Unione
Sarda
Pigliaru
replica a Di Battista: «Il lavoro lo creiamo noi» Polemica sul reddito di
cittadinanza. Cappellacci: il M5S non ha idee valide
«All'onorevole Di Battista, che è
venuto in Sardegna a proporre reddito di cittadinanza e lavori socialmente
utili nei Comuni, non possiamo che dire grazie per aver ricordato due punti
qualificanti del nostro programma, già attuati da questa Giunta e da questa maggioranza».
Così il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. E all'esponente del
Movimento Cinque Stelle replica anche il candidato di Forza Italia Ugo Cappellacci:
«Non sono stati capaci di creare lavoro per se stessi, figuriamoci se possono
farlo per altri».
LA PROPOSTA Il reddito di
cittadinanza è uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale grillina
e Alessandro Di Battista, che sabato era in visita a Iglesias e Oliena, ha
ricordato la proposta, «che non è assistenzialismo ma serve invece a creare
occupazione, per evitare la fuga dei giovani, per incrementare la pensione a
chi ce l'ha sotto la soglia di povertà».
LAVORAS Fa sapere Pigliaru in una
nota che «con Lavoras un piano straordinario da 128milioni di euro, puntiamo a
creare diecimila posti di lavoro. Con i cantieri nei Comuni prima di tutto, per
i quali investiamo 66 milioni e che contiamo di poter aprire entro un mese dall'approvazione
definitiva di Lavoras. Ma ricordo che abbiamo fatto molto di più di quello che
suggerisce Di Battista, perché oltre a tutta la parte della cantieristica, stiamo
investendo oltre 61 milioni di euro in una serie di incentivi occupazionali per
le imprese affinché assumano il più possibile». Non solo.
IL REIS «Siamo una delle prime
regioni ad aver introdotto il Reis, il reddito di inclusione sociale e ne siamo
orgogliosi. E la decisione, presa in occasione della scorsa Finanziaria, di
incrementarne del 50% la dotazione portandola da 30 a 45 milioni di euro in
modo stabile, dimostra l'attenzione e l'impegno nei confronti dei più deboli».
FORZA ITALIA Interviene anche Ugo
Cappellacci, coordinatore di Forza Italia e candidato alla Camera nel collegio
uninominale di Cagliari. Di solito l'attacco lo sferra nei confronti del
velista Andrea Mura (suo diretto avversario nel collegio), questa volta
sottolinea: «Di Maio e Di Battista sono due “oreris” che non sono riusciti a
creare un lavoro per sé stessi, figuriamoci se possono crearlo per altri. Loro praticano
la vecchia politica: quella di chi vuole tenere le persone in uno stato di
bisogno perché fonda il proprio consenso sul malessere sociale, quella di chi
vede nell'imprenditore un personaggio sospetto da colpire e vessare, di chi non
ha una proposta sulla questioni della nostra Isola e ripete una recita uguale
in tutte le regioni». (cr. co.)
Presentata
la lista +Europa
Della
Vedova: «I problemi dei sardi si
risolvono con l'Ue»
«Più Europa chiede i voti per
battere i nazionalisti xenofobi di
Salvini e i sovranisti pasticcioni
di Di Maio, il giorno dopo il 4
marzo l'unico governo che ci
interessa è un governo europeista».
Benedetto Della Vedova lo ha
ribadito ieri a Cagliari dove, a una
settimana dal voto, ha presentato i
candidati di +Europa nei collegi
dell'Isola. Più Europa per l'Italia,
«ma anche per la Sardegna», ha
detto la leader Emma Bonino che si è
collegata via skype, in occasione
dell'incontro con gli elettori, «non
mi sfugge che la vostra Isola
abbia problemi particolari, serve
più Europa se parliamo di lavoro,
giovani, e fondi strutturali.
La Sardegna non è la periferia
dell'Europa ma un ponte un ponte
foriero di novità positive».
«I problemi di occupazione, tasse,
sicurezza e diritti si risolvono
solo se c'è più Europa», ha aggiunto
il capolista nel collegio unico
proporzionale per il Senato,
Riccardo Lo Monaco, «l'Europa non
funziona solo dove non c'è,
sull'immigrazione non può farlo perché si
tratta di un tema di competenza dei
governi nazionali». Alla
presentazione anche Alessio Marotto
(Centro Democratico), capolista
nel collegio sud Sardegna per la
Camera, e Anna Maria Busia (Centro
Democratico), candidata in collegi
fuori dall'Isola.
Con loro il
candidato del centrosinistra nel
collegio uninominale di Cagliari per
la Camera, Luciano Uras, e Daniela
Porru, in corsa nel collegio
uninominale Cagliari-Carbonia per il
Senato. (ro. mu.)
Anniversario
dello Statuto, in Consiglio arriva
Mattarella
Il
presidente della Repubblica è atteso alle 10.30 all'aeroporto di Elmas
Qualcuno, mettendo da parte il
normale ossequio verso il Quirinale, ha
arricciato il naso per la visita di
appena due ore: l'aereo
presidenziale atterrerà a Elmas alle
10.30 e ripartirà prima dell'ora
di pranzo. Ma la visita di Sergio
Mattarella, in occasione dei
settant'anni dello Statuto sardo, arriva
in un momento particolare: il
weekend elettorale è vicino e
suggerisce apparizioni ridotte per il
Capo dello Stato (in aula ci saranno
tanti candidati), visto il ruolo
di garanzia. E così sarà.
Mattarella sarà accolto in Consiglio
regionale dal presidente
Gianfranco Ganau, dal Governatore
Francesco Pigliaru e dal sindaco di
Cagliari Massimo Zedda.
IL PROGRAMMA Una breve visita alla
mostra allestita per l'occasione
(“Cronache dell'Autonomia”, ospitata
al piano terra del palazzo), poi
l'incontro con gli ex presidenti
della Regione. Ci saranno Felicetto
Contu, Salvatorangelo Mereu, Giacomo
Spissu, Francesco Rais, Angelo
Rojch, Mario Floris, Antonello
Cabras, Federico Palomba, Renato Soru e
Ugo Cappellacci. Non ci sarà invece
Mauro Pili, che ieri ha annunciato
su Facebook di aver declinato
l'invito, e di «non condividere
l'ennesima passerella che umilia la
Sardegna».
INNO E DISCORSI Il presidente è
atteso alle 11 nell'aula consiliare,
per l'apertura della seduta solenne.
Verrà cantato l'inno nazionale:
il coro degli alunni della scuola
primaria e secondaria dell'istituto
“Puxeddu” di Villasor intonerà
Fratelli d'Italia. Poi prenderà la
parola il presidente del Consiglio
Ganau, seguito dall'intervento di
Pigliaru. Il protocollo non prevede
un intervento del Capo dello Stato
durante la seduta solenne, ma
Mattarella potrebbe comunque decidere di
prendere la parola. Così ha fatto
l'ultima volta che è venuto in
Sardegna, per l'inaugurazione
dell'anno accademico dell'Università di
Cagliari. La seduta sarà chiusa dal
brano “Su patriotu sardu a sos
feudatarios” (Procurade 'e
moderare), candato dal coro Nugoro Amada di
Nuoro.
I DIVIETI Subito dopo Mattarella
sarà accompagnato a Villa Devoto,
sede della presidenza della Regione,
dove battezzerà la sala
intitolata a Emilio Lussu. La
partenza dell'aereo presidenziale è
prevista attorno alle 12.30. La
viabilità di Cagliari non dovrebbe
subire - così ha annunciato la
Prefettura - grandi stravolgimenti.
Divieti di sosta in viale Regina
Margherita e in diverse strade della
Marina (via Porcile, via Cavour, via
Lepanto, via Sardegna) e in
alcuni tratti di viale Merello e via
Vittorio Veneto (vicino
all'ingresso di Villa Devoto, in via
Oslavia).
È prevista anche la
chiusura totale di via Roma, nel
lato portici, al passaggio del
corteo: il corpo di Polizia locale
cercherà di limitare al minimo il
blocco del traffico per evitare
ripercussioni sulla viabilità del
centro città.
LA PROTESTA Mauro Pili ha annunciato
che negli stessi minuti in cui il
presidente entrerà in Consiglio
regionale, pubblicherà sui social
network «il video inedito ed
esclusivo del Pentagono che inchioda lo
Stato italiano sulle tante morti di
soldati italiani nei balcani». Una
polemica - quella col capo dello
Stato - che si rigenera dopo le prime
scintille di qualche settimana fa,
in occasione della relazione finale
della commissione d'inchiesta
sull'uranio impoverito.
LE VISITE La prima volta nell'Isola
da presidente della Repubblica per
Sergio Mattarella risale allo scorso
ottobre, ospite d'onore
dell'inaugurazione dell'anno
accademico nell'università di Cagliari.
In quell'occasione la visita durò
quasi tutta la giornata: oltre alla
tappa nel capoluogo - con
passeggiata in Castello e parentesi nel
museo archeologico per ammirare i
Giganti di Mont'e Prama - il capo
dello Stato andò anche a Ghilarza
per rendere omaggio a Gramsci.
Per un altro tour presidenziale
bisogna tornare indietro fino a
febbraio 2012, quando Giorgio
Napolitano trascorse due giorni
nell'Isola tra Cagliari, Sassari e
Alghero. Al centro degli incontri
con le autorità sarde (in quel
periodo a Villa Devoto c'era Ugo
Cappellacci) la vertenza sulle
Entrate fiscali, le infrastrutture, la
crisi delle industrie. Sei anni
dopo, i temi non sono cambiati.
Michele Ruffi
La
Nuova
I
radicali della Bonino: l'Europa al fianco dei sardi
Presentazione
dei candidati isolani con la leader in diretta su Skype
Della
Vedova: «A Bruxelles si ottiene il giusto, ma lo Stato deve
esserci
sempre»
di Umberto Aime
CAGLIARIVia Skype, Emma Bonino, che
sta bene «compatibilmente alle
terapie conosciute dai malati di
tumore, più un'influenza ma quella ce
l'hanno anche tantissimi italiani».
Che da par suo è stata comunque e
subito battagliera nel dire: «La
violenza si batte in modo non
violento. Il fascismo si batte con
la democrazia e col rispetto della
legge». Poi, al microfono e di
persona, Benedetto Della Vedova, che in
una sala piena, ribadisce lo stesso
concetto: «Noi diciamo no a chi
semina la paura fra gli italiani,
Salvini. Oppure a chi, come Di Maio,
inneggia alla vendetta elettorale,
ma vogliamo anche essere un argine
al voto rancoroso di quanti sono
sinistra dell'alleanza in cui siamo».
I radicali non hanno cambiato pelle
e neanche parole. Continuano a
essere quello che sono sempre stati:
«Costruttori di un futuro in cui
i diritti sono tutto e soprattutto
sono per tutti». In questa campagna
elettorale, il loro simbolo è
+Europa, alleati del centrosinistra non
contro qualcuno ma per qualcosa
d'importante: «Una nuova federazione
europea, in cui le Nazioni
s'impegnino a risolvere i problemi, non a
rinfacciarseli a vicenda in
un'inutile prova muscolare».Il caso
Sardegna.
L'Europa è il tavolo giusto per la
soluzione del caso
Sardegna. «È lì, a Bruxelles, - ha
detto Della Vedova - che bisogna
andare per ottenere il giusto, ma lo
Stato dev'essere al fianco dei
sardi». Dopo che poco prima Emma
Bonino era stata chiara in questa
rivendicazione: «La Sardegna non è
la periferia dell'Europa ma un
ponte tra quella continentale e
quella mediterranea. Un ponte
portatore di novità positive, perché
da sempre l'isola è terra di pace
e di dialogo». Concetto che sarà
rilanciato a più riprese dai
candidati dell'alleanza, Luciano
Uras e Daniela Porru, e della lista
come Riccardo Lo Monaco e Alessandro
Marotto.Più Europa dovunque.
«In quest'ultima settimana di
campagna elettorale - ha detto l'ex
commissaria a Bruxelles - dobbiamo
lavorare per provocare una bella
sorpresa a chi dà tutto per scontato
e con i sondaggi pretende di
anticipare il voto degli italiani».
Poi è stato Della Vedova a parlare
del 4 marzo e soprattutto di quello
che potrebbe accadere all'indomani
della conta delle schede: «Dobbiamo
battere i nazionalismi xenofobi
della Destra e i sovranisti pasticcioni
alla Di Maio, che sull'Europa
continua a cambiare parere secondo
l'interlocutore che ha davanti».
Entrambi si sono detti convinti di
questo concetto: «Oggi l'errore più
grande per l'Italia sarebbe quello
di chiudersi in se stessa.
Le piccole patrie nazionali possono
dare solo piccole risposte a problemi
globali. Non dobbiamo tirar su muri,
scavare fossati ma aprirci al
mondo ed è per questo che l'Europa
dovrebbe parlare con una voce sola,
ma sappiamo che invece finora non è
stato così».La nuova federazione.
Lo stereotipo è da sempre quello di
un'Europa dove la burocrazia è
dominante e forse proprio questo
strapotere ha provocato il distacco
dei cittadini dal progetto dei
Popoli Uniti d'Europa. Fino a non
crederci più o non più abbastanza.
Emma Bonino ha rilanciato il suo
appello: «Dobbiamo guardare avanti e
non indietro. Per avere più
crescita e meno diseguaglianze, più
democrazia e meno odio, più
solidarietà e meno discriminazione,
serve più Europa e una nuova
Europa». Che Della Vedova ha
disegnato così: «Noi immaginiamo una
federazione leggera in cui le
Nazioni si riconoscano dall'inizio alla
fine. S'identifichino nel dare più
opportunità ai giovani e nella
lotta alle povertà». Non è un sogno
ha aggiunto, il sottosegretario
agli esteri, perché «in Europa c'è
fame di diritti comuni e di regole
certe soprattutto sull'accoglienza e
l'integrazione dei migranti».
Sui temi forti - ha sottolineato
Emma Bonino - dopo averli elencati,
immigrazione, sicurezza, difesa, lavoro
e ambiente, «l'Europa deve
ritornare a essere autorevole ma
potrà esserlo solo se sarà capace di
abbattere i muri reali o immaginari
tirati su dai nazionalismi più
disparati e beceri».Il governo che
sarà. Berlusconi, l'altro giorno,
ha lanciato l'idea di un governo
d'emergenza se dal 4 marzo non
uscisse una maggioranza
parlamentare. Da affidare a chi? Fra i nomi
possibili, ha messo anche quello di
Emma Bonino. Ma per Benedetto
Della Vedova sarebbe solo «una
soluzione pasticciata - ha replicato -
in cui dentro ci sarebbero
europeisti e antieuropeisti fianco a
fianco. Vorrebbe dire il caos e noi
non siamo per il caos». E allora
per cosa? «L'unico governo che
c'interessa è un governo europeista per
i diritti, la democrazia e lo
sviluppo. Tutto questo a favore di tutti
e non di questa o quella bandiera».
Cofferati:
«Noi siamo la sinistra L'isola punti sull'industria verde»
di
Alessandro Pirina
SASSARI
Il lavoro è da sempre al centro
della vita di Sergio Cofferati. Prima
da sindacalista ora da politico. E
appunto il lavoro sarà al centro
dell'incontro che l'ex segretario
della Cgil, oggi eurodeputato di
Sinistra italiana, terrà a Cagliari
alla Fondazione Berlinguer. Con
lui sul palco il segretario
regionale della Cgil, Michele Carrus, e la
docente universitaria Lilli Pruna.
Un evento organizzato da Liberi e
uguali, con cui Cofferati è
candidato alle politiche in
Liguria.Cofferati, la Sardegna fa
ancora fatica a riprendersi dalla
crisi. Da dove bisogna iniziare?«La
Sardegna ha problemi non dissimili
da altri territori italiani. Il
punto da cui partire è uno: serve una
politica nazionale che abbia come
fulcro la crescita economica e
strumenti per creare lavoro. Vanno
fatte scelte precise in Europa.
A partire dal contrasto al fiscal
compact che impedisce una politica di
investimenti idonei ai bisogni
nazionali. Lo Stato deve riprendere a
investire su innovazione e
conoscenza. In questo scenario la Sardegna
ha una potenzialità aggiuntiva
rispetto ad altre regioni...».E
cioè?«Parlo di una potenzialità
ambientale. La Sardegna è una terra
bellissima che non a caso è riuscita
a mantenere nel tempo una grande
capacità attrattiva. Anche se il
turismo del futuro è più complesso
rispetto a quello a cui siamo
abituati. Insieme alla bellezza bisogna
offrire storia e cultura».
C'è ancora spazio per l'industria in
Sardegna?«C'è spazio in tutto il
Paese. Ma occorre puntare su
un'industria dagli alti contenuti
tecnologici e rispettosa
dell'ambiente. E ovviamente servono
infrastrutture che la colleghino
ai mercati di sbocco quando sono
lontani».Dopo 5 anni nei giorni
scorsi si è chiusa la vertenza Alcoa
con il rilevamento dello
stabilimento da parte del gruppo
svizzero Sider Alloys.«È stata una
vertenza lunghissima, costata
tantissimi sacrifici alle persone
coinvolte. Ora quello che conta è
fare in modo che ci sia una crescita
costante della attività. L'obiettivo
non deve essere il mantenere ma
il crescere. Un discorso che vale
non solo per l'ex Alcoa ma per
qualsiasi insediamento
produttivo».Nel 2015 è stato tra i primi a
lasciare il Pd, dopo l'hanno seguita
in tanti.
Cosa rappresenta oggi
Liberi e uguali?«Per ora è un
raggruppamento, ma spero che subito dopo
le elezioni diventi un partito.
Anche in virtù di un buon risultato
alle urne, come mi auguro. C'è un
vuoto a sinistra che va coperto e il
Pd non è più di sinistra. Ha virato
al centro, sceglie alleati che non
hanno nulla a che spartire con la
nostra storia. Quel vuoto va coperto
riprendendo quei valori che sono
della sinistra storica, arricchiti da
elementi di novità, partendo
dall'ambiente.
Dobbiamo riportare alle
urne quelle persone che non vanno
più a votare da tempo perché mancava
un loro spazio».Lei è stato sindaco
di Bologna: che effetto le ha
fatto vedere Pierferdinando Casini
alla Casa del popolo vicino alle
foto di Gramsci, Togliatti,
Matteotti e Di Vittorio?«Un effetto
brutto. Io ero sindaco a capo di una
coalizione di centrosinistra che
andava da Rifondazione a
Martinazzoli. Vinsi contro Guazzaloca, che
era il candidato di Casini, e il
capo dell'opposizione in quel
Consiglio comunale era l'attuale
ministro Galletti».Prodi ha accusato
Liberi e uguali di avere diviso il
centrosinistra. «Mi è dispiaciuto,
anche perché non risponde al vero.
Tra l'altro Romano si è ben
guardato dall'argomentare una
affermazione così impegnativa. Una cosa
non da lui». In Liberi e uguali c'è
una divergenza sul dialogo con i 5
Stelle: Grasso possibilista,
Boldrini fortemente contraria. «Credo sia
opportuno aspettare la conclusione
delle elezioni, poi si potrà
discutere con tutti, ad esclusione
della destra. Se ci saranno
elementi di convergenza lo si potrà
vedere solo in quel momento».
Reddito
di cittadinanza Pigliaru sfida Di Battist
Il
govearnatore al deputato M5s: propone cose che noi abbiamo già fatto
CAGLIARIIl reddito di cittadinanza e
la disoccupazione sono temi
sensibili, buttarli alla rinfusa nel
tritacarne violento della
campagna elettorale può scatenare
anche reazioni inaspettate. Come
quella del presidente della Regione,
Francesco Pigliaru, che finora
era rimasto in silenzio, almeno
ufficialmente, ma ha preso carta e
pena per replicare all'esuberante
Alessandro Di Battista, il non
candidato del Movimento Cinque
stelle. La lezione. L'altro giorno chi
ha rinunciato alla contesa del 4
marzo perché «diventato padre», era
impegnato in tour nel Sulcis ed ad
Oliena.
Da quei palchi, ha
confermato che «uno nostri cavalli
di battaglia è il reddito di
cittadinanza e non credete a quanti
lo spacciano per un inutile
assistenzialismo. Servirà a creare
posti di lavoro, a evitare la fuga
dei giovani e a incrementare la
pensione a quanti percepiscono un
assegno sotto la soglia di povertà».
È stata una lezione fra la gente,
ma che ha provocato la replica del
governatore. Di un Francesco
Pigliaru pronto e deciso nel
ricordare quello che il centrosinistra ha
fatto e continuerà a fare per chi
oggi è ai margini. La replica.
Quella di Pigliaru è stata lunga e
zeppa di particolari.
«All'onorevole Di Battista, che è
venuto in Sardegna a proporre
reddito di cittadinanza e lavori
socialmente utili nei Comuni, non
possiamo che dire grazie per aver
ricordato due punti qualificanti del
nostro programma, già attuati da
questa Giunta e da questa
maggioranza». Per poi mettere in
fila le prove di quanto scritto.
«Cominciamo con Lavoras - prosegue
il governatore - È un piano
straordinario da 128milioni di euro,
con cui puntiamo a creare
diecimila posti di lavoro. Con i
cantieri nei Comuni prima di tutto,
dove investiamo 66 milioni e che
contiamo di aprire entro un mese
subito dopo l'approvazione
definitiva del Piano».
Poi: «All'onorevole
Di Battista ricordo anche che
abbiamo fatto molto più di quello che
lui suggerisce, perché oltre ai
cantieri, stiamo investendo oltre 61
milioni negli incentivi per le
imprese affinché assumano il più
possibile. È un progetto ambizioso,
che ha l'obiettivo molto chiaro di
creare occupazione subito, per
rispondere all'emergenza, ma allo
stesso tempo mettere le basi perché
gli effetti di quel lavoro restino
nel tempo, garantendo migliori
servizi ai cittadini. Con il nostro
piano coinvolgiamo tutte le
categorie dei disoccupati, con particolare
attenzione ai giovani che vogliamo
restino in Sardegna a costruire il
loro futuro». Dopo aver messo nero
su bianco il progetto Lavoras,
Pigliaru ha ribadito che anche sul
sociale l'attenzione della giunta
«è stata massima e sarà costante».
E infatti ha ricordato che «la
Sardegna è stata una delle prime
regioni a introdurre il reddito
d'inclusione sociale e di questo
primato siamo orgogliosi. Nell'ultima
Finanziaria - ha aggiunto - la
decisione del Consiglio d'incrementarne
la dotazione del 50 per cento,
portandola da 30 a 45 milioni di euro
in modo stabile, dimostra
l'attenzione e l'impegno nei confronti dei
più deboli. Tutto questo mantenendo
lo sguardo lungo sul futuro per
innescare meccanismi virtuosi di
crescita e sviluppo».Di chi è la
primogenitura? Pigliaru ha detto
chiaramente che è della Regione.
Ricordando che per quanto riguarda
il reddito di cittadinanza «s'è
mossa prima e in parallelo poi con
gli interventi decisi dal governo».
Mentre su Lavoras ha rimarcato, con
fermezza, che quegli investimenti
nascono da un gioco di squadra in
cui, sin dall'inizio, sono state
coinvolte le parti sociali e i Comuni,
tanto «da essere oggi condiviso
da tutti», ha detto nella recente
presentazione.
Forse ad Alessandro
Di Battista tutto questo non gli era
stato ricordato dal suo staff
prima della missione fra Iglesias e
Oliena, e per questo nei due
comizi è andato a ruota libera. Però
quanto accaduto è solo l'inizio
della lunga campagna elettorale che,
in Sardegna, continuerà dopo il 4
marzo e si concluderà solo
all'inizio del 2019: l'anno delle elezioni
regionali. (ua)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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