La
Nuova Sardegna
Sondaggi,
il volo della Lega. Oggi sarebbe il primo partito, superato
di poco
il M5S Carroccio al 29,2%, Movimento al 29, il Pd resiste al 18,8, Forza Italia
al 9,2
ROMA Forte degli ultimi sondaggi che
danno la Lega quasi al 29,2% rispetto al 17,4% del 4 marzo, Matteo Salvini
guarda con grande fiducia al futuro, convinto che il suo partito potrà solo
migliorare e prepararsi a quello che molti leghisti considerano il grande
salto. Domenica ci saranno i ballottaggi delle amministrative, poi le europee e
il 2019 potrebbe essere lo snodo cruciale per il cambio di passo.
Tra i cinque stelle c'è grande
preoccupazione per la crescita costante del Carroccio e molti pentastellati
scommettono che il leader leghista, senza rompere con Silvio Berlusconi ma
mantenendo unito il centrodestra, possa poi sparigliare e fare la mossa del
cavallo per “mangiarsi” Di Maio & company e
chiedere di andare subito al voto per conquistare palazzo Chigi in solitaria.
INCONTRO AD ARCORE Lunedì pomeriggio
Salvini è stato ad Arcore: una dimostrazione chiara che il vicepremier non
intende assolutamente far saltare il banco, ma blindare la coalizione. La
prossima settimana, probabilmente lunedì, ci dovrebbe essere un altro incontro
tra il leader del Carroccio e l'ex premier per fare un nuovo punto della situazione
politica dopo l'esito dei ballottaggi.
CONSENSI IN CRESCITA Dunque, se si
votasse oggi, stando all'esito della ricerca effettuata da Swg, la Lega sarebbe
il primo partito, superando - sia pure di poco - il Movimento 5 stelle che,
invece, perderebbe il 2,5% di consensi. Il Carroccio tocca quota 29,2%, seguito
dai grillini al 29%. Oltre 10 punti in meno per il Pd al 18,8%, che rimane allo
stesso livello del 4 marzo. Crolla ulteriormente Forza Italia che avrebbe
appena il 9,2% dei consensi, e Fratelli d'Italia al 4,1%. In base alle
intenzioni di voto, il sorpasso è diventato realtà.
CALO PENTASTELLATO Una Lega che fa
il pieno di consensi e il Movimento che arranca nei sondaggi? «Non vedo alcun
tipo preoccupazione né di malumore. Non abbiamo creduto ai sondaggi quando
andavano bene. Ora siamo al governo, il tema non é quanto siamo alti nei
sondaggi ma risolvere i problemi delle persone». Luigi Di Maio è apparso tranquillo
ieri e ha commentato così gli esiti dell'istituto di ricerca: «Io ogni mattina
mi sveglio e chiedo al mio staff a che punto siamo con i centri per l'impiego,
il reddito cittadinanza, le pensioni d'oro». L'Swg ha realizzato il sondaggio
basandosi su un campione di 1500 persone, tutte residenti in Italia utilizzando
una tecnica mista.
Unione
Sarda
Migranti,
l'ira dei Cinquestelle-Puddu: «Prendiamo le distanze, siamo
lontani
dal razzismo» Ma i leghisti sardi difendono il loro leader.
Venerdì
nell'Isola. Centinaio e Paragone
Le parole di Salvini su migranti e
rom hanno un effetto urticante su
una parte del popolo del Movimento 5
Stelle. Dopo la vicenda
dell'Aquarius, è arrivato l'annuncio
di voler schedare i rom, con la
postilla che quelli italiani «ce li
dobbiamo tenere». Posizioni che
consentono al leader della Lega di
aumentare il gradimento elettorale
ma che minano quello del Movimento 5
Stelle.
I BIG La Lega, insieme al Psd'Az,
porta in Sardegna il ministro delle
Politiche agricole, Gian Marco
Centinaio, che venerdì mattina sarà ad
Assemini per sostenere il candidato
del centrodestra, Antonio Scano.
Saltata la visita di Luigi Di Maio,
per il Movimento 5 stelle ci sarà
il senatore, Gianluigi Paragone, per
tirare la volta alla candidata,
Sabrina Licheri.
NERVI TESI Mario Puddu, ex sindaco e
coordinatore della campagna
elettorale del Movimento 5 stelle,
ha preso le distanze e rimarcato le
differenze con il Carroccio. Per gli
esponenti della Lega, però, non
c'è nessun problema e anzi, Salvini
deve andare avanti, anche se
questo causerà qualche mal di pancia
con i sottoscrittori del
contratto di governo.
LE DISTANZE Un problema che Puddu ha
affrontato, con un post su Fb:
«Nei giorni scorsi mi sono espresso
sul ministro Salvini per quanto
concerne la questione migranti della
quale avevo criticato, non la
sostanza, ma modi e toni, che non
condivido e penso che difficilmente
condividerò», scrive Puddu. Poi, con
le affermazioni sui rom,
l'atteggiamento del ministro è
«addirittura degenerato».
Da qui la
necessità di spiegare agli elettori
dell'M5S che sulle azioni di
Salvini, anche quelle future, ci
sarà il controllo da parte del
Movimento: «Fidatevi del nostro
ruolo di garanzia, noi non abbiamo
niente a che fare con il razzismo e
con quel tipo di parole».
Nonostante le distanze con il
segretario leghista, rimane la «fiducia
nel contratto». A rappresentare i
due mondi c'è il principio per cui
«Salvini vuole censire i rom, Di
Maio i raccomandati della pubblica
amministrazione». Nessuno punti il
dito sui pentastellati perché
«ricordo che non abbiamo fatto
nessuna alleanza», conclude Puddu,
«abbiamo firmato un contratto per
non disperdere 11 milioni di voti e
coltiviamo la speranza che, con
questo accordo, possano finalmente
cambiare le cose».
SOLO IL CONTRATTO Il deputato
dell'M5S, Pino Cabras, individua nel
contratto la garanzia per evitare
rotture visto che «vincola a ciò che
è scritto e quello che non c'è non è
in agenda». Certo è un contratto
tra «soggetti molto diversi», spiega
Cabras, che comunque, contiene il
tema dei campi rom illegali. «Si
parla di attività illecite e
situazioni rischiose per i minori
sulle quali bisogna intervenire»,
sottolinea il deputato, «diverso è
parlare di schedatura e dire che
quelli italiani ce li dobbiamo
tenere. Da questo prendiamo seriamente
le distanze».
Pressappoco sulla stessa linea anche
il senatore del Movimento 5
stelle, Emiliano Fenu: «Se le fughe
in avanti del ministro
dell'Interno si traducono in azioni
contro i princìpi della
Costituzione e contro i nostri,
allora è giusto mettersi di traverso».
Sulla vicenda Aquarius, Fenu dice:
«Le posizioni dure vanno assunte
nei confronti dell'Europa e dei
paesi che predicano bene e razzolano
male, non nei confronti di persone
disperate che rischiano la morte in
mare».
AVANTI TUTTA In casa Lega il parere
è diverso perché se è vero che
esiste un contratto, c'è anche un
elettorato al quale sono stati
chiesti i voti. «Abbiamo presentato
un programma in cui era previsto
rimandare a casa gli immigrati
clandestini e chiudere i campi rom»,
spiega il vice coordinatore
regionale, Dario Giagoni. Dunque Salvini
«deve andare avanti», dice Giagoni,
convinto che la schedatura dei rom
sia utile per «sapere chi sono,
quanti anni hanno, dove vivono e che
lavoro fanno. Se fai parte di una nazione
è una cosa normale».
Il deputato, Guido De Martini, è
convinto che il sodalizio non
risentirà di queste situazioni e
ricorda che «un conto è salvare le
vite umane, che è un dovere, un
conto è mantenere queste persone».
Sulla schedatura, «che è meglio
chiamare censimento», il deputato
ricorda che «serve per fissare
diritti e doveri di queste persone».
Matteo Sau
Quartu -
CONSIGLIO COMUNALE. Continuano le tensioni fra Lucio Torru e
Forza
Italia. L'ex Pd Marci: «C'è fiducia nella maggioranza»
«Sono convinto che questa sia la
svolta per la maggioranza: ci sono
tutte le prerogative per continuare
a fare bene». L'ex Pd Lello Marci
descrive un clima positivo a pochi
giorni dalla bufera che stava per
mandare tutti a casa. «Dopo
l'approvazione del bilancio comincia la
fase operativa, abbiamo coscienza di
come dovremmo andare a realizzare
le cose che abbiamo detto - commenta
Marci - c'è fiducia nella
maggioranza ma anche da parte
dell'opposizione perché in tanti hanno
capito che si può governare ed
espletare il mandato».
L'esponente
della maggioranza espulso dal Pd per
aver sostenuto Delunas non
risparmia una frecciata agli ex
compagni di partito: «Non basta
limitarsi a chiedere le dimissioni
del sindaco o cercare altri modi
per farlo cadere, gli elettori li
hanno eletti per amministrare, a
prescindere dal ruolo di maggioranza
o opposizione, e dovrebbero dire
quello che vorrebbero per la città».
Un po' più critica la posizione del
capogruppo di Quartu Riparte Paolo
Cocciu: «Ci sono questioni urgenti
come l'emergenza dei servizi
sociali, serve un numero maggiore di
assistenti sociali perché, per
esempio, i minori che vengono
affidati dalla Prefettura non possono
essere gestiti da due sole
assistenti sociali», sottolinea l'esponente
della lista del sindaco. Dopo le
dimissioni di Marina Del Zompo
proprio Delunas ha tenuto al delega
alle Politiche sociali, che si
somma a quella al Bilancio e agli
impegni per la fascia tricolore.
«Tra le voci di spesa anche quella
per un assessore in più va
considerata, magari si può limitarla
con una ridistribuzuone degli
incarichi tra gli assessori già
nominati - spiega - il sindaco ha
esperienza nel settore dei servizi
sociali, ma è importante che ci sia
una figura di riferimento e lo
stesso vale per il Bilancio: al suo
posto cederei almeno una delle due
deleghe».
Con le ultime novità di questi
giorni, all'interno della maggioranza
nasce il gruppo sardista con Tonino
Lobina, Lucio Torru e Marco
Ghiani. «Non credo che sarebbe stata
una buona idea quella del
commissariamento, ritengo che con la
commissione di cui sono
presidente, Attività produttive,
Turismo, Spettacolo e Regolamenti e
avremo l'opportunità di portare
avanti tante novità - commenta Ghiani,
eletto con la civica Più Quartu
legata al Centro democratico - ci sono
tanti regolamenti da portare avanti,
ma c'è un virus che colpisce
alcuni dirigenti a ridosso delle
scadenze importanti».
Continuano le tensioni tra Lucio
Torru e Forza Italia dopo la sua
decisione di cambiare casa.
«Cappellacci mi attacca ma non ha capito
che in città il partito è al 2 per
cento e sto ancora cercando di
capire come sono stati gestiti i
soldi delle tessere, compresa la mia
- rilancia Torru - Cappellacci forse
non vuole ricordare che la lista
Quartu2020 che sosteneva Tonio Pani
era voluta da Stefano Tunis perché
Forza Italia voleva affossare
Contini».
Marcello Zasso
La
Nuova Sardegna
Maninchedda:
PdS nel mirino
Secondo
il capo del Partito dei Sardi le indagini avrebbero come
oggetto
la formazione politica
di Simonetta
SelloniwORISTANOL''inchiesta della Procura di Oristano
sulle assunzioni alla Assl, che
annovera sei indagati, ha provocato le
reazioni del leader del Partito dei
Sardi Paolo Maninchedda. Che dal
suo blog "Sardegna e
Libertà" commenta l'indagine, e quello che lui
ritiene un "fatto
evidente": «le indagini durano da tempo e sembrano
avere un oggetto trasversale: il
Partito dei Sardi, i suoi componenti,
le sue azioni».
Il riferimento è al fatto che il
blitz del Nucleo di
polizia economica del Comando
provinciale di Oristano della Guardia di
finanza abbia avuto come obiettivo
il reparto di Ginecologia, diretto
da Antonio Onorato Succu, sindaco
PdS di Macomer, città di cui è
originario lo stesso Maninchedda. È
la seconda puntata dell'inchiesta
iniziata un anno fa, in cui risulta
indagato Salvatore Manai: 45 anni
di Silanus ma domiciliato a Cabras,
è infermiere in sala operatoria ed
stato candidato alle Comunali di
Oristano per il Partito dei Sardi
(raccogliendo 22 voti, ndr).
A Manai sono contestati i reati di
corruzione e falso, ai sei nuovi
indagati l'articolo 319 quater del
codice penale che prevede pene
severe per chiunque abbia abusato del
suo ruolo e dei poteri che ne
derivano per indurre qualcuno a dare o
promettere indebitamente
"denaro o pubblica utilità". Anche l'aver
chiesto a Succu se fosse o meno
indagato, essendo a capo del reparto
nel quale sono state compiute le
perquisizioni, e avendo ricevuto una
smentita dal diretto interessato, ha
provocato l'indignazione di
Maninchedda.
Per il capo del Partito dei Sardi,
sembra quasi che
l'indagine assuma come «ipotesi
investigativa la trasformazione di un
intero partito in una associazione a
delinquere». Tanto da chiedersi
«Quante indagini sono state aperte
direttamente o indirettamente
contro il Partito dei Sardi e/o suoi
esponenti? Quali sono le date di
apertura e chiusura dei diversi
procedimenti? Non si sa, ma prima o
poi si saprà. Vi erano e vi sono
riscontri tali da giustificare un
impegno così forte contro un solo
soggetto politico?
Lo si vedrà».Al
di là delle esternazioni di
Maninchedda, richiamate nella bacheca di
Fb da Antonio Succu, l'inchiesta condotta
dal sostituto procuratore
Armando Mammone prosegue, e passa
alla fase di analisi della
documentazione acquisita anche nella
direzione amministrativa. Sotto
la lente d'ingrandimento ci sono i
lavoratori assunti a termine,
graduatorie e concorsi.
La provenienza dei lavoratori,
particolare
questo non di poco conto
nell'economia degli accertamenti. Il
direttore generale Mariano Meloni ha
sottolineato di non conoscere
l'oggetto degli accertamenti della
Guardia di finanza. Le Fiamme
gialle hanno compiuto perquisizioni
nelle case degli indagati.
Era
indagato per concorso in usura. Il gip ha accolto la richiesta del pm
Archiviata
l'inchiesta sul ministro Savona
CAGLIARI Più di qualcuno aveva
sollevato dei dubbi sull'opportunità di
nominare ministro Paolo Savona. Non
solo per le sue posizioni critiche
verso l'euro, ma anche perché a suo
carico pendeva un indagine per
concorso in usura da parte della
Procura di Cagliari. Un caso che
risale al 2010 quando l'economista
era presidente dell'Unicredit.Ma
dopo la decisione del gip, da oggi
il ministro avrà una preoccupazione
in meno. Perché l'inchiesta è stata
archiviata.
Il gip Emengarda
Ferrarese ha accolto l'istanza
arrivata dallo stesso pm Emanuele
Secchi. L'indagine si riferisce a un
periodo che va dal novembre 2008
all'ottobre 2010 quando Savona era
presidente e rappresentante legale
di Unicredit. Tra il 2005 e il 2008
nella filiale di Senorbì i soci
della Edil tl aprirono tre conti
correnti garantiti da una
fideiussione omnibus a cui i due
soci concorrevano fino a 130mila euro
a testa.
Poi la rottura del rapporto
fiduciario con la banca e
l'inizio di una battaglia legale tra
la società e l'istituto di
credito. Paolo Savona venne
denunciato, insieme al precedente
presidente e rappresentante legale,
Aristide Canosani, dai soci della
Edil tl, un'impresa edile, a causa
di alcuni contratti di conto
corrente garantiti dalla
fideiussione. Per chia aveva presentto la
denuncia - secondo il pm - il tasso
effettivo degli interessi di mora
superava il tasso unico di soglia
fin dall'origine del rapporto.
Chiuse le indagini la Procura ha
ritenuto poco significativo il
superamento delle soglie.
E ha sottolineato come manchi agli
atti del
procedimento la prova del dolo.
Anche se una causa civile passata in
giudicato ha accertato la presenza
di un tasso di interesse usurario.
La sentenza del giudice civile
Andrea Bernardino aveva stabilito che
alla società Edil T.L di Arriu e
Piras erano stati applicati interessi
usurari su conti correnti e relativi
affidamenti aziendali. Ma ora il
gip Ferrarese ha accolto l'istanza
di archiviazione del pubblico
ministero e ha disposto
l'archiviazione del caso. Nel documento di
archiviazione il gip sottolinea come
«Infine si osserva che è
veramente improponibile sostenere,
in capo ai due indagati, il dolo
diretto di usura in relazione ai
singoli contraenti e per quel
contratto bancario considerati anche
i dubbi e le controverse
interpretazioni giurisprudenziali e
avuto riguardo alle istruzioni
impartite dalla Banca d'Italia
vincolanti nelle scelte operative in
questa tipologia di contratti.
Ritenuto che per i motivi indicati
dal
pubblico ministero e per quanto
esposto la richiesta di archiviazione
sia fondata e debba essere accolta».
Ora il ministro per gli Affari
europei potrà concentrarsi con
maggiore serenità sul suo nuovo
incarico nell'esecutivo giallo-verde
guidato dal premier Giuseppe
Conte.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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