martedì 8 maggio 2018

Comunidades lascia il tavolo politico di AutodetermiNatzione


Pubblichiamo il comunicato con il quale Comunidades lascia il tavolo politico di AutodetermiNatzione. Le dimissioni sono state formalmente recapitate alle componenti in data 7 maggio 2018.

"Sono passati più di due mesi dalle elezioni politiche alle quali, con 8 sigle guidate dal portavoce Anthony Muroni, presentammo il Progetto AutodetermiNatzione. Un Progetto che, rivolgendosi a tutti sardi e superando gli steccati ideologici, doveva rappresentare la “speranza perché la Sardegna uscisse dalla fase attuale di decadenza e impoverimento, frutto delle politiche delle Giunte regionali espresse dai partiti subordinati a Roma e dai loro alleati, con l’obiettivo di scardinare il vecchio modello di sviluppo basato sulla dipendenza.”

Un Progetto che voleva rappresentare un processo di rottura e discontinuità rispetto al passato, riferito certo alla politica espressa dalle giunte regionali precedenti, ma non di meno rispetto alle prassi egoistiche e divisive che hanno sempre ostacolato tutti i processi di convergenza tra le forze indipendentiste, autonomiste e sovraniste della Sardegna.

La parola autodeterminazione, con la quale eravamo riusciti a vincere la diffidenza di oltre 20.000 sardi e a portarli su un percorso che nel suo orizzonte aveva l’indipendenza della Sardegna, è stata la chiave che ha reso possibile ciò che tra i movimenti indipendentisti non era mai stato possibile: un progetto che vedeva finalmente insieme partiti storicamente divisi. Un obiettivo che, crediamo, sia stato raggiunto non solo per la volontà delle 8 componenti (pure indispensabile) ma perché la figura intorno a cui si è potuta catalizzare l’aggregazione politica incarnava, per noi e per i sardi a cui ci rivolgevamo, l’elemento nuovo, di rottura, estraneo alle passate e fallimentari ricette precedenti.

La campagna elettorale è stata un momento bello ed esaltante, abbiamo fatto promesse importanti ed impegnative, vantandoci (e a ragione) di essere riusciti insieme laddove divisi non eravamo mai arrivati. Tutti insieme, stretti in una fiducia reciproca che sembrava inscalfibile, siamo arrivati al 2 marzo con l’entusiasmo e la sensazione che un processo di liberazione della Sardegna fosse ormai avviato ed inarrestabile. Se avessimo fatto prima di quella data, come ci eravamo ripromessi di fare, lo Statuto e l’Associazione Progetto Autodeterminatzione, probabilmente niente o poco di irreparabile come invece è avvenuto, sarebbe successo.

Lo Statuto, non per responsabilità di tutti ma solo di una parte, non si è fatto nel tempo stabilito. E all’indomani del 4 marzo, un risultato comunque insperato e per noi di Comunidades estremamente positivo, non è stato considerato un patrimonio abbastanza prezioso, come invece era, da salvaguardare. Anzi. La prima priorità, e vecchio vizio, è stata la rimozione della fiducia (nei fatti) di Muroni, fino al 2 marzo considerato un leader generoso e democratico riconosciuto da tutti gli 8, e dal 5 marzo improvvisamente decaduto ad accentratore con l’aspirazione di fare del Progetto Autodeterminatzione un soggetto politico unico in cui scioglierne le componenti.

Ancora oggi ci chiediamo in quale luogo o contesto sia potuta emergere una tale convinzione, noi non l’abbiamo mai lontanamente intravista, né in dichiarazioni al tavolo politico, né in conversazioni meno formali. Tant’è, questo è stato un primo segnale dello scricchiolio che ha poi generato il tracollo verso i successivi avvenimenti. Al netto delle responsabilità di ciascuno di noi, resta però la convinzione di Comunidades che molto poteva essere evitato, se la volontà di restare uniti, pur nelle difficoltà e incomprensioni, fosse rimasta immutata.

È chiaro, oggi, che ciò che ci ha diviso non sono derubricabili a semplici incomprensioni. Ci divide senza dubbio una pratica, prima di tutto nei rapporti personali, che può trasformare da un giorno all’altro il portavoce che fino a ieri ci rappresentava totalmente in qualcuno da cui guardarsi e prendere le distanze, disconoscendo di fatto, nel momento in cui si accettano senza discussione le sue dimissioni, che l’obiettivo raggiunto il 4 marzo è stato frutto, in larga parte, del suo impegno. La prassi politica, poi, è cosa già vista e per noi non più accettabile da molti anni.

Con una componente autosospesa si è deciso di andare avanti sulle regole, e lo Statuto di un Associazione politica che cambia nome (non più Progetto Autodeterminatzione ma solo “AutodetermiNatzione”) e simbolo (come votato nella riunione del 24 aprile u.s.).

Per noi di Comunidades, per le ragioni qui sintetizzate e per altre che in questi mesi abbiamo espresso nel tavolo politico (e che sono agli atti dei verbali), sono venute a mancare le condizioni necessarie perché possiamo proseguire il percorso intrapreso dalle 6 componenti che, come ultimo atto, hanno scritto (subito dopo che avevamo lasciato l’ultima riunione), un comunicato che, per i toni, le modalità e i contenuti, ha sancito la definitiva messa al bando di Sardos.

L’autodeterminazione resta l’obiettivo politico di Comunidades che esce da questo tavolo ma non rinuncia alla sua azione rivolta ai sardi e al bene della Sardegna. Lo faremo intanto partendo da noi, senza la fretta della contingenza elettorale che, spesso, stimola l’appetito di chi guarda troppo agli interessi ristretti del proprio partito e poco a quelli più generali e con traguardi più lontani, ma certo più alti di uno scranno parlamentare (italiano o sardo che sia).

Noi di Comunidades, riprenderemo la strada che è stata abbandonata il 4 marzo, con lo spirito che ci ha spinto e contraddistinto nei mesi precedenti alle elezioni, confermando che tutto ciò che faremo sarà all’insegna dell’autodeterminazione, senza i partiti italiani, portando avanti con pazienza la rivoluzione tranquilla che avevamo promesso.
E il primo passo del nostro cammino fuori da qui è autodeterminarci nella nostra scelta di essere protagonisti alla pari con i nostri interlocutori e non ospiti sgraditi in una casa che abbiamo contribuito a costruire dalle sue fondamenta, né complici di azioni che noi disconosciamo prima di tutto nei metodi.

Ci resta l’amarezza di non essere riusciti a fermare il processo di disgregazione degli ultimi due mesi e la sofferenza nel vedere un Progetto bellissimo che avevamo regalato ai sardi, trasformarsi nell’ennesimo tavolo di singoli interessi che convergono “quando necessario”. Non era questo il nostro Progetto. E a chi rimane lo lasciamo, per quello che è diventato. Buon lavoro a tutti, senza la preclusione che in futuro ci si possa anche ritrovare con lo spirito che ci aveva uniti.
Valentina Sanna
Presidente di Comunidades

P.S. Abbiamo appreso, non da una formale e dovuta convocazione tramite verbale non ancora pervenuto dell’incontro di venerdì 4 maggio, ma da un sostenitore che ha partecipato all’assemblea di Senorbì, che mercoledì è previsto un nuovo incontro del tavolo politico in cui si approverà lo Statuto. Anche questo, si aggiunge alle inaccettabili prassi politiche del nuovo corso."



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