La marea di giovani colorati e festanti in cui, ieri, mi
sono trovato felicemente immerso è stata la risposta più forte di una società,
forse anche spaventata dal presente, che vuole cambiare il suo futuro, a
cominciare dalla libertà di amare. Una marcia colorata per gridare in allegria:
siamo gay, lesbiche, bisessuali e transgender e siamo famiglie arcobaleno.
Per dire noi esistiamo nonostante parte della società e
della politica ci opprima e ci escluda, e per questo lottiamo, per rivendicare
la nostra libertà e dignità, ognuno la propria identità sessuale. Contro chi
vorrebbe una società irreggimentata in un modello di amore e di famiglia
strettamente ideologico; mentre questa società è sempre più pluralista
nell’etnia e nell’amore e accoglie modelli di famiglia diversificate. Concetti
elementari e universali della libertà.
Per questo il Pride è una sfida contro i divieti sacrali,
non solo l’omosessualità, ma la sessualità in generale, da punire col fuoco,
con le folgori divine o con l’esclusione, il dileggio e la violenza. Contro
l'omofobia e il razzismo. Il Sardegna Pride è servito a mettere in mostra in
maniera amplificata, dissacrante, colorata e ironica, non solo il diritto alla
propria sessualità, ma anche la dimensione ridicola di ogni tabù, di pregiudizi
formalizzati nei capillari del perbenismo sociale.
Il Pride è senso della comunità, è rispetto delle differenze
di ogni tipo, libera espressione di sé, assenza di pregiudizio, libertà di
essere della propria identità sessuale. Qualsiasi identità sessuale. Per questo
anche il Sardegna Pride è tremendamente importante, perché la sua missione è
quella di spezzare gli schemi di una società intruppata più nei divieti
dell’amore che nella libertà di amare in tutte le forme dell’amore.
Per questo il Pride è importante, perché deve fare
proseliti, conquistare consensi, e veder battere le mani alla signora con i
figli affaciati alla finestra ad osservare, far capire e spiegare, la gioiosità
della libertà nell’amare è l'immagine felice di un pomeriggio di civiltà.
Di Giovannimaria – Mimmia
Fresu
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