Non basta dichiararsi comunisti per essere riconosciuti protagonisti del campo dell’antirazzismo e della lotta ai linguaggi dell’odio e della xenofobia. Le posizioni del piccolo partito comunista di Rizzo sulla gestione dei fenomeni migratori sono preoccupanti molto simili a quelle anti-immigrazione utilizzate dal movimento cinque stelle. Si utilizzano una serie di ridicole estremizzazioni retoriche per non entrare nel merito dei problemi reali.
Dichiarazioni banali come quella di non concedere alle persone rifugiate e richiedenti asilo “I diritti borghesi” perché “basta eliminare il capitalismo per eliminare l’immigrazione” o perché “basta garantire un salario di 10 euro l’ora a tutti”.
Non una parola sulla cancellazione della legge Bossi Fini e sull’abrogazione del reato di clandestinità che di fatto equiparano l’esistenza degli stranieri ad un grave crimine. Non una parola sulle politiche dell’internamento nelle galere per migranti e sul fallimento delle politiche dell’accoglienza costate oltre trentamila morti inghiottiti dal Mediterraneo.
Ad Agosto, mentre il ministro dell’interno criminalizzava le Ong con il suo famigerato “codice Minniti” sostenuto da una delle più infami campagne mediatiche della storia repubblicana, anche il segretario del Pc Rizzo decise di dare il suo piccolo contributo di fango sostenendo che le Ong non sono mosse da solidarietà ma da denaro e addirittura riprendendo le fantascientifiche teorie complottiste dei migranti manovrati dalla Troika e dalle speculazioni finanziarie.
Molte persone che come me non hanno la memoria corta non nutrono nessun rispetto per chi come Rizzo e il suo piccolo partito utilizza la pelle dei migranti per farsi la campagna elettorale.
Roberto Loddo.
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