venerdì 9 febbraio 2018

Rassegna stampa 09 Febbraio 2018


Uranio, il dossier di Pili (Unidos): accuse a esercito e governo Il ministro della Difesa Roberta Pinotti: «Sbagliato criminalizzare le forze armate». «Missili sotterrati nei poligoni».

Bombe sotterrate, nubi «tossiche», analisi «sconvolgenti» rimaste segrete e un inquinamento così profondo da avere effetti sulla catena alimentare. La relazione approvata dalla commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito era «assolutamente debole», e così Mauro Pili presenta la sua versione: «Le omissioni di Stato per nascondere la verità sono state innumerevoli: ho le prove che il ministero della Difesa ha coperto, per anni, omicidi plurimi e responsabilità di disastri ambientali», attacca il deputato di Unidos dalla sala stampa della Camera dei Deputati.

LE VITTIME In mano stringe foto di bidoni e missili sotterrati nelle aree militari e un dossier di 900 pagine, dove sono scritti i «168 nomi e cognomi delle vittime della devastazione del Poligono di Salto di Quirra». Qui, secondo Pili «sono state usate migliaia di tonnellate di esplosivi con ogni genere di sostanze cancerogene e radioattive». Veleni che poi sarebbero finiti addirittura nel cibo: la prova della contaminazione emerge da «analisi sconvolgenti, sempre nascoste, sugli animali, che indicano effetti letali sulla catena alimentare umana».

LE ACCUSE Il deputato sardo accusa direttamente le cariche più alte dello Stato, parlando di «venti anni di responsabilità da parte dei vertici militari, dall'allora ministro della Difesa, Sergio Mattarella a quello attuale, Roberta Pinotti». Mattarella, in quanto attuale presidente della Repubblica, «ha il dovere morale di farsi carico di questa responsabilità dello Stato, e di proporre quindi alle Camere - con un suo proprio messaggio – di riconoscere questo nesso causale automatico», ha detto il deputato in conferenza stampa. Il riconoscimento automatico del legame tra l'uso dei materiali radioattivi e le malattie, ha aggiunto, dovrebbe avvenire «alla pari di quello che hanno fatto gli Stati Uniti con i soldati in Iraq».

LA REPLICA La relazione di Pili arriva ad appena 24 ore dall'approvazione del documento finale dei lavori della commissione, firmato dal presidente Gian Piero Scanu: da entrambe le parti arrivano accuse e critiche al governo e alle cariche militari, che ieri hanno risposto al fuoco incrociato. «Ovviamente tutti i suggerimenti e le proposte che possono ulteriormente migliorare l'attenzione verso la salute dei nostri militari saranno bene accolte, ma è sbagliato criminalizzare le forze armate, che sono un'istituzione e un bene di questo Paese, e penso sia giusto avere il massimo rispetto per i loro interventi», ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

«ATTACCHI IDEOLOGICI» Le agenzie dopo poco tempo battono anche l'intervento di Maurizio Gasparri (Forza Italia): «Va respinto al mittente ogni tentativo di screditare le forze armate italiane, per di più sfruttando in maniera ideologica il proprio ruolo all'interno di una commissione di inchiesta parlamentare. Le conclusioni cui è giunta la commissione sull'uranio impoverito non hanno tenuto conto dell'evidenza medica e scientifica, che ha dimostrato l'assenza di uranio negli apparati in dotazione alle nostre forze armate».

Ieri anche lo Stato maggiore della Difesa aveva respinto le «inaccettabili accuse» della commissione d'inchiesta. Una reazione «scomposta e ai limiti del grottesco», secondo il deputato sardo Michele Piras, visto che i militari «in decenni di attività sul territorio, hanno concorso a produrre un impatto, evidente a tutti, sui fattori ambientali e sulla salute delle persone».

Michele Ruffi


Unione Sarda

SULCIS - Battaglia nella terra della crisi In nove sfidano i Cinquestelle
Ma la circoscrizione comprende anche 11 Comuni della città metropolitana

Dieci candidati ai blocchi di partenza e un solo posto alla Camera in
palio. Il collegio uninominale di Carbonia ospita una delle sei sfide
alla conta dei voti delle prossime elezioni politiche. Un territorio
difficile, da anni alle prese con una grave crisi economica e con una
disoccupazione che raggiunge percentuali preoccupanti. Voteranno nel
collegio di Carbonia anche i cittadini di undici Comuni che fanno
parte della Città Metropolitana di Cagliari, ma che per uno
“spezzatino” dettato soprattutto dai numeri della popolazione, sono
stati collocati dentro questo confine.

IL COLLEGIO Con i suoi 324.470 abitanti distribuiti in 46 Comuni, il
collegio di Carbonia è il più popoloso tra i sei previsti dal
Rosatellum per l'elezione alla Camera. Un territorio che abbraccia la
parte sud orientale dell'Isola da Carloforte sino a Dolianova,
passando per San Sperate e Monastir. Per i candidati la campagna
elettorale sarà all'insegna dei chilometri da percorrere, nel
tentativo di battere tutti i centri del collegio elettorale.

GLI UNDICI FORESTIERI Sono undici i Comuni che, pur facendo parte
della Città Metropolitana di Cagliari condividendone amministrazione e
gestione dell'area vasta, dovranno votare nel collegio di Carbonia. Si
tratta di Assemini, Decimomannu, Elmas, Sarroch, Selargius, Sestu,
Settimo San Pietro, Pula, Capoterra, Villa San Pietro e Uta. Non è
difficile pensare che gli interessi e le problematiche di questi
Comuni, al netto dei grandi temi che interessano tutta la popolazione,
siano comunque differenti rispetto ad altri centri che fanno parte del
collegio.

COME SI VOTA I dieci candidati si sfideranno alla conta dei voti: chi
ne prende anche solo uno in più ottiene il posto alla Camera. Si può
votare tracciando il segno direttamente sul nome del candidato, che
sarà riportato sopra il simbolo del partito o dei partiti che lo
sostengono. In questo caso il voto sarà assegnato sia al candidato
dell'uninominale sia al partito di riferimento. Nel caso di più liste,
la preferenza verrà ripartita sulla base del risultato complessivo.
L'altra possibilità per esprimere il proprio voto, anche al candidato
dell'uninominale, è tracciando un segno sul simbolo della lista o su
una delle liste che sono collegate. Per la sfida all'uninominale non è
prevista la soglia di sbarramento e il seggio va a chi ottiene il
maggior numero di voti.

I TEMI Il tema del lavoro è sicuramente uno di quelli che può fare
breccia nel cuore dell'elettorato. Anche perché, soprattutto il
Sulcis, da anni convive con un aumento progressivo della
disoccupazione e con il tentativo di risolvere le vertenze industriali
che costringono tanti lavoratori ad aggrapparsi al regime degli
ammortizzatori sociali.

SFIDA A TRE I sondaggi che circolano in questi giorni fotografano una
sfida a tre per il collegio di Carbonia dove il Movimento 5 Stelle
sarebbe in testa, rispetto al centrodestra (in seconda posizione) e al
centrosinistra. Per i pentastellati il candidato è Pino Cabras ,
cinquantenne, giornalista e blogger, funzionario della Sfirs che si
occupa di finanza innovativa. Sarà invece Viviana Lantini , 58 anni e
primario all'ospedale Sirai, a rappresentare i quattro partiti del
centrodestra, mentre la coalizione di centrosinistra punterà su Romina
Mura , deputata uscente del Partito democratico.

La stessa sarà
candidata anche nel proporzionale sud della Camera come capolista.
IN CAMPO La possibilità di vincere il collegio sulla conta secca dei
voti mantiene in gioco tutti gli altri candidati, chiamati a fungere
da traino per riuscire a strappare il seggio agli avversari. Sarà il
consigliere regionale Luca Pizzuto a rappresentare Liberi e Uguali in
questo collegio uninominale. Sempre a sinistra, Potere al Popolo ha
deciso di candidare Simona Deidda , 34 anni di Domusnovas,
protagonista della prima unione civile celebrata tra due donne in
Sardegna. Gli indipendentisti di Autodeterminatzione puntano su
Fabrizio Palazzari , presidente di Acanta Mag Coop, consulente e
formatore di impresa.

Il candidato per il Partito comunista è
Giannetto Soi , mentre la 37enne Sara Elena Saiu è in corsa per
CasaPound. Il Popolo della Famiglia, per il collegio uninominale di
Carbonia, punta su Maria Elisabetta Governatori , 68 anni, nata a
Spoleto ma residente a Cagliari da oltre 50 anni. Infine, per il
Partito valore umano, la candidata in campo è Annalisa Maccioni .
Matteo Sau

Oggi l'ex Pd sarà a Cagliari
Carbonia, Speranza  lancia la volata per Liberi e uguali

Roberto Speranza apre la campagna elettorale di Liberi e Uguali in
Sardegna. La due giorni dell'ex capogruppo del Pd è iniziata a
Carbonia alle 15 con un incontro con le delegazioni sindacali delle
vertenze industriali, in primis Alcoa ed Enel. Con Speranza i
candidati capolista nel collegio unico del Senato, Yuri Marcialis, nel
collegio proporzionale sud Sardegna per la Camera, Claudio Grassi e
nell'uninominale Sulcis per la Camera, Luca Pizzuto.

Nel pomeriggio, come da programma, visita al Museo del carbone. Subito
dopo, in una sala dell'ex miniera, primo comizio elettorale davanti a
una platea di 120 persone. Speranza ha sottolineato che in questo mese
di campagna elettorale resterà prevalentemente nei collegi in cui è
candidato, ma è venuto subito in Sardegna perché era molto interessato
a incontrare gli elettori sardi.

Nel suo intervento Marcialis ha
spiegato che «come Liberi e Uguali nasciamo adesso perché ora in
particolare l'Italia ha bisogno di essere riformata nella direzione
della redistribuzione del reddito per abbattere le disuguaglianze».
In serata cena a Cagliari con compagni e simpatizzanti. Oggi alle 10
incontro con le associazioni giovanili e studentesche nella sede della
Fondazione Enrico Berlinguer in via Emilia a Cagliari; subito dopo,
alle 11, una conferenza stampa. Alle 12.30 sarà a Ghilarza per
visitare casa Gramsci e nel pomeriggio terrà un comizio ad Alghero.
(ro. mu.)


Caso Macerata, Leu contro Minniti
Per il no alla manifestazione. Renzi: «È stato razzismo, ma non
scenderemo in piazza»

ROMA I fatti di Macerata diventano ancora più oggetto di scontro in
campagna elettorale, con Liberi e uguali che attacca il ministro
dell'Interno Marco Minniti: «La scelta di vietare la possibilità di
manifestare sabato prossimo è sbagliata e pericolosa. È stato un atto
di terrorismo, con una matrice di fascismo e razzismo». Lo scrivono
Pippo Civati, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza.
LA POLEMICA Pur definendo «comprensibile» l'invito del sindaco di
Macerata «a un silenzio di riflessione», i tre ribadiscono che
fascismo e antifascismo «non sono in nessun modo paragonabili. Né
possiamo accettare che in nome di una malintesa responsabilità torni
la teoria degli opposti estremismi».

Nessun passo indietro, quindi, per Leu. Pietro Grasso cancella gli
impegni in agenda per incontrare, a Roma, la madre di Pamela
Mastropietro e visitare poi all'ospedale di Macerata i feriti
dell'attentato compiuto da Luca Traini. Raccolgono invece l'appello
del sindaco a non manifestare l'Anpi e il Pd, con Matteo Renzi che
continua a predicare responsabilità: «Fare una campagna elettorale su
questo tema è sbagliato e devastante». A Macerata «sicuramente si
tratta di razzismo. Non so se si possa parlare di terrorismo».
PD E M5S Renzi intanto rilancia la sfida ai Cinquestelle,
sottolineando i sondaggi che danno in crescita il Pd: «Vogliamo
arrivare primi, la sfida sul proporzionale non riguarda FI o Lega, è
tra noi e il M5S».

Intanto si registra il passo indietro di altri due candidati grillini:
Andrea Cecconi e Carlo Martelli, fa sapere Luigi Di Maio, hanno deciso
di rinunciare all'eventuale seggio dopo le polemiche sui loro ritardi
nelle restituzioni di parte dell'indennità parlamentare. C'era già
stata la rinuncia di Emanuele Dessì, ma su quest'ultimo proprio ieri
il Pd ha riaperto la polemica, dopo che il suo nome figura tra i
12.428 nomi dei candidati alle Politiche, pubblicati sul sito del
ministero dell'Interno.

Perantoni diventa un caso per il M5S

Scoppia la polemica sul passato politico del candidato M5S per la
Camera nel collegio uninominale di Sassari, Mario Perantoni. Secondo
ex militanti grillini l'avvocato civilista sassarese non potrebbe
correre con i pentastellati perché in passato, nel 2010, è stato già
candidato con i Comunisti italiani per un posto nel Consiglio
Provinciale di Sassari. Perantoni è uno dei nove che lo staff del
candidato premier Luigi Di Maio ha scelto dopo una accurata selezione
tra “la società civile”, quindi secondo un meccanismo diverso da
quello previsto per le parlamentarie.

Da Roma, comunque, il movimento
fa sapere che non esiste nessun caso Perantoni. L'avvocato avrebbe
diritto a candidarsi perché non ha mai corso contro il Movimento, come
prescrive il regolamento. Perantoni ha militato nel movimento di
Armando Cossuta fino al 2010. Ma ora non è passato per il voto online
delle parlamentarie. La sua è una candidatura che porta direttamente
il nulla osta dello staff di Di Maio. (ro. mu.)

CasaPound, l'Exma deve aprire le porte

L'Exma dovrà aprire le porte alla presentazione delle liste di
CasaPound, dopo la serrata di avant'ieri. A colmare le distanze tra il
Consorzio Camù (società che gestisce il centro culturale) e CasaPound
c'è la legge che impone alle amministrazioni comunali di mettere a
disposizione le sale. La Prefettura di Cagliari è intervenuta con un
richiamo alla direzione dell'Exma per rispettare la legge.

Il Consorzio Camù ha spiegato in poche parole, con un post su Facebook,
quanto accaduto. Altro non è se non «dover prendere atto
dell'indicazione formulata dalla Prefettura di garantire la corretta
dialettica democratica nella campagna elettorale, e di concedere una
sala dell'Exma a CasaPound, per la realizzazione di un incontro con la
stampa». Nonostante questo, e la necessità di seguire quanto la legge
obbliga, il Consorzio «ribadisce fermamente la profonda distanza dei
propri valori culturali rispetto alle istanze espresse da CasaPound».
(m. s.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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