mercoledì 18 aprile 2018

Rassegna stampa 18 Aprile 2018


La Nuova

Pd, prove di dialogo ma la pace è lontana Confermata l'assemblea di sabato per parlare di alleanze. Appello di Uras alle forze di centrosinistra

Le diplomazie del Pd sono in gran movimento: l'assemblea autoconvocata sabato mattina ad Abbasanta, ottenuta dai soriani con una prova di forza, è per alcuni l'occasione «da dove ricominciare e riprendere finalmente il confronto interno», mentre altri ribattono «è un rischio che va evitato, perché in momento di difficoltà come questo, non servono altre contrapposizione». Così, all'improvviso, c'è stata una riunione ristretta fra i portavoce delle tre correnti: oltre a quella capeggiata dall'europarlamentare, i popolari-riformisti dell'area Cabras-Fadda e il gruppo dei renziani più gli ex Diesse. Tra l'altro gli unici a essere rimasti ancora fedeli al segretario Giuseppe Luigi Cucca, contestato invece dal resto del partito perché non si è ancora dimesso dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo.

La conclusione del vertice sarebbe stata questa: l'assemblea di sabato ci sarà, i soriani hanno detto che mai ci avrebbero rinunciato, ma servirà solo come «passaggio preliminare per arrivare poi in seguito (a maggio?) all'elezione del segretario». In altre parole, ad Abbasanta ci sarà di sicuro la corrente di Soru al completo, mentre le altre due dovrebbero essere presenti solo con delle delegazioni autorevoli. Dunque, non sarà raggiunto il numero legale, 81 delegati su 160, perché la riunione sia valida, ma l'occasione non sarà sprecata.

Servirà per «avviare il rilancio dopo la batosta incassata alle Politiche» e forse «cominciare a discutere delle alleanze per le Regionali dell'anno prossimo». Comunque la situazione è ancora in evoluzione e solo venerdì mattina si saprà quale sarà il reale peso dell'assemblea convocata dalla presidente Lalla Pulga. Nel frattempo c'è però chi guarda oltre nella coalizione di centrosinistra. È l'ex senatore Luciano Uras, presidente di Campo progressista, che ha inviato una lettera aperta ai segretari di partito e al governatore Francesco Pigliaru. La sintesi è questa: «Sono utili i vertici con i consiglieri regionali dell'alleanza soprattutto per decidere come ricostruire un rapporto robusto di fiducia fra gli elettori e le istituzioni, ma non bastano».

Secondo Uras è invece «indispensabile che la discussione superi i confini del Consiglio e sia allargata ai partiti», perché, a dieci mesi dalle Regionali, «la coalizione deve produrre uno sforzo corale in cui le responsabilità di governo devono fondersi con l'impegno politico quotidiano di chi opera nel sociale, nel mondo della solidarietà e della cultura». Insomma, è la conclusione, «dobbiamo essere più presenti fra la gente, non solo nei palazzi della Regione ed è per questo che nel rilancio del centrosinistra i partiti devono e dovranno essere coinvolti».

Due anni a Sergio Milia A giudizio altri dodici
Fondi ai gruppi »la sentenza

di Mauro Lissia
CAGLIARI
Due anni di reclusione e non quattro come aveva chiesto il pm Marco
Cocco a conclusione della sua requisitoria, ma l'ex assessore
regionale ai Beni culturali ed ex playmaker della Dinamo, Sergio
Milia, è stato comunque riconosciuto colpevole di peculato continuato
per via di quei 168 mila euro utilizzati al di fuori dalla legge
quand'era consigliere regionale dell'Udc. 

Il giudice Giovanni Massidda
ha letto il dispositivo della sentenza a mezzogiorno in punto, solo
per Milia perché l'avvocato sassarese è l'unico fra gli imputati di
questa tranche del procedimento penale ad aver scelto il giudizio
abbreviato: «Sentenza più equilibrata, ma comunque molto severa - ha
commentato l'avvocato Nicola Satta, uno dei difensori di Milia -
aspetteremo le motivazioni e valuteremo in seguito se proporre
appello».Gli altri dodici onorevoli ed ex onorevoli, legati allo
stesso gruppo politico e a quello di Fortza Paris nella legislatura
2004-2009, andranno al processo pubblico a partire dal 13 luglio.

Mentre con l'udienza di ieri ha avuto il via libera formale il
patteggiamento della pena per Sergio Obinu: due anni, come Milia. I
nomi sono sempre quelli: vanno al giudizio del tribunale collegiale il
tempiese ed attuale sindaco Andrea Biancareddu (165.113 euro),
l'oristanese Francesco Ignazio Cuccu (175.265), il sassarese Salvatore
Amadu (21.300), i cagliaritani padroni dell'Aias Vittorio Randazzo
(30.302) e Alberto Randazzo (91.014), Sergio Marracini (26.500),
Antonio Cappai (36.766), Giorgio Oppi di Iglesias (112.950), il
nuorese Roberto Capelli (129.500), Pasquale Onida di Oristano
(26.310), Eugenio Murgioni di Castiadas (43.000) e Silvestro Ladu di
Siniscola (4500).

Per tutti l'accusa è la stessa: aver speso senza una
giustificazione compatibile coi criteri di legge parte dei fondi che
il consiglio regionale destinava all'attività politico-istituzionale
dei gruppi, una condotta che per la Procura integra il reato di
peculato.Per Milia la speranza di venir fuori dal processo era legata
al fatto di aver messo a disposizione del giudice e dell'accusa
giustificativi di spesa per centomila euro, oltre ai 37 mila già
restituiti nella fase delle indagini. Un tentativo postumo di
dimostrare come dietro quelle spese non ci fosse che la dispendiosa
normalità di un onorevole sardo.

I difensori Luigi Concas e Nicola
Satta hanno insistito sulla linea della sostanziale buona fede dell'ex
assessore, che ha utilizzato le cifre indicate dalla polizia
giudiziaria ma l'ha sempre fatto - così hanno sostenuto i legali - per
ragioni riferite all'attività di consigliere regionale. In altre
parole: Milia non ha messo in tasca neppure un soldo - l'hanno difeso
i due avvocati - ma ha usato la quota di risorse economiche del gruppo
Udc che gli era stata assegnata per scopi istituzionali. Una tesi che
non ha convinto il pm Cocco: per lui le spese documentate non hanno
«le finalità indicate dalla legge». Come dire: il peculato c'era e
rimane anche dopo l'esame dei documenti, la pena di quattro anni - una
delle più alte richieste nella sequenza dei processi per i fondi ai
gruppi - è ancorata probabilmente anche all'importanza della somma
contestata.

Per gli altri imputati, che andranno al giudizio ordinario,
la scelta del rito potrebbe aiutarli ad alleggerire la posizione
processuale con la prescrizione: i fatti del 2004 e del 2005 sono già
al limite, ma pesano quelli dal 2006 in poi perché i termini della
prescrizione scadono ai dodici anni e mezzo.I difensori rimasti in
campo in vista del processo pubblico sono Guido Manca Bitti,
Massimiliano Ravenna, Anna Maria Busia, Guido Da Tome, Leonardo
Filippi, Paolo Loria e Giuseppe Motzo. Ritorneranno davanti ai giudici
dopo la prima condanna Ladu, Amadu, i due Randazzo e Marracini, hanno
precedenti per altri reati Biancareddu e Murgioni.

Unione Sarda

Lega e Psd'Az preparano il bis «Insieme anche alle Regionali»
Le mosse del Carroccio nell'Isola. Il commissario Zoffili: qui metteremo radici

La Lega in Sardegna vuole diventare protagonista della scena politica,
a dimostrazione che la presenza alle elezioni del 4 marzo non è stata
un'esperienza isolata. L'obiettivo è andare avanti con la prua puntata
verso il palazzo della Regione; la certezza è che il connubio con il
Psd'Az sarà riconfermato.

Pronta anche la squadra che si occuperà di tessere i fili nei
territori grazie a un coordinamento regionale. Ieri mattina i
rappresentanti della Lega erano al mercato civico di Alghero, per
ringraziare gli elettori e non interrompere il rapporto con la base in
vista dei prossimi appuntamenti elettorali. La stessa cosa farà il
leader Matteo Salvini, che tornerà presto in Sardegna (così fanno
sapere dal suo staff) probabilmente nel nord dell'Isola.

IL PROGETTO Il risultato ottenuto in Sardegna alle Politiche è un
incentivo per la Lega, che non nasconde l'ambizione di essere il
motore del centrodestra isolano. «Siamo già in pista per le prossime
Regionali», spiega Eugenio Zoffili, commissario regionale del
Carroccio, «riconfermeremo la formula dell'accordo con i sardisti, un
progetto consolidato che potremmo proporre anche alle amministrative
ormai imminenti a Iglesias e Assemini».

Lega e Psd'Az hanno superato il 10% alla Camera e l'11% al Senato, un
risultato importante che ha permesso di eleggere un deputato (Guido De
Martini) e un senatore (Christian Solinas). «In Sardegna siamo partiti
da percentuali molto basse e abbiamo raggiunto un risultato ottimo»,
spiega il commissario, «la Lega ha particolarmente a cuore i temi
della Sardegna e vogliamo diventare un partito di riferimento per i
cittadini». Il contatto con la gente è la stella polare del Carroccio
a guida Salvini, che non ha mai rinunciato a visite in luoghi pubblici
per parlare con i cittadini.

LO STAFF Il partito si struttura per mettere radici in Sardegna,
attraverso un'organizzazione che permetta di rappresentare i
territori. Eugenio Zoffili (che fa parte anche della segreteria di
Salvini oltre a essere deputato) è affiancato dal suo vice, il
gallurese Dario Giagoni, candidato alle ultime politiche alla Camera.
Nel sud Sardegna è il deputato Guido De Martini, il coordinatore
provinciale di Cagliari e Oristano, mentre al nord l'imprenditore
sassarese, Giovanni Nurra è il referente delle Province di Sassari e
Nuoro.

Il coordinamento dei giovani, invece, è affidato ad Andrea
Piras, mentre a livello locale ci sono anche i coordinatori di
Sassari, Olbia, Alghero, Loiri Porto San Paolo, Arzachena e
Quartucciu. Una presenza che vuol essere il più possibile capillare
perché «l'esperienza delle ultime elezioni politiche non è stata uno
spot», spiega l'esponente leghista.

TRA LA GENTE Zoffili ha raccontato l'esperienza del mercato di Alghero
insieme a Giagoni e diversi attivisti. «Ci siamo presentati prima
delle elezioni per ascoltare i loro problemi e ora siamo gli unici
ritornati per ringraziare». Questo sarà l'imperativo per la marcia
verso le Regionali: «Per noi non fa differenza essere in campagna
elettorale o meno, noi siamo sempre pronti al contatto».

IL PATTO L'alleanza tra i sardisti e la Lega ha diviso l'opinione
pubblica, ma è riuscita a riportare un sardista a Roma dopo 22 anni.
Il segretario dei Quattro Mori, Christian Solinas, è stato nominato
vice capogruppo in Senato, un riconoscimento per dimostrare che
«questo accordo non è soltanto elettorale ma fondato su valori e
progetti comuni», spiega il numero uno della Lega in Sardegna.
Il connubio va avanti, ma ora si pone la questione del simbolo dei
Quattro Mori, assente nella scheda alle ultime consultazioni. Solinas
non ha mai nascosto che per gli appuntamenti locali avrebbe gradito il
vessillo sardista, un aspetto sul quale in casa Lega si ragiona per
riuscire (anche tecnicamente) a conciliare la presenza di quello del
Carroccio, compreso il nome di Salvini, e quello del Partito sardo
d'Azione.

LA COALIZIONE Fatto salvo il rinnovo del sodalizio Lega-Psd'Az, rimane
da capire in quale contesto si muoverà. Allo stato attuale la
collocazione è quella del centrodestra, anche se ogni ragionamento è
prematuro: «Vedremo che tipo di coalizione sarà», spiega Zoffili, «noi
dialoghiamo con gli alleati per costruire un progetto vincente». Non è
un mistero che tra i leghisti ci sia la voglia di diventare il traino
del centrodestra, anche quello sardo, nonostante nell'Isola il primo
partito sia ancora Forza Italia. Lo sguardo, però, è rivolto alla
situazione nazionale dove è Matteo Salvini il leader dell'alleanza.
Zoffili parla di «senso di responsabilità nel cercare di fare da
collante di tutte le forze della coalizione».
Matteo Sau

Fondi dei gruppi: 2 anni per Milia
Condannato l'ex assessore, rinviati a giudizio altri 12 consiglieri di
Udc e Fortza Paris

Una condanna, un patteggiamento e dodici rinvii a giudizio. Si è
chiuso con la condanna a due anni di reclusione (con pena sospesa) il
processo con rito abbreviato nei confronti dell'ex assessore regionale
dell'Udc, Sergio Milia, accusato di peculato nell'ambito
dell'inchiesta sull'uso di fondi destinati al suo gruppo politico
nella legislatura 2004-2009.

Il giudice Roberto Cau ha accolto solo in parte le richieste del
pubblico ministero Marco Cocco che aveva sollecitato 4 anni di carcere
per l'esponente centrista, difeso dagli avvocati Luigi Concas e Nicola
Satta. Accolte per intero, invece, le richieste del pm Cocco relative
alle dodici richieste di rinvio a giudizio formulate per gli altri
esponenti dell'Udc e del gruppo di Fortza Paris coinvolti
nell'inchiesta sui fondi. Dovranno tutti comparire il 13 luglio
davanti al collegio della Seconda sezione penale del Tribunale di
Cagliari per l'inizio del processo.

All'ex assessore Milia la Procura contestava poco meno di 170mila euro
di spese dei soldi del gruppo consiliare, ritenute non legittime. Ma
ieri mattina, durante le arringhe, i difensori Luigi Concas e Nicola
Satta hanno provato a ribattere punto per punto le accuse del pubblico
ministero. «È una sentenza, seppur più equilibrata rispetto alle
richieste, a nostro avviso comunque molto severa», ha detto l'avvocato
Satta: «Leggeremo le motivazioni e poi decideremo se proporre
appello».

Andranno invece a processo Eugenio Murgioni, Pasquale Onida e
Silvestro Ladu (già condannato in un altro filone di inchiesta), di
Fortza Paris; Giorgio Oppi, Franco Cuccu, Sergio Marracini, Tore
Amadu, Nello Cappai, Andrea Biancareddu, Alberto e Vittorio Randazzo,
Roberto Capelli, allora esponenti dell'Udc. Si è definitivamente
chiusa, infine, la vicenda processuale dell'ex Udc Sergio Obinu (aveva
restituito 250mila euro) con la rettifica del giudice al suo
patteggiamento: due anni e pena sospesa. (fr.pi.)

Martina: le nostre proposte
Pd e 5Stelle avviano il dialogo «Basta tatticismi»

ROMA In attesa delle mosse del Colle, il Pd rilancia le sue proposte
in tre punti: lotta alla povertà, assegno universale per le famiglie,
interventi per il lavoro. E l'iniziativa raccoglie il favore del
Movimento 5 Stelle.

«Confrontiamoci con i cittadini a partire dai loro bisogni e dalle
loro aspettative, ripartiamo dalle nostre proposte concrete. Lasciamo
ad altri tatticismi, scontri personali e di potere. Noi pensiamo
all'Italia», ha scritto su Facebook il segretario reggente dei
democratici Maurizio Martina.

«Le proposte sono per gli italiani, non per questo o quel partito. Noi
andiamo oltre i tatticismi degli altri. Ecco le prime tre proposte Pd.
Povertà: allargare il redi inclusione per azzerare la povertà assoluta
in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa.
Famiglie: introdurre l'assegno universale per le famiglie con figli.
Lavoro: introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping
salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la
Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico
fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire
assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità
di retribuzione dei generi».

La replica dei 5 Stelle è affidata ai capigruppo di Camera e Senato
Giulia Grillo e Danilo Toninelli: «Abbiamo sempre detto che ciò che
vogliamo fare è partire dai temi che interessano ai cittadini. La
proposta avanzata da Maurizio Martina rappresenta un'iniziativa utile
ai fini del lavoro che sta svolgendo il comitato scientifico
presieduto dal professor Giacinto Della Cananea».

Salvini apre alla Casellati
Sulle liti tra Berlusconi e Di Maio, il leader leghista dice: così non
se ne esce «Potrebbe fare un buon lavoro: mi fido di Mattarella»

ROMA «Casellati? Di sicuro può fare un buon lavoro». Così ha detto
ieri pomeriggio Matteo Salvini entrando al Senato e rispondendo a chi
gli chiedeva se la presidente del Senato può essere la figura terza di
cui ha parlato ieri sera dal Molise per un possibile incarico.

BASTA LITI O AL VOTO «Se Berlusconi e Di Maio continuano a litigare è
un problema loro, ma così facendo si ritorna al voto. Se fosse per noi
il governo sarebbe già partito da un mese, noi vogliamo un governo che
rispecchi e rispetti il voto degli italiani, i primi con i secondi,
centrodestra e Cinque Stelle. Ma Se Di Maio e Berlusconi, a vicenda,
continuano a dirsi no tu no, non se ne esce, chiedete a loro». Quindi,
per quanto riguarda una sua possibile indicazione da parte del
presidente della Repubblica, ha aggiunto: «Affidiamoci alla saggezza
di Mattarella. Ora vado a vedere se il forno è aperto o chiuso».

IL PRESIDENTE Oggi, in serata, Sergio Mattarella, è la tesi più
accreditata, darà un mandato esplorativo alla presidente del Senato
Maria Elisabetta Casellati, berlusconiana doc. E se tra gli azzurri si
guarda con grande fiducia a questa ipotesi, che consentirebbe a Silvio
Berlusconi di essere ancora centrale nella partita governativa, nel
Carroccio, invece, non tutti sono contenti.

TIMORI C'è chi teme, infatti, che «una volta ottenuto il mandato,
Casellati possa provare a entrare a Palazzo Chigi, a nome e per conto
solo del Cavaliere», grazie al sostegno di tutti i voti responsabili
in Parlamento e magari con il soccorso esterno del Pd. Dalle parti di
via Bellerio la Casellati esploratrice o, comunque, una figura
istituzionale incaricata di sondare il terreno per trovare una
maggioranza stabile, è soprattutto un modo per prendere tempo fino
alle regionali (quelle in Friuli Venezia Giulia e in Molise), dove la
Lega crede nell'en plein per poi andare all'incasso e chiedere ai
cinque stelle di non accampare pretese sulla premiership.

REGIONALI «Se vinciamo in Friuli e Molise, il governo si farà», va
ripetendo in queste ore il leader leghista, che tira dritto per la sua
strada, convinto che in questo caso la sua leadership si rafforzerebbe
ulteriormente e aumenterebbe il peso politico da far valere nei
confronti di Luigi Di Maio e dell'alleato Fi.

Dopo la freddezza di
ieri, Salvini crede ancora in un'intesa con i grillini e scrive sulla
sua pagina Fb: «Sono ottimista penso che ci sarà un governo a guida
centrodestra con la collaborazione, spero, dei Cinque Stelle. Poi
avverte, «se tra un mese tirano ancora a campare, allora tanto vale
tornare a votare».

IGLESIAS. La figlia dell'ex sindaco potrebbe guidare la coalizione con FI e Udc
I partiti del centrodestra corteggiano Margherita Collu

Potrebbe essere questione di ore. La coalizione di centrodestra
sarebbe a un passo dall'annunciare il nome del proprio candidato
sindaco, seppure neanche la riunione di lunedì sera abbia prodotto
l'attesa “fumata bianca”. Tanto che gli esponenti di Forza Italia,
Piazza Sella, Fratelli d'Italia e di due liste civiche si sono
incontrati anche ieri.

CENTRODESTRA «La composizione dell'alleanza con cui ci proponiamo ai
nostri concittadini è ben definita - assicura Luigi Biggio, capogruppo
di Forza Italia in Consiglio comunale - ora resta da individuare la
persona da proporre come sindaco». Nomi, negli ultimi giorni, ne sono
circolati parecchi. Accanto a quelli dei consiglieri comunali uscenti
(dallo stesso Biggio a Gianfranca Mannu, Gian Marco Eltrudis, Angela
Scarpa e Andrea Pilurzu) un altro, non di un politico o
amministratore, continua a essere al centro delle indiscrezioni che,
come in tutte le tornate elettorali e per i diversi schieramenti,
tengono banco.

Il nome è quello di Margherita Collu, laureata in
Economia, che ha lavorato come dirigente in una rsa e in una struttura
alberghiera. Margherita Collu è figlia e, soprattutto, nipote d'arte:
il padre è Paolo, ex sindaco di Iglesias e coordinatore di Unidos (il
movimento che pare non partecipi a questa tornata elettorale) e il
nonno era Daverio Giovannetti, sindacalista e politico comunista che
ricoprì numerosi incarichi importanti a livello locale e regionale,
nonché nazionale come senatore per tre legislature.

SINDACO A TEMPO PIENO Un'indiscrezione che, al momento, rimane tale.
Certe sono, invece, le caratteristiche del candidato sindaco ideale
per il centrodestra, come rimarca Biggio: «A parte capacità e onestà,
che sono implicite, è indispensabile che sia una persona pronta a fare
il sindaco a tempo pieno. Non importa se uomo o donna, giovane o di
una certa età, politico o proveniente dalla cosiddetta società civile:
la caratteristica imprescindibile è che si trovi nelle condizioni di
governare Iglesias 24 ore al giorno. Un sindaco part-time lo abbiamo
avuto in questi cinque anni e ciò è stato motivo di frequenti scontri
con Gariazzo. Non saremmo coerenti né credibili se rinunciassimo a
questo requisito fondamentale».

Un identikit che è considerato imprescindibile da tutta la coalizione.
«È uno dei punti essenziali e sui quali siamo tutti d'accordo -
conferma Gianluigi Rubiu, consigliere comunale di Piazza Sella e
capogruppo Udc in Consiglio regionale - la città ha bisogno di essere
guidata da una figura che sia presente costantemente, non a tempo
parziale». Cinzia Simbula

Iglesias
Centrosinistra incerto su Usai, Melis e Franceschi

I nomi più accreditati rimangono tre: Simone Franceschi, Francesco
Melis e Mauro Usai. Anche la coalizione di centrosinistra sta
completando gli incontri in vista dell'individuazione del candidato
sindaco: il nome potrebbe uscire proprio dalla terna formata dagli
assessori al Turismo (Franceschi) e Ambiente (Melis) nonché dal
presidente del Consiglio comunale, il giovane Mauro Usai.
Ma la coalizione potrebbe essere chiamata ad affrontare le conseguenze
della situazione paradossale all'interno del Pci iglesiente.

Il partito, da alcune settimane, ha due segretari: uno è Sergio Murenu,
che ha rassegnato le dimissioni il 10 marzo per poi revocarle. L'altro
è Renzo Piras, eletto pro-tempore dall' assemblea riunita il 30 marzo
per garantire un coordinamento al partito cittadino, in attesa del
congresso in programma nei prossimi mesi. Murenu (che sta partecipando
alle riunioni del centrosinistra) aveva votato contro (era stato
l'unico) la rinuncia al simbolo del partito per le prossime
amministrative per la formazione di una lista civica (Iglesias in
Comune) che sta sostenendo la candidata Valentina Pistis
(Cas@Iglesias). (c. s.)

Iglesias Campagna elettorale: l'assenza di Unidos

Unidos non risponde all'appello. Il movimento fondato da Mauro Pili
(che è stato sindaco di Iglesias dal 1993 al 1999) non dovrebbe essere
presente neppure alle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio
comunale e la scelta del successore di Emilio Gariazzo (Pd).
«Al momento non stiamo partecipando ad alcuna riunione - dice Paolo
Collu, coordinatore provinciale di Unidos - né ci sono stati incontri
propedeutici a eventuali candidature».

Impossibile conoscere le intenzioni dell'ex parlamentare: Pili non
risponde al telefono e non è, quindi, dato sapere direttamente da lui
se intenda o meno fare un "blitz" dell'ultima ora, riuscendo a
presentare una lista alla scadenza tassativa: il 10 maggio, a un mese
esatto dalle elezioni. Le persone più vicine all'ex primo cittadino di
Iglesias, nonché ex presidente della Regione e parlamentare, sono
pronte a scommettere che Pili, da qui alle prossime settimane, sia
comunque capace di formare una lista per presentarsi agli elettori
iglesienti. Non necessariamente per appoggiare una delle coalizioni
già definite, ma per correre da solo proponendo un suo candidato
sindaco. (c. s.)

SASSARI. Il caso Consorzio
Sfiducia bocciata Il sindaco resta, il Pd è spaccato

Nicola Sanna evita la sfiducia e anche la mozione di censura
nell'affare Consorzio Industriale Provinciale. Pochi giorni fa i
consiglieri Pd avevano presentato un documento per chiedere la
cacciata del presidente Pasquale Taula e l'annullamento del
licenziamento del direttore Pulina. Il documento conteneva diverse
accuse dirette a Sanna, relative alla gestone del Consorzio.

Ieri la mozione è stata bocciata dopo che era stata disinnescata da
due emendamenti. Una seduta-fiume durante la quale i consiglieri del
Pd attaccati dallo stesso sindaco, avevano risposto con toni molto
duri. Per Salvatore Sanna, Giuseppe Masala e Stefano Perrone, il primo
cittadino aveva usato nei loro confronti parole «nauseanti e
disgustose», toni «spocchiosi e beffardi». Ancora, aveva dimostrato di
essere «incollato alla poltrona con chiodi da 20».

Più sfumati i toni degli altri dem, tra i quali alcuni sottolineavano
la loro vicinanza al sindaco. Tanto che un emendamento, presentato da
Mario Pala ha proposto di riportare la discussione in commissione come
auspicato dallo stesso Sanna.

Lunga e con colpi di scena la votazione.
Un primo emendamento, con cui l'opposizione chiedeva un atto di
coraggio, e quindi la sfiducia, è stato bocciato. La soropresa quando
la mozione emendata e trasformata è stata messa ai voti. Dopo un pari,
il no con voto degli stessi proponenti, dell'opposizione e della
presidente Esmeralda Ughi. Un asse che è un allarme rosso per Sanna. E
la battaglia che ha lasciato molti scontenti, già oggi potrebbe
portare nuovi scossoni in Giunta. (fr. fe.)


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Federico Marini
skype: federico1970ca


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