Sopra potete trovare la locandina
degli incontri che si terranno il 27/28/29, a Nuoro, per ricordare la rivolta
"De su connottu", dove il popolo s'impossessò dell'allora
casa comunale, per protestare contro la prepotenza dei ricchi. La rivolta era capeggiata da una donna, “Paskedda Zau”,
non so nei paesi del mediterraneo quante rivolte siano state capeggiate da una
donna, comunque è pur sempre un elemento per ricordare con maggior orgoglio
questa rivolta, già bellissima di per sé, perché come non amare le rivolte dei
poveri contro i ricchi?
Come ho scritto altre volte, questa
è la casa dove visse la famiglia di mio padre. Come si può intuire dal nostro
cognome, siamo di origine abruzzese, addirittura nei pressi de “L’Aquila” ci
sono due paesini, dove quasi tutte le famiglie si chiamano D’Ascanio. Me lo
disse un ragazzo abruzzese, con cui entrai in contatto durante i terribili
giorni del terremoto, nel 2009.
Io frequentavo questa casa da
bambino, perché mio padre ci portava da “Zia Rosa”, che viveva ancora tra
quelle mura. Era una casa curiosa, alcune porte dovevano restare chiuse, per
pericolo di crolli. Nonostante fossi un bambino, ricordo con assoluta
perfezione la sistemazione degli antichi mobili, il pavimento in legno,
consumato dal tempo e da ragazzi sin troppo vivaci, il profumo dell’umidirà. La
famiglia di mio padre era composta da tre fratelli ed una sorella, oltre,
naturalmente, ai miei nonni: Mario D’Ascanio da Popoli (almeno, così si dice) e
Rosa Ticca da Dorgali. Che la terra sia loro lieve.
La storia non sarebbe
interessante ai più, tuttavia, a modo nostro, anche la mia famiglia entrò di
diritto nella storia della Sardegna. Quella enorme casa (ora un rudere, ancora
più fatiscente), era l’antica casa comunale, dove si svolsero i fatti della
rivolta conosciuta con il nome de “Su connottu” (il conosciuto), una delle più
importanti rivolte agropastorali dell’isola. Forse la più importante,
considerato che era una rivolta dei proveri contro i ricchi possidenti.
Insomma, le classiche rivolte che piacciono a noi.
Questa rivolta era capeggiata da
una donna “Paskedda
Zau” (il circolo indipendentista di Libe.r.u, a Nuoro, è stato
intitolato a lei). I rivoltosi si opponevano all’editto delle “chiudende”, che
istituiva la proprietà privata nei beni demaniali, utilizzati da pastori e
contadini per usi civici. Resta una targa in memoria di quei fatti, che potete
osservare sulla destra della struttura. Questa casa appartiene ancora alla
famiglia D'Ascanio/Ticca.
Vincenzo Maria D’Ascanio
La rivolta de Su
Connottu fu un episodio di ribellione verificatosi a Nuoro in Sardegna nel XIX secolo. L'episodio trae origine a seguito di
una serie di provvedimenti legislativi emanati dal 1820 al 1858.
Il provvedimento, denominato Editto delle chiudende,
fu emanato dall'allora re di Sardegna Vittorio Emanuele I,
e autorizzava la chiusura dei terreni che erano fino ad allora di proprietà
collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata.
In Barbagia ed in Ogliastra l'abolizione degli usi comunitari
aveva provocato dei gravissimi scompensi. Nei primi decenni di attuazione
dell'editto la popolazione locale iniziò a opporsi con determinazione, con
azioni frammentarie anche se spesso molto violente. La situazione precipitò
allorché nel 1858 furono alienati anche i terreni
demaniali su cui gli abitanti dei villaggi avevano diritto di pascolo e di
legnatico, in virtù del sistema dell'ademprivio. Le popolazioni cominciarono a
ribellarsi in molti paesi della Sardegna.
A Nuoro il 26 aprile del 1868 scoppiò
una grande rivolta nota con il nome di Su Connottu (il conosciuto): i
rivoltosi, guidati da Paskedda
Zau, chiedevano il ritorno a ciò che avevano sempre conosciuto,
ossia il ripristino dell'antico sistema di gestione dei terreni. Nei giorni
della rivolta fu assalito il comune e furono bruciati i documenti di
compravendita delle terre comunali ex ademprivili.
Giorgio Asproni, uno dei
politici più in vista di quel territorio e deputato in Parlamento, era
favorevole alla vendita dei terreni comunali, e nel contempo assegnava al clero
un ruolo di responsabilità nella rivolta; tuttavia, a seguito di questi gravi
fatti, sollecitò (insieme con altri deputati sardi) il governo italiano ad
avviare una indagine sulle condizioni sociali ed economiche della Sardegna.
Nel novembre dello stesso anno fu
istituita la Commissione parlamentare di indagine, presieduta dal Agostino Depretis. La Commissione si recò
nell'isola nel 1869, e furono vani i tentativi di Francesco Cocco Ortu e
del marchese di Laconi Ignazio Aymerich di
spiegare ai commissari i problemi economici dell'isola. L'unico che si impegnò
seriamente fu Quintino Sella che
produsse un'eccellente relazione sull'industria mineraria isolana. L'operato
della commissione tuttavia non produsse alcun atto concreto.
Fonte Wikipedia
Per ulteriori informazioni:
http://www.cronachenuoresi.it/2016/10/02/paska-zau-e-i-moti-de-su-connottu/.
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