Mi pare non ci siano molti dubbi, date le condizioni, che un
governo Pd-Movimento 5 Stelle-Leu sia la soluzione migliore in questo momento.
Questo schema avrebbe due pregi, entrambi molto importanti: potrebbe impedire
il consolidarsi di uno sbocco a destra della crisi politica che si è aperta,
fermando l'allargamento del campo del nazionalismo e della xenofobia; e
disegnare la Terza Repubblica come il terreno per una sperimentazione avanzata
che guardi al superamento della distruttiva contraddizione tra il modello di
sviluppo del paese e la democrazia rappresentativa.
Questa sfida costringerebbe molti a fare i conti con i
propri limiti: il Pd a guardare criticamente alla propria adesione
incondizionata alle teorie del liberismo europeo ed internazionale, Leu a
prendere atto dell'inefficacia politica dei vecchi schemi socialdemocratici e i
5 stelle a misurarsi con il terreno della proposta e del governo dopo anni in
cui è stato per loro sufficiente puntare il dito contro l'intero sistema
politico.
Sarebbe un tentativo interessante, a patto di interpretarlo
come una grande ricerca aperta, per cercare soluzioni innovative al problema
della diseguaglianza sociale. E a patto di avere un programma in pochi punti da
cui partire e a cui attenersi. Bisogna però capire se invece il Pd non
preferisca gli esiti devastanti e già conosciuti di un governo istituzionale o
tecnico, magari con il conforto di Forza Italia, o ancora se non preferisca,
con l'autolesionismo che lo ha colto già da un po', trasformare il fallimento
di Di Maio nel proprio fallimento intavolando una finta trattativa dall'esito
scontato che porterebbe velocemente alle urne.
E ancora bisogna capire se i 5 stelle hanno davvero voglia
di metter le mani in pasta per dare una prospettiva al paese, o se non
preferiscano invece tornare alle urne sventolando la bandiera del rifiuto opposto
Berlusconi e quella del rifiuto subito da Renzi e da Salvini. In sostanza è
tempo per tutti di scelte: meglio rosicare quel che si può con un po' di
tatticismo elettorale o tentare di dare qualche risposta a chi ne ha
urgentemente bisogno, rischiando di sporcare le mani e i volti dei propri
leader? Io non avrei dubbi.
Di Elisabetta Piccolotti
si va verso il voto, questa teoria non troverebbe riscontro nella realta'
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