lunedì 23 aprile 2018

Rassegna stampa 23 Aprile 2018


Unione Sarda

Pd, la battaglia per le alleanze dietro la polemica su Cucca Soriani contrari al rapporto privilegiato col Pds. A breve una nuova assemblea

Ufficialmente bisticciano sul destino del segretario, in realtà la posta in gioco sono le alleanze. La non-assemblea regionale di Abbasanta, due giorni fa, ha fatto capire che dentro il Pd cova uno scontro più profondo rispetto al livello superficiale delle discussioni post-elettorali. È vero che la riunione di sabato, alla presenza quasi solo dell'area Soru, ha messo sotto accusa Giuseppe Luigi Cucca, che dopo le Politiche non ha lasciato la segreteria. Ma è stato Renato Soru in persona, nel suo intervento, a portare in primo piano la lite che da mesi si consuma sullo sfondo, e che riguarda essenzialmente il rapporto col Partito dei sardi di Paolo Maninchedda.

DUE LINEE Si sa che alcune aree del Pd dialogano con l'ex assessore ai Lavori pubblici: i popolari-riformisti, ma in gran parte anche quelli più vicini al segretario Cucca. Chi con Maninchedda non riesce davvero a fare pace è appunto Soru, fin da quando quest'ultimo era governatore e l'altro lasciò la presidenza della commissione Autonomia per contrasti col presidente sulle riforme istituzionali. Sabato il duro attacco dell'europarlamentare ruotava molto sul peso elettorale del Partito dei sardi, a suo dire molto relativo, nonostante la partecipata iniziativa del giorno prima a Ottana.

Comedire che un'alleanza con Maninchedda non darebbe granché al Pd. Sembra un paletto messo apposta per fermare chi, tra i democratici, medita di dare un colore più identitario al centrosinistra del 2019 (non necessariamente con Maninchedda come candidato alla presidenza, ma senza neppure escluderlo a priori). Del resto le obiezioni dell'area soriana avevano di fatto causato il fallimento dell'intesa col Pds già alle Politiche: solo che all'epoca si pensava che la porta chiusa in faccia ai sovranisti ne spalancasse un'altra al Psd'Az, che poi invece ha celebrato il matrimonio con la Lega di Salvini.

IL SEGRETARIO Ma nei discorsi ufficiali finora non si parla praticamente mai di alleanze: chi era a Su Baione si è concentrato sulle dimissioni di Cucca, che però ribadisce il suo no. Non certo per restare in eterno, ma per favorire un percorso unitario che affianchi, al suo passo indietro, l'indicazione condivisa di un nuovo leader (anziché il congresso). Se ne parlerà con la prossima convocazione dell'assemblea, che stavolta sarà chiesta dallo stesso Cucca. Ma forse non per venerdì 27, come da lui ipotizzato nella richiesta di slittamento rivolta ai soriani. Si teme che il ponte festivo determini molte assenze: già oggi le varie aree saranno sentite per trovare una data condivisa, potrebbe essere il venerdì successivo, 4 maggio.

REAZIONI «Di sicuro l'area Soru, non accettando la proposta di rinvio, ha perso un'occasione per riaprire una fase unitaria», dice il consigliere regionale Franco Sabatini: «Spero comunque che, con la nuova convocazione, si recuperi il buon senso e la responsabilità da parte di tutti. È quello che iscritti ed elettori ci chiedono: costruire percorsi condivisi, non riaccendere gli scontri tra le correnti». Anche secondo l'assessore regionale Cristiano Erriu «l'eccesso di liti non giova a nessuno, la gente si aspetta che noi serriamo le fila». L'assemblea è necessaria «ma dev'essere preparata bene, le fughe in avanti non aiutano. Del resto il segretario aveva già dato la disponibilità ad avviare un riassetto organizzativo del partito».

Non tutti però, tra i non soriani, vedono in maniera negativa la riunione di sabato. «Non faccio parte di quella corrente ma sono andata lo stesso», sottolinea Maria Francesca Fantato, ex componente della segreteria regionale, «perché l'assemblea era stata richiesta con una raccolta di firme a norma di statuto. Del resto il segretario ha avuto molto tempo per convocarla. Certo, ora spero che ce ne siano altre». Al tempo stesso, Fantato non insiste più di tanto sulle dimissioni del segretario: «Tutti abbiamo colpe nella sconfitta, non basta far cadere le teste. Serve un cambiamento di metodi».

Avrebbe voluto partecipare anche la deputata Romina Mura, se non avesse avuto un precedente impegno a Nuoro: «La convocazione arrivava dalla presidente, quando il partito chiama bisogna esserci», osserva, anche per replicare al rimprovero di Soru per l'assenza dei parlamentari Dem. «Io vedo solo una strada per ripartire: un gruppo dirigente nuovo e trasversale che si metta in gioco, e superi la balcanizzazione del partito in correnti». Quanto al dibattito sulle dimissioni di Cucca, «trovo poco utile continuare a discutere solo delle nostre dinamiche interne. Bisogna riprendere a occuparci dei problemi veri: personalmente, mi sto interessando molto alla battaglia sul principio costituzionale di insularità».

Giuseppe Meloni

«A maggio sarò premier»
Mattarella nelle prossime ore dovrebbe assegnare l'incarico esplorativo a Fico
Salvini, spiragli col M5S: datemi ancora un po' di tempo

ROMA «Datemi ancora qualche giorno, preferisco attendere un poco
piuttosto che sbagliare e dover poi chiedere scusa per anni». Sono le
parole pronunciate dal leader della Lega Matteo Salvini a Monfalcone,
in provincia di Gorizia, dove ha parlato in vista delle elezioni
regionali del Friuli Venezia Giulia in programma domenica prossima. «È
passato molto tempo dal 4 marzo, ma vi chiedo ancora qualche giorno.
Io mantengo i patti con i cittadini». Il leader della Lega sottolinea
che il prossimo governo dovrà occuparsi di «lavoro, lavoro, lavoro»,
cancellando «la legge Fornero» e attuando «la flat tax di cui oggi
tutti stanno cominciando a parlare».

IL DIALOGO LEGA-M5S Salvini si è anche detto convinto che con il
Movimento 5 stelle «si possa lavorare bene, patti chiari amicizia
lunga». E prima di congedarsi dagli elettori friulani, Salvini ha
detto: «Spero di tornare i primi di maggio a Monfalcone per
festeggiare Fedriga governatore, per tornarci da pesidente del
Consiglio». E intanto Di Maio continua a corteggiare il capo del
Carroccio, dicendo che con lui potrebbe fare «grandi cose» e di aver
«avuto modo di testare la sua affidabilità».

LA LINEA DI MATTARELLA Resta la volontà del Capo dello Stato di
stringere i tempi: dopo la presidente del Senato Maria Elisabetta
Alberti Casellati, la palla dovrebbe passare nelle prossime ore al
presidente della Camera, Roberto Fico, portabandiera dell'ala sinistra
del Movimento e avversario interno di Di Maio. Ma chi conosce Fico è
convinto che il presidente della Camera non vuole allontanarsi dal suo
capo politico dopo l'armonia con l'elezione alla presidenza di
Montecitorio.

FICO-DI MAIO Armonia che sembrerebbe confermata dalle parole di Di
Maio: «Di Fico ho solo cose buone da dire. È il nostro presidente
della Camera, guardiamo a lui come una figura che è stata in grado in
questo momento fondamentale di partenza dei lavori parlamentari di
essere una figura di garanzia e ha saputo assicurare la sua
imparzialità», ha detto ieri il leader M5S.

LA DISTANZA M5S-FI La sentenza Stato-mafia sembra aver dato il colpo
di grazia all'ipotesi di un'alleanza tra il centrodestra unito e il
Movimento 5 Stelle, che dice di non voler definitivamente accettare
nessun rapporto con Forza Italia. L'ex Cav, da parte sua, in questi
due giorni ha avuto modo di togliere tutti i sassi che aveva nelle
scarpe e sfogare una volta per tutte la sua avversione per il
Movimento. Le tenta tutte, Berlusconi, per non consumare lo strappo
che lo lascerebbe isolato: «Salvini finora si è comportato con
correttezza nei nostri confronti», dice. «Credo che l'accusa di
distruggere fosse obiettivamente rivolta ad altri, non a noi.
D'altronde il leader della Lega rappresenta una coalizione del 37%,
non vedo che interesse avrebbe a rinunciare a questo per fare il
partner di minoranza dei 5 Stelle».

IGLESIAS. Primi incontri tra centosinistra e il gruppo “Piazza Sella”
Scenari politici stravolti: Pd-Udc, prove di alleanza

A 48 giorni alle elezioni comunali, gli scenari politici iglesienti
continuano a mutare. Una cosa è certa: il centrodestra, nell'alleanza
dei partiti storici, non esiste più. Dopo l'addio di Forza Italia (che
ha abbandonato il tavolo del centrodestra per appoggiare la candidata
Valentina Pistis, sostenuta anche da Riformatori e una lista civica
nata per volontà dell'assemblea cittadina del Pci), è “Piazza
Sella-Udc” a riservare la nuova sorpresa.

DIALOGO CON IL PD Da alcuni giorni, il gruppo guidato da Gian Marco
Eltrudis, ha iniziato un confronto con il Partito democratico. Il
capogruppo, già sabato sera, aveva lasciato intendere che la strada
potesse essere questa, dichiarando che «la priorità è individuare un
programma per fare uscire la città dalla crisi, anche trovando una
convergenza con forze politiche di altri schieramenti». A confermare
che non si tratta più soltanto di un'ipotesi è stato, ieri pomeriggio,
Ubaldo Scanu, segretario cittadino del Pd. «È in corso un confronto
con i rappresentanti cittadini di Piazza Sella. Io stesso, dopo aver
coinvolto gli altri gruppi della coalizione di centrosinistra, mi ero
espresso in favore di un allargamento basato sulla condivisione di
punti programmatici».

LE ALLEANZE La trattativa è in corso e le prossime ore saranno
decisive per capire se l'alleanza con Piazza Sella-Udc diventerà
realtà. Certo è che l'eventuale accordo era stato caldeggiato dallo
stesso Giorgio Oppi. Il leader regionale dell'Udc - nell'intervista
rilasciata a L'Unione Sarda lo scorso 8 aprile - aveva detto,
testualmente: «A Iglesias ho lasciato mani libere, ma ritengo che così
come abbiamo stretto alleanze con il Pd in altri territori, si
potrebbe fare anche a livello cittadino. Quando si tratta di risolvere
i problemi è indispensabile un fronte comune anziché pensare a
individuare nemici».

NUOVI SCENARI Un percorso che sembra tracciato e, se portato a
termine, potrebbe aprire scenari nuovi anche a livello regionale,
facendo diventare Iglesias un laboratorio politico. Intanto il
centrosinistra ha fatto slittare di alcuni giorni la presentazione del
proprio candidato sindaco.

CENTROSINISTRA Restano le indiscrezioni sui nomi che, nelle ultime
settimane, circolavano con più insistenza: Mauro Usai, giovanissimo
presidente del Consiglio comunale, gli assessori Simone Franceschi e
Francesco Melis, il consigliere e segretario provinciale Pd, Daniele
Reginali. Massima incertezza sul nome di Ilenia Mura: la candidatura
della giornalista, che era stata data per certa da Gianluigi Rubiu
(capogruppo Udc in Consiglio regionale) aveva determinato lo strappo
con Forza Italia.
Cinzia Simbula

La Nuova

È il giorno di Roberto Fico
Mattarella vuole stringere, verso l'incarico «largo». Attesa per il
test elettorale

di Marcello Campo
ROMA
Secondo giorno di «riflessione» del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella in una domenica in cui i molisani potrebbero agevolare, con
il loro voto per la Regione, l'asse Lega-M5s, possibile soluzione del
rebus per la formazione del governo. Il Capo dello Stato, che in
realtà sperava in nuovi segnali non arrivati, dovrebbe oggi dare il
mandato al presidente della Camera Roberto Fico ma facendo capire che
bisogna fare in fretta, il paese non può più aspettare.

«Sto facendo
di tutto per dare un futuro all'Italia», garantisce Matteo Salvini. In
attesa delle scelte del Colle, dopo le lodi l'altroieri di Luigi Di
Maio all'«affidabilità» di Salvini, M5S e Lega confermano la vicinanza
anche su temi di merito. Il capo leghista ribadisce che al centro del
suo programma c'è la flat tax. Ma se il senatore Nicola Morra, vicino
a Roberto Fico, sostiene che la tassa unica «dimentica i poveri», il
capogruppo M5s al Senato Danilo Toninelli lo smentisce bruscamente:
«Se c'è un meccanismo per cui la flat tax è costituzionale e non
svantaggia i poveri, noi siamo d'accordo». Ma di traverso all'intesa
resta Silvio Berlusconi che sul Corriere definisce «immaturi,
arroganti e con sete» gli esponenti Cinque Stelle, ribadendo di
fidarsi di Salvini. Sulla carta resta lo stallo anche se oggi il
calendario della crisi prevede una nuova tappa.

Archiviato l'incarico
esplorativo affidato a Elisabetta Casellati, si profila il mandato che
il Colle dovrebbe affidare a Roberto Fico. Il Presidente della Camera,
specularmente a quanto è accaduto con Casellati, potrebbe rivolgersi
anche al Pd. Uno scenario, quello di un dialogo M5s-dem, bocciato
adesso dal Cavaliere, come «un ennesimo tradimento della volontà degli
elettori». Anche il Pd esprime scetticismo: aspetta di conoscere le
scelte del Colle ma si dichiara aperto al dialogo con Di Maio solo se
prima «chiude il forno della Lega» altrimenti neanche si siede al
tavolo. Una decisione che non passerà per una riunione di direzione
visto che il reggente Maurizio Martina ha deciso di rinviare al
termine delle consultazioni.

«Il Pd - protesta Cesare Damiano - deve
ridiscutere il suo posizionamento politico: convochiamo subito la
Direzione».Nel frattempo i due protagonisti assoluti di questa fase,
Matteo Salvini e Luigi Di Maio, in attesa dei risultati molisani,
fanno trapelare loro continui contatti informali. Probabilmente il
paragone con l'Ohio è azzardato, tuttavia il voto di questa piccola
Regione dirà chi sarà il vincitore di due sfide altrettanto cruciali:
non solo quella per il governatore - potrebbe esserci un testa a testa
c.destra-M5s, con questi ultimi favoriti - ma soprattutto il risultato
della partita interna tra Lega e Forza Italia.

Nel corso di tutta la
campagna elettorale, in Molise, il Cavaliere e il segretario «lumbard»
non si sono mai incrociati, mai un comizio in comune e nemmeno una
stretta di mano davanti alle telecamere. Alle ultime politiche il
partito azzurro, ha doppiato il Carroccio 16% a 8%. Ora, dopo appena
sette settimane, i due dati potrebbero avvicinarsi. E un eventuale
sorpasso leghista, in una terra comunque del centro-sud,
rappresenterebbe il primo successo della cosiddetta «opa» di Salvini
sull'elettorato forzista. Competizione nel centrodestra anche in
Friuli, dove si voterà domenica prossima.

Nicola Sanna chiede mano libera nella scelta dell'assessore
L'opposizione attacca. Alivesi (FI): «Buio totale su tutto»
Pausa di riflessione nel Pd in guerra Si studiano strategie

SASSARI
Si fa sempre più duro lo scontro fra il sindaco Nicola Sanna e i
quattro consiglieri che hanno presentato la mozione con la quale
chiedevano l'epurazione del presidente del Consorzio industriale
provinciale, la domenica è trascorsa senza grandi scossoni e in attesa
che dei confronti delle prossime ore. Ma in realtà lo scontro è con i
capicorrente dei consiglieri che hanno sottoscritto la mozione,
Giacomo Spissu e Silvio Lai. Una lotta interna al Partito democratico,
quasi una resa dei conti in vista delle prossime amministrative. E
sembra importare poco un po' a tutti i tentativi di mediazione,
enunciati sui social, o comunque i richiami di altri esponenti del Pd
a un'azione politica mirata a risolvere i problemi. Ora lo scontro
sembra essersi spostato sulla nomina dell'assessore alla Cultura
(figura vacante da un anno) che in base ai numeri e al famoso "manuale
Cencelli" spetterebbe alla corrente Spissu-Lai.

Ma il sindaco ha
deciso di passare al contrattacco e chiede che il partito gli dia mano
libera nella scelta di un assessore «che non sia di area Pd e che sia
gradito al resto della maggioranza». Una strategia che pare
preannunciare nuovi temporali sia a Palazzo Ducale sia in via
Mazzini.In questo scontro si inserisce il capogruppo in consiglio
comunale di Forza Italia, Manuel Alivesi, secondo il quale «sembra
sempre più chiaro ed evidente che il Pd abbia finito qualsiasi afflato
positivo e utile per Sassari: sono scomparsi i dibattiti sulla
programmazione, buio totale sul centro intermodale e sul II e III
lotto della metropolitana di superficie, non si ha più alcuna notizia
sui lavori e sul funzionamento della Rete metropolitana, presieduta e
diretta dal sindaco di Sassari, dimenticati la maggior parte dei
progetti e dei cantieri delle grandi incompiute».

Dalla riunione di
oggi della conferenza dei capigruppo (convocata per mezzogiorno) verrà
un primo segnale visto che dovrà essere stilato l'ordine del prossimo
consiglio comunale ma il vero scoglio da superare sarà, domani,
l'audizione del presidente del Cip Taula su depuratore e discarica
consortile da parte della sesta la commissione

-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca



Nessun commento:

Posta un commento