un contributo di
20mila euro, come nel 2013. Ai quali
si aggiungono i 1500 euro che noi
parlamentari abbiamo versato tutti i
mesi».
IL READING DI MURGIA Anche Bruno
Murgia, da deputato uscente di
Fratelli d'Italia, ha versato al suo
partito un contributo mensile.
Sarà presumibilmente ricandidato ma
non sa esattamente quanto
spenderà. Sa, però, che cosa farà:
«Racconterò la mia idea di Sardegna
attraverso musica, testi, immagini.
Sarà una sorta di reading e ci
saranno le mie letture, i miei film,
i miei dischi preferiti. I soldi?
Non so, di sicuro ci saranno i
manifesti, i volantini, i social. A
Roma ho un collaboratore che mi
aiuta ma noi che veniamo dalla
militanza possiamo contare su tanti
volontari nel territorio».
CINQUESTELLE IN ATTESA Emanuela
Corda, deputata uscente del Movimento
Cinquestelle, si è candidata alle
parlamentarie e non sa ancora se
sarà scelta. Tanto meno sa quanto
potrà spendere. «Come tutti gli
eletti ho trattenuto ogni mese tremila
euro e il resto l'ho depositato
in un fondo vincolato, più o meno
altri tremila euro al mese, in
media». Significa che nel
quinquennio ha contribuito con circa 180mila
euro. Soldi destinati alla
collettività e non a disposizione dei
candidati, che, dunque, dovranno
contare sulle contribuzioni
volontarie e sui loro budget.
Fabio Manca
NUORO.
Comune sull'orlo della crisi, da La Base ultimatum a Soddu
Piero
Marteddu: «Questa verifica non può essere una liturgia infinita»
Doveva essere una conferenza stampa
di metà mandato per tracciare un
bilancio di quanto fatto da La Base
che governa la città con
l'amministrazione Soddu. E per
capire cosa rimane da fare dopo metà
mandato. Inevitabilmente però si è
parlato dell'attualità e delle
difficoltà politiche che sta
attraversando l'amministrazione di Nuoro.
Con un assessore dimesso, e uno
autosospeso, ieri il gruppo La Base ha
dato un segnale chiaro al suo
sindaco Andrea Soddu: «Chiediamo che
entro dieci giorni venga conclusa
questa verifica di maggioranza», ha
detto il coordinatore provinciale
Piero Marteddu.
TEMPO SCADUTO Alla conferenza stampa
La Base si schiera con tutto il
direttivo, dal coordinatore
nazionale Efisio Arbau, a quello
provinciale Piero Marteddu,
proseguendo con il vice sindaco Sebastian
Cocco e i consiglieri Giovanna
Zedda, Eleonora Angheleddu e Michele
Siotto. È proprio Marteddu a
ricordare come «l'alleanza civica e
sardista ha permesso di far
ritrovare la fiducia dei cittadini
nell'amministrazione. A Soddu -
mette le mani avanti Marteddu -
diciamo che dispone del nostro
sostegno, ma siamo contrari a
discussioni inconcludenti».
Parla di una liturgia infinita sulla
verifica di maggioranza Marteddu,
e per conto de La Base chiede «di
chiudere in dieci giorni la
discussione e riorganizzare prioritariamente
la squadra di governo per
ridare vigore all'attività». Una
esortazione a fare presto anche se
ancora il movimento non ha deciso
cosa succederà se scadessero i
termini senza novità: «Si porrà con
maggior forza la nostra richiesta
e poi valuteremo».
IL SINDACO Prima della conferenza
stampa, il sindaco Andrea Soddu
saluta tutti, ma poi alle richieste
del gruppo La Base risponde così:
«Sono d'accordo con quanto
segnalato, il cambiamento di passo è una
nostra esigenza e stiamo lavorando
affinché avvenga prima possibile
per il bene della città».
I RISULTATI L'assessore e vice
sindaco Sebastian Cocco afferma:
«Vediamo la cultura come un sistema,
e come tale abbiamo agito, ma gli
effetti si vedranno nel tempo». Il
capogruppo Giovanna Zedda ricorda
il risultato dei nuovi comitati di
quartiere («che purtroppo sono
ancora in fase di attuazione»),
l'eliminacode all'ufficio anagrafe, «e
l'istituzione della Consulta delle
associazioni per la disabilità».
Michele Siotto rimarca la grande
attenzione per le famiglie «e i
parchi per bimbi nei quartieri, e
aver proposto grande attenzione per
l'identità culturale» mentre
Eleonora Angheleddu intravede, dopo il
Tribu, il rilancio delle case
storiche, sottolineando l'istituzione
della commissione pari opportunità.
Fabio Ledda
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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