martedì 9 gennaio 2018

Rassegna stampa 09 Gennaio 2018

Unione Sarda

Il Pds rompe con il Pd: «Parole aggressive e orizzonti differenti»

Pd e Pds non correranno assieme per le politiche del 4 marzo. Il responso arriva dopo una blindatissima direzione nazionale del Partito dei Sardi all'hotel Mistral 2 di Oristano. «Il Partito dei Sardi ritiene che il tempo non sia maturo per una alleanza col Pd alle elezioni politiche italiane, perché non sono maturate le condizioni per trasformarle in un evento nazionale sardo», recita il documento redatto alla fine della riunione.

IL DOCUMENTO Per quanto riconosca al segretario regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca garbo, metodo e sforzo dialogante che hanno attenuato precedenti «parole aggressive» del Pd, il Pds deve constatare «una sproporzione di obiettivi e di orizzonti di grande portata fra le nostre due forze». Quindi si va avanti con il «dialogo con le forze indipendentiste e democratiche interessate a far sentire la voce del popolo sardo». E se il partito guidato da Paolo Maninchedda desiste è anche perché «a fronte della nostra richiesta di incontrarci su un esplicito mandato che mettesse proprio il popolo sardo al di sopra di tutto riscontriamo invece che a prevalere è ancora la logica della fiducia nei Governi italiani».

LA COALIZIONE Cucca si rammarica, ricorda al Pds che «abbiamo entrambi a cuore gli interessi della Sardegna» e ribadisce «la volontà a proseguire nel dialogo per trovare un accordo in tempi brevissimi». Ma di fatto, allo stato attuale la coalizione di centrosinistra comprende, oltre al Pd, solo Civica Popolare di Beatrice Lorenzin e Lorenzo Dellai - con referente in Sardegna, Antonio Satta (possibile candidato nel proporzionale del nord Sardegna) - e dei centristi per l'Europa di Pierferdinando Casini e del ministro dell'Ambiente Galletti (con referente il consigliere comunale a Cagliari Federico Ibba , possibile candidato nel proporzionale Cagliari sud Sardegna). Trattative serrate col Psd'Az, che a per metà settimana potrebbe incontrare a Roma il mediatore dem Piero Fassino . Da verificare anche la presenza di Centro Democratico e Più Europa di Emma Bonino, che nell'Isola fanno riferimento al deputato Roberto Capelli.

IL PARTITO DEMOCRATICO Nel Pd concorrono per una riconferma Romina Mura , Caterina Pes , Francesco Sanna ,Emanuele Cani , Giampiero Scanu e Giovanna Sanna . Per il Senato cercano la rielezione Giuseppe Luigi Cucca , Silvio Lai e Ignazio Angioni . Tra le new entry possibili i consiglieri Gavino Manca , Franco Sabatini e il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau . Si parla anche di nomi forti calati direttamente da Roma come il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio .

LIBERI E UGUALI Sempre ieri a Oristano si è tenuta la prima direzione regionale di Liberi e Uguali. Entro domani l'assemblea regionale produrrà una rosa con i nomi dei candidati alle politiche, sui quali sarà però la direzione nazionale a prendere una decisione finale entro lunedì 22 gennaio. Alla direzione convocata nella sede Enrico Berlinguer di via Canepa a Oristano era presente anche il garante di Liberi e Uguali, il deputato bersaniano Nicola Stumpo. Tra gli esponenti sardi di Mdp, Possibile e Sinistra Italiana che aspirano ad entrare alla Camera e al Senato, tra i papabili c'è sicuramente l'uscente Michele Piras che punta al collegio proporzionale del Senato. In corsa anche il consigliere regionale Eugenio Lai per un posto nel proporzionale alla Camera.

IL CALENDARIO E mentre il quadro elettorale si compone, si avvicinano le prime scadenze. Dalle 8 del 19 gennaio alle 16 del 21, ogni partito che voglia correre per le elezioni dovrà depositare simbolo ed eventuali coalizioni al ministero dell'Interno. Meno di dieci giorni dopo, dalle 8 del 28 gennaio alle 16 del 29 è prevista la presentazione in ogni circoscrizione delle liste di candidati nei collegi plurinominali proporzionali e dei candidati nei collegi uninominali maggioritari.

Roberto Murgia


La Nuova

Il Pds dice no ai Dem il Psd'Az tratta con Renzi

di Umberto Aime
CAGLIARI
Il Partito dei sardi ha detto no al Pd: «Non ci sono le condizioni per
un'alleanza alle Politiche di marzo». Ma nelle stesse ore è arrivata
la conferma di un vertice, in settimana a Roma, fra il Psd'Az e la
segreteria nazionale del Pd. Con il centrosinistra che sembrerebbe
essere ogni giorno di più una porta girevole: gente che va, gente che
viene.Pds. La direzione nazionale del Partito dei sardi ha deciso: «Il
tempo non è maturo per un'alleanza con il Pd alle elezioni politiche
italiane, perché non ci sono le condizioni per trasformarle in un
evento nazionale sardo».

Dunque, lo strappo è consumato: niente
centrosinistra e invece «pieno mandato al segretario nazionale Paolo
Maninchedda di continuare nel dialogo con le forze indipendentiste e
democratiche interessate a far sentire in Italia la voce del popolo
sardo». A questo punto, il Pds potrebbe fare due scelte: non
presentarsi alle elezioni di marzo, improbabile, oppure costruire e
poi guidare una lista tutta sarda. Di certo col Pd la partita sembra
essere chiusa un volta per tutte e le spiegazioni della fumata nera
sonno elencate nel documento approvato in serata dalla direzione
nazionale riunita a Oristano.

Nonostante al segretario regionale del
Partito democratico, Giuseppe Luigi Cucca, sia riconosciuto di aver
inviato al Pds una lettera aperta in cui è evidente «lo sforzo
dialogante» e la presa di distanze «dalle parole aggressive
pronunciate contro il Pds nell'ultima direzione del Pd», non è
comunque sufficiente oggi per «avere degli obiettivi comuni, mentre
esiste ancora una sproporzione evidente di orizzonti fra le nostre due
forze». Quanto siano diversi obiettivi e orizzonti è spiegato subito
dopo: «A fronte della proposta del Partito dei sardi - è scritto nel
documento - d'iscrivere le elezioni politiche in un percorso verso la
Nazione sarda, la lettera aperta ribadisce invece lo stretto orizzonte
autonomista del Pd» e che se applicato oggi «ci riporterebbe
addirittura indietro rispetto anche al 2014», (è l'alleanza per le
Regionali) e «in cui invece era stato trovato il punto di mediazione
per un graduale superamento del continuo delegare all'Italia quanto è
sempre più decisivo per il popolo sardo».

Per Il Pds così a prevalere
nel Pd è ancora «la logica della fiducia nei governi italiani» fino a
essere portatore, lo stesso Pd, persino di «una prossima campagna
elettorale basata sulle cose fatte dal governo Renzi, mentre su molte
di queste il nostro partito ha dissentito... e non possiamo certo
ridimensionare la portata dei nostri valori a una ratifica
dell'operato del governo italiano uscente». Con una conclusione
perentoria: «Questa non può essere la battaglia del Partito dei sardi,
che invece punta a una nuova alleanza, più ampia e diversa del
centrosinistra attuale e ora capace di chiamare a raccolta le forze
indipendentiste, autonomiste ma anche progressiste e liberali sotto
una nuova bandiera».

Per essere ancora più diretti: arrivederci e
grazie. Immediata la replica di Cucca: «Sono rammaricato però auspico
che il Pds ci ripensi».Psd'Az. L'alleanza fra sardisti e Pd sarà
decisa in settimana, non a Cagliari ma a Roma. Per mercoledì la
segreteria nazionale del Psd'Az, guidata da Christian Solinas avrà un
incontro, in via del Nazareno, con i vertici del partito di Renzi.
Dovrebbe essere questa l'ultima occasione per stringere il patto
elettorale. Stando alle indiscrezioni si sa che il Pds'Az troverà
dall'altra parte del tavolo Lorenzo Guerini, è il coordinatore della
segreteria, e Piero Fassino, ormai considerato l'ambasciatore del Pd
quando c'è da trattare con i possibili alleati.

Alla riunione
dovrebbero partecipare anche Matteo Renzi e il suo braccio destro Luca
Lotti. La proposta del Pd per i sardisti dovrebbe essere questa: un
collegio uninominale sicuro nella penisola, più al Senato che alla
Camera, e la presentazione del simbolo non solo nel proporzionale in
Sardegna, ma anche in tutte le altre regioni. Dunque, l'ipotesi sul
tavolo sarà quella di un accordo dal «respiro nazionale», con la
possibilità che nel programma politico della coalizione ci sia un
capitolo dedicato proprio alla Sardegna.

Per forza il Pd dovrà
presentarsi con questo pacchetto di proposte, perché - lo sanno tutti
- i sardisti sono corteggiati da settimane dal centrodestra e da Forza
Italia in particolare. Anzi, il Polo di Berlusconi e più avrebbe già
formalizzato un'offerta: il collegio uninominale Cagliari-Sulcis al
Senato e almeno un altro ma alla Camera da scegliere fra il Piemonte e
la Lombardia. Il 13 gennaio a dire l'ultima parola sulle alleanze sarà
una riunione straordinaria del consiglio nazionale del Psd'Az.


La Nuova

L'assemblea fra oggi e domani dovrebbe sciogliere l'ultima riserva sui collegi
Liberi e Uguali, rosa di candidati

ORISTANO. Le tre anime di Liberi e Uguali sono d'accordo sul programma,
quello presentato a Roma dal leader Pietro Grasso è piaciuto molto
anche in Sardegna, ma sui nomi dei candidati c'è ancora molto da
lavorare e limare. Articolo 1-Mdp, Possibile e Sinistra Italiana, come
annunciato, si sono ritrovati lunedì a Oristano per la prima assemblea
regionale operativa di LeU. Il confronto è stato acceso ma costruttivo
dall'inizio alla fine, con oltre una trentina di interventi. Sui punti
forti del programma non ci sono stati voci contrarie. Anzi, la
proposta arrivata da Roma è stata salutata più volte con diversi
applausi a scena aperta. Più complicato è stato il passaggio su come
distribuire le prossime candidature.

Ciascuna area ha presentato le
sue proposte e lo ha fatto coi coordinatori Yuri Marcialis per Mdp,
Thomas Castangia in rappresentanza di Possibile e Antonello Licheri
per Sinistra Italiana. Alla fine l'accordo di massima raggiunto è
stato questo: fra oggi e domani ciascun gruppo presenterà una rosa di
candidati, poi ci sarà un momento di sintesi, con un altro passaggio
in assemblea, e infine le liste definitive saranno inviate alla
direzione nazionale che dovrà decidere entro l'inizio della prossima
settimana. Stando ad alcune voci le candidature più probabili
dovrebbero essere queste: il deputato uscente Michele Piras dovrebbe
guidare la lista proporzionale regionale per Palazzo Madama.

Mentre alla Camera una delle due liste per il proporzionale potrebbero avere
come capolista il consigliere regionale Eugenio Lai, e dovrebbe essere
quella Cagliari-Sulcis-Oristano, e l'altra potrebbe essere guidata da
una donna. Liberi e Uguali dovrà riempire anche le nove caselle
dell'uninominale: dai sei collegi per la Camera ai tre in cui in palio
ci sono altrettanti seggi di Palazzo Madama. A questo punto saranno
decisivi oggi e domani per conoscere i candidati sardi di Liberi e
Uguali per le Politiche di Marco. Col partito ancora accreditato nei
sondaggi di una forchetta che va dal 5 al 6,5 per cento in Sardegna.
(ua)

Civica popolare col Pd, Noi con l'Italia con Fi. Solo Energie per
l'Italia resta sola I centristi si sono tutti accasati

CAGLIARI
Una volta c'era questa convinzione: senza i moderati dalla tua parte,
non si vincono neanche le elezioni del condominio. È ancora così?
Forse, ma non è detto, perché il Centro di una volta s'è frantumato e
dovunque, nel centrosinistra e nel centrodestra, ci sono pezzi più o
meno importanti. Con il Pd. Di sicuro oggi i Civici popolari del
ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin, dell'ex deputato di Scelta
civica Lorenzo Dellai, e di Pier Ferdinando Casini presenteranno il
simbolo.

La lista si chiamerà «Civica popolare», con o senza
Margherita si vedrà e molto dipenderà da com'è finito in queste ore lo
scontro legale con la proprietà della vecchia Margherita, quella ai
tempi di Rutelli. Comunque è sicuro che, nel nord Sardegna, questa
fetta di moderati avrà come uomo guida Antonio Satta e l'Upc. È lui il
leader storico del movimento Popolari cristiani e potrebbe scendere in
campo come capolista nel collegio proporzionale Sassari-Olbia-Nuoro. I
Centristi per l'Europa di Pier Ferdinando Casini e del ministro
all'ambiente Gian Luca Galletti, che nel sud Sardegna sono coordinati
dal consigliere comunale di Cagliari Federico Ibba, fanno parte anche
loro della grande famiglia dei Civici popolari.

Nel collegio proporzionale Cagliari-Sulcis-Oristano saranno presenti con una lista
capeggiata proprio da Ibba, che però non ha sciolto ancora la riserva.
L'accordo col Pd comunque è chiuso da tempo e della partita dovrebbe
far parte anche quello che è rimasto dell'Idv.Con Forza Italia. Anche
sul fronte de centrodestra i giochi sembrano fatti. Seppure esclusa
dal vertice domenicale fra Berlusconi, Salvini e Giorgia Meloni, la
"quarta gamba" è in movimento da diverse settimane. In Sardegna, pochi
giorni fa, è stato chiuso l'accordo fra i Riformatori, che qui
rappresentano Raffaele Fitto di Direzione Italia, e l'Udc. Insieme
confluiranno, così come nelle altre regioni, nella lista Noi con l'Italia.

Nella trattativa regionali per i collegi uninominali, i
centristi avrebbero chiesto due collegi: uno dovrebbe essere quello di
Oristano, con candidato Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori in
Consiglio regionale, e l'altro in Gallura per il sindaco di Tempio
Andrea Biancareddu dell'Udc. Il più probabile è quello di Oristano,
mentre Forza Italia non vorrebbe rinunciare alla Gallura. In ogni
caso, Noi con l'Italia presenterà il simbolo nel proporzionale sia
alla Camera, uno dei capolista sarà il deputato uscente Pierpaolo
Vargiu, l'altro potrebbe essere Biancareddu se non trovasse spazio
nell'uninominale, e al Senato, con la possibile candidatura di Giorgio
Oppi, leader storico dell'Udc sardo.

Da solo per ora. È il movimento
Energie per l'Italia dell'ex candidato sindaco di Milano Stefano
Parisi, già delfino del Cavaliere. Alla richiesta di Berlusconi
«Entrate anche voi nella quarta gamba», quelli di Epi hanno riposto
picche: «Siamo tutt'altra cosa». Se lo strappo non dovesse essere
ricucito, il coordinatore regionale Tore Piana ha annunciato:
«Correremo da soli». Lo faranno in tutti i collegi uninominali per la
Camera, sono sei, nei due proporzionali, nel Centro-Nord il capolista
dovrebbe essere Piana, nel Centro-Sud Giuseppe Cappai, e nei tre col
maggioritario e in quello regionale per il Senato. (ua)

Unione Sarda

E il Psd'Az resta ancora in bilico tra i due poli
Per Forza Italia in campo molti big. M5S, si attende la data delle parlamentarie

Guardando alle prossime Politiche del 4 marzo appare più nitida la
situazione del centrodestra, almeno per quanto riguarda la definizione
della coalizione. A parte Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, ne
fanno parte Noi con L'Italia (Udc e i Riformatori, referenti di
Raffaele Fitto nell'Isola). Resta l'incognita Psd'Az: sono in corso,
infatti, trattative per alleanze elettorali anche con il Partito
democratico. «Al termine dell'istruttoria sulle ipotesi percorribili
riferirò al Consiglio nazionale, credo il 13 gennaio», ha fatto sapere
già il segretarioChristian Solinas .

Per quanto riguarda Forza Italia, alla fine sarà come sempre Silvio
Berlusconi ad avere l'ultima parola. Ad ogni modo, viene data per
certa la candidatura del coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo
Cappellacci, nel collegio proporzionale della Camera, Cagliari-Sud
Sardegna. Il consigliere Giuseppe Fasolino dovrebbe correre nel
collegio uninominale Olbia-Tempio, Pietro Pittalis nel proporzionale
alla Camera del Nord Sardegna ed Emilio Floris , senatore uscente, nel
proporzionale del Senato.E poi c'è il caso Paolo Vella .

Il deputato uscente potrebbe mirare a
correre nello stesso collegio della Camera a cui ambisce Pittalis,
oppure nel proporzionale unico al Senato.
In Fratelli d'Italia resta il nome del deputato uscente Bruno Murgia e
si aggiunge quello del coordinatore regionale Salvatore Sasso Deidda .
In Noi con l'Italia, Giorgio Oppi (Udc) potrebbe essere capolista del
proporzionale unico al Senato e Pierpaolo Vargiu capolista
proporzionale alla Camera nel collegio Sud Sardegna.
Nel Movimento Cinquestelle è ancora da decidere la data delle
parlamentarie. Le autocandidature sono state circa trecento.
Concorrono tre uscenti su cinque: Emanuela Corda e Andrea Vallascas
alla Camera e Roberto Cotti al Senato.
Ro. Mu.

Parla il pubblicitario che curerà le strategie di Forza Italia nell'Isola
Così i “big data” aiuteranno i candidati

Alle Politiche del 1976 votò il 93,4% degli elettori. Era la prima
volta con i diciottenni alle urne e la Dc prevalse di un niente (4
punti) sul Pci. Nel 2013 l'affluenza era scivolata al 72,25% e il
prossimo 4 marzo è attesa più bassa di 5-7 punti. Più cresce la
disaffezione degli elettori più diventa difficile conquistarli,
peraltro con un sistema complesso come il Rosatellum-bis.
C'è una differenza rispetto al passato: si chiama Programmatic
advertising . Alessandro Deplano, amministratore di Gruppo misto
comunicazione, agenzia con oltre vent'anni di esperienza, ne farà
largo uso nella campagna che sta pianificando per Forza Italia.

PROFILAZIONE DEGLI ELETTORI Tutto parte dai dati e dai complessi
algoritmi che analizzano continuamente i comportamenti online dei
consumatori, estraendo il maggior numero di dati possibile dai like,
dai post, dalle ricerche su google. Con i dati si creano i profili dei
consumatori. Questi big data , il vero tesoro di questi anni, vengono
acquistati dalle aziende o, nella circostanza, dai partiti o chi per
loro, che così si costruiscono un preciso target su base sia
demografica e comportamentale.

«Significa che rivolgeremo i messaggi
di un candidato di Forza Italia a un potenziale elettore che ha
espresso pareri su temi che coincidono con il suo programma o segue
persone di un determinato orientamento politico», spiega Deplano.
«Così si fanno incontrare domanda e offerta in tempo reale, si dà ciò
che serve nel momento in cui serve. È come quando cerchiamo un paio di
scarpe on line e per i giorni successivi ci vediamo piovere sul web
offerte di scarpe del genere che stiamo cercando da parte di molte
aziende». Il preventivo per Forza Italia è di circa 75mila euro
e comprende realizzazione di siti internet, utilizzo dei social, grafica e molto
altro.(f. ma.)

Partiti con le casse vuote Alle urne con pochi soldi
Quanto costerà la campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo

Sarà una campagna elettorale low cost. E non solo perché i partiti
orfani del finanziamento pubblico, solo in parte compensato dai
proventi del due per mille, non hanno più un soldo.
Forza Italia, per dire, dopo che Silvio Berlusconi ha saldato di tasca
sua i 44 milioni di debiti del partito con le banche, ha tagliato il
90% delle spese elettorali e di comunicazione. E ora chiede ai
candidati un contributo fra 30 e 40mila euro. Il Pd deciderà nei
prossimi giorni, ma potrebbe replicare lo schema del 2013 quando
impose a ogni aspirante onorevole di versare 20mila euro. Certo è che
se prima i partiti sostenevano le ricche campagne dei candidati ora
sono gli aspuranti parlamentari a dover pagare la campagna elettorale.
Per loro e per tutti gli altri.

FORME DI FINANZIAMENTO I budget sono differenti e anche i metodi.
Fratelli d'Italia, come altri partiti, a livello locale conterà sulle
iniziative di autofinanziamento e sui contributi volontari, sui quali
fa affidamento, come sempre, anche il Movimento Cinquestelle.
Nessuno ha ancora definito il budget anche perché ora le energie di
ciò che resta delle organizzazioni partitiche (i tagli al personale
sono stati devastanti) sono indirizzate alla formazione delle liste da
presentare entro il 29 gennaio.

CIASCUNO DARÀ CIÒ CHE PUÒ «Privilegeremo il contatto diretto con i
cittadini, continuando la missione nei territori promossa già un anno
fa, e coniugandola con la modernità dei social-network», spiega il
coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci. «Promuoveremo
una serie di iniziative di auto-finanziamento e ogni candidato sarà
chiamato a dare il proprio contributo personale in proporzione alle
proprie possibilità. Il partito nazionale sosterrà gli eventi e gli
strumenti di comunicazione su scala nazionale mentre le iniziative
territoriali saranno sostenute a livello locale». Cifre? «È ancora
presto», dice l'ex presidente della Regione che sarà presente
nell'uninominale. «Per la campagna elettorale conteremo sui nostri
giovani militanti e sui tanti simpatizzanti».

PD: 20MILA EURO Il Pd Sardegna oggi ha una riunione organizzativa in
cui si parlerà anche di questo e anche al Nazareno si susseguono gli
incontri. «Stiamo stilando il calendario con tutte le iniziative di
autofinanziamento, poi faremo i conti», spiega il tesoriere Franco
Pinna. Giuseppe Cucca, senatore uscente e segretario regionale Dem,
ieri ha preso un aereo per Roma: appuntamento nella sede del Pd per
ragionare di candidature e budget. «Il periodo delle vacche grasse è
finito», spiega. «Non so quanti fondi avremo a disposizione ma non è
escluso che il partito chiederà a tutti i candidati un contributo di
20mila euro, come nel 2013. Ai quali si aggiungono i 1500 euro che noi
parlamentari abbiamo versato tutti i mesi».

IL READING DI MURGIA Anche Bruno Murgia, da deputato uscente di
Fratelli d'Italia, ha versato al suo partito un contributo mensile.
Sarà presumibilmente ricandidato ma non sa esattamente quanto
spenderà. Sa, però, che cosa farà: «Racconterò la mia idea di Sardegna
attraverso musica, testi, immagini. Sarà una sorta di reading e ci
saranno le mie letture, i miei film, i miei dischi preferiti. I soldi?
Non so, di sicuro ci saranno i manifesti, i volantini, i social. A
Roma ho un collaboratore che mi aiuta ma noi che veniamo dalla
militanza possiamo contare su tanti volontari nel territorio».

CINQUESTELLE IN ATTESA Emanuela Corda, deputata uscente del Movimento
Cinquestelle, si è candidata alle parlamentarie e non sa ancora se
sarà scelta. Tanto meno sa quanto potrà spendere. «Come tutti gli
eletti ho trattenuto ogni mese tremila euro e il resto l'ho depositato
in un fondo vincolato, più o meno altri tremila euro al mese, in
media». Significa che nel quinquennio ha contribuito con circa 180mila
euro. Soldi destinati alla collettività e non a disposizione dei
candidati, che, dunque, dovranno contare sulle contribuzioni
volontarie e sui loro budget.
Fabio Manca

NUORO. Comune sull'orlo della crisi, da La Base ultimatum a Soddu
Piero Marteddu: «Questa verifica non può essere una liturgia infinita»

Doveva essere una conferenza stampa di metà mandato per tracciare un
bilancio di quanto fatto da La Base che governa la città con
l'amministrazione Soddu. E per capire cosa rimane da fare dopo metà
mandato. Inevitabilmente però si è parlato dell'attualità e delle
difficoltà politiche che sta attraversando l'amministrazione di Nuoro.
Con un assessore dimesso, e uno autosospeso, ieri il gruppo La Base ha
dato un segnale chiaro al suo sindaco Andrea Soddu: «Chiediamo che
entro dieci giorni venga conclusa questa verifica di maggioranza», ha
detto il coordinatore provinciale Piero Marteddu.

TEMPO SCADUTO Alla conferenza stampa La Base si schiera con tutto il
direttivo, dal coordinatore nazionale Efisio Arbau, a quello
provinciale Piero Marteddu, proseguendo con il vice sindaco Sebastian
Cocco e i consiglieri Giovanna Zedda, Eleonora Angheleddu e Michele
Siotto. È proprio Marteddu a ricordare come «l'alleanza civica e
sardista ha permesso di far ritrovare la fiducia dei cittadini
nell'amministrazione. A Soddu - mette le mani avanti Marteddu -
diciamo che dispone del nostro sostegno, ma siamo contrari a
discussioni inconcludenti».

Parla di una liturgia infinita sulla verifica di maggioranza Marteddu,
e per conto de La Base chiede «di chiudere in dieci giorni la
discussione e riorganizzare prioritariamente la squadra di governo per
ridare vigore all'attività». Una esortazione a fare presto anche se
ancora il movimento non ha deciso cosa succederà se scadessero i
termini senza novità: «Si porrà con maggior forza la nostra richiesta
e poi valuteremo».

IL SINDACO Prima della conferenza stampa, il sindaco Andrea Soddu
saluta tutti, ma poi alle richieste del gruppo La Base risponde così:
«Sono d'accordo con quanto segnalato, il cambiamento di passo è una
nostra esigenza e stiamo lavorando affinché avvenga prima possibile
per il bene della città».

I RISULTATI L'assessore e vice sindaco Sebastian Cocco afferma:
«Vediamo la cultura come un sistema, e come tale abbiamo agito, ma gli
effetti si vedranno nel tempo». Il capogruppo Giovanna Zedda ricorda
il risultato dei nuovi comitati di quartiere («che purtroppo sono
ancora in fase di attuazione»), l'eliminacode all'ufficio anagrafe, «e
l'istituzione della Consulta delle associazioni per la disabilità».
Michele Siotto rimarca la grande attenzione per le famiglie «e i
parchi per bimbi nei quartieri, e aver proposto grande attenzione per
l'identità culturale» mentre Eleonora Angheleddu intravede, dopo il
Tribu, il rilancio delle case storiche, sottolineando l'istituzione
della commissione pari opportunità.
Fabio Ledda

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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