La
Nuova
M5s verso
le "regionarie" sfida tra Cotti e Puddu. Il Movimento sceglierà
attraverso le primarie online il candidato governatore. L'ex senatore escluso
dalle Politiche è in contrasto con il sindaco di Assemini.
Le primarie online sono una
certezza: gli attivisti del Movimento Cinque stelle, con le «regionarie»
sceglieranno il candidato presidente per le elezioni dell'anno prossimo. Finora
tutte le previsioni danno per certa la discesa in campo di Mario Puddu, coordinatore
in campagna elettorale e sindaco uscente di Assemini.
Per partecipare alle Regionali del
2019, ha rinunciato alla possibilità di essere riconfermato a giugno alla guida
del Comune. Da settimane però circola l'indiscrezione che Puddu potrebbe avere
un concorrente di peso: l'ex senatore Roberto Cotti. Non ci sono conferme
ufficiali dallo staff politico del Movimento e neanche dai diretti interessati.
Ma ci sarebbero alcuni segnali che confermerebbero la sua intenzione di
presentarsi come candidato alternativo a Puddu.
Alternativo perché i due mai sono
andati d'accordo sulla gestione dei Cinque stelle in Sardegna. Fino a tal punto
che il vero motivo della mancata ricandidatura a marzo dell'ormai ex senatore
cagliaritano, escluso anche dalla parlamentarie, sarebbe proprio la diversità
di vedute su alcune questioni interne. Tra l'altro confermata dallo stesso
Cotti, con un post su Facebook, alla vigilia delle elezioni politiche: «Divergenze
politiche sulla gestione del Movimento in Sardegna e nient'altro. I dettagli
saranno comunicati in seguito dallo staff nazionale». Che invece, trascorso un
mese abbondante dal voto, è rimasto in silenzio.
Gli indizi. Cotti ha confermato più
volte che comunque sarebbe rimasto un attivista. È stato di parola anche il giorno
dell'insediamento del Senato, quando davanti al portone di Palazzo Madama ha
atteso l'arrivo dei nuovi parlamentari sardi dei Cinque stelle, per augurare a
tutti «buon lavoro». È stato solo un atto di cortesia, oppure aveva lo scopo di
accreditarsi come un futuro possibile referente?
Il secondo indizio è questo: nelle
ultime settimane Cotti si sarebbe incontrato più volte con lo staff politico dei
Cinque stelle per chiarire la sua posizione e fornire una nuova versione dei
fatti che sarebbero a monte dell'esclusione dalle candidature. Quale sia stato
l'esito di quei colloqui però è un mistero.
La certezza. Rimane questa: alle
«regionarie» Mario Puddu sarà la prima scelta più probabile per i Cinque
stelle. E infatti proprio per non incorrere nei divieti imposti dal regolamento
del Movimento, che prevede massimo due mandati in qualunque istituzione, ha
scelto di non ripresentarsi ad Assemini. (ua)
Sabatini:
ricucire con il Pds Tensione tra Cucca e i soriani
CAGLIARI«Per i partiti della
coalizione di centrosinistra è arrivato
il momento di rincontrarsi dopo
aver, per un istante, perduto di vista
gli obiettivi comuni che ci hanno
portato ad allearci e a essere
scelti dai sardi per governarli». Lo
scrive il presidente della
commissione bilancio del Consiglio
regionale, Franco Sabatini del Pd,
all'indomani del vertice di
maggioranza.
«Prima di tutto - si legge
nel comunicato - ricompattare
significa innanzitutto ricucire lo
strappo con il Partito dei Sardi,
passaggio fondamentale», e poi
«rinsaldare l'unione tra il Pd e le
altre forze della coalizione, per
capire le difficoltà e ripristinare
il buon governo». Sabatini dà
comunque un giudizio positivo sul
vertice: «Abbiamo individuato i nodi
della crisi economica della Sardegna
- continua - e, posto che non
tutto si riuscirà a risolvere in
questi ultimi dieci mesi di
legislatura, abbiamo definito i
punti sui quali è opportuno
concentrarsi per raggiungere gli
obiettivi prefissati, in alcuni casi
anche consolidando risultati in
parte già centrati ossia lavorando per
far giungere in modo tangibile alla
gente i benefici delle riforme
avviate».
Intanto riprendere a muoversi
qualcosa anche nel Pd ancora
alle prese con lo stallo post
elezioni politiche e le dimissioni
ancora sospese del segretario
Giuseppe Luigi Cucca. La corrente
guidata dall'ex governatore Renato
Soru ha annunciato di essere pronta
a raccogliere le firme per la
convocazione urgente dell'assemblea
senza aspettare che a decidere la
data sia il segretario. Cucca, dal
canto suo, sarebbe pronto a convocarla
per rimettere il mandato nelle
mani dell'assemblea. Però ci sarebbe
il vincolo imposto dal segretario
reggente Maurizio Martina: le
assemblee regionali potranno essere
organizzate solo dopo quella
nazionale del 21 aprile.
Urbanistica,
ultimi scogli prima del dibattito
Quasi
finita l'analisi della legge in commissione, da venerdì 27 il
confronto
pubblico voluto da Pigliaru
CAGLIARILa discussione preliminare
sulla legge urbanistica è arrivata
alla penultima tappa. Presieduta da
Antonio Solinas del Pd, la
commissione del Consiglio regionale
ha superato anche il non facile
confronto sul numero degli ettari
necessari per costruire in campagna.
Giovedì prossimo, stando alle
previsioni, dovrebbe esserci l'ultima
seduta di analisi dei 113 articoli
del disegno di legge presentato
dalla giunta, con l'assessore
Cristiano Erriu, e delle altre tre
proposte alternative firmate dalla
corrente soriana del Pd, da Mdp e
infine Forza Italia. Però prima ci
sarà l'appuntamento del mercoledì,
quando - secondo l'agenda concordata
dal centrosinistra - è previsto
un vertice di maggioranza dedicato
proprio all'urbanistica.
Da giovedì
in poi comincerà invece il conto
alla rovescia verso l'apertura del
«grande dibattito pubblico» sulla
legge, annunciato dal governatore
Francesco Pigliaru per venerdì 27
aprile a Cagliari. La cosiddetta
fase d'ascolto, che sarà
caratterizzata dal confronto fra la Regione
con gli ambientalisti, le
associazioni degli imprenditori, sindacati e
sindaci, dovrebbe durare alcuni
giorni. Ai primi di maggio ritornerà
invece a essere centrale il ruolo
della commissione urbanistica, che
dovrebbe cominciare le audizioni dei
portatori d'interessi (sono
sempre gli ambientalisti, le imprese
eccetera) e subito dopo votare il
testo definitivo. Testo che dovrà
tener conto dei suggerimenti che
arriveranno dal dibattito pubblico,
delle audizioni e anche del
confronto fra il disegno di legge e
le tre proposte.
Proposte che solo
in parte sono conciliabili fra loro,
ad esempio non lo sono proprio
sul numero minimo degli ettari
necessari per costruire in campagna, e
quindi spetterà alla commissione
trovare un possibile punto di
equilibrio. Necessario dopo che il
governatore Pigliaru ha ribadito
più volte: «Sull'urbanistica non si
può certo andare avanti a colpi di
maggioranza, serve invece una legge
il più possibile condivisa». Ad
esempio su quanti potrebbero essere
o non essere i metri cubi concessi
agli alberghi nei 300 dal mare, i
cosiddetti bonus volumetrici. Oppure
se nella legge definitiva ci sarà
ancora l'articolo che prevede un
percorso speciale per i grandi
progetti ecosostenibili.
Mentre sembra
ormai già destinato a essere
archiviato l'allegato che ricalcola i
metri cubi ancora a disposizione dei
Comuni in base a una lungo elenco
di criteri. È invece possibile che
nella legge sia ridisegnato del
tutto l'articolo per permettere ai
Comuni di approvare il più in
fretta possibile i loro piani
urbanistici che dovranno essere conformi
al Piano paesaggistico regionale del
2006.
Unione
Sarda
Legge
elettorale congelata «Garanzia per chi vince»
Ok da Pd
e FI. Puddu (5 Stelle): «Si rischiava di peggiorarla»
La legge elettorale regionale non si
tocca e le forze politiche che
stanno in Consiglio scelgono la
cavalleria non arrogandosi il diritto
di modellare l'arma sulla base della
sfida. Questo è, infatti, il
sentimento diffuso tra i partiti che
hanno temuto di ricadere in
scelte impopolari. E fuori dal
palazzo, l'esponente del Movimento 5
Stelle, Mario Puddu, plaude la
scelta di frenare: «Sono contento,
perché il rischio di peggiorare la
legge era concreto».
IL FRENO A causare perplessità è la
proposta di alzare l'asticella per
garantire ai vincitori il premio di
maggioranza del 60%, che adesso
viene concesso a chi supera il 40%.
Nella proposta di modifica questa
soglia sarebbe aumentata sino al 45%
delle preferenze. A cascata anche
le altre percentuali da raggiungere
per avere il 55% dei consiglieri,
sarebbero state innalzate.
LO SCENARIO Insomma, il clima non
era dei migliori e la partita si
giocherà con le regole che ci sono,
nel bene e nel male. Il quadro che
qualcuno ha ipotizzato sarebbe
l'ingovernabilità, visto che non è
detto che una coalizione o un
partito sfondino la soglia del 45%.
Puddu su questo aspetto è netto:
«Non si sa chi vince, ma chiunque
sia, deve avere la possibilità di
governare». Sondaggi alla mano,
però, è normale che la normativa
avrebbe penalizzato il M5S e «l'avrei
vista come la fotocopia di ciò che è
accaduto a livello nazionale con
il tentativo di penalizzare la forza
apparentemente favorita».
Il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis,
ha parlato di «furbata» e
messo le mani avanti: «La legge
regionale prevede un premio di
maggioranza ed è giusto che sia
lasciato invariato». Anche il
capogruppo del Pd, Pietro Cocco,
nonostante ribadisca la «necessità di
cambiare la legge», benedice la
possibilità per chi vince di «avere la
certezza dei numeri per governare, a
prescindere da chi trionferà».
LE PROPOSTE Un'altra modifica che ha
lasciato qualche perplessità
riguarda quella sui candidati
presidenti. La legge in vigore prevede
che solo il secondo entri a far
parte dell'assemblea, mentre la
proposta di modifica avrebbe
garantito a tutti i candidati l'ingresso
in Consiglio regionale, se avessero
ottenuto l'8% rispetto ai voti
complessivi ottenuti dagli altri
candidati alla carica di governatore.
L'APPELLO Con le regole fissate, le
forze politiche si preparano ad
affrontare la prossima campagna
elettorale. L'esponente del Pd Franco
Sabatini lancia l'appello per
«riaprire il dialogo e smorzare i toni».
Sabatini punta a «ricucire lo
strappo col Partito dei sardi e
ricompattare l'unione tra il Pd e le
altre forze della coalizione, per
capire le difficoltà e ripristinare
il buon governo».
Matteo Sau
Accelerazione
anti-casta E i Cinquestelle
si
“consolano” tagliando i vitalizi
ROMA Due settimane: è la scadenza
che il Movimento 5 Stelle si è
autoimposto per l'abolizione dei
vitalizi. Una mossa dal doppio
valore, perché da un lato fa presa
sull'elettorato in vista delle
Regionali in Friuli e Molise, ma
soprattutto consente agli oltre 300
parlamentari di avere qualcosa da
dare in pasto alla base, sui
rispettivi territori. Dalle elezioni
sono passati 40 giorni e la gente
comune inizia a mugugnare, perché
ancora non c'è un governo e le
promesse di campagna elettorale non
si trasformano in atti concreti.
Questo ritardo, benché previsto dai
vertici del Movimento, non è stato
compreso appieno dalle truppe di
Camera e Senato. Soprattutto i nuovi
credevano che ci sarebbe voluto meno
tempo per convincere Salvini a
mollare il Cavaliere. Certe
operazioni, però, richiedono pazienza e
abnegazione, non si risolve tutto
nello spazio di un clic. Finora Di
Maio, con la collaborazione dei suoi
capigruppo, Danilo Toninelli al
Senato e Giulia Grillo alla Camera,
è stato bravo a tenere compatti i
ranghi, concedendosi anche alle
domande dei suoi colleghi per quasi
tre ore nell'ultima assemblea
congiunta.
Ma non si può reggere per
molto. Servono risposte e al momento
sono contenute nelle delibere
degli uffici di presidenza di
Montecitorio e Palazzo Madama per la
cancellazione dei vitalizi e il
primo taglio agli «sprechi della
casta». La spinta propulsiva di
questa misura dovrebbe bastare a
contenere i malumori, soprattutto se
le trattative per il governo
dovessero andare ancora per le
lunghe o se, peggio ancora, la luce in
fondo al tunnel non dovesse far
capolino.
IGLESIAS.
Il sindaco esce di scena, via alle manovre nel centrosinistra
Gariazzo
non si ricandida: «Ringrazio la coalizione»
Ci ha pensato a lungo, si è
confrontato con le persone a lui più
vicine e ha deciso: «Non mi
ricandido». Non dev'essere stata una
scelta facile quella che Emilio
Gariazzo, sindaco di Iglesias per
ancora due mesi, ha comunicato
ufficialmente agli esponenti del suo
partito, il Pd. Lo ha fatto con una
lettera - datata 10 aprile - nella
quale ha messo per iscritto le sue
riflessioni sul percorso compiuto,
sulle difficoltà incontrate e gli
obiettivi raggiunti. Senza
dimenticare di ringraziare chi gli
ha dato fiducia e augurare buon
lavoro a quanti ricopriranno
incarichi nel prossimo Consiglio.
LA LETTERA Una missiva sulla quale
circolavano indiscrezioni già da
mercoledì sera. Emilio Gariazzo,
ieri, non rispondeva al telefono; ma,
appena qualche giorno fa, era stato
lui stesso a voler rilasciare
delle dichiarazioni che, rilette
oggi, appaiono come il preambolo
della scelta comunicata al suo
partito. Ma non è chiaro se la
coalizione di centrosinistra abbia già
individuato il candidato da
proporre agli elettori iglesienti.
Certo è che, da tempo, circolano a
Iglesias nomi di possibili
contendenti alla fascia tricolore: da
Simone Franceschi (vice sindaco e
assessore al Turismo) a Francesco
Melis (Ambiente) fino a Mauro Usai,
giovane presidente del Consiglio
comunale. Il sindaco uscente è certo
di una cosa: «Sono consapevole
della capacità della coalizione, ma
soprattutto del Partito
Democratico, suo pilastro portante,
di individuare chi potrà
continuare l'importante lavoro,
svolto in questi anni, tutti insieme,
al servizio della città».
IL BILANCIO Cinque anni definiti
«faticosi, ma entusiasmanti» per
rimarcare che è stata «presa per
mano una città dopo un lungo periodo
di discontinuità amministrativa, in
una situazione non certo facile».
Dei risultati ottenuti rende merito
«ad un gruppo che ha fatto un
grande gioco di squadra: donne e
uomini leali e infaticabili, che
hanno interpretato la politica come
servizio».
Gariazzo non tralascia di ricordare
i momenti difficili nella
maggioranza, pur rimarcando che «ha
saputo tenere la barra a dritta.
Abbiamo intrapreso con coraggio le
sfide sui temi principali, cercando
di coniugare l'impegno per il
contingente, quotidiano, rappresentato
spesso da bisogni immediati, con il
mettere in moto quei processi di
pianificazione di cui la città aveva
bisogno».
MIGRANTI Nel lungo elenco che il
sindaco uscente fa sulle questioni
affrontate (dai lavori pubblici ai
tributi passando per servizi
sociali) c'è anche l'accoglienza dei
migranti: «Voglio ricordare, con
orgoglio, il nostro impegno nella
solidarietà e nell'accoglienza che
ci ha visto fare la nostra parte,
partecipi di una comunità più
vasta».
Cinzia Simbula
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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