La
Nuova
Pd, prove
di dialogo ma la pace è lontana Confermata l'assemblea di sabato per parlare di
alleanze. Appello di Uras alle forze di centrosinistra
Le diplomazie del Pd sono in gran
movimento: l'assemblea autoconvocata sabato mattina ad Abbasanta, ottenuta dai
soriani con una prova di forza, è per alcuni l'occasione «da dove ricominciare
e riprendere finalmente il confronto interno», mentre altri ribattono «è un
rischio che va evitato, perché in momento di difficoltà come questo, non
servono altre contrapposizione». Così, all'improvviso, c'è stata una riunione
ristretta fra i portavoce delle tre correnti: oltre a quella capeggiata
dall'europarlamentare, i popolari-riformisti dell'area Cabras-Fadda e il gruppo
dei renziani più gli ex Diesse. Tra l'altro gli unici a essere rimasti ancora
fedeli al segretario Giuseppe Luigi Cucca, contestato invece dal resto del
partito perché non si è ancora dimesso dopo la sconfitta elettorale del 4
marzo.
La conclusione del vertice sarebbe
stata questa: l'assemblea di sabato ci sarà, i soriani hanno detto che mai ci
avrebbero rinunciato, ma servirà solo come «passaggio preliminare per arrivare
poi in seguito (a maggio?) all'elezione del segretario». In altre parole, ad Abbasanta
ci sarà di sicuro la corrente di Soru al completo, mentre le altre due
dovrebbero essere presenti solo con delle delegazioni autorevoli. Dunque, non
sarà raggiunto il numero legale, 81 delegati su 160, perché la riunione sia
valida, ma l'occasione non sarà sprecata.
Servirà per «avviare il rilancio
dopo la batosta incassata alle Politiche» e forse «cominciare a discutere delle
alleanze per le Regionali dell'anno prossimo». Comunque la situazione è ancora
in evoluzione e solo venerdì mattina si saprà quale sarà il reale peso dell'assemblea
convocata dalla presidente Lalla Pulga. Nel frattempo c'è però chi guarda oltre
nella coalizione di centrosinistra. È l'ex senatore Luciano Uras, presidente di
Campo progressista, che ha inviato una lettera aperta ai segretari di partito e
al governatore Francesco Pigliaru. La sintesi è questa: «Sono utili i vertici
con i consiglieri regionali dell'alleanza soprattutto per decidere come ricostruire
un rapporto robusto di fiducia fra gli elettori e le istituzioni, ma non
bastano».
Secondo Uras è invece
«indispensabile che la discussione superi i confini del Consiglio e sia
allargata ai partiti», perché, a dieci mesi dalle Regionali, «la coalizione
deve produrre uno sforzo corale in cui le responsabilità di governo devono fondersi
con l'impegno politico quotidiano di chi opera nel sociale, nel mondo della
solidarietà e della cultura». Insomma, è la conclusione, «dobbiamo essere più
presenti fra la gente, non solo nei palazzi della Regione ed è per questo che
nel rilancio del centrosinistra i partiti devono e dovranno essere coinvolti».
Due anni
a Sergio Milia A giudizio altri dodici
Fondi ai
gruppi »la sentenza
di Mauro Lissia
CAGLIARI
Due anni di reclusione e non quattro
come aveva chiesto il pm Marco
Cocco a conclusione della sua
requisitoria, ma l'ex assessore
regionale ai Beni culturali ed ex
playmaker della Dinamo, Sergio
Milia, è stato comunque riconosciuto
colpevole di peculato continuato
per via di quei 168 mila euro utilizzati
al di fuori dalla legge
quand'era consigliere regionale
dell'Udc.
Il giudice Giovanni Massidda
ha letto il dispositivo della
sentenza a mezzogiorno in punto, solo
per Milia perché l'avvocato
sassarese è l'unico fra gli imputati di
questa tranche del procedimento
penale ad aver scelto il giudizio
abbreviato: «Sentenza più
equilibrata, ma comunque molto severa - ha
commentato l'avvocato Nicola Satta,
uno dei difensori di Milia -
aspetteremo le motivazioni e
valuteremo in seguito se proporre
appello».Gli altri dodici onorevoli
ed ex onorevoli, legati allo
stesso gruppo politico e a quello di
Fortza Paris nella legislatura
2004-2009, andranno al processo
pubblico a partire dal 13 luglio.
Mentre con l'udienza di ieri ha
avuto il via libera formale il
patteggiamento della pena per Sergio
Obinu: due anni, come Milia. I
nomi sono sempre quelli: vanno al
giudizio del tribunale collegiale il
tempiese ed attuale sindaco Andrea
Biancareddu (165.113 euro),
l'oristanese Francesco Ignazio Cuccu
(175.265), il sassarese Salvatore
Amadu (21.300), i cagliaritani
padroni dell'Aias Vittorio Randazzo
(30.302) e Alberto Randazzo
(91.014), Sergio Marracini (26.500),
Antonio Cappai (36.766), Giorgio
Oppi di Iglesias (112.950), il
nuorese Roberto Capelli (129.500),
Pasquale Onida di Oristano
(26.310), Eugenio Murgioni di
Castiadas (43.000) e Silvestro Ladu di
Siniscola (4500).
Per tutti l'accusa è la stessa: aver
speso senza una
giustificazione compatibile coi
criteri di legge parte dei fondi che
il consiglio regionale destinava
all'attività politico-istituzionale
dei gruppi, una condotta che per la
Procura integra il reato di
peculato.Per Milia la speranza di
venir fuori dal processo era legata
al fatto di aver messo a
disposizione del giudice e dell'accusa
giustificativi di spesa per
centomila euro, oltre ai 37 mila già
restituiti nella fase delle
indagini. Un tentativo postumo di
dimostrare come dietro quelle spese
non ci fosse che la dispendiosa
normalità di un onorevole sardo.
I difensori Luigi Concas e Nicola
Satta hanno insistito sulla linea
della sostanziale buona fede dell'ex
assessore, che ha utilizzato le
cifre indicate dalla polizia
giudiziaria ma l'ha sempre fatto -
così hanno sostenuto i legali - per
ragioni riferite all'attività di
consigliere regionale. In altre
parole: Milia non ha messo in tasca
neppure un soldo - l'hanno difeso
i due avvocati - ma ha usato la
quota di risorse economiche del gruppo
Udc che gli era stata assegnata per scopi
istituzionali. Una tesi che
non ha convinto il pm Cocco: per lui
le spese documentate non hanno
«le finalità indicate dalla legge».
Come dire: il peculato c'era e
rimane anche dopo l'esame dei
documenti, la pena di quattro anni - una
delle più alte richieste nella
sequenza dei processi per i fondi ai
gruppi - è ancorata probabilmente
anche all'importanza della somma
contestata.
Per gli altri imputati, che andranno
al giudizio ordinario,
la scelta del rito potrebbe aiutarli
ad alleggerire la posizione
processuale con la prescrizione: i
fatti del 2004 e del 2005 sono già
al limite, ma pesano quelli dal 2006
in poi perché i termini della
prescrizione scadono ai dodici anni
e mezzo.I difensori rimasti in
campo in vista del processo pubblico
sono Guido Manca Bitti,
Massimiliano Ravenna, Anna Maria
Busia, Guido Da Tome, Leonardo
Filippi, Paolo Loria e Giuseppe
Motzo. Ritorneranno davanti ai giudici
dopo la prima condanna Ladu, Amadu,
i due Randazzo e Marracini, hanno
precedenti per altri reati
Biancareddu e Murgioni.
Unione
Sarda
Lega e
Psd'Az preparano il bis «Insieme anche alle Regionali»
Le mosse
del Carroccio nell'Isola. Il commissario Zoffili: qui metteremo radici
La Lega in Sardegna vuole diventare
protagonista della scena politica,
a dimostrazione che la presenza alle
elezioni del 4 marzo non è stata
un'esperienza isolata. L'obiettivo è
andare avanti con la prua puntata
verso il palazzo della Regione; la
certezza è che il connubio con il
Psd'Az sarà riconfermato.
Pronta anche la squadra che si
occuperà di tessere i fili nei
territori grazie a un coordinamento
regionale. Ieri mattina i
rappresentanti della Lega erano al
mercato civico di Alghero, per
ringraziare gli elettori e non
interrompere il rapporto con la base in
vista dei prossimi appuntamenti
elettorali. La stessa cosa farà il
leader Matteo Salvini, che tornerà
presto in Sardegna (così fanno
sapere dal suo staff) probabilmente
nel nord dell'Isola.
IL PROGETTO Il risultato ottenuto in
Sardegna alle Politiche è un
incentivo per la Lega, che non
nasconde l'ambizione di essere il
motore del centrodestra isolano.
«Siamo già in pista per le prossime
Regionali», spiega Eugenio Zoffili,
commissario regionale del
Carroccio, «riconfermeremo la
formula dell'accordo con i sardisti, un
progetto consolidato che potremmo
proporre anche alle amministrative
ormai imminenti a Iglesias e
Assemini».
Lega e Psd'Az hanno superato il 10%
alla Camera e l'11% al Senato, un
risultato importante che ha permesso
di eleggere un deputato (Guido De
Martini) e un senatore (Christian
Solinas). «In Sardegna siamo partiti
da percentuali molto basse e abbiamo
raggiunto un risultato ottimo»,
spiega il commissario, «la Lega ha
particolarmente a cuore i temi
della Sardegna e vogliamo diventare
un partito di riferimento per i
cittadini». Il contatto con la gente
è la stella polare del Carroccio
a guida Salvini, che non ha mai
rinunciato a visite in luoghi pubblici
per parlare con i cittadini.
LO STAFF Il partito si struttura per
mettere radici in Sardegna,
attraverso un'organizzazione che
permetta di rappresentare i
territori. Eugenio Zoffili (che fa
parte anche della segreteria di
Salvini oltre a essere deputato) è
affiancato dal suo vice, il
gallurese Dario Giagoni, candidato
alle ultime politiche alla Camera.
Nel sud Sardegna è il deputato Guido
De Martini, il coordinatore
provinciale di Cagliari e Oristano,
mentre al nord l'imprenditore
sassarese, Giovanni Nurra è il
referente delle Province di Sassari e
Nuoro.
Il coordinamento dei giovani,
invece, è affidato ad Andrea
Piras, mentre a livello locale ci
sono anche i coordinatori di
Sassari, Olbia, Alghero, Loiri Porto
San Paolo, Arzachena e
Quartucciu. Una presenza che vuol
essere il più possibile capillare
perché «l'esperienza delle ultime
elezioni politiche non è stata uno
spot», spiega l'esponente leghista.
TRA LA GENTE Zoffili ha raccontato
l'esperienza del mercato di Alghero
insieme a Giagoni e diversi
attivisti. «Ci siamo presentati prima
delle elezioni per ascoltare i loro
problemi e ora siamo gli unici
ritornati per ringraziare». Questo
sarà l'imperativo per la marcia
verso le Regionali: «Per noi non fa
differenza essere in campagna
elettorale o meno, noi siamo sempre
pronti al contatto».
IL PATTO L'alleanza tra i sardisti e
la Lega ha diviso l'opinione
pubblica, ma è riuscita a riportare
un sardista a Roma dopo 22 anni.
Il segretario dei Quattro Mori,
Christian Solinas, è stato nominato
vice capogruppo in Senato, un
riconoscimento per dimostrare che
«questo accordo non è soltanto
elettorale ma fondato su valori e
progetti comuni», spiega il numero
uno della Lega in Sardegna.
Il connubio va avanti, ma ora si
pone la questione del simbolo dei
Quattro Mori, assente nella scheda
alle ultime consultazioni. Solinas
non ha mai nascosto che per gli
appuntamenti locali avrebbe gradito il
vessillo sardista, un aspetto sul
quale in casa Lega si ragiona per
riuscire (anche tecnicamente) a
conciliare la presenza di quello del
Carroccio, compreso il nome di
Salvini, e quello del Partito sardo
d'Azione.
LA COALIZIONE Fatto salvo il rinnovo
del sodalizio Lega-Psd'Az, rimane
da capire in quale contesto si
muoverà. Allo stato attuale la
collocazione è quella del
centrodestra, anche se ogni ragionamento è
prematuro: «Vedremo che tipo di
coalizione sarà», spiega Zoffili, «noi
dialoghiamo con gli alleati per
costruire un progetto vincente». Non è
un mistero che tra i leghisti ci sia
la voglia di diventare il traino
del centrodestra, anche quello
sardo, nonostante nell'Isola il primo
partito sia ancora Forza Italia. Lo
sguardo, però, è rivolto alla
situazione nazionale dove è Matteo
Salvini il leader dell'alleanza.
Zoffili parla di «senso di
responsabilità nel cercare di fare da
collante di tutte le forze della
coalizione».
Matteo Sau
Fondi dei
gruppi: 2 anni per Milia
Condannato
l'ex assessore, rinviati a giudizio altri 12 consiglieri di
Udc e
Fortza Paris
Una condanna, un patteggiamento e
dodici rinvii a giudizio. Si è
chiuso con la condanna a due anni di
reclusione (con pena sospesa) il
processo con rito abbreviato nei
confronti dell'ex assessore regionale
dell'Udc, Sergio Milia, accusato di
peculato nell'ambito
dell'inchiesta sull'uso di fondi
destinati al suo gruppo politico
nella legislatura 2004-2009.
Il giudice Roberto Cau ha accolto
solo in parte le richieste del
pubblico ministero Marco Cocco che
aveva sollecitato 4 anni di carcere
per l'esponente centrista, difeso
dagli avvocati Luigi Concas e Nicola
Satta. Accolte per intero, invece,
le richieste del pm Cocco relative
alle dodici richieste di rinvio a
giudizio formulate per gli altri
esponenti dell'Udc e del gruppo di
Fortza Paris coinvolti
nell'inchiesta sui fondi. Dovranno
tutti comparire il 13 luglio
davanti al collegio della Seconda
sezione penale del Tribunale di
Cagliari per l'inizio del processo.
All'ex assessore Milia la Procura
contestava poco meno di 170mila euro
di spese dei soldi del gruppo
consiliare, ritenute non legittime. Ma
ieri mattina, durante le arringhe, i
difensori Luigi Concas e Nicola
Satta hanno provato a ribattere
punto per punto le accuse del pubblico
ministero. «È una sentenza, seppur
più equilibrata rispetto alle
richieste, a nostro avviso comunque
molto severa», ha detto l'avvocato
Satta: «Leggeremo le motivazioni e
poi decideremo se proporre
appello».
Andranno invece a processo Eugenio
Murgioni, Pasquale Onida e
Silvestro Ladu (già condannato in un
altro filone di inchiesta), di
Fortza Paris; Giorgio Oppi, Franco
Cuccu, Sergio Marracini, Tore
Amadu, Nello Cappai, Andrea Biancareddu,
Alberto e Vittorio Randazzo,
Roberto Capelli, allora esponenti
dell'Udc. Si è definitivamente
chiusa, infine, la vicenda
processuale dell'ex Udc Sergio Obinu (aveva
restituito 250mila euro) con la
rettifica del giudice al suo
patteggiamento: due anni e pena
sospesa. (fr.pi.)
Martina:
le nostre proposte
Pd e
5Stelle avviano il dialogo «Basta tatticismi»
ROMA In attesa delle mosse del
Colle, il Pd rilancia le sue proposte
in tre punti: lotta alla povertà,
assegno universale per le famiglie,
interventi per il lavoro. E
l'iniziativa raccoglie il favore del
Movimento 5 Stelle.
«Confrontiamoci con i cittadini a
partire dai loro bisogni e dalle
loro aspettative, ripartiamo dalle
nostre proposte concrete. Lasciamo
ad altri tatticismi, scontri personali
e di potere. Noi pensiamo
all'Italia», ha scritto su Facebook
il segretario reggente dei
democratici Maurizio Martina.
«Le proposte sono per gli italiani,
non per questo o quel partito. Noi
andiamo oltre i tatticismi degli
altri. Ecco le prime tre proposte Pd.
Povertà: allargare il redi
inclusione per azzerare la povertà assoluta
in tre anni e potenziare le azioni
contro la povertà educativa.
Famiglie: introdurre l'assegno
universale per le famiglie con figli.
Lavoro: introdurre il salario minimo
legale, combattere il dumping
salariale dei contratti pirata anche
valorizzando il Patto per la
Fabbrica promosso dalle parti
sociali. Tagliare ancora il carico
fiscale sul costo del lavoro a tempo
indeterminato per favorire
assunzioni stabili con priorità a donne
e giovani, norme per la parità
di retribuzione dei generi».
La replica dei 5 Stelle è affidata
ai capigruppo di Camera e Senato
Giulia Grillo e Danilo Toninelli:
«Abbiamo sempre detto che ciò che
vogliamo fare è partire dai temi che
interessano ai cittadini. La
proposta avanzata da Maurizio
Martina rappresenta un'iniziativa utile
ai fini del lavoro che sta svolgendo
il comitato scientifico
presieduto dal professor Giacinto
Della Cananea».
Salvini
apre alla Casellati
Sulle
liti tra Berlusconi e Di Maio, il leader leghista dice: così non
se ne
esce «Potrebbe fare un buon lavoro: mi fido di Mattarella»
ROMA «Casellati? Di sicuro può fare
un buon lavoro». Così ha detto
ieri pomeriggio Matteo Salvini
entrando al Senato e rispondendo a chi
gli chiedeva se la presidente del
Senato può essere la figura terza di
cui ha parlato ieri sera dal Molise
per un possibile incarico.
BASTA LITI O AL VOTO «Se Berlusconi
e Di Maio continuano a litigare è
un problema loro, ma così facendo si
ritorna al voto. Se fosse per noi
il governo sarebbe già partito da un
mese, noi vogliamo un governo che
rispecchi e rispetti il voto degli
italiani, i primi con i secondi,
centrodestra e Cinque Stelle. Ma Se
Di Maio e Berlusconi, a vicenda,
continuano a dirsi no tu no, non se
ne esce, chiedete a loro». Quindi,
per quanto riguarda una sua
possibile indicazione da parte del
presidente della Repubblica, ha
aggiunto: «Affidiamoci alla saggezza
di Mattarella. Ora vado a vedere se
il forno è aperto o chiuso».
IL PRESIDENTE Oggi, in serata,
Sergio Mattarella, è la tesi più
accreditata, darà un mandato
esplorativo alla presidente del Senato
Maria Elisabetta Casellati,
berlusconiana doc. E se tra gli azzurri si
guarda con grande fiducia a questa
ipotesi, che consentirebbe a Silvio
Berlusconi di essere ancora centrale
nella partita governativa, nel
Carroccio, invece, non tutti sono
contenti.
TIMORI C'è chi teme, infatti, che
«una volta ottenuto il mandato,
Casellati possa provare a entrare a
Palazzo Chigi, a nome e per conto
solo del Cavaliere», grazie al
sostegno di tutti i voti responsabili
in Parlamento e magari con il
soccorso esterno del Pd. Dalle parti di
via Bellerio la Casellati
esploratrice o, comunque, una figura
istituzionale incaricata di sondare
il terreno per trovare una
maggioranza stabile, è soprattutto
un modo per prendere tempo fino
alle regionali (quelle in Friuli
Venezia Giulia e in Molise), dove la
Lega crede nell'en plein per poi
andare all'incasso e chiedere ai
cinque stelle di non accampare
pretese sulla premiership.
REGIONALI «Se vinciamo in Friuli e
Molise, il governo si farà», va
ripetendo in queste ore il leader
leghista, che tira dritto per la sua
strada, convinto che in questo caso
la sua leadership si rafforzerebbe
ulteriormente e aumenterebbe il peso
politico da far valere nei
confronti di Luigi Di Maio e
dell'alleato Fi.
Dopo la freddezza di
ieri, Salvini crede ancora in
un'intesa con i grillini e scrive sulla
sua pagina Fb: «Sono ottimista penso
che ci sarà un governo a guida
centrodestra con la collaborazione,
spero, dei Cinque Stelle. Poi
avverte, «se tra un mese tirano
ancora a campare, allora tanto vale
tornare a votare».
IGLESIAS.
La figlia dell'ex sindaco potrebbe guidare la coalizione con FI e Udc
I partiti
del centrodestra corteggiano Margherita Collu
Potrebbe essere questione di ore. La
coalizione di centrodestra
sarebbe a un passo dall'annunciare
il nome del proprio candidato
sindaco, seppure neanche la riunione
di lunedì sera abbia prodotto
l'attesa “fumata bianca”. Tanto che
gli esponenti di Forza Italia,
Piazza Sella, Fratelli d'Italia e di
due liste civiche si sono
incontrati anche ieri.
CENTRODESTRA «La composizione
dell'alleanza con cui ci proponiamo ai
nostri concittadini è ben definita -
assicura Luigi Biggio, capogruppo
di Forza Italia in Consiglio
comunale - ora resta da individuare la
persona da proporre come sindaco».
Nomi, negli ultimi giorni, ne sono
circolati parecchi. Accanto a quelli
dei consiglieri comunali uscenti
(dallo stesso Biggio a Gianfranca
Mannu, Gian Marco Eltrudis, Angela
Scarpa e Andrea Pilurzu) un altro,
non di un politico o
amministratore, continua a essere al
centro delle indiscrezioni che,
come in tutte le tornate elettorali
e per i diversi schieramenti,
tengono banco.
Il nome è quello di Margherita
Collu, laureata in
Economia, che ha lavorato come
dirigente in una rsa e in una struttura
alberghiera. Margherita Collu è
figlia e, soprattutto, nipote d'arte:
il padre è Paolo, ex sindaco di
Iglesias e coordinatore di Unidos (il
movimento che pare non partecipi a
questa tornata elettorale) e il
nonno era Daverio Giovannetti,
sindacalista e politico comunista che
ricoprì numerosi incarichi
importanti a livello locale e regionale,
nonché nazionale come senatore per
tre legislature.
SINDACO A TEMPO PIENO
Un'indiscrezione che, al momento, rimane tale.
Certe sono, invece, le
caratteristiche del candidato sindaco ideale
per il centrodestra, come rimarca
Biggio: «A parte capacità e onestà,
che sono implicite, è indispensabile
che sia una persona pronta a fare
il sindaco a tempo pieno. Non
importa se uomo o donna, giovane o di
una certa età, politico o
proveniente dalla cosiddetta società civile:
la caratteristica imprescindibile è
che si trovi nelle condizioni di
governare Iglesias 24 ore al giorno.
Un sindaco part-time lo abbiamo
avuto in questi cinque anni e ciò è
stato motivo di frequenti scontri
con Gariazzo. Non saremmo coerenti
né credibili se rinunciassimo a
questo requisito fondamentale».
Un identikit che è considerato
imprescindibile da tutta la coalizione.
«È uno dei punti essenziali e sui
quali siamo tutti d'accordo -
conferma Gianluigi Rubiu,
consigliere comunale di Piazza Sella e
capogruppo Udc in Consiglio
regionale - la città ha bisogno di essere
guidata da una figura che sia
presente costantemente, non a tempo
parziale». Cinzia Simbula
Iglesias
Centrosinistra
incerto su Usai, Melis e Franceschi
I nomi più accreditati rimangono
tre: Simone Franceschi, Francesco
Melis e Mauro Usai. Anche la
coalizione di centrosinistra sta
completando gli incontri in vista
dell'individuazione del candidato
sindaco: il nome potrebbe uscire
proprio dalla terna formata dagli
assessori al Turismo (Franceschi) e
Ambiente (Melis) nonché dal
presidente del Consiglio comunale,
il giovane Mauro Usai.
Ma la coalizione potrebbe essere
chiamata ad affrontare le conseguenze
della situazione paradossale
all'interno del Pci iglesiente.
Il partito, da alcune settimane, ha
due segretari: uno è Sergio Murenu,
che ha rassegnato le dimissioni il
10 marzo per poi revocarle. L'altro
è Renzo Piras, eletto pro-tempore
dall' assemblea riunita il 30 marzo
per garantire un coordinamento al
partito cittadino, in attesa del
congresso in programma nei prossimi
mesi. Murenu (che sta partecipando
alle riunioni del centrosinistra)
aveva votato contro (era stato
l'unico) la rinuncia al simbolo del
partito per le prossime
amministrative per la formazione di
una lista civica (Iglesias in
Comune) che sta sostenendo la
candidata Valentina Pistis
(Cas@Iglesias). (c. s.)
Iglesias
Campagna elettorale: l'assenza di Unidos
Unidos non risponde all'appello. Il
movimento fondato da Mauro Pili
(che è stato sindaco di Iglesias dal
1993 al 1999) non dovrebbe essere
presente neppure alle imminenti
elezioni per il rinnovo del Consiglio
comunale e la scelta del successore
di Emilio Gariazzo (Pd).
«Al momento non stiamo partecipando
ad alcuna riunione - dice Paolo
Collu, coordinatore provinciale di
Unidos - né ci sono stati incontri
propedeutici a eventuali
candidature».
Impossibile conoscere le intenzioni
dell'ex parlamentare: Pili non
risponde al telefono e non è,
quindi, dato sapere direttamente da lui
se intenda o meno fare un
"blitz" dell'ultima ora, riuscendo a
presentare una lista alla scadenza
tassativa: il 10 maggio, a un mese
esatto dalle elezioni. Le persone
più vicine all'ex primo cittadino di
Iglesias, nonché ex presidente della
Regione e parlamentare, sono
pronte a scommettere che Pili, da
qui alle prossime settimane, sia
comunque capace di formare una lista
per presentarsi agli elettori
iglesienti. Non necessariamente per
appoggiare una delle coalizioni
già definite, ma per correre da solo
proponendo un suo candidato
sindaco. (c. s.)
SASSARI.
Il caso Consorzio
Sfiducia
bocciata Il sindaco resta, il Pd è spaccato
Nicola Sanna evita la sfiducia e
anche la mozione di censura
nell'affare Consorzio Industriale
Provinciale. Pochi giorni fa i
consiglieri Pd avevano presentato un
documento per chiedere la
cacciata del presidente Pasquale
Taula e l'annullamento del
licenziamento del direttore Pulina.
Il documento conteneva diverse
accuse dirette a Sanna, relative
alla gestone del Consorzio.
Ieri la mozione è stata bocciata
dopo che era stata disinnescata da
due emendamenti. Una seduta-fiume
durante la quale i consiglieri del
Pd attaccati dallo stesso sindaco,
avevano risposto con toni molto
duri. Per Salvatore Sanna, Giuseppe
Masala e Stefano Perrone, il primo
cittadino aveva usato nei loro
confronti parole «nauseanti e
disgustose», toni «spocchiosi e
beffardi». Ancora, aveva dimostrato di
essere «incollato alla poltrona con
chiodi da 20».
Più sfumati i toni degli altri dem,
tra i quali alcuni sottolineavano
la loro vicinanza al sindaco. Tanto
che un emendamento, presentato da
Mario Pala ha proposto di riportare
la discussione in commissione come
auspicato dallo stesso Sanna.
Lunga e con colpi di scena la
votazione.
Un primo emendamento, con cui l'opposizione
chiedeva un atto di
coraggio, e quindi la sfiducia, è
stato bocciato. La soropresa quando
la mozione emendata e trasformata è
stata messa ai voti. Dopo un pari,
il no con voto degli stessi
proponenti, dell'opposizione e della
presidente Esmeralda Ughi. Un asse
che è un allarme rosso per Sanna. E
la battaglia che ha lasciato molti
scontenti, già oggi potrebbe
portare nuovi scossoni in Giunta.
(fr. fe.)
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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