Quanto più i paesi ricchi e sviluppati procedono alla
riconversione delle rispettive economie, Cina inclusa, in una direzione sempre
più “sostenibile” e “green”, tanto più si deve saccheggiare il continente
africano. E’ ovvio che sia così, e solo gli imbecilli e i gonzi (e sono tanti,
specie un certo sinistrume de sto cazzo, che ciancia di antifascismo
sorseggiando un drink nei localini alla moda, e che prima sprofonda e meglio
è), ecco solo imbecilli e gonzi possono credere alla favoletta della green economy
e dello sviluppo sostenibile: il Capitale è valore che si valorizza, e ogni
aspetto dell’esistente deve essere messo a valore.
Perché non è mica sostenibile per tutti eh! Non lo è, per
esempio, per “centinaia di migliaia di persone in Africa lavorano nelle nuove
miniere, compresi i bambini, in condizioni di lavoro durissime e spesso
pericolose se paragonate agli standard occidentali. A centinaia di metri di
profondità, con dispositivi di sicurezza minimi. Spesso solo con le mani, le
mazze e i picconi, senza ausili tecnologici. Morti e gravi incidenti sul lavoro
sono la norma. Come ha raccontato recentemente Todd Frankel del «Washington
Post» in un reportage da una miniera in Congo dove si estrae cobalto”.
Ma c’ho l’auto elettrica, c’ho una coscienza ecologica e che
cazzo!
Ps. Sorvolo, infine, sul pecorume internettiano che passa il
tempo a vomitare razzismo, perché se non fosse per i bimbi del congo che
scavano in miniera, col cazzo che potreste esporre al “popolo del webbe” le
vostre stronzate e la vostra miseria umana.
Di Luca Pusceddu
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